Massimiliano Bernardini |
Con
il vostro nome puntate ad una forte caratterizzazione legata al
territorio…
Assolutamente
sì. Questa azienda ha una connotazione territoriale fin dagli anni
'70, quando è nata. Prende il nome dal vallone omonimo e questo fa
sì che noi si produca al momento sul mercato regionale prodotti del
territorio, in primis il genepì.
Come
è nata l'azienda?
Noi
siamo la terza proprietà e gestione di questa azienda nata appunto
nei primi anni '70 da un'idea di Maschi, il fondatore oggi non più
fra noi, per varie vicissitudini passa ad una seconda proprietà che
ha poi venduto a noi il marchio nel 2007. Noi abbiamo ricominciato a
produrre alla fine del 2009. Siamo a Châtillon e l'azienda ha una
gestione famigliare.
Venite
da esperienze precedenti nel
settore?
Io,
mio papà e mio fratello. Mio papà dai primi anni 80 e io dopo pochi
anni abbiamo sempre operato nella distribuzione e vendita di liquori
nazionali ed internazionali anche con alcune presenze in aziende
regionali. Di conseguenza abbiamo sempre frequentato il settore
dell'hotellerie, della ristorazione, della caffetteria.
A
fianco del Genepy proponete anche un gin, che sicuramente non è un
prodotto con una tradizione locale, come mai questa scelta?
Il
Gin è stato presentato da poco più di un mese. La scelta nasce
dall'idea di prendere un prodotto di fama mondiale, con più di 150
anni di storia alle spalle, e dargli una connotazione territoriale.
Il Gin è un distillato di ginepro. Noi abbiamo voluto mettere
all'interno di questo prodotto il fiore di genepy distillato insieme
ad altri botanici.
Avete
anche una linea per l'industria alberghiera. Perché avete deciso di
operare in questo settore?
Il
settore dell'hotellerie è imprescindibile per chi come noi fa
prodotti del territorio e vuole farli conoscere. Per questo noi
poniamo molta attenzione nella cura del prodotto e del servizio
presso queste categorie senza naturalmente dimenticarci la vendita al
dettaglio.
Non
ci sono differenze di tipologie tra un settore e l'altro?
No.
E' la stessa. Non abbiamo richieste differenti.
Al
di là del Gin comunque va evidenziato che l'80% della vostra
produzione è legata al Genepy.
Assolutamente
noi quando abbiamo dato vita alla nuova Vertosan ci siamo posti come
focus principale di lavorare il genepy valdostano. Produciamo diverse
tipologie: un prodotto che facciamo affinare per sei mesi in botti di
rovere, il più delicato della nostra gamma; un altro, che si chiama
«Zerbion» lavorato con materia prima non essicata e, infine, il
classico riservato agli amici che invece viene essicato e messo in
bottiglia, del quale facciamo una variante con il miele e, anche in
questo caso, sia il genepy che il miele sono al 100% di provenienza
valdostana.
Commercializzate
i vostri prodotti soltanto sul mercato valdostano?
Al
momento siamo concentrati sulla Valle d'Aosta. Stiamo cominciando a
guardarci anche intorno. Qualcosa stiamo iniziando a fare. Va tenuto
conto che la nostra produzione è molto limitata. Per ora si tratta
di piccolissime realtà estremamente specializzate.
Il
settore dei liquori è caratterizzato da una forte concorrenza quali
sono gli atout utili per proporsi efficacemente sul mercato?
Il
primo è la cura del prodotto a partire dalla materia prima, dalla
coltivazione del genepy. Noi conoscendo chi ci fornisce le materie
prime abbiamo questo tipo di garanzia che cerchiamo di portare avanti
mantenendola in bottiglia e questo è secondo me il primo atout. Il
secondo è il servizio alla clientela che noi curiamo personalmente.
Siamo molto presenti quando c'è un'esigenza del cliente e riusciamo
anche a dare risposte oggi per domani.
Si
parla da molto tempo di una dop per il Genepy. Quanto può essere
importante per un produttore questo percorso per chi opera nel
settore?
E'
molto importante. Stiamo lavorando in collaborazione con altri
produttori per raggiungerlo quanto prima. Speriamo già nel corso del
2016 in quanto ci darebbe grande visibilità ben all'esterno dei
confini regionali.
Una
novità in vista per il 2016 da annunciare?
La
grande novità è stata sicuramente il Gin di conseguenza stiamo
lavorando ancora su questa freschissima novità. Sicuramente nel 2016
in merito al genepy proporremo qualcosa di nuovo.
Come
nasce un prodotto nuovo?
E'
una sperimentazione continua.
Un
sogno imprenditoriale da realizzare?
Vorrei
poter vedere - spero in un futuro non troppo lontano - il genepy
assurgere all'onore delle cronache alla stessa stregua di altri
prodotti del territorio come il limoncello o il mirto. Vorrei che
diventasse un prodotto riconosciuto come fine pasto al di fuori del
territorio valdostano. Questo mi porta a dire che non mi
dispiacerebbe che questo portasse a nuovi posti di lavoro nella mia
ma anche nelle altre realtà valdostane del comparto.
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