Intervista a Virgilio Viérin, Presidente della
Lavanderia Industriale di Pollein.
Nel 2017 raggiungerete i 50 anni di vita. E'
un bell'anniversario per un impresa… Sono 50 anni che la Lavanderia è a Pollein
nell'attuale assetto. Anche se era nata come esercizio commerciale
due anni prima, in Viale Conte Crotti ad Aosta. Come società compie
però il mezzo secolo di vita. Come nasce allora la Lavanderia
Industriale di Pollein? E' nata da una iniziativa privata ovviamente.
Due soci fondatori che hanno dato vita al negozio di supporto alla
lavanderia del secco. Si cominciava infatti in quel periodo ad avere
la necessità di lavare dei capi ad acqua. C'era una fetta di
clientela crescente che aveva questa necessità. All'inizio i clienti
principali erano l'esercito e qualche albergo Quali sono stati i momenti più
importanti nella storia dell'azienda? Il primo passaggio è stato verso la fine degli
anni '70 dove si è iniziato ad inserire il noleggio della
biancheria. In quel periodo abbiamo registrato la prima crescita
significativa dell'attività. Quali
sono stati invece quelli più difficili? Sono
stati due. Il primo alla fine degli anni '80 a causa di un incendio e
il secondo nel 2000 a causa del rogo nel Tunnel del Monte Bianco. Per
un paio di anni è stato più difficile servire la clientela
francese. Voi operate anche all'estero, in particolare
in Francia… Oggi abbiamo una piccola azienda, Lip France,
che si trova a Passy. Dall'altra parte del Monte Bianco. E operiamo
sia con quella azienda o portando la biancheria a Pollein e
riportandola in Francia, a Chamonix e nei dintorni. Gran parte dei
nostri clienti sono alberghi e ristoranti. Mediamente il numero dei vostri dipendenti? Chiaramente i livelli occupazionali sono
influenzati dalla stagionalità dei nostri clienti, che sono
soprattutto alberghi, di conseguenza anche noi abbiamo le nostre due
stagioni, inverno e estate. A Pollein superiamo i 100 dipendenti e a
Passy tra i 20 e i 25. Le tipologie di lavorazioni nei due
stabilimenti sono le stesse ma le dimensioni dei macchinari sono
differenti. Ci descriva l'attività oggi della
Lavanderia Industriale? Noi recuperiamo la lavanderia dai nostri
clienti con i nostri mezzi e nel momento in cui entra nello
stabilimento c'è un reparto in cui è controllata, suddivisa e
preparata per la lavorazione. Tutto è abbastanza automatizzato. A
questo punto si passa al reparto lavaggio e qui ci sono le maggiori
differenze con una lavanderia non industriale. Noi laviamo in
continuo, recuperiamo l'acqua. Tanto per dare un'idea per lavare un
chilo di biancheria noi utilizziamo quattro litri d'acqua mentre una
lavatrice normale come si può trovare nelle nostre case che ne
utilizza trenta. Il ciclo di lavaggio è certificato in quanto deve
garantire oltre al pulito visivo anche il pulito igienico. La
biancheria deve uscire dalla lavatrice con una carica batterica pari
a zero. A questo punto la biancheria entra negli essicatoi e poi
passa nel reparto stiro con una umidità residua del 40%. Il resto è
tolto tutto durante la fase di pressatura e asciugatura. Nella parte
di stiratura la biancheria ha di nuovo un processo di abbattimento di
carica residua di batteri per via della temperatura cui stiriamo. Le
macchine introducono, stirano e piegano. Il personale deve preparare
la biancheria. Sono macchine enormi… Sì. Molto grandi.
Come è andato il 2015 e come sta andando il
2016 dal punto di vista aziendale? Il nostro bilancio è molto legato a quello dei
nostri clienti. Se i nostri clienti lavorano noi di conseguenza
lavoriamo. Comunque devo dire che il 2015 è stato l'anno in cui,anche se non
abbiamo avuto una grande ripresa, possiamo almeno dire che la caduta
libera si è arrestata. L'inizio del 2016 o meglio la stagione
invernale nel suo complesso è andata molto bene se la paragoniamo
con le ultime cinque, tutte caratterizzate dal segno meno. Le
prospettive da quello che si coglie sono positive. Ci rimettiamo in
cammino. Io sono molto ottimista.
Qualche
novità in vista per il 2016? Come
tutte le aziende bisogna continuare ad investire. Siamo rimasti un
po' fermi in questi ultimi anni e adesso si può tornare a fare
qualche investimento puntando a rinnovare il parco macchine con un
occhio al risparmio energetico. Inutile
dire che si tratta di macchinari molto costosi… Parecchio,
parecchio... Un
sogno imprenditoriale da realizzare? La
mia speranza è che fra 50 anni ci sia ancora qualcuno che venga a
parlare di lavanderia, magari per festeggiare il centenario. Il sogno
comunque potrebbe essere vedere questa regione fare turismo ai
livelli che le competono. E ho la certezza che qualcosa si sta già
facendo. I giovani stanno prendendo in mano le attività dei loro
genitori...
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