2 giugno 2009

Elezioni europee 2009: tre quesiti ai candidati 3 - Robert Louvin (Autonomie) e Raimondo Donzel (Pd)

Prosegue la pubblicazione delle risposte alle tre domande proposte dal Corriere della Valle e ripubblicate sul mio blog ai candidati valdostani alle elezioni europee.
Il primo post è stato pubblicato ieri sera. Il secondo poche ore fa'.

Per comodità ricordo ai visitatori le domande:

1) La vostra idea di Europa? Quali sono le sfide che un europarlamentare deve affrontare?

2) Tre motivi per votarvi…

3) Tre impegni che prendete con gli elettori valdostani...

Robert Louvin (Autonomie, Liberté et Democratie en Europe)

1) Per qualcuno l’Europa è come una mucca da mungere, soltanto un’occasione per avere dei finanziamenti. Noi la pensiamo in modo diverso. Anche se con alcuni limiti, l’Europa ci ha finora garantito una pace, dei diritti e una prosperità che in nessuna altra parte del mondo hanno raggiunto i livelli che hanno avuto da noi, da quando l’integrazione europea è stata realizzata. il “nostro” deputato al Parlamento europeo deve essere prima di tutto cosciente di questo, ma ha anche un altro compito. Ogni giorno, in ogni occasione, a Strasburgo e a Bruxelles ha il dovere di ricordare che le comunità come le nostre vanno sostenute e rispettate, e non penalizzate con norme inadatte, fatte pensando solo alle grandi realtà abitative e produttive della pianura. Questo è il vero pericolo: essere stritolati da regole non adatte e oppressi da procedure e burocrazia che non aiutano a vivere e produrre nel modo migliore nel nostro ambiente. Chi governa l’Unione europea, con i suoi oltre 400 milioni di abitanti, rischia purtroppo facilmente di dimenticarsi di noi. Per questo, bisogna far sentire alta e forte la nostra voce. Lo possiamo fare visto che con la nostra lista abbiamo la possibilità concreta di avere un eletto in Europa. Votare è un diritto e votare utile è nel nostro interesse: sono due cose che dobbiamo avere ben presenti. Visto che abbiamo due liste regionali in competizione, l’elettore ha per la prima volta la possibilità concreta di scegliere le qualità e i valori che vuole vedere affermati.

2) Noi abbiamo scelto di restare fedeli ai valori dell’autonomia valdostana, senza cercare accordi azzardati con la destra dettati da puro opportunismo. Lo consideriamo un errore gravissimo. La Valle si difende in un solo modo, senza scendere a compromessi di comodo e di convenienza secondo il vento che tira al momento, come purtroppo ha fatto l’Union valdôtaine di Rollandin. Bisogna dire “no” in modo secco e deciso alla tentazione di avventure come questa: come
si fa a celebrare con tanta pompa Emile Chanoux il 18 maggio e poi a stringere accordi proprio con chi non vede l’ora di affossare la nostra autonomia? In secondo luogo, restiamo convintamente aperti verso chi condivide i nostri obiettivi e le nostre necessità: parlo delle genti alpine che vivono nelle regioni a noi più vicine. Sarebbe sbagliato pensare solo a noi stessi: i valori della montagna si difendono insieme, facendo una rete unica con chi ha i nostri stessi bisogni.
La lista “Comunità Alpine” ha proprio questo significato, perché solo uniti si può vincere. Infine, vale la pena ricordarlo, c’è la continuità del “Galletto” che è stato, fin dall’elezione di Perrin e Nicco nel 2006, l’unico vero segno di speranza e di cambiamento rispetto al sistema che domina la vita politica valdostana. Vogliamo portare questo segno anche in Europa, superando le divisioni e rafforzando la visione comune, che si diffonde sempre di più fra i valdostani, di un autonomismo nuovo, moderno, che tenga aperta la Valle ai valori del progresso e alle necessità di tutela dell’ambiente.

3) Lavorerò con passione. Lavorerò soprattutto perché la Valle d’Aosta, come tutte le vallate alpine, sia sempre tenuta presente e rimanga al centro dell’attenzione di tutte le istituzioni europee. Chi pensasse di usare il seggio a Strasburgo solo per sua ambizione o per servirsene come trampolino per rientrare in Regione tradirebbe in pieno le aspettative di tutta la nostra comunità; non saremo di sicuro noi a farlo. Intendo quindi rappresentare tutti i valdostani; altri, purtroppo, pensano sempre e solo a quei pochi che oggi sono già favoriti perché vicini a chi detiene il potere in Regione. Considero invece l’impegno parlamentare un servizio continuo di collegamento essenziale, nell’interesse di tutti; resterò quindi a disposizione di tutte le categorie, gli enti e le associazioni per i quali avere informazione e aiuto nei rapporti con l’Unione europea è vitale. Per tutto questo speriamo che il “Galletto” possa cantare in Europa e darle veramente la sveglia.

Raimondo Donzel (Partito Democratico)

1) L’Idea di Europa che intendo rappresentare è quella che maturò con Spinelli e altri prigionieri politici che il regime fascista aveva confinato a Ventotene, nella prima metà degli anni 40. Un Europa federale, rispettosa delle diversità e delle pluralità culturali, religiose e linguistiche, e unita per garantire la pace che i nazionalismi esasperati avevano vanificato con gli inni di guerra, la barbarie dei bombardamenti anche sui civili e la tragedia delle leggi razziali che portò all’epilogo dello sterminio degli ebrei e di tutti coloro che si opponevano alla dittatura o erano semplicemente diversi dallo standard ariano o appartenenti a gruppi minoritari. L’Europa, pur con tanti limiti – che è nostro dovere superare –, ha garantito 60 anni di pace e benessere. La prima sfida che un europarlamentare deve affrontare è quindi difendere l’Unione Europea che le destre reazionarie vedono come un limite ai governi nazionali. Bisogna rafforzare le istituzioni federali, dando maggior rappresentatività alle istanze regionali, anche a quelle più piccole come la Valle d’Aosta, e sostenerne lo spirito originario che vede una ricchezza nella pluralità europea. L’Europa deve diventare meno astratta e più vicina ai cittadini che oggi sono quasi 500.000.000 e fanno dell’Europa la terza organizzazione federale al mondo dopo Cina e India, davanti a Stati Uniti e Russia. Il Parlamento europeo che fino a non molti anni fa aveva un ruolo marginale oggi è diventato determinante, in particolare nell’approvazione del bilancio europeo, che rappresenta un volano indispensabile alle economie di tutti i territori e lo sa bene la Valle d’Aosta che ha beneficiato e sta utilizzando importanti finanziamenti europei.

2) a) La chiarezza. Sono candidato per la Valle d’Aosta nel Partito Democratico, è chiara quindi la volontà di rafforzare anche in Europa la nostra Autonomia nel quadro del federalismo regionale europeo; è netta la posizione antifascista e antitotalitaria delle forze riformiste, democratiche e progressiste europee, con cui intendo collaborare; non vi sono ambigue alleanze a sostegno
della mia candidatura.
b) L’attenzione ai temi della crisi economica. La crisi c’è. Le fabbriche chiudono. I giovani non hanno certezze per il futuro. L’Europa può aiutare a superare questo difficile momento. Opererò guardando con attenzione ai temi del lavoro, sostenendo imprese e lavoratori e puntando sull’estensione di ammortizzatori sociali e sulla difesa dell’economia reale, rilanciando uno sviluppo più sostenibile, che utilizzi energie pulite e valorizzi il territorio anche attraverso un’agricoltura e un allevamento meno intensivi, tutelando i prodotti di qualità e legati ad un preciso territorio. E’indispensabile quindi che vi sia un riconoscimento dei territori di montagna, entrando a far parte dell’Association des Elus de Montagne, AEM, che mira a sollecitare una vera e propria politica a sostegno della montagna a livello europeo.
c) Al centro della politica siano la persona e la famiglia. I diritti umani sono una grande conquista dell’Europa. Vanno declinati anche in diritti sociali garantendo il lavoro, l’istruzione e la sanità di qualità per tutti. Di fronte all’invecchiamento della popolazione servono politiche che consentano una vecchiaia serena e dignitosa e dall’altro un coinvolgimento maggiore dei giovani nella vita lavorativa, politica e associativa.

3) In primis, ciò che all’estero sarebbe scontato, l’intenzione di fare il parlamentare europeo per cinque anni: infatti l’abitudineiItaliana di usare la campagna elettorale e l’elezione al Parlamento europeo per ambire ad altre cariche come parlamentare italiano o presidente di regione o sindaco, va combattuta, alla luce dell’importanza che assume la politica europea nella vita quotidiana anche dei territori più piccoli come la nostra Valle. Inoltre l’impegno costante e la passione per il lavoro, che hanno sempre caratterizzato la mia vita professionale prima come insegnante e poi durante l’attività sindacale e politica, sono pronto a spenderli anche a Strasburgo. Infine la volontà di mantenere un rapporto stretto e diretto con le persone e le famiglie della Valle, curando i rapporti con le Istituzioni regionali, le organizzazioni e le associazioni territoriali, perché l’azione politica possa essere insieme concreta e frutto di un confronto aperto e plurale.

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