3 giugno 2009

Le misure anticrisi frenano la recessione

Per il quotidiano Avvenire ho scritto un articolo (pubblicato domenica 31 maggio giorno della colletta nazionale) sulla crisi economica in Valle d'Aosta dal titolo «Val d'Aosta: le misure anticrisi frenano la recessione».
L'articolo è un po' una sintesi di diversi interventi letti anche in questo blog e può costituire uno spunto per dibattere su a che livello la crisi economica sta incidendo sulle famiglie e sulle imprese valdostane. Non è facile sintetizzare uno scenario così complesso nelle poche righe di un articolo di conseguenza osservazioni e critiche sono ben accette.
Mi piacerebbe intervenisse qualche docente di economia.
Eccovi l'articolo così come è stato pubblicato dal quotidiano cattolico:


DA AOSTA FABRIZIO FAVRE
La crisi economica in Val d’Aosta sembra più ovattata rispetto ad altre realtà anche se i segnali del­la perturbazione non mancano: cre­sce infatti il ricorso alla cassa inte­grazione e le misure anticrisi del go­verno regionale hanno raccolto un’a­desione ampia. Sono state, ad esem­pio, presentate ben 1.356 (1052 pri­vati e 304 imprese) domande di so­spensione per un anno del paga­mento delle rate dei mutui regionali stipulati entro il 28 febbraio 2009, sen­za interessi e senza oneri aggiuntivi. Più in generale, per le fasce più de­boli, aumenta il fenomeno dell’e­sclusione a livello occupazionale.
D’altra parte l’assenza di un contesto metropolitano e un welfare piuttosto consolidato, aiutato dalla natura di regione a Statuto speciale, per ora mettono ancora al riparo quella fa­scia di cittadinanza che altrove ha vi­sto erodersi la propria sicurezza eco­nomica.

L'osservatorio della Caritas: raddoppiato l'utilizzo della mensa
«Gli utenti dei nostri sportelli non so­no cambiati - spiega il direttore della Caritas di Aosta don Aldo Armellin ­- però si rivolgono a noi con maggiore intensità».
Un dato su tutti. «L’utiliz­zo della nostra mensa - spiega Andrea Gatto, responsabile del centro di a­scolto diocesano - nel giro di un bien­nio è raddoppiato. Siamo passati da 9.000 utenti nel 2006 a oltre 18mila nel 2009 e per la prima volta gli italiani hanno superato la comunità maroc­china. Va però precisato che non è il numero degli utenti a essere aumen­­tato, ma la loro frequenza. È un chia­ro segno che chi svolge attività sta­gionali incontra grosse difficoltà: ex­tracomunitari che vengono in Valle ormai da quindici anni per la prima volta non sono riusciti a trovare oc­cupazione in un alpeggio. Difficoltà più evidenti si incontrano nel settore edile, mentre alberghiero e ristora­zione hanno accorciato la stagione».
La nuova fascia vulnerabile, quella che sta sul confine della povertà, probabilmente sta lentamente erodendo i propri risparmi nella speranza di u­na ripresa.

Provato il sistema imprenditoriale
Tuttavia se la rete familia­re cerca di far fronte comunque alla difficile congiuntura il sistema im­prenditoriale avverte tutta la durez­za della crisi. L’economista Massimo Lévêque ipotizza comunque una te­nuta del sistema locale anche se nei primi mesi del 2009 non sono man­cati segnali che inducono a non sot­tovalutare la gestione della crisi. Lévê­que fa notare, in particolare, come al­cuni dati dimostrino che gli effetti della congiuntura negativa non si so­no esauriti: prima di tutto il fatto che le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel primo trimestre del 2009 risultano triple rispetto al­l’anno scorso e pari a circa i tre quar­ti di tutte le ore utilizzate nel 2008. I­noltre le periodiche indagini trime­strali della Confindustria locale evi­denzino per i primi mesi di que­st’anno un deterioramento ulteriore del quadro rispetto alla fine del 2008, caratterizzato da una netta contra­zione di produzione e ordinativi, in­terni ed esteri, che si accompagna a un peggioramento nell’utilizzo degli impianti e a un calo della produtti­vità delle imprese. (Qui potete leggere un mio post per approfondire l'analisi fatta da Lévêque).

Le previsioni disponibili disaggrega­te a livello regionale (Prometeia e U­nioncamere) sono sostanzialmente concordi nell’indicare un 2009 a ca­rattere ancora recessivo, con, per Pro­meteia, una flessione del valore ag­giunto superiore ai due punti per­centuali, un 2010 caratterizzato an­cora da criticità congiunturali e stati­cità degli indicatori, e una ripresa a partire dal 2011, con tassi di crescita nuovamente intorno all’1,2-1,3%.

Molto cauta Monica Pirovano, ad del­la Cogne Acciai Speciali e neo-eletta presidente di Confindustria Valle d’Aosta: «A essere ottimisti si potreb­be ipotizzare una ripresa per settem­bre, ma volendo essere un po’ più rea­listi credo che la svolta possa essere seriamente ipotizzabile soltanto dal­la fine dell’anno».

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