26 gennaio 2008

Energia: tecnologia valdostana alla conquista di Albania e Romania


«Le Pmi valdostane si possono proporre all’estero soltanto se si consorziano». Per Pietro Giorgio, ad della Sea Energia di Pollein, il fare rete è molto più di uno slogan, soprattutto quando la pillola di saggezza in materia di management è dispensata a pochi giorni dall’aggiudicazione di ben cinque gare bandite dal Ministero dell'Ambiente, Foreste e Gestione idrica dell'Albania, in collaborazione con quello italiano, riguardanti lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica con investimenti previsti di circa tredici milioni, cifra calcolata per difetto in quanto si tratta ancora di stime preliminari. La Sea operante nel settore dei servizi energetici e delle reti, e la Fratelli Ronc, specializzata nella costruzione e gestione di centrali idroelettriche, hanno infatti guidato ben sette differenti raggruppamenti (di alcuni faceva anche parte la valdostana Lachesi Impianti, operante nel settore degli impianti tecnologici e delle energie rinnovabili) – differenziati in base alle competenze necessarie alla realizzazione del progetto – sui nove complessivi banditi dal Governo albanese avendo la meglio per cinque volte su altre sei cordate italiane. «La collaborazione tra i due governi – spiega Pietro Giorgio – ha come obiettivo principale quello di introdurre i requisiti necessari per lo sviluppo dei progetti per la riduzione delle emissioni nel sistema istituzionale e nel sistema giuridico albanese, tramite la costituzione di una unità locale permanente in grado di attuare le disposizioni della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ratificata dall’Albania nell’ottobre 1994 e in vigore dal 1° gennaio 2005». In questa logica Sea e Fratelli Ronc costruiranno la mini-centrale idroelettrica di Zalli (investimento stimato 5,5 milioni), l’impianto di cogenerazione del Centro ospedaliero universitario Madre Teresa di Calcutta (5,7 milioni), realizzeranno l’efficienza energetica nella casa dello studente a Tirana (stima preliminare attualmente non disponibile) e le discariche di Elbasan (600mila) e Vlore (600mila). «Gli interventi – osserva l’ad – sono in parte finanziati dallo Stato italiano e in parte dalle aziende che ottengono il diritto alla commercializzazione attraverso i crediti di carbonio generati appunto da progetti per la riduzione delle emissioni, come previsto dal Protocollo di Kyoto. Il potenziale dell’Albania si aggira tra i 14,5 e i 22 milioni all’anno».

Un’analisi del ministero dell’Ambiente italiano sottolinea come l’Albania abbia «un enorme potenziale elettrico, ma solo il 35% è stato sinora utilizzato». Le riserve di energia idroelettrica sono stimate in circa 3000 MW con una generazione potenziale annua che potrebbe raggiungere i 10 TWh. E c’è ampio spazio anche per le altre energie rinnovabili: dal geotermico (numerose sono le sorgenti terminali lungo il confine greco-albanese) al solare. Ecco perché, allo scopo di operare con continuità sul territorio di Tirana, Sea e Fratelli Ronc, con una quota del 25%, in partnership hanno dato vita con il gruppo italo albanese «Curraj Hydropower station» alla società di diritto albanese Hidropower Nord Albania e stanno valutando la realizzazioni di altri due nuovi impianti. Ma l’azione delle aziende valdostane intende svilupparsi con forza anche nell’area dell’est-europeo, in particolare in Romania. «Abbiamo fatto un partenariato – conclude l’imprenditore valdostano - con la municipalità di Râmnicu-Sărat per uno studio di un campo eolico e realizzeremo un impianto a biomassa in joint-venture con l’amministrazione comunale di Miercurea Ciuc». In entrambi i casi si tratta di cittadine di circa 40.000 abitanti, gli stessi abitanti di Aosta. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Mord Ovest del 23 gennaio)

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