Da sinistra Michel Tacus e Andrea Leonardi |
Il nostro viaggio fra
le professioni si è concluso. C’è un elemento che l’ha più colpita o una
riflessione che le sembra importante in chiusura di questo ciclo?
Leonardi: Prima di tutto siamo stati molto
lieti di aver partecipato a questa iniziativa e ringraziamo particolarmente
anche Radio Proposta per averci offerto questa possibilità. In effetti per noi
il mondo delle professioni ci è molto vicino. Quello che in qualche modo va
sottolineato avendo ascoltato le trasmissioni è che va ribadita l'importanza
dell'eccellenza della preparazione, della professione intesa come mission. In
altre parole noi abbiamo apprezzato anche attraverso il nostro sostegno ai
professionisti in genere che gli spazi per l'attività di lavoro, di ricerca,
per rivolgersi concretamente alla clientela si fondano proprio sulla
preparazione di ciascuno di noi. La professione però è divenuta ormai anche
sotto l'aspetto organizzativo importante, molto simile alle Pmi. A livello
europeo è un'idea già diffusa e acquisita.
La mia
impressione è che ci sia poca attenzione intorno al mondo della professione
almeno sul fronte della comunicazione. Lei che cosa ne pensa?
Leonardi: Io penso che
la professione in sé non abbia bisogno di pubblicità, di diramare comunicati o
notizie o comunque di essere acclamata. E' un ambito molto riservato. Per
professione si intende qualchecosa che ha uno stretto contatto con la
clientela. Alcune professioni si sono modificate, ma la gran parte restano
fatti, direi intimi, tra professionista e cliente.
Spostiamo
la nostra attenzione su Valfidi. Vicedirettore come si è chiuso il 2012 del
Consorzio e qual è il trend per il 2013?
Tacus: Il 2012 si è
concluso positivamente con un utile di 233mila euro che non è ovviamente il
dato principale della nostra attività. Possiamo dire che è il risultato di
tutto un lavoro fatto nel corso dell'anno e nel corso degli anni precedenti. E'
infatti proseguita una politica di rigido controllo di tutti quelli che sono i
costi. La struttura praticamente vive direttamente attraverso le commissioni
recuperate dalla clientela. Tutti gli altri margini che intervengono sono in
più nel sostegno della struttura. Dal punto di vista economico siamo
assolutamente tranquilli. Sul fronte delle escussioni nonostante la situazione
di certo non sia delle più facili non abbiamo criticità di rilievo. I soldi per
far fronte ai crediti deteriorati sono già stati messi da parte grazie agli
accantonamenti effettuati e questa è una delle grandi forze di Valfidi. Per
quanto riguarda il 2013 questi primi mesi vedono un sempre maggior ricorso al
credito, specialmente di copertura da parte delle banche piuttosto che di
investimento da parte della clientela. C'è un occhio maggiore nel cercare di
verificare queste posizioni perché nascono al di fuori di quella che era una
istruttoria valutativa precedente di Valfidi, ma ci vengono proposte
successivamente dagli istituti di credito.
Sul
fronte dei prodotti ci sono delle novità?
Tacus: Abbiamo
concluso un accordo con l'Agenzia delle Entrate per intervenire direttamente
con delle polizze fideiussorie a garanzia del rimborso dei crediti di imposta,
ad esempio i crediti iva. Abbiamo poi la massima apertura nel valutare
qualsiasi richiesta di fideiussione, per esempio recentemente c'è stato il caso
propostoci da un cliente nell'ottenere un contributo a fondo perso da parte
dell'Inail su investimenti tesi a migliorare la sicurezza aziendale. Ci sono
possibilità di interventi da parte dell'Inail coperti da garanzia fideiussoria
che in questo caso possiamo gestire direttamente noi.
Il
tema della creazione di un unico Confidi non sembra essere più in agenda...
Leonardi: Non è un
problema di scadenza ma di opportunità. Noi abbiamo sempre sostenuto che
giungere ad una unica attività consortile in una regione piccola come la nostra
si rivelerebbe un risultato importante. Noi ora proseguiamo la nostra strada
senza accantonare questa opportunità che però deve essere costruita su basi che
abbiano una proiezione concreta per il futuro. Noi pensiamo che se ci mettiamo
dalla parte degli istituti di credito possano senza dubbio attuare il divide et
impera. Se fossimo invece tutti di concerto a vantaggio delle imprese potremmo
avere una maggiore forza contrattuale.
In
Valle sono arrivati dei nuovi Istituti di Credito. Ci sono già stati dei
contatti?
Tacus: Sì. In questo
momento ci sono delle convenzioni già concluse e altre che sono in fase di
discussione. Ovviamente noi facciamo sempre l'interesse dei nostri associati
per cui non ci accontentiamo della prima offerta dell'istituto ma si cerca di
ottenere un miglioramento a livello di trattamento economico. E' un vantaggio
per gli istituti di credito di recente ingresso sul territorio quello di
passare attraverso un Confidi come il nostro in quanto a livello di trattamento
della clientela si manifesta subito un atout a livello commerciale. Normalmente
le direzioni centrali delle banche sono molto restie ad organizzare condizioni
per testa, ma avendo la possibilità di ricorrere ad una garanzia su un confidi
e far transitare la clientela attraverso questo tipo di garanzia c'è un tasso
di interesse più basso e una maggiore possibilità di intervento per la
direzione locale nel cercare di offrire delle condizioni buone.
Nel corso del 2013 avete in serbo qualche novità come Consorzio?
Leonardi: Nella nostra
attività normalmente facciamo sempre programmi di sviluppo. Noi pensiamo di
istituire perciò dopo l'estate un servizio di consulenza presso le aziende. A
semplice richiesta noi ci recheremo presso le aziende o i professionisti per
esporre soluzioni di grande vantaggio. Dipendiamo poi - mi sia permesso dire -
dalla sperata emanazione di un regolamento che il Ministero dell'Economia
doveva aver già fatto al 31 di Dicembre. Ha rimandato al 31 di marzo, ma ahimè
siamo già giunti ad aprile e ci auguriamo che arrivi affinché si possa dare ai
Confidi un quadro esatto della loro attività futura.
La
crisi morde forte le imprese valdostane. Dal vostro osservatorio qual è la situazione?
Tacus: Direi
pesante. C'è grande difficoltà nell'effettuazione dei pagamenti. Ci sono grossi
problemi sul fronte degli anticipi di credito e questo lo si vede anche dalla
tipologia di operazioni che presentano gli stessi istituti di credito i quali
tendono a privilegiare le aperture di credito di cassa e di conto corrente
rispetto agli anticipi di documentazione. C'è un netto passaggio da una linea
rispetto ad un'altra. E' una situazione che è stata incancrenita da variazioni
anche regolamentari. A partire da quest'anno c'è stata l'introduzione dello
scaduto sui crediti a 90 giorni. Tutto ciò che è scaduto a 90 giorni è
considerato scaduto a tutti gli effetti e quindi non più gestibile
dall'istituto di credito e questo genera non poche anomalie. Per questo motivo
le banche privilegiano più le linee di autoliquidante rispetto all'apertura di
credito. Quello che si nota pesantemente è l'assenza di investimenti.
Recentemente c'è stato un contatto con un istituto primario nazionale che ci ha
rivelato di avere anche disponibilità a
concedere credito a medio termine ma di non avere richieste. C'è molta paura
nell'investire. Ci si limita a gestire le varie posizioni creditizie.
Ipotizziamo di dover inviare un telegramma urgente. A chi lo inviamo e che cosa
ci scriviamo?
Leonardi: Imprese e
professionisti pensiamo a conservare il nostro patrimonio e continuiamo a
guardare il futuro con concreta speranza. D'altra parte in un momento come
questo e come ha detto il vicedirettore Tacus l'importante è che si conservi la
possibilità di mantenere l'occupazione, di mantenere l'offerta, di pensare a un
possibile investimento che possa dare un incremento alla produttività, ma
questo non si può fare se non si è conservato un minimo di patrimonio.
Guardiamo alla nostra impresa più che all'esterno, attendendo che in qualche
modo ci vengano date delle nuove soluzioni che possano incrementare i consumi.
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