24 aprile 2013

#Valfidi: #Leonardi e #Tacus fanno il punto sull'attività del Consorzio | #Credito: il tema del #Confidi unico non è più in agenda?


Da sinistra Michel Tacus e Andrea Leonardi
Ti propongo l'intervista al Presidente di Valfidi Andrea Leonardi e al suo  vicedirettore Michel Tacus con la quale si è chiusa la trasmissione Grandangolo sulle professioni valdostane, trasmessa nei giorni scorsi da Radio Proposta in Blu.

Il nostro viaggio fra le professioni si è concluso. C’è un elemento che l’ha più colpita o una riflessione che le sembra importante in chiusura di questo ciclo?
Leonardi: Prima di tutto siamo stati molto lieti di aver partecipato a questa iniziativa e ringraziamo particolarmente anche Radio Proposta per averci offerto questa possibilità. In effetti per noi il mondo delle professioni ci è molto vicino. Quello che in qualche modo va sottolineato avendo ascoltato le trasmissioni è che va ribadita l'importanza dell'eccellenza della preparazione, della professione intesa come mission. In altre parole noi abbiamo apprezzato anche attraverso il nostro sostegno ai professionisti in genere che gli spazi per l'attività di lavoro, di ricerca, per rivolgersi concretamente alla clientela si fondano proprio sulla preparazione di ciascuno di noi. La professione però è divenuta ormai anche sotto l'aspetto organizzativo importante, molto simile alle Pmi. A livello europeo è un'idea già diffusa e acquisita.

La mia impressione è che ci sia poca attenzione intorno al mondo della professione almeno sul fronte della comunicazione. Lei che cosa ne pensa?
Leonardi: Io penso che la professione in sé non abbia bisogno di pubblicità, di diramare comunicati o notizie o comunque di essere acclamata. E' un ambito molto riservato. Per professione si intende qualchecosa che ha uno stretto contatto con la clientela. Alcune professioni si sono modificate, ma la gran parte restano fatti, direi intimi, tra professionista e cliente.

Spostiamo la nostra attenzione su Valfidi. Vicedirettore come si è chiuso il 2012 del Consorzio e qual è il trend per il 2013?
Tacus: Il 2012 si è concluso positivamente con un utile di 233mila euro che non è ovviamente il dato principale della nostra attività. Possiamo dire che è il risultato di tutto un lavoro fatto nel corso dell'anno e nel corso degli anni precedenti. E' infatti proseguita una politica di rigido controllo di tutti quelli che sono i costi. La struttura praticamente vive direttamente attraverso le commissioni recuperate dalla clientela. Tutti gli altri margini che intervengono sono in più nel sostegno della struttura. Dal punto di vista economico siamo assolutamente tranquilli. Sul fronte delle escussioni nonostante la situazione di certo non sia delle più facili non abbiamo criticità di rilievo. I soldi per far fronte ai crediti deteriorati sono già stati messi da parte grazie agli accantonamenti effettuati e questa è una delle grandi forze di Valfidi. Per quanto riguarda il 2013 questi primi mesi vedono un sempre maggior ricorso al credito, specialmente di copertura da parte delle banche piuttosto che di investimento da parte della clientela. C'è un occhio maggiore nel cercare di verificare queste posizioni perché nascono al di fuori di quella che era una istruttoria valutativa precedente di Valfidi, ma ci vengono proposte successivamente dagli istituti di credito.

Sul fronte dei prodotti ci sono delle novità?
Tacus: Abbiamo concluso un accordo con l'Agenzia delle Entrate per intervenire direttamente con delle polizze fideiussorie a garanzia del rimborso dei crediti di imposta, ad esempio i crediti iva. Abbiamo poi la massima apertura nel valutare qualsiasi richiesta di fideiussione, per esempio recentemente c'è stato il caso propostoci da un cliente nell'ottenere un contributo a fondo perso da parte dell'Inail su investimenti tesi a migliorare la sicurezza aziendale. Ci sono possibilità di interventi da parte dell'Inail coperti da garanzia fideiussoria che in questo caso possiamo gestire direttamente noi.

Il tema della creazione di un unico Confidi non sembra essere più in agenda...
Leonardi: Non è un problema di scadenza ma di opportunità. Noi abbiamo sempre sostenuto che giungere ad una unica attività consortile in una regione piccola come la nostra si rivelerebbe un risultato importante. Noi ora proseguiamo la nostra strada senza accantonare questa opportunità che però deve essere costruita su basi che abbiano una proiezione concreta per il futuro. Noi pensiamo che se ci mettiamo dalla parte degli istituti di credito possano senza dubbio attuare il divide et impera. Se fossimo invece tutti di concerto a vantaggio delle imprese potremmo avere una maggiore forza contrattuale.

In Valle sono arrivati dei nuovi Istituti di Credito. Ci sono già stati dei contatti?
Tacus: Sì. In questo momento ci sono delle convenzioni già concluse e altre che sono in fase di discussione. Ovviamente noi facciamo sempre l'interesse dei nostri associati per cui non ci accontentiamo della prima offerta dell'istituto ma si cerca di ottenere un miglioramento a livello di trattamento economico. E' un vantaggio per gli istituti di credito di recente ingresso sul territorio quello di passare attraverso un Confidi come il nostro in quanto a livello di trattamento della clientela si manifesta subito un atout a livello commerciale. Normalmente le direzioni centrali delle banche sono molto restie ad organizzare condizioni per testa, ma avendo la possibilità di ricorrere ad una garanzia su un confidi e far transitare la clientela attraverso questo tipo di garanzia c'è un tasso di interesse più basso e una maggiore possibilità di intervento per la direzione locale nel cercare di offrire delle condizioni buone.

Nel corso del 2013 avete in serbo qualche novità come Consorzio?
Leonardi: Nella nostra attività normalmente facciamo sempre programmi di sviluppo. Noi pensiamo di istituire perciò dopo l'estate un servizio di consulenza presso le aziende. A semplice richiesta noi ci recheremo presso le aziende o i professionisti per esporre soluzioni di grande vantaggio. Dipendiamo poi - mi sia permesso dire - dalla sperata emanazione di un regolamento che il Ministero dell'Economia doveva aver già fatto al 31 di Dicembre. Ha rimandato al 31 di marzo, ma ahimè siamo già giunti ad aprile e ci auguriamo che arrivi affinché si possa dare ai Confidi un quadro esatto della loro attività futura.

La crisi morde forte le imprese valdostane. Dal vostro osservatorio qual è la situazione?
Tacus: Direi pesante. C'è grande difficoltà nell'effettuazione dei pagamenti. Ci sono grossi problemi sul fronte degli anticipi di credito e questo lo si vede anche dalla tipologia di operazioni che presentano gli stessi istituti di credito i quali tendono a privilegiare le aperture di credito di cassa e di conto corrente rispetto agli anticipi di documentazione. C'è un netto passaggio da una linea rispetto ad un'altra. E' una situazione che è stata incancrenita da variazioni anche regolamentari. A partire da quest'anno c'è stata l'introduzione dello scaduto sui crediti a 90 giorni. Tutto ciò che è scaduto a 90 giorni è considerato scaduto a tutti gli effetti e quindi non più gestibile dall'istituto di credito e questo genera non poche anomalie. Per questo motivo le banche privilegiano più le linee di autoliquidante rispetto all'apertura di credito. Quello che si nota pesantemente è l'assenza di investimenti. Recentemente c'è stato un contatto con un istituto primario nazionale che ci ha rivelato di avere anche disponibilità  a concedere credito a medio termine ma di non avere richieste. C'è molta paura nell'investire. Ci si limita a gestire le varie posizioni creditizie.

Ipotizziamo di dover inviare un telegramma urgente. A chi lo inviamo e che cosa ci scriviamo?
Leonardi: Imprese e professionisti pensiamo a conservare il nostro patrimonio e continuiamo a guardare il futuro con concreta speranza. D'altra parte in un momento come questo e come ha detto il vicedirettore Tacus l'importante è che si conservi la possibilità di mantenere l'occupazione, di mantenere l'offerta, di pensare a un possibile investimento che possa dare un incremento alla produttività, ma questo non si può fare se non si è conservato un minimo di patrimonio. Guardiamo alla nostra impresa più che all'esterno, attendendo che in qualche modo ci vengano date delle nuove soluzioni che possano incrementare i consumi.

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