28 novembre 2019

Paola Muraro (#Federmanager): «Siamo un'opportunità non un costo»


Proponiamo questa settimana l’intervista a  Paola Muraro, Presidente di Federmanager.

Prima di tutto spieghiamo cosa è Federmanager...
E’ il sindacato dei dirigenti d’azienda. L’associazione è organizzata in 50 sedi territoriali. Chiaramente la scelta di avere le sedi dislocate in tutta Italia risiede nella volontà dell’associazione di garantire in modo efficace i primari servizi di cui gode un associato. L’associazione in generale segue il dirigente, il quadro o il lavoratore autonomo in tutta la vita lavorativa. Al momento dell’assunzione, attraverso la redazione di lettere e contratti preliminari di assunzione, durante il rapporto di lavoro come supporto per questioni fiscali o per la formazione di accordi collettivi aziendali e poi anche in vista della risoluzione del rapporto di lavoro con l’aiuto ai conteggi per la liquidazione di Tfr, per la verifica delle competenze retributive di fine rapporto, per gli incentivi all’esodo e nel momento della risoluzione con la gestione delle vertenze, la gestione delle trattative dei licenziamenti collettivi, la gestione delle transazioni e, infine, nel periodo di inoccupazione, l’associazione dà assistenza nell’agevolare la fruizione di diverse opportunità di formazione al fine di favorire il reinserimento del lavoratore. Chiaramente in ultimo c’è anche assistenza per i pensionati in materia di calcolo e la verifica dei diritti delle pensione e delle domande. In realtà poi Federmanager cura anche tutta una serie di relazione sul territorio ad esempio ha sottoscritto con la Regione un protocollo d’intesa con il quale mette a disposizione del sistema produttivo valdostano le competenze e le conoscenze dei manager per aiutare a rafforzare il tessuto produttivo regionale e stimolare le politiche produttive del lavoro. La prima occasione di applicazione di questo protocollo è stata nel 2017 con il Premio regionale a sostegno della creazione e dello sviluppo delle imprese innovative. E’ una collaborazione che sta continuando e a breve l’assessorato alle Finanze pubblicherà il bando del Premio “Crea la tua start up” in modo da favorire la nascita delle imprese innovative attribuendo alle cinque migliori start up un contributo complessivo di 150mila euro per l’avvio dell’attività. L’apporto di Federmanager Valle d’Aosta, con l’aiuto di Federmanager nazionale, è quello di dare un percorso formativo di 15 giornate su tematiche e strategie fondamentali per la gestione di impresa con il sostegno anche di mentors, cioè ex-dirigenti di imprese. Nel complesso Federmanager investirà una somma di 128mila euro portati da Formanager, associazione senza fini di lucro nata da un accordo tra Confindustria e Federmanager. E una terza collaborazione, ancora in una fase più embrionale, riguarderà lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato tipico di tradizione.

Come si diventa manager oggi?
Il manager deve possedere le competenze più complesse perché non si deve soltanto occupare di gestire le persone, ma deve essere sempre più gestore delle innovazioni e dei processi. All’interno dell’associazione è stata fatta una indagine intitolata “Bravi manager bravi” che ha coinvolto 1600 manager e da cui è emerso che il nuovo manager deve avere certe caratteristiche. Prima di tutto il fatto di condividere in maniera molto allargata le informazioni, coinvolgere i collaboratori ed essere orientato al problem solving. Tecnicamente invece il bravo manager è colui che possiede uno spirito di imprenditorialità ed è operativamente efficace. Se vogliamo parlare di manager 4.0 è colui che è in grado di introdurre il cambiamento culturale per operare insieme all’imprenditore e sviluppare la nuova cultura di impresa che è basata sulla managerialità.

Che tipo di formazione occorre?
La formazione deve essere continua. La formazione tecnica-economica-finanziaria è alla base del manager. Sicuramente quello che deve fare il manager una volta laureato e proseguire nel cammino formativo. Rispetto al passato sta diventando importante la formazione esperienziale, cioè la parte delle soft kills di cui parlavo prima è diventata irrinunciabile. La rivoluzione digitale che sta coinvolgendo tutti, imprese e dirigenti, sta imponendo ai manager senior di aggiornarsi in tale ambito in modo da avvicinarsi alle nuove tecnologie, mentre i manager di nuova costituzione devono farsi promotori dell’innovazione stessa digitale. Federmanager al suo interno ha Federmanager Academy che promuove percorsi di formazione impartiti dai manager stessi che danno appunto ad altri manager la possibilità di riqualificarsi. Tra il 2018 e il 2019 questa società ha certificato 300 dirigenti sui temi dell’innovazione, delle reti di impresa, del temporary manager, dell’internazionalizzazione e ora è stata inserita la nuova certificazione sulla sostenibilità.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Nella nostra regione il tessuto industriale è composto principalmente da piccole e medie aziende in cui chiaramente la presenza del manager non è molto diffusa. Questo può essere un problema per lo sviluppo soprattutto in questa fase di grande innovazione. Nella nostra regione, ma pure a livello nazionale la situazione non è molto diversa, c’è sempre la necessità di una visione strategica e sistemica. Da una parte gli imprenditori vivono la sfida di una grande innovazione tecnologica che mette in discussione modelli produttivi ma pure l’organizzazione stessa. Dall’altra i manager devono fronteggiare questa inarrestabile rivoluzione digitale. Sicuramente in questo contesto occorre favorire la collaborazione e ridurre i conflitti.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Spesso si sente dire che non si fanno più dirigenti, ma io preferisco pensare che questa è una tendenza che si può cambiare se le imprese intuiscono che in questo particolare momento di spinta innovativa il manager per un’azienda non rappresenta un costo ma una opportunità. Il consiglio è che, dando per scontata la preparazione tecnica, a fare la differenza è la capacità di essere leader piuttosto che capo. Questo atteggiamento aiuta ad aumentare la produttività. Il leader è colui che con l’esempio e l’autorevolezza guida il team. Altri elementi fondamentali sono poi il coinvolgimento, la motivazione, la delega. Si deve investire parecchio sulle relazioni e sulla comunicazione. 

2 Dicembre #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: #CTI - intervista a Simone Bertucco

Lunedì 2 dicembre, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu decima puntata del nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Simone Bertucco alla Guida del Consorzio per le Tecnologie e l'Innovazione (CTI)

Sul Corriere in edicola trovate l'intervista a  Domenico Palmas, Presidente dell'Ordine degli Avvocati sull'equo compenso Buona lettura.


Alessandro Cavaliere (#Omama): ospite il 29 novembre a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 29 novembre, alle 10, decima puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio Alessandro Cavaliere, albergatore, che proprio domani, a partire dalle 18, inaugurerà ad Aosta l'albergo Omama.

Sul Corriere in edicola l'intervista a  Stefano Celi, Presidente di Vival, associazione che raccoglie l'85% dei produttori valdostani.

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

27 novembre 2019

Matteo Fratini (#ProjetFormation): «Quasi un migliaio di corsisti nel corso del 2019»



Proponiamo l’intervista a Matteo Fratini, Presidente del Projet Formation.

Quanti sono i corsisti seguiti nel 2019?
Quasi un migliaio

Come siete strutturati?
C’è un Consiglio di amministrazione che ho l’onore di presiedere con due collaboratori preziosi che sono Jeannette Bondaz e Ruggero Meneghetti. All’interno abbiamo delle aree di lavoro con diverse possibilità e opportunità progettuali e ogni referente d’area mi riferisce rispetto a quelle che sono le iniziative e le problematiche. Quindi siamo flat ma con la possibilità di costanti feedback.

 Cosa è Projet Formation?
E’ una Società Consortile partecipata in via indiretta dalla Regione attraverso FINAOSTA S.p.A. con al suo interno un raggruppamento di imprese molto importanti: tutte le organizzazioni sindacali sia dei datori di lavoro che quelle aziendali - ad esempio Adava, Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil - oltre agli enti bilaterali. All’interno della compagine societaria, anche se una parte di maggioranza la fa Finaosta, c’è la possibilità di un confronto sul territorio e quindi un presidio del territorio per quanto è il fabbisogno della formazione. Importante è per me sottolineare che la definizione di “braccio armato” della formazione della Regione è una definizione importante in quanto senza formazione in un periodo di crisi non si cresce e non si vede la luce alla fine del tunnel.

Qual è il vostro rapporto con il mondo delle professioni valdostane?
E’ un rapporto diretto e quotidiano. Ci proponiamo di essere il punto di riferimento della formazione professionale nel contesto locale e miriamo ad ampliare le nostre relazioni nell’ambito territoriale in particolare con tutti gli enti pubblici, le scuole, le aziende. Per noi è molto importante avere la possibilità di elaborare ed adeguare i nostri modelli formativi alle esigenze del cliente come priorità assoluta.

Quali tipologie di corsi proponete?
Di tutti i tipi. Projet Formation opera a 360 gradi nell’ambito della formazione. Le attività di progettazione, erogazione e rendicontazione degli interventi formativi riguardano principalmente le seguenti aree: obbligo scolastico ed assolvimento diritto-dovere di istruzione e formazione, i classici Percorsi IEFP (Istruzione e Formazione Professionale), la formazione iniziale, per favorire l’inserimento lavorativo, la formazione superiore e professionalizzante, la formazione continua e permanente (percorsi di aggiornamento, specializzazione e riqualificazione), la formazione per gli apprendisti, gli interventi rivolti alle fasce deboli, molto importanti, - e sul nostro territorio è fondamentale esserci da questo punto di vista – le attività di orientamento e quelle di accompagnamento alla creazione d’impresa.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale per una realtà come la vostra?
Nonostante il territorio piccolo in termini di utenza abbiamo una dislocazione morfologica che non è di aiuto. Abbiamo difficoltà di fare rete seppure operiamo in una realtà caratterizzata da numeri molto ridotti dovuta principalmente ad una forte parcellizzazione del tessuto produttivo. La ricerca continua poi di canali di finanziamento a livello regionale, nazionale e comunitario per rispondere adeguatamente alle necessità e ai bisogni formativi dei nostri clienti/committenti pubblici e privati non sempre è agevole. In più c’è un problema, che deriva da un retaggio culturale, per cui la formazione anche quando è gratuita non viene considerata spesso come un elemento per uscire dalla crisi.

Con i vostri corsi si trova lavoro?
La risposta è sì. Ma non soltanto con i nostri corsi, anche con quelli dei nostri partner. La risposta è particolarmente positiva soprattutto sui percorsi di professionalizzazione/qualificazione e certificazione. Capita addirittura che i partecipanti ai corsi rinuncino prematuramente, prima della conclusione del progetto, in quanto trovano occupazione durante la frequenza ai corsi grazie alla conoscenza diretta del mondo del lavoro che avviene durante l’erogazione per esempio delle attività esperienziali: visite guidate, stage, tirocini. Un dato per me particolarmente rilevante è che tutte le nostre parrucchiere negli ultimi 10 anni al 99% hanno una occupazione in questo momento.

Come sono cambiati i corsi in quest’ultimo decennio?
C’è stata una accelerazione nel cambiamento contestualizzata dalla crisi dell’ultimo quinquennio in cui ho avuto l’onore di presiedere questo ente. I corsi hanno avuto un’evoluzione dovuta all’incremento delle metodologie innovative e tecnologiche: informatizzazione delle sedi, utilizzo di strumenti multimediali, metodologie didattiche attive, la consapevolezza di avere persone laureate in questo campo specifico della formazione oltre alle interazioni con il territorio che si sono totalmente modificate negli ultimi cinque anni. Una rete reale è molto importante. Ultimo aspetto per me fondamentale, al di là del valore economico del singolo segmento formativo, ò la possibilità di essere ascoltati. Oggi, rispetto alla debolezza politica di 7 assessori in cinque anni, possiamo contare su un Assessore come Luigi Bertschy che non soltanto ascolta ma ha una mentalità molto privata, quindi cerca davvero di portare immediatamente in risultato quelli che sono le istanze del territorio. E per noi questo è fondamentale per uscire dalla crisi.

Consigli per un giovane che vuole avvicinarsi ad una professione?
Approfitto anche del mio ruolo di consulente del lavoro. Dal mio osservatorio privilegiato attraverso il quale vedo i giovani avvicinarsi al mondo del lavoro. Sicuramente deve essere fatto un investimento non soltanto nella formazione specialistica e permanente, ma sull’innovazione continua. Oggi a differenza dei nostri genitori o dei loro nonni se ragioniamo sui giovani non c’è più l’idea del posto fisso. Ma questo non deve essere visto con angoscia, ma con l’opportunità di poter leggere un libro diverso ogni volta e quindi alzare l’asticella continuamente, superare i propri limiti è il sistema migliore per poter trovare lavoro e avere soddisfazione dal lavoro. Io non conosco un imprenditore che mandi via la sua migliore unità lavorativa. Se si dà il meglio di sé stessi probabilmente si raccolgono frutti inaspettati.

Il mondo digitale è entrato nei vostri corsi in maniera significativa
Si, assolutamente: sia dal punto di vista educativo, per esempio con l’orientamento all’uso consapevole del web e dei social - molto attuale come tema, del resto ne conosciamo al pericolosità avendo dei minorenni fra i nostri allievi - sia dal punto di vista tecnico-professionale: l’uso e la conoscenza delle ITC è imprescindibile oggi. L’alfabetizzazione dell’informatica deve essere alla base di qualunque rapporto di lavoro.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Si tratta di un termine desueto, l’etica del lavoro. Essa sarà sempre un investimento che posso portare sia nel mondo della società civile sia nella mia famiglia, quindi quando si rispetta questo principio assoluto dell’Etica del Lavoro probabilmente si ha un valore professionale recuperato.

Da sapere: E-Mail: p.f.progettoformazione.org



24 novembre 2019

Elio Gasco (#Coldiretti): #Agricoltori tra tradizione e innovazione


Da sinistra il Direttore Elio Gasco e il Presidente Alessio Nicoletta
Abbiamo intervistato Elio Gasco, nuovo Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.


Lei arriva da Cuneo ma ha già operato in Valle d’Aosta?
Vent’anni di esperienza in Coldiretti, arrivo da Cuneo, ma sono stato in Valle d’Aosta per un anno come responsabile regionale del Centro di assistenza agricola.

Quanti iscritti ha attualmente Coldiretti?
Circa 5000 dove le unità attive corrispondono a circa 3000 titolari di partita Iva. Sono numeri importanti e anche di difficile gestione.

Come si diventa agricoltori oggi?
Al di là di alcuni aspetti burocratici oggi si diventa agricoltori con tanta passione e tanta voglia di lavorare e con la capacità di coniugare innovazione e tradizione delle produzioni del territorio.

Nell’ultimo decennio quanto è cambiata la professione?
Non parlerei soltanto dell’ultimo decennio, ma in generale di quello che è avvenuto per il mercato con la globalizzazione. Le nostre aziende si sono dovute adattare.

Che tipo di formazione occorre?
La formazione tecnica di settore prima di tutto. Voi avete qui la fortuna di avere un Institut agricole che è riconosciuto a livello nazionale, ma occorre una formazione a 360° in quanto l’agricoltore oggi è un imprenditore a 360° di conseguenza anche tutte le materie legate al mondo dell’amministrazione del fiscale e anche delle lingue in quanto ci interfacciamo con un mercato sempre più globale e anche con degli stranieri. Ci sono settori che esportano in tutto il mondo. E poi in in una zona come la Valle d’Aosta dove i turisti provengono da tutte le parti del mondo conoscere le lingue diventa fondamentale.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Oggi quello che attanaglia le nostre aziende è un problema di redditività che non è proporzionata agli investimenti di capitale e all’investimento di lavoro che uno fa all’interno dell’azienda. Questo perché siamo invasi a livello nazionale da tutta una serie di produzione non tracciate che fanno concorrenza sleale alle nostre produzioni che non hanno rivali in termini di qualità ma devono confrontarsi con prezzi troppo bassi.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Nel nostro settore non si può parlare di saturazione. Al massimo di una difficoltà oggettiva in quanto per fare l’agricoltore occorre il capitale terra e in un territorio come quello valdostano non c’è una disponibilità illimitata. Spesso la possibilità di fare l’agricoltore è legata alla successione naturale che avviene nell’azienda.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Innanzitutto stare attenti alle insidie che nasconde l’attività. L’agricoltore lavora 365 giorni all’anno all’aperto, i cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno e quindi si deve stare attenti. Soprattutto non ci si deve fare abbindolare dai facili guadagni o da chi ti dice che fare l’agricoltore è molto semplice.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Essenzialmente c’è il problema che sono molto basse. L’agricoltore paga i contributi per molti anni e corre il rischio di non percepire in proporzione o comunque di percepire una pensione che abbia un importo equo. Noi abbiamo una Cassa mutua Coltivatori diretti dove se uno va in pensione ma continua a svolgere l’attività - e i nostri anziani che vanno in pensione non si fermano mai per fortuna – deve continuare a versare.

I giovani si stanno avvicinando di più alla professione?
Sì, anche perché – ahimé – negli altri settori trovare lavoro è sempre più difficile. E poi perché l’agricoltura è stata riscoperta per il vero valore che ha cioè non soltanto produzione di commodities, ma anche di cibo per le persone. I giovani sono molto attenti a questo e anche al fattore ambientale di rispetto dell’ambiente, di permanenza sul territorio. C’è poi un ritorno della seconda generazione. I nipoti che prendono in mano le aziende dei nonni perché i padri erano andati a lavorare nelle industrie e in una epoca post-fordista, di crisi industriale che viviamo tutti i giorni, e allora cercando degli altri sbocchi.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
In certe situazioni un po’ di prepotenza come è stato nella vita di tutti noi. Però tendenzialmente è stata una grande crescita professionale per gli addetti del settore agricolo e per gli agricoltori. Oggi è entrata dal punto di vista tecnico basta pensare all’agricoltura di precisione grazie all’utilizzo dei droni in agricoltura per sorvolare le colture e capirne le necessità o per la semina, per il trattamento, per la concimazione. Ma anche nella vendita e nella promozione delle produzioni attraverso i social. Sono tante le nostre aziende che vendono online. Ormai è qualcosa di imprescindibile. Gli agricoltori sono abituati anche ad utilizzare la parte digitale-informatica nella vostra azienda.

Si riesce anche a svolgere mansioni senza spostarsi da casa…
Io ho vissuto anche esperienze in altri territori, ad esempio la Valle dell’Ossolano, dove sono diverse le aziende che hanno impianti di mungitura con robot dove da remoto controllano l’attività. Personalmente ne ho contate almeno cinque in una valle che non è così grande. In questa maniera l’imprenditore agricolo può occuparsi di altre attività.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Gli agricoltori sono riconosciuti per essere delle persone umili. Quindi l’umiltà è un valore che l’agricoltura può trasmettere alla società. Il tutto legato ad un abbassamento dei toni e ad un ritorno allo stringersi la mano per fare i contratti secondo me potrebbe essere un valore che dà una mano alla nostra società.

21 novembre 2019

25 Novembre #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: #EquoCompenso - intervista a Domenico Palmas

Lunedì 25 novembre, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu nona puntata del nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Domenico Palmas, Presidente dell'Ordine degli Avvocati che ci parlerà di equo compenso

Sul Corriere in edicola trovate l'intervista a  Paola Muraro, Presidente di Federmanager Buona lettura.


Terenzio De Fazio (#CNATrasporti): «Il periodo estivo deve ancora crescere»

Proponiamo questa settimana l’intervista a Terenzio De Fazio, Presidente dell’Unione CNA Trasporti.

Prima di tutto spieghiamo qual è il suo incarico in Cna Valle d’Aosta?
Rappresento e faccio da collante tra le aziende di trasporto, cose e persone e gli enti preposti per cercare di risolvere le problematiche del settore. Prima di tutto l’abusivismo e la poca chiarezza delle norme.

Quanti iscritti avete come associazione nella sua sezione?
Siamo 62 iscritti di cui 40 noleggio con conducente, 4 taxi, 2 traslochi.

Lei è un conducente a noleggio, come lo è diventato?
Io lo sono diventato per caso. Ho letto un annuncio su un giornale dove si cedeva un ramo d’azienda e ne ho approfittato. Ho comprato la prima autorizzazione e poi ne ho acquistate altre. Sono  autorizzazioni rilasciate dai comuni in tutta Italia. Ora il rilascio è stato bloccato in quanto a livello statale stanno cercando di censirle per capire quante ne esistono. Se uno vuole iniziare c’è mercato.

Rispetto a come lo è diventato lei, è cambiato qualcosa negli ultimi anni?
Io mi occupo del settore da nove anni. I requisiti che servono non sono cambiati. Occorre la patente
B oppure D per gli autobus con i relativi K che sono i certificati di abilitazione professionale. Poi si
deve avere una iscrizione al ruolo che rilascia la Camera di Commercio previo una esame. E poi l’autorizzazione o da taxi o da ncc. Per superare l’esame si deve conoscere la legge nazionale per i trasporti, la legge regionale e un po’ di geografia.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Uno dei problemi è la normativa che si presta ad interpretazioni e crea confusione. Per esempio la differenza tra noleggio con conducente e attività di taxi dal punto di vista normativo non è chiara. Poi
con l’arrivo delle nuove tecnologie – la mail, le prenotazioni, il sito internet – a livello nazionale il contrasto si è un po’ acuito.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Possibilità di lavoro ci sono, soprattutto nel periodo invernale grazie al turismo. Purtroppo non si
può dire la stessa cosa del periodo estivo. E in questo caso si deve lavorare in sinergia con gli attori del territorio. Si devono portare più turisti.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Voglia di lavorare, non guardare l’orario in quanto serve una disponibilità massima h24 e se parla inglese è meglio.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Noi siamo artigiani. Versiamo i contributi normalmente come fanno altre categorie.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Inevitabilmente. Dalla semplice mail dove ti arriva la prenotazione all’invio di un preventivo fino al sito internet dove si pubblicizza la propria attività.

Problemi con Uber?
In Valle no. Il mercato è  troppo piccolo. Perfino a Torino fa fatica a prendere piede. Anche in altre
realtà più grandi comunque c’è stata una certa regolamentazione.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
La formazione, la professionalità, l’approccio con il cliente.

Stefano Celi (#Vival): ospite il 22 novembre a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 22 novembre, alle 10, nona puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio Stefano Celi, Presidente di Vival, associazione che raccoglie l'85% dei produttori valdostani.

Sul Corriere in edicola l'intervista a Leopoldo Gerbore, ristoratore e nel Direttivo di Confcommercio.

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

19 novembre 2019

È online il nuovo canale tematico #Europa del sito internet della Regione



E’ stato completamente rinnovato, nella grafica e nei contenuti, il canale tematico Europa del sito internet della Regione autonoma Valle d’Aosta, nell’obiettivo di rendere la comunicazione sui programmi europei più chiara ed efficace. La nuova sezione, consultabile da ieri, lunedì 18 novembre, vuole essere una vetrina per promuovere le tante opportunità rivolte ai cittadini, alle imprese e agli enti pubblici e privati, ma anche per fornire notizie, informare sugli eventi in programma e per raccontare i progetti realizzati sul territorio, da parte dell’amministrazione, ma anche dai tanti soggetti coinvolti.

«Il canale tematico Europa arriva in una fase importante della programmazione della Politica di coesione europea, siamo infatti al termine del periodo 2014/2020 e stiamo preparando il nuovo settennio 2021/2027 – ha detto l’Assessore agli affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti, Luigi Bertschy nel corso della presentazione tenutasi ieri a Palazzo regionale – Questa è una grande occasione per cogliere appieno le opportunità che la UE ci propone. La programmazione che si sta chiudendo non è stata facile e dobbiamo quindi trovare nuove energie e nuove competenze per lanciarci nella sfida che ci attende per il 2021 e per la quale stiamo già lavorando. Tra queste, vogliamo riuscire a comunicare al meglio le attività realizzate con i fondi, anche perché promuovere e far conoscere tali iniziative contribuisce a creare la consapevolezza dell’importanza di far parte di un sistema, quello europeo, che non crea solo regole, ma anche importanti e interessanti opportunità di sviluppo per il nostro territorio. Ne sono esempi concreti le iniziative approvate in queste ultime settimane: il Cammino Balteo, i voucher nido, gli incentivi alle assunzioni».

L’incontro è stato aperto dal Presidente della Regione Antonio Fosson, che ha evidenziato come questo canale sia una rappresentazione fedele di ciò che l’Europa desidera essere per i cittadini e di come la Valle d’Aosta intende la collaborazione con l’Unione europea: «Non più barriere ma una possibilità di rapporti di studio, di lavoro, di conoscenze, che ci consentano di superare i nostri limiti geografici ai quali non intendiamo tuttavia permettere di costringerci in un piccolo ambito».

Enrico Mattei, coordinatore del Dipartimento Politiche strutturali e affari europei, ha posto l’accento sulla necessità di rispondere meglio agli indirizzi di comunicazione dell’Unione europea, anche perché pienamente condivisibili: «L’Europa ci chiede di far conoscere le opportunità di finanziamento, affinché possano essere colte al meglio; di aiutare i potenziali beneficiari a presentare i loro progetti e di dar conto di quello che si sta facendo durante l’attuazione dei progetti approvati e infine dei loro effetti, una volta conclusi. Tutto ciò era già fatto attraverso la precedente versione del canale tematico, ma in maniera meno efficace. Il nuovo canale Europa permette ora di condividere, tra i tanti beneficiari di progetti, le iniziative in corso e di raccontarle ai cittadini. Ha poi evidenziato il lavoro d’équipe che è stato condotto e che proseguirà nelle fasi di implementazione del sito: Più Strutture hanno collaborato a trasformare questo progetto in realtà e collaboreranno per mantenere sempre aggiornato il canale».

Da un punto di vista tecnico, come ha spiegato il coordinatore del Dipartimento Innovazione e agenda digitale, Marco Mignacco «il canale Europa è il primo sito della Regione realizzato seguendo le nuove linee guida di AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, che pongono il cittadino al centro nella progettazione dei servizi digitali della pubblica amministrazione, seguendo i più avanzati criteri di accessibilità, fruizione ed ergonomia. La realizzazione delle interfacce e l’architettura dell’informazione nel nuovo sito sono finalizzate a rendere i servizi di interesse del cittadino più facili da trovare, più semplici da capire e più immediati da utilizzare. Il canale Europa costituisce inoltre il pilota che definisce gli standard e i modelli che verranno utilizzati per la realizzazione di tutti gli altri canali regionali e per la completa riprogettazione del sito della Regione».

Pasquina Brilla, capo progetto per Inva S.p.a., si è soffermata sull’organizzazione e la metodologia adottate nello sviluppo del progetto per perseguire gli obiettivi prioritari, sia funzionali che tecnologici. I primi consistono «in un nuovo impianto grafico, nella riorganizzazione dei contenuti informativi attraverso una nuova architettura, nella revisione delle logiche di comunicazione e nella ridefinizione dell’impianto editoriale, che sia esportabile in un secondo momento verso tutti gli altri canali tematici del sito regionaleGli obiettivi tecnologici coincidono invece nel rinnovamento degli strumenti software a supporto della gestione e dell’alimentazione del sito istituzionale e nell’attestazione dell’ambiente applicativo all’interno del nuovo Data Center Unico Regionale, come previsto dal Piano triennale per la PA 2017-2019 di AGID».

Il web designer del nuovo canale, Jean Paul Lustrissy, ha poi spiegato che è stata ridisegnata completamente «l’architettura dell’informazione per migliorare l’usabilità del sito sui dispositivi mobile e desktop focalizzandosi sui bisogni degli utenti, predisponendo dei percorsi personalizzati per tipologie di utenti, per aree tematiche e per fondi e programmi. Ma sono stati anche completamente rivisti i contenuti esistenti adottando un nuovo stile di comunicazione più semplice, coerente e diretto, e definito un nuovo format editoriale per raccontare quanto realizzato grazie ai fondi europei».

La presentazione del progetto, finanziato dal fondo FESR, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento del Programma investimenti per la crescita e l’occupazione 2014/20. A questo proposito, è stato evidenziato come, con oltre 130 Progetti approvati sulla base dei dati di monitoraggio al 31 agosto 2019, sia stato raggiunto un livello di impegni pari a oltre 40 milioni di euro e di pagamenti pari a oltre 27 milioni di euro, frutto di un generale rispetto dei tempi programmati. Come ha sottolineato l’Assessore Bertschy «il Programma, oltre a raggiungere il target di spesa certificata e i valori obiettivo degli indicatori fisici, al 31 dicembre 2018, richiesti dall’Unione europea, ha ottenuto, anche per il 2019, la certezza di non incorrere nel disimpegno automatico dei fondi assegnati al Programma».

15 novembre 2019

18 Novembre #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: #Federmanager - intervista a Paola Muraro

Lunedì 18 novembre, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu settima puntata del nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Paola Muraro

Sul Corriere in edicola trovate l'intervista a  Elio Gasco, da pochi giorni nuovo Direttore di Coldiretti Valle d'Aosta Buona lettura.


14 novembre 2019

Massimo Lattanzi: #BancaMediolanum da 30 anni al fianco dei valdostani


Questa settimana proponiamo l’intervista a Massimo Lattanzi,  con cui ricordiamo i 30 anni di Banca Mediolanum in Valle d’Aosta.

Un anniversario importante. Come è nato tutto?  
E’ nato come nascono molte imprese. Da una visione, un progetto industriale nuovo in un contesto di cambiamento, un’illuminazione di una grande imprenditore Ennio Doris che vide attraverso il suo lavoro di consulente la necessità di inventare un nuovo modello di banca e di lanciarlo sul mercato

Lei era già in Mediolanum agli inizi anche a livello nazionale. Cosa ricorda? 
sono cambiati i consumi nel vostro settore?
Ricordo che quando mi proposero di iniziare questa avventura, in particolare per la Valle d’Aosta, eravamo in un contesto totalmente diverso: gli istituti bancari erano quelli che da 500 anni governavano il mondo, la fiducia dei risparmiatori nei confronti delle banche era ai massimi livelli. Gli strumenti finanziari che mia mamma trovava in banca soddisfavano i bisogni delle famiglie e, quindi, immaginare un così grande cambiamento a distanza di 30 anni dopo e dire facciamo di quel cambiamento che sta arrivando qualcosa che possa aiutare i risparmiatori fu una proposta che mi affascinò molto. Da lì iniziò con entusiasmo e passione, insieme ad altri colleghi e collaboratori, l’avventura di portare Mediolanum in Valle d’Aosta con questa idea innovativa di essere non solo una banca di prodotti per il cliente, ma un punto di riferimento della consulenza.

Cosa significa fare oggi credito in Valle d’Aosta?
Significa fare una parte di quello che una Banca dovrebbe fare, cioè occuparsi di un settore che può essere di credito per il consumo o per le imprese. Noi dobbiamo ricordare che in questo momento stiamo vivendo una era epocale. I tassi di interesse sono i più bassi da sempre, cioè da quando esiste il tasso di interesse. Addirittura in certi casi sono negativi come sappiamo dai giornali. Quindi oggi dare credito significa dare dei servizi che permettono alle persone di realizzare i loro bisogni, i loro sogni, comprarsi la casa, magari finanziare l’impresa. Ma fatto in un contesto di tassi bassi va fatto con grande oculatezza. Non dobbiamo mai dimenticare che un istituto di credito presta i soldi degli altri clienti che hanno posto fiducia in quella Banca e hanno depositato presso l’Istituto le loro risorse. L’abbassamento dei tassi di interesse impone e in più la BCE con l’organo di sorveglianza impongono delle relazioni molto più attente, più puntuali su chi può restituire il credito che viene erogato. Ma il credito è soltanto uno degli asset che l’Istituto oggi dovrebbe utilizzare per soddisfare i bisogni di una famiglia e di una impresa che sono anche i più globali, più ampi, più variegati.

State facendo una importante campagna di sensibilizzazione Nazionale sulla Protezione del Capitale Umano, di cosa si tratta? 
Noi arriviamo da una storia che nasce da un consulente finanziario, Ennio Doris, che incontra un falegname il quale gli dice “signor Doris le do 10 milioni del mio patrimonio, lo faccia fruttare bene, ma si ricordi che io non mi posso permettere di ammalarmi perché non avrei i soldi per mantenere la mia famiglia”. Naturalmente si riferiva a gravi incidenti, a gravi infortuni. Dai calli delle mani di quel falegname si sviluppa l’intuizione del Presidente Doris di fare una banca costruita intorno al cliente e ai suoi bisogni. L’aspetto della produzione del reddito perché è di questo che parliamo quando ci occupiamo di una assicurazione. In questo senso il mercato è tutto da orientare in quanto il primo pensiero va alla polizza assicurativa che ci copre i piccoli infortuni, quando in realtà il vero tema che oggi va affrontato visto il contesto radicalmente cambiato, viste le liste di attesa, il costo delle badanti, della terza età, delle spese sanitarie o ancora quello che è il progetto di una famiglia, cioè creare un patrimonio per i propri figli, comprarsi una casa…Ecco tutto poi alla fine si concentra su quel reddito che mensilmente entra nella cassa della famiglia. Proteggere quel capitale umano per noi è stata dall’inizio una missione. Un approccio non all’assicurazione, ma ai bisogni di proteggere i patrimoni, le case, i redditi delle famiglie da imprevisti gravi, malattie o infortuni che possono travolgere anche i famosi 10 milioni di euro investiti che diventano nulla se succede qualcosa di importante ad una famiglia.

Come siete strutturati in Valle?
L’intuizione del Presidente Doris fu quella di non aprire decine o centinaia di filiali su tutto il territorio per poi ritrovarsi con costi impossibili da sostenere con un mercato che già con Mastricht prevedeva una riduzione dei tassi di interesse. Quindi abbiamo due family office, cioè agenzie dove è possibile ricevere la consulenza. M ai nostri clienti non hanno bisogno di andare in banca a fare le operazioni. In realtà più nessuno lo fa, ormai si fanno dal computer che sia per la famigli o per l’impresa. Noi ormai siamo il modello cui tutti un po’ tendono, cioè poche filiali con tanta consulenza dentro. Ecco perché anche in Valle d’Aosta abbiamo una struttura con una quindicina di consulenti e quindi non di impiegati che utilizzano i prodotti e i servizi che il sistema bancario e assicurativo mette a disposizione per soddisfare i bisogni delle persone. L’obiettivo è molto preciso ed è stato ribadito nell’ultima convention dal nostro Presidente: Banca Mediolanum in soli 21 anni è diventata la quarta banca di questo Paese con il più alto coefficiente di sicurezza d’Europa. Considerato il bisogno di consulenza, il cambiamento, la necessità delle famiglie e delle imprese di avere interlocutori preparati e noi lo siamo di diventare il punto di riferimento per le famiglie italiane

Lei per Mediolanum si occupa anche di formazione...
Assolutamente sì. Banca Mediolanum è l’unica Banca al mondo che ha una sua Università, la Mediolanum Corporate University, che serve come strumento di formazione di alto livello, visto che siamo in partnership con la Bocconi e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e che forma i nostri consulenti, i nostri family banker, i nostri manager, e lo fa in maniera costante, quotidiana. Tutte le settimane abbiamo le aule universitarie piene anche perché ogni settimana cambiano le regole, anche le novità mutano con grande velocità, pure i prodotti, i servizi. Quindi occorre quella competenza che è alla base di quel sapere che poi diventa poter essere d’aiuto alla famiglia o all’imprenditore.

Il vostro è studio vero e proprio…
Tutti i giorni. Io stesso negli ultimi 12 mesi ho dato 11 esami interni alla Banca perché pur essendo ai massimi livelli non si può affrontare il futuro con le armi culturali del passato. Diversamente si va incontro a grandi difficoltà.

Come intendete festeggiare l’anniversario?
Ci stiamo lavorando. Non vorrei togliere la sorpresa. Sicuramente entro la fine di quest’anno faremo un grande evento che, per ora, posso soltanto anticipare che sarà orientato ad aiutare chi è in difficoltà. Vogliamo festeggiare la fortuna che questa azienda ha avuto in questi 30 anni non dimenticando le persone che faticano ad arrivare a fine mese.

Un sogno da realizzare come Mediolanum Valle d’Aosta?
Ogni impresa si pone degli obiettivi. Noi abbiamo l’obiettivo molto grande di diventare il punto di riferimento per tutte le famiglie italiane e quindi anche in Valle d’Aosta. Oggi siamo la quarta banca del Paese ma con un piccolo numero di clienti di conseguenza c’è un enorme spazio per il tipo di offerta che noi oggi proponiamo cioè la partnership con il cliente, il sedersi al tavolo e ragionare sui cambiamenti di vita, sull’invecchiamento della popolazione, sul futuro dei nostri figli, sul mantenimento del tenore di vita. Sono tutti processi che si possono affrontare non con una banca tradizionale, ma con una che nella sua storia ha fatto della consulenza il cavallo di battaglia. Questo è il nostro approccio, questa è a nostra missione: essere utili alle famiglie valdostane per la pianificazione del loro futuro.



Leopoldo Gerbore (#Confcommercio): ospite il 15 novembre a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 15 novembre, alle 10, ottava puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio Leopoldo Gerbore, ristoratore e nel Direttivo di Confcommercio. Daniele Cattaneo, hub manager delle pépinières d'entreprises di Aosta e Pont-Saint-Martin.

Sul Corriere in edicola l'intervista a Daniele Cattaneo, hub manager delle pépinières d'entreprises di Aosta e Pont-Saint-Martin.

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

Daniele Cattaneo: «con la Pépinière 15 anni di innovazione»


Daniele Cattaneo

Proponiamo questa settimana l'intervista a Daniele Cattaneo, hub manager delle pépinières d’entreprises.

Vi preparate, il 15 novembre, a festeggiare 15 anni di incubatori. Cosa significa per voi e per la Valle d’Aosta?
15 anni dell'incubatore di Aosta che seguono al ventennale di quello di Pont-Saint-Martin significano che l'innovazione sta diventando una tradizione anche sul territorio valdostano.

Festeggerete con un porte aperte. Cosa farete?
La nostra idea è quella di rendere visibile lo spazio a tutti in particolare a due segmenti: al mattino sarà un momento dedicato e riservato agli istituti medi e superiori che hanno aderito al PMIDays. Anche noi quest'anno siamo soggetto ospitante di questa giornata nazionale promossa da Confindustria. Al pomeriggio dalle 17 accogliamo tutti, ma veramente tutti, per mostrare noi le nostre start up e l'incubatore offrendo un brindisi a tutti i presenti.

Perché un cittadino dovrebbe venire all’open day?
La prima risposta può essere perchè l'innovazione appartiene a tutti. Se noi pensiamo l'innovazione nasce da una idea e l'idea la può avere chiunque. Quindi l'incubatore che è un po' il centro dell'incubazione è anche il centro di tutti quanti. Il luogo in cui tutti si possono incontrare. Una seconda risposta per l'esperienza, per passare un bel momento, per festeggiare insieme a noi.

Qual è la situazione nei due incubatori?
Negli ultimi tre anni la popolazione delle start up è triplicata. Nello stesso tempo abbiamo dei casi di successo importanti con imprese che iniziano ad avere dei buoni fatturati e ancora adesso stiamo processando delle domande di insediamento oltre ad una domanda di una nostra start up che vuole espandersi e intende prendere un altro spazio all'interno dell'incubatore di Pont-Saint-Martin.

Si è appena conclusa la Start Cup…
E' un gran bel momento, un concorso di idee, in cui chiunque abbia un'idea può cominciare a cimentarsi e provare a testare tramite la valutazione di una platea quanto può essere buona e quanto possa diventare davvero impresa. Noi come ente gestore delle pépinières partecipiamo assieme al nucleo del sistema dell'innovazione valdostano, e cioè Chambre Valdôtaine, Struttura Vallée d'Aoste e Università dentro al Comitato di valutazione. Quest'anno ha vinto Nova Stark, start up che a breve accoglieremo presso i nostri incubatori che si occupa di sensori per il vino. Questa azienda ha fatto un'area test nel cuneese e adesso prova a confrontarsi con la viticoltura eroica valdostana. Innovazione e tradizione. La prossima Start Cup sarà lanciata in primavera.

Possiamo dire che molto è stato fatto, ma ancora molto resta da fare e si potrebbe fare anche in virtù delle sinergie innescate con gli stakeolder, cioè portatori di interesse del territorio?
Certamente. Intanto l'innovazione è un processo continuo quindi continua man mano a evolvere e a trovare nuove possibilità e nuove sinergie. L'innovazione funziona quando si attiva un partnernariato pubblico-privato che convergono verso il comune obiettivo di creare valore sviluppando nuove iniziative che possono creare nuove opportunità produttive e professionali sul territorio. In questi anni noi abbiamo stretto rapporti con la Regione e in particolare con l'Assessorato di competenza per il quale svolgiamo la nostr attività e da qui siamo andati verso l'ente camerale che assieme a Struttura Valle d'Aosta compone un tavolo con il quale tutte le volte concordiamo attività sinergiche, ma poi ci siamo mossi verso il partnernariato privato. Nel tempo abbiamo sempre più stretto rapporti con Confindustria Valle d'Aosta con la quale abbiamo anche una convenzione molto interessante tra le nostre start up e la loro struttura e poi siamo arrivati a Federmanager che sempre più in connubio con Confindustria sta provando a sviluppare nuove iniziative a livello regionale. Per esempio nell'ultimo hackaton siamo riusciti a coinvolgere anche Skyway e Cva che ha creduto fortemente nei nostri progetti. Ora non siamo soltanto noi a proporre delle iniziative agli stakeholders ma sono gli stessi stakeholders a proporle a noi.

Porte aperte a parte su cosa state lavorando in questo periodo?
A livello gestionale potremmo già ragionare sul 2020, na in realtà non è così perchè stiamo ancora processando addirittura ben quattro candidature per l'insediamento. Per il 2020 possiamo annunciare una winterschool che anche quest'anno proviamo ad estendere in pubblico e posti riservati anche adegli stakeholders come Confindustria, Adava e magari qualche impresa.

Altre novità per il 2020?
Ne citerei tre. Ho già citato la winterschool e quest'anno la collegheremo all'InvestorDay, cioè la giornata di incontro degli investitori che tendenzialmente si sviluppa in una logica in cui le nostre start up presentano il proprio progetto, la propria idea ad un pool di investitori. La novità di quest'anno sarà che probabilmente ne faremo addirittura due e uno in partnership con un grosso stakeholder locale che a sua volta opera già su questo territorio. La seconda è un grosso evento che vogliamo portare sul territorio legato a delle competenze che nel nostro team già esistono e a dei format già svolti con successo in altre parti d'Italia dalla Fondazione Giacomo Brodolini. La terza è che noi vogliamo legare sempre di più tutto quanto il segmento sensibile all'innovazione partendo dai più giovani: il 2020 sarà l'anno in cui svilupperemo sempre di più contatti con gli istituti secondari superiori. C'è già stato un primo incontro con alcuni studenti dell'Isitip di Verrès che spontaneamente insieme ad un docente hanno aderito alla nostra iniziativa di partecipare all'Hackaton. L'idea è fare iniziative legate all'innovazione, all'autoimprenditorialità e alla creazione di impresa sempre di più partendo da questi segmenti che poi sono ovviamente i primi testimoni dello sviluppo dei processi innovativi su questo territorio.

Un sogno da hub manager da realizzare?
Vorrei che la Regione Valle d'Aosta diventasse hub dell'innovazione, polo di riferimento innovativo. Questo può avvenire con la sinergia e il supporto di partner e stakeholders territoriali e anche con l'aggregazione dal basso di tutti. Ecco perché un evento come quello del 15 novembre può essere interessante perchè tutti possono capire quanto sono coinvolti nel processo innovativo. Quale potrebbe essere il vero sogno? Che l'amministratore del fondo di investimento Black Rock dica “l'Italia non è un paese per innovare, non si riesce da nessuna parte, tranne che in Valle d'Aosta con le start up valdostane”. Non è un sogno così lontano. Durante l'ultimo hackaton abbiamo appreso che proprio il fondo Black rock nei prossimi anni vuole trafsormare il 70% dei propri investimenti in attività sostenibili. Quindi sostenibilità, innovazione, green potrebbero essere una chiave di riferimento e la Valle d'Aosta potrebbe essere il terreno privilegiato per tutto questo.
 

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