30 agosto 2008

Casa da Gioco di Saint-Vincent come l'Alitalia? La biografia autorizzata dell'amministratore unico Luca Frigerio

A titolo di curiosità vi propongo una biografia autorizzata (proviene dall'ufficio stampa della Casa da Gioco) dell'amministratore unico Luca Frigerio, classe 1969, residente in svizzera, ma nazionalità italiana. Frigerio si ritroverà una bella gatta da pelare anche perchè in molti sostengono che la Casa da gioco sia l'Alitalia valdostana. Il paragone probabilmente è un po' drastico però alcuni problemi (ad esempio il rapporto ricavi/occupati) sono indubbiamente molto simili...

Da circa 15 anni attivo presso il Casinò di Campione d’Italia, dove ha maturato una conoscenza integrale delle attività tipiche della grandi Case da gioco ed in particolare degli aspetti tecnici di tutti i giochi da tavolo ed elettronici, della gestione delle casse, della sicurezza e controllo, della gestione della clientela dei rapporti con i dipendenti e con le organizzazioni sindacali.
Tali esperienze sono state ulteriormente rafforzate nella posizione di Project manager e responsabile del trasferimento alla nuova struttura del Casinò in quanto in tale ruolo ha approfondito, oltre agli argomenti più strettamente attinenti alla gestione caratteristica, anche altre tematiche quali la manutenzione, i servizi accessori, gli aspetti legislativi, la ristorazione, l’accoglienza, la logistica e la distribuzione dei giochi e dei servizi nelle Sale.
Il periodo trascorso nell’area risorse umane ha fornito l’opportunità di approfondire la relazione con le rappresentanze sindacali e ha permesso di maturare una buona capacità nella gestione delle relazioni con i colleghi, sostenuta dalla competenza sulla normativa di riferimento.
L’inserimento da diversi anni nei gruppi di management del Casinò di Campione ha permesso l’acquisizione di una conoscenza capillare delle Case da gioco, del mercato italiano ed internazionale e di quali sono le principali tendenze innovative.
In particolare negli ultimi anni è stato partecipe e promotore delle attività di risanamento e cambiamento del Casinò di Campione, mutamenti che hanno portato la Casa da gioco da una situazione deficitaria ai risultati positivi attuali.
Persona estremamente propositiva ed attiva cha lavora con un sistema di progettazione manageriale delle attività e delle risorse (umane ed economiche) e mira al conseguimento degli obiettivi prefissati.
Durante la carriera lavorativa presso il Casinò di Campione ha ricoperto diverse funzioni tra cui: direttore acquisti ed appalti, sviluppo nuovi mercati e giochi, project manager per lo studio e realizzazione interventi di miglioria delle Sale giochi, referente associazione pubblici esercizi, membro del direttivo e assemblea Federgioco, componente e segretario del Management Team di direzione, componente effettivo Organismo di Vigilanza, direttore Area Sviluppo Organizzativo, responsabile Sviluppo e Selezione del personale, Qualità Manager e responsabile audit interno, responsabile Formazione, responsabile Privacy, addetto alle Risorse Umane, e Pianificazione del Personale, membro del Consiglio di Amministrazione Fondo Pensioni e Croupier Reparto Roulette.

29 agosto 2008

A proposito di Federalismo fiscale e regioni a Statuto speciale

Torno a proporre i miei fondi pubblicati sul Corriere della Valle. Mi auguro che questo mio intervento stimoli la vostra voglia di scrivere in quanto vorrei aprire un bel dibattito sul tema e pubblicare i commenti più interessanti sul Corriere della Valle d'Aosta della prossima settimana.

Da diversi giorni seguo con attenzione il dibattito sul federalismo fiscale. Senza preconcetti.Per capire e approfondire. Ho letto i quotidiani con attenzione. Ho trovato su internet qualche aiuto per approfondire (ad esempio il sito La Voce. info con un mini-saggio dal titolo «I conti con la bozza Calderoli»). Mi sono confrontato con chi ne sa più di me sulla materia. Ad oggi mi sento di esprimere in maniera chiara tre riflessioni.

1°) Il processo del federalismo fiscale appare inevitabile. Ci sono regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che lo richiedono da tempo. Perfino il Lazio, che però, forse, non ha fatto molto bene i suoi conti. Una prima proposta risale già al 2000 ai tempi del centrosinistra. Può piacere o non piacere ma sulla questione ci si deve interrogare.

2°) E’ un processo delicato e che non può essere lasciato soltanto in mano alla politica. Da un lato perché si tratta di attivare un iter raro, se non addirittura unico, nella storia dei sistemi politici. Con federalismo fiscale in realtà si intende un gruppo di stati che decidono di formare una federazione e stabiliscono quali risorse vanno allo Stato. Qui in realtà il processo è esattamente inverso. Da uno stato unitario ci si deve trasformare in una federazione. Chi evidenzia preoccupazioni in merito al fatto che si possa mettere a rischio l’unità nazionale non fa pura propaganda politica. Un processo del genere necessita di una conoscenza delle macchine amministrative statali e regionali enorme e può aprire crepe pericolose nella solidarietà nazionale. E aggiungiamoci pure il fatto che normalmente il dato tributario è definitivamente noto a distanza di tre anni e il quadro è completo. Pensate ad Ayas. Un anno in vetta alla classifica nazionale dei redditi grazie alla presenza dell’ad di Fastweb e quello dopo in caduta libera. Scrivo questo non perché voglia contrastare il progetto ma perché vorrei far capire a tutti che una simile decisione richiede da parte della politica la disponibilità a confrontarsi con i tecnici, del più alto livello possibile.

3°) Sposto la mia attenzione sul dibattito valdostano. Sono convinto che fare le barricate sia un grave errore. Il nostro Statuto ha evidentemente bisogno di un tagliando, di essere riletto in una chiave attuale. La pura preoccupazione di cassa non ci porterà molto lontano. Servirebbe un confronto vero, in cui ci si interroga in maniera cristallina su quale sia il bene comune della nostra collettività. Un’occasione in cui si stabiliscono valori comuni e condivisi e da tutelare. Dobbiamo muoverci noi per primi e non aspettare le mosse calderoliane. E occorre che questo dibattito sia sostenuto da competenze consistenti. Mondo politico, società civile, gli stessi media (Corriere della Valle compreso) sapranno essere all’altezza di un simile dibattito? (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 28 agosto 2008)

28 agosto 2008

Lardo di Arnad Dop: controlli severi come per il prosciutto di Parma e il San Daniele

Circa 280.000 chili prodotti per un giro di affari di 2,5 milioni che coinvolge le aziende Maison Bertolin, Arnad Le Vieux e Fratelli Laurent. Sono questi i numeri del Lardo di Arnad Dop che dal 28 al 31 agosto, nel paese della Bassa Valle d’Aosta (circa 1300 abitanti), si prepara a vivere una kermesse interamente dedicata al salume. Due le particolarità del prodotto: da un lato l'alimentazione del maiale che esclude mangimi integrati per lasciar spazio ad alimenti quali castagne e ortaggi e dall’altro il suo modo di essere stagionato, con l'impiego di aromi reperibili in loco (aglio, sale, rosmarino, alloro e salamoia) e conservato in un recipiente fabbricato artigianalmente con legno di castagno, denominato «doil». Severi i controlli sul prodotto. Nella fase cosiddetta «a monte», il sistema di controllo coincide con quello previsto per le DOP «Prosciutto di Parma» e «Prosciutto di San Daniele». Infatti, il Disciplinare richiede i medesimi requisiti genetici, metodi di allevamento e di alimentazione dei suini da cui deriva la materia prima, con una specifica restrizione dei territori di origine che sono limitati alle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Valle d’Aosta. Per quanto riguarda il sistema di controllo specifico (cosiddetta fase «a valle»), il salumificio, autorizzato da Ineq (e pertanto rispondente ai requisiti di territorialità: comune d’Arnad) riceve la materia prima fresca: contraddistinta dal timbro di identificazione e di autocertificazione del macello, apposto secondo modalità codificate ed omologate da Ineq e accompagnata dal documento emesso dal macello, eventualmente integrato dal laboratorio di sezionamento, per attestare la conformità tecnico-qualitativa della materia prima. Per ogni consegna, il salumificio riscontra, in autocontrollo, la conformità della stessa, trascrivendone tutti gli elementi di descrizione e di identificazione sia in un apposito «Documento di Omologazione», sia in un Registro Ufficiale conservato dal produttore e a disposizione dell’organo di controllo che li raccoglie mensilmente, li verifica e li informatizza nel relativo database. Le baffe di lardo fresche, omologate e registrate, vengono collocate in specifici contenitori di legno, denominati «doils», ed immerse nella salamoia tradizionale. Dal ricevimento della materia prima e per tutto il processo produttivo, Ineq effettua verifiche documentali e ispettive, accertando che il salumificio rispetti tutte le prescrizioni operative stabilite dal Disciplinare, incluse quelle inerenti la fase di stagionatura, la cui durata minima deve protrarsi per tre mesi a decorrere dal giorno di inizio della lavorazione.
Al termine della stagionatura Ineq verifica lo standard qualitativo del prodotto stagionato, con test probatori intesi ad accertare il compimento della stagionatura minima nonché l’assenza di pregiudizi morfologici, tecnici e organolettici rispetto ai requisiti di conformità disciplinati. Solo se le verifiche eseguite dimostrano che tutte le prescrizioni disciplinari sono state rispettate – requisiti finali del prodotto compresi - Ineq emette l’atto di certificazione di conformità del lotto e le singole baffe ricevono il contrassegno di conformità e gli ulteriori elementi di designazione e presentazione riprodotti sull’etichetta di commercializzazione preventivamente approvata dall’istituto. Ineq provvede anche alla verifica costante degli adempimenti a cui il produttore è soggetto ai fini della conservazione e utilizzazione delle etichette autorizzate in relazione al numero effettivo delle confezioni elaborate e certificate in base al prodotto estratto da ogni singolo «doil».

27 agosto 2008

In rete il bilancio sociale del Centro di servizio per il volontariato della Valle d'Aosta

E’ stata pubblicata ed è disponibile in sede o scaricabile dal sito del Csv la quarta edizione, relativa all’anno 2007, del bilancio sociale del CSV onlus. «Il bilancio sociale - si legge in una nota diffusa dal Centro di servizio per il volontariato della Valle d'Aosta - è uno strumento utile a comunicare alla comunità le attività e i servizi realizzati, gli obiettivi raggiunti e quelli mancati, le strategie di sviluppo del Coordinamento solidarietà Valle d’Aosta che gestisce l’unico Centro di Servizio per il Volontariato presente nella regione». Nel documento sono reperibili informazioni sugli organi sociali e di governo, sulle risorse umane impiegate, sulle caratteristiche del volontariato valdostano e sulle disponibilità economiche del CSV. Nel 2007, in particolare, il CSV ha potuto contare su oltre 700.000 euro per realizzare attività e servizi a favore del volontariato valdostano. Queste risorse derivano per l’82% circa dalle erogazioni delle Fondazioni bancarie che, per legge, finanziano i Centri di Servizio per il Volontariato, per il 10% da convenzioni e da progetti attuati con enti pubblici o soggetti privati e per il restante 8% circa da altri proventi (erogazioni liberali, quote associative e rimborsi spese che alcuni enti versano per l’utilizzo dei locali del Centro).
La seconda parte del documento – dal titolo «La dimensione sociale» - è dedicata invece alle attività realizzate e ai servizi offerti alle organizzazioni di volontariato valdostane nel corso del 2007. Tutta la sezione è organizzata a partire da 5 aree di bisogno delle associazioni individuate a partire dalla Ricerca Fivol 2005 sul volontariato e dalla relazione continua con le associazioni. Le associazioni valdostane, quindi, devono essere aiutate ad acquisire competenze gestionali, hanno la necessità di avere a disposizione spazi ed attrezzature, devono reperire nuovi volontari e sostenitori, ampliare le loro capacità di comunicazione e di coinvolgimento, e sviluppare competenze progettuali.
Sul piano generale su 118 associazioni di volontariato censite in Valle d’Aosta, nel 2007, 18 non si sono mai avvicinate al centro mentre 100 organizzazioni hanno usufruito di almeno un servizio erogato dal CSV. Di queste circa un quarto (24) possono essere considerate «utenti stabili» del CSV poiché hanno fatto richieste per oltre 7 servizi ed attività.
Il bilancio sociale 2007 sarà ora spedito a tutte le organizzazioni di volontariato valdostane e ai rappresentanti istituzionali e sarà poi presentato nel dettaglio in un incontro pubblico previsto nel periodo autunnale.

26 agosto 2008

Intervista a Claudio Lavoyer: suggerimenti?

Domani incontrerò l'assessore al Bilancio, Finanze e Patrimonio Claudio Lavoyer per le mie consuete interviste per il Corriere della Valle. Nessuno di voi ha qualche domanda da suggerirmi? Se preferite non rendere pubblici i vostri quesiti scrivete anche a corriere.vda@tin.it .

Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle: uno spumante da rifugio

Rifugio Monzino a quota 2590 metri, l’ultimo avamposto prima di addentrarsi nel cuore del Monte Bianco. Qui Giancarlo Telloli, enologo della «Cave du vin blanc de Morgex et de La Salle» (150mila bottiglie 20 ettari e 90 soci), sta curando la sua ultima creatura. «Puntiamo a creare uno spumante in quota – commenta Telloli – in modo da ottenere oltre che un prodotto di grande carattere, dato il particolare contesto microbiologico, anche un vino fortemente legato alla montagna». In effetti da diversi anni la Cave ha costruito intorno al marchio «Vin du terroir du Mont Blanc», una forte partnership con i colleghi della Savoia e del Vallese. Del resto i rapporti con la realtà d’oltralpe sono avviati da quando la Cave, sotto la presidenza di Mauro Jaccod, alla fine degli anni ’90, ha deciso di trasformarsi nello «spumantizzatore» regionale, coprendo oggi il 98% della produzione valdostana. Dopo alcuni contatti con Valdobbiadene per approfondire la tecnica italiana, l’attenzione si sposta sulla tradizione spumantistica savoiarda che risale addirittura al 1814. «Il primo spumante, prodotto in un numero limitatissimo di bottiglie, è realizzato nel 1983 in seguito ad una intuizione dell’allora presidente Bruno Salice. Ma il decollo vero e proprio della produzione – aggiunge Telloli – avviene soltanto nel 2001. Nel 2002 poi vengo inviato presso l’Istituto enologico della Champagne di Reims. Il risultato saranno le attuali 20.000 bottiglie di spumante metodo classico che si aggiungono alle altre 50.000 del metodo italiano». Al centro di tutto questo movimento il vitigno autoctono Prié blanc, biotipo Blanc de Morgex, selezionato attraverso i secoli dagli antichi abitanti della Valdigne per le particolari caratteristiche di adattamento alle condizioni climatiche locali. «La sua prerogativa – ci spiega Telloli – è quella di compiere l’intero ciclo vegetativo in un periodo di tempo molto breve, grazie al germogliamento tardivo e ad una precoce maturazione». Ma parlare del Blanc de Morgex non avrebbe alcun senso senza citare l’opera di don Alexandre Bougeat, parroco a Morgex dal 1946 al 1972, scomparso prematuramente all’età di 55 anni. Telloli ci mostra una bottiglia del 1954 di Blanc de Morgex, conservata con le cure di un oggetto da museo. «Se si legge l’etichetta – precisa – ci si renderà conto che la nostra attuale comunicazione è esattamente la stessa lanciata oltre cinquant’anni fa da don Bougeat. Con il linguaggio dell’epoca si sottolinea la biologicità del prodotto, si mette in evidenza che nasce dalle vigne più alte d’Europa che crescono ai piedi del Monte Bianco sul greto delle valanghe, cioè a 1200 metri. Sono intuizioni importantissime che fanno, secondo me, di don Bougeat, il primo uomo comunicazione del vino valdostano». «Del resto – prosegue – lo constatiamo un po’ a tutte le fiere internazionali. Se ci presentiamo come la cantina del Monte Bianco tutti capiscono. Non accade la stessa cosa quando facciamo riferimento alla Valle d’Aosta». Una strategia che paga visto che attualmente la Cave fa il 50% del proprio fatturato al di fuori dei confini regionali con una percentuale di estero tra il 12 e il 15. «I nostri mercati migliori – conclude Telloli – sono Stati Uniti, Olanda, Irlanda e piccoli quantitativi raggiungono anche il Belgio, la Francia, la Germania, l’Ucraina, la Svezia e il Giappone». Una presenza destinata a rafforzarsi ora che è ufficiale, l’atto di costituzione di fronte al notaio è stato firmato la scorsa settimana, la nascita del superconsorzio «Quatremille» che raggruppa le cantine sociali Crotta di Vegneron di Chambave, la Cave de l’Enfer di Arvier e, appunto la Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 31 luglio 2008)

25 agosto 2008

Bureau Veritas vigila sulla sicurezza del Traforo del Monte Bianco

Il Gruppo Europeo di Interesse Economico (Geie) del Traforo, che riunisce le società di gestione del tunnel sia sul versante francese che italiano, ha affidato a «Bureau Veritas Italia» per altri 3 anni l’ispezione coordinata del tunnel, dei rifugi interni e delle condotte di ventilazione. La filiale italiana (300 dipendenti e 20 uffici dislocati su tutto il territorio nazionale) fa parte di un gruppo che opera in 140 paesi con 33mila dipendenti ed un volume di affari di oltre 2 miliardi di euro. La società è da tempo leader mondiale nella gestione della Qualità, della Salute, della Sicurezza, dell'Ambiente e della Responsabilità Sociale nell’ambito dello sviluppo dei propri clienti (oltre 15mila soltanto in Italia). Si consolida così una partnership già avviata a partire dal 2004 per verificare gli impianti del tunnel, riaperto dopo il tragico incidente del 1999. «Si tratta di un’attività di grande responsabilità - ha dichiarato Pietro Foschi, Presidente di Bureau Veritas Italia, dalla sede milanese di Viale Monza - alla quale siamo peraltro abituati garantendo in tutto il mondo strutture viarie di primaria importanza». «La sicurezza stradale – fa poi notare Foschi - passa quindi anche per il controllo delle principali direttrici stradali, non solo nel nostro paese». Il nuovo incarico triennale è maturato in un periodo particolarmente delicato, visto che, proprio nei mesi estivi aumentano le verifiche di conformità sulle infrastrutture maggiormente trafficate. In particolare, il programma di controllo predisposto sul tunnel internazionale mobiliterà un team italo-francese di tecnici provenienti da Bureau Veritas Italia e Bureau Veritas France, lungo l’intero anno contrattuale, per un numero previsto di oltre 60 giornate in campo, scaglionate a seconda delle scadenze delle ispezioni. «Il team – spiegano ancora i responsabili del progetto di Bureau Veritas – sarà costituito da 8 tecnici, specialisti in ambito elettrico, pressione e sollevamento. Il coordinamento delle attività sarà svolto da Boureau Veritas Italia». Non solo: «In particolare – aggiungono – Bureau Veritas gestirà l’attività delle singole ispezioni, attraverso supporti informatici appositi che consentiranno l’emissione e la condivisione dei verbali in tempo reale. Tali supporti, inoltre, semplificheranno la gestione della periodicità delle verifiche, mantenendo la memoria di quanto effettuato». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 7 agosto)

23 agosto 2008

Sondaggio Obama-Mc Cain - Con Joe Biden un passo indietro?

Approfitto della nomina di Joe Biden come vice di Barack Obama per ricordare ai visitatori che ormai mancano pochi giorni alla chiusura del mio sondaggio su chi votereste fra lo stesso Obama e Mc Cain se foste degli elettori Usa. Curiosamente anche il mini-elettorato italiano, sulla falsa riga di quello americano, in questi ultimi giorni ha cominciato a schierarsi con più convinzione con Mc Cain e ora siamo al testa a testa. Come sempre anche qualche commento sarebbe gradito. Io mi limito ad una prima impressione. Il profilo di Biden è indubbiamente valido però, secondo me, ci sono due note stonate. Da un lato Obama con la scelta di questo vice ammette chiaramente la sua debolezza in politica estera e dice a tutti «state tranquilli ho trovato chi decide per me». Dall'altro il curriculum del candidato vice, decisamente istituzionale, fa segnare un passo indietro al messaggio di rinnovamento che ha spinto con forza Obama in questi mesi. Si tratta di capire che cosa farà Mc Cain...

Rifugi e agriturismi valdostani limitano i danni grazie ad una qualità superiore

«Se non avessimo investito negli anni passati in qualità quest’anno non saremmo riusciti a far fronte al drastico calo degli italiani. I nostri rifugi sono ad un livello superiore di quelli delle altre nazioni europee». Piergiorgio Barrel, 59 anni, presidente dalla sua fondazione dell’Associazione che raggruppa tutti i gestori di rifugio e titolare del Bezzi di Valgrisenche, sottolinea come sia soprattutto la clientela straniera ad apprezzare l’accresciuta cura del servizio. «Gli stranieri – precisa Bezzi – sono i veri amanti della montagna. Prenotano da un anno all’altro, pagano in anticipo, hanno la guida, sono organizzati. Gli italiani quest’anno non li vediamo quasi neppure a pranzo». Numeri alla mano tra il 2006 e il 2007 le presenze nei 53 rifugi valdostani sono passate da 82.850 a 84.263. Un incremento merito esclusivamente degli stranieri che hanno toccato quota 48.135 rispetto ai 46.697 dell’anno precedente. E quest’anno il gap, complice in parte il maltempo e, soprattutto, per la clientela nazionale il portafoglio, dovrebbe allargarsi ancora. E’ stata la scelta di autocertificarsi con la creazione della «Carta di qualità 2008», elaborata dall’Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti, insieme con il Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università degli Studi di Torino, nell’ambito del progetto triennale «Refuges - Qualification de l’offre des refuges de haute montagne pour un tourisme durable dans la Vallée d’Aoste et les Pays de Savoie», finanziato dal Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg III A Alcotra (Alpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera) a garantire una maggior visibilità alle strutture valdostane e a porre le basi per un maggior loro utilizzo. La Carta contraddistingue i rifugi alpini valdostani che offrono un’accoglienza di qualità, che si riflette su l’ospite e la sua centralità, il gestore e la sua capacità, il personale e la responsabilità sociale verso di esso, il servizio offerto, la conoscenza ed il rispetto dei vincoli di legge, le relazioni con l’ambiente, la comunicazione. Un riconoscimento che proprio nei giorni scorsi è stato assegnato ai rifugi Alpenzu Grande (Gressoney-Saint-Jean), Arp (Brusson), Mario Bezzi (Valgrisenche), Bonatti (Courmayeur), CAI UGET (Courmayeur), Chaligne (Gignod),G.B.Ferraro (Ayas) e P. Perucca – C. Vuillermoz (Valtournenche). Sempre sul versante della ricettività alternativa al settore alberghiero gli agriturismi si preparano ad un agosto boom. Secondo un’indagine del sito specializzato www.agriturist.it/ (Confagricoltura) dopo un mese di luglio deludente agosto dovrebbe riservare positive sorprese. La ricerca di agriturismo per area geografica, in base alle statistiche di Agriturist, evidenzia una generale preferenza per la Toscana, il Salento e l’Umbria, ma fra le prime dieci scelte risulta anche in bella evidenza la Valle d’Aosta. In particolare fra i primi dieci agriturismi più visitati dagli utenti del sito ce ne sono ben quattro della piccola regione autonoma. Molto più cauti gli operatori del settore. «Giugno e luglio – spiega Valter Artaz, 42 anni, presidente dell’Associazione agriturismo valdostano e titolare del «Au jardin fleuri» di Antey-Saint-André – sono stati deludenti. Per ora agosto sembrerebbe tenere. Ci sarà come sempre il pieno tra il 5 e il 20 del mese». «Il problema – prosegue il Presidente – è che in certi periodi dell’anno la domanda è davvero alta, ma sono tutti interessati agli stessi periodi. Le nostre strutture sono piccole e di conseguenza si riempiono in fretta. E così può capitarti una settimana in cui dici di no a cinquanta persone e poi finire a ritrovarti, quella successiva, completamente vuoto. Finché in Italia la gran parte delle aziende chiuderà per ferie ad agosto sarà difficile uscire da questa impasse». Analisi che potrebbe anche spiegare il divario tra le previsioni di Agriturist ed il sentiment degli operatori. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 6 agosto 2008)

22 agosto 2008

Importatore svedese adotta vitigno valdostano: le meraviglie dell'Enfer


Sessantamila bottiglie, dieci ettari e 103 soci di cui però soltanto quindici attivi. Già da questi primi numeri si può cogliere il delicato equilibrio su cui si poggia la Cave Cooperative de l’Enfer di Arvier che produce uno dei primi vini valdostani ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata nel 1972, anche in virtù di una storia plurisecolare con documenti che fanno risalire la produzione di questo vino al 1312. I vigneti, qui regna il Petit Rouge che da disciplinare costituisce l’85% dell’Enfer, sorgono a picco sulla Dora, costantemente soleggiati tanto da meritarsi l’appellativo di «Enfer». La proprietà estremamente polverizzata e l’età avanzata di molti produttori fa sì che questo incredibile anfiteatro naturale possa sopravvivere grazie all’impegno degli uomini della Co-enfer. «Con coraggio l’anno scorso – sottolinea Gianluca Telloli che è anche enologo della Co-Enfer – abbiamo reinserito le corvées con l’intenzione di ribadire la responsabilità di tutti i soci nei confronti dell’azienda intorno al progetto del vino dell’Enfer che appartiene di diritto ai grandi nomi dell’enologia italiana». Un vino intenso dal sapore corposo apprezzato anche al di fuori dei confini regionali, tanto da trovare lungo la strada alleati inattesi. «Un nostro importatore svedese – osserva Telloli – ha adottato un vigneto che sorge su una area di 2500 metri quadri facendosi carico dei costi di gestione. Utilizzerà l’immagine di questo vigneto come icona promozionale di tutto il suo canale distributivo. Le 1200 bottiglie prodotte ovviamente saranno tutte destinate al mercato svedese. E’ l’ennesima riprova che un vino autoctono va vissuto in un paesaggio». «Quest’anno – aggiunge Telloli – abbiamo creato un punto degustazione in una cantinetta nella roccia sotto una volta del ‘600 sopra la quale sorge un vigneto. Gli appassionati rimangono estremamente ben impressionati da questa particolare location». Immediatamente scatta l’idea di trasformare l’Enfer in un volàno turistico per il territorio. «E’ chiaro – precisa ancora l’enologo – che ogni bottiglia del nostro vino è un potenziale biglietto da visita, ma la carta turistica va giocata con attenzione. Questo paesaggio va mostrato soltanto a chi è in grado di apprezzarlo. A chi nella quando è in vacanza vuole entrare in contatto con un terroir, con una civilisation. Alcuni mesi fa, ad esempio, ho portato un gruppo di russi a visitare le gole dove le nostre viti sfidano incredibili precipizi e ho riscontrato una certa indifferenza. Era un’esperienza che non destava in loro particolare interesse». Ora anche la Co-Enfer si è lanciata nell’avventura del superconsorzio uno dei primi frutti si vedrà nel 2009 con la creazione con il marchio «Quatremillemetres» di un rosato autoctono con Petit Rouge che si chiamerà «Caron». Obiettivo primario far crescere la redditività dei soci che devono confrontarsi con un territorio pieno di vincoli, dove il lavoro manuale è inevitabile, ma che può puntare su un atout importante. «Chi compra l’Enfer – conclude l’enologo – è disposto a spendere pur di avere un prodotto di qualità. In effetti non si riscontrano significative differenze a livello di vendita tra il Clos de l’Enfer, cioè il top di gamma, l’Enfer classico, realizzato con uve di zone meno vocate, e un Enfer base, solitamente indirizzato al mercato nazionale». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 31 luglio 2008)

21 agosto 2008

Superata la soglia di 500 voti dal Concorso «Vota il miglior imprenditore valdostano 2008»

Nonostante le vacanze e le olimpiadi il concorso è miracolosamente arrivato a quota 501 suffragi. Continuano invece a latitare le vostre segnalazioni per le candidature del prossimo anno. Ma veniamo alla classifica. Paolo Conta (Laser) mantiene, anche se di una manciata di lunghezze (93 voti contro 91), il primato. Piero Enrietti della Thermoplay di Pont-Saint-Martin insegue e i suoi elettori non sembrano però intenzionati a mollare. Decisamente più staccati anche se, comunque, a caccia di una piazza d’onore Paolo Musumeci (Musumeci-Pcl) con 57 preferenze, tallonato da Costantino Charrère (Les Crêtes), primo non industriale di questa speciale classifica, a quota 53 che nel mese di agosto però non ha mietuto suffragi. Agosto particolarmente fruttuoso per Gioacchino Gobbi (Grivel) che con 34 preferenze si presenta in solitaria come quinta forza di questo campionato imprenditoriale. Guida il gruppo di centroclassifica, Piero Roullet (Albergo Bellevue) con 23 voti, tallonato da Marilena Péaquin (Maison Bertolin) a quota 22, Mario Ronc (Fratelli Ronc) e Pietro Giorgio (Sea) sono invece appaiati a quota 20. Entriamo così nella zona retrocessione, cioè nelle ultime sette posizioni che chi segue il nostro sondaggio sa che segnano l’esclusione dalle nominations del prossimo anno. Alla guida del mini-plotone Pietro Capula (Gps) con 18 suffragi. Seguono Luca Minini (Mdm) a quota 16, Roberto Marzorati (Cogne) a 15, Nicola Rosset (Saint-Roch) a 12, Alberto Celesia (Cidac) e Pierre Noussan (Sicav) 10. Fanalino di coda Corrado Neyroz (Albergo Hermitage) a quota 7. Come ribadisco da tempo votate e fate votare. Mi piacerebbe arrivare ad un migliaio di suffragi e nel mese di settembre annuncerò il premio, simbolico, ma concreto, da consegnare al primo classificato, opera di un noto artigiano valdostano.

20 agosto 2008

Marco Viérin: prima rendiamo dignitoso l'esistente poi penseremo alle nuove grandi opere (2)

Seconda parte dell'intervista all'Assessore alle Opere Pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica Marco Viérin (Stella Alpina). La prima la trovate qui.

La grande opera del prossimo quinquennio sembrerebbe essere l’interramento della rete ferroviaria e la creazione di una metropolitana leggera…
Come tutti sappiamo è allo studio la realizzazione del teleriscaldamento per la città di Aosta. Visto che per realizzare questa opera la società interessata sta orientandosi verso la soluzione dei cunicoli sotterranei posti a circa sei metri sotto il manto stradale che assicurerebbero vantaggi di tempi e costi in quanto non presenterebbero né il problema dei resti archeologici né quello legato allo spostamento di tutte le reti, fibre ottiche o scavi fognari che siano, tanto vale invece di realizzare un cunicolo di tre metri di diametro farne uno di sei metri. Questo ci risolverebbe molti problemi.

Cioè?
Si tratta di una metropolitana leggera che seguirebbe due direttrici principali: dall’Arco d’Augusto all’area di Corso Battaglione e dall’Ospedale alla stazione per la cabinovia di Pila. In questa maniera si lascerebbero le auto fuori dalla città.

Ciò significa che anche il trasporto pubblico subirebbe modifiche?
Ma certamente. Inoltre in questi cunicoli potrebbe anche passare tutta la raccolta dei rifiuti in maniera pneumatica. A Parigi si fa già così. E’ chiaro che si tratta di un progetto a medio-termine. Senza contare un simile intervento non farebbe crescere il numero di cantieri in superficie con tutti i disagi che spesso questo comporta. Noi con questi progetti non vogliamo bloccare la città ma rilanciarla, inoltre una simile soluzione assicura anche grossi vantaggi per quanto riguarda la manutenzione. In questi tunnel passano tutte le infrastrutture ad eccezione della rete gas.

L’interramento della ferrovia porterà ad un nuovo volto della città che si espanderà verso l’area Cogne…
Naturalmente. Oltretutto mi ricordo che già diversi anni fa’, nel 1994, avevo lanciato la proposta di costruire il nuovo stabilimento della Cogne oltre il Buthier. Una proposta che sottoposi più volte, purtroppo inutilmente, all’allora assessore all’Industria Demetrio Mafrica. Sono convinto che si sarebbero risparmiati tanti soldi dei contribuenti. Oggi non è più possibile.

Il suo assessorato si occupa anche di edilizia residenziale pubblica. Stanno aumentando le nuove povertà questo comporterà un ripensamento della legge?
Il problema casa è molto delicato. Il livello di povertà si è innalzato anche in Valle d’Aosta e, per la prima volta, ha coinvolto famiglie da generazioni residenti in Valle. Noi dobbiamo partire da questa situazione e dare un messaggio forte, fare delle scelte e uno dei punti sui quali si dovrà lavorare sarà anche sulla residenza storica. Sull’assegnazione delle case popolari va fatta una riflessione più approfondita.

Altre novità?
Una, credo importante, di metodo. Ho sdoppiato l’orario di ricevimento. Al mattino del martedì soltanto i primi cittadini, mentre i privati potranno incontrarmi su appuntamento, in questa maniera si ovvia alla spiacevole usanza che gli amministratori hanno la precedenza. So che anche i sindaci sono favorevoli per evitare situazioni spiacevoli.

19 agosto 2008

Marco Viérin: prima rendiamo dignitoso l'esistente poi penseremo alle nuove grandi opere (1)

Propongo in due puntate anche ai lettori dell'on-line l'intervista all'Assessore Marco Viérin che ho pubblicato sulle colonne del Corriere della Valle. Prosegue così il ciclo d'interviste agli assessori della Giunta Rollandin. Come sempre sono ben accetti i commenti (il link lo trovate alla fine del post). Soprattutto da parte dei rappresentanti dei settori interessati.

Se si entra negli uffici del neo-eletto assessore all’opere pubbliche, difesa del suolo ed edilizia residenziale pubblica Marco Viérin (Stella Alpina), al quinto piano di via Plouves, ci si imbatte non soltanto in pile di dossier, ma in pile di scatoloni pieni di dossier. E’ il risultato da un lato dello sdoppiamento dell’assessorato con la rinascita del dicastero dell’Ambiente e dall’altra della volontà del neo-eletto di rimettere mano alla macchina a 360°.

La domanda, visto lo scenario, è d’obbligo, quali sono i primi dossier che avete ripreso in mano?
Il mio obiettivo è entro settembre di conoscere a fondo il funzionamento della struttura, a partire dai vari servizi, dalle esperienze e professionalità che vi operano all’interno. Solo grazie ad una approfondita analisi è possibile raggiungere i due obiettivi che mi sono dato in questa prima fase: da un lato la semplificazione delle procedure, cioè meno tempi di attesa per il cittadino, dall’altro la razionalizzazione anche interna del lavoro. Che inevitabilmente è carente visto che abbiamo un assessorato dislocato su cinque sedi. Questo forzatamente significa meno efficienza, meno efficacia e più costi per l’amministrazione.

Sul programma di maggioranza è indicata chiaramente l’intenzione di fare alcune modifiche in materia di imprese artigiane.

Sono previste altre novità?
Farei una premessa. Io credo che si debba pensare più ad interventi che migliorino la fruibilità delle opere pubbliche già esistenti, che le rendano più sicure e decorose. Questo significa che alcune grandi opere nuove si possono fare, ma occorre anche rimettere mano a quelle già esistenti. Strutture in disuso, mezze abbandonate o poco utilizzate sono uno spreco di risorse che non possiamo e non dobbiamo permetterci. Faccio un esempio di quella che sarà la mia filosofia nel condurre questo assessorato: costruire strade parallele al tratto autostradale Quart e Aymavilles e non fare la battaglia per trasformare questo tratto in tangenziale è secondo me un errore. E’ un ragionamento importante anche dal punto di vista turistico. Penso ad esempio al tratto che dal casello di Quart porta ad Aosta. E’ un pessimo biglietto da visita.

E la legge?
La normativa va rivista. E’ una nostra priorità. Ma non può essere fatto in poco tempo. In autunno quando avrò inquadrato il funzionamento della macchina dell’assessorato incontrerò subito le associazioni di categoria di imprese e professionisti. Non sarebbe stato serio farlo due giorni dopo la nomina. Nella mia attività politica sono stato abituato al fatto che prima di tutto si deve comprendere il contesto dove si è chiamati ad operare. Nessuno ha la verità in tasca e perciò serve avere capacità di ascolto, di mediazione, ma poi c’è il tempo della decisione. E da qui si inizierà lavorare su una ipotesi di revisione della legge sugli appalti avendo ben chiari due obiettivi. Da un lato il miglioramento dell’efficienza e della qualità delle opere che passa anche attraverso un radicamento delle imprese coinvolte. Sempre di più constato che i lavori realizzati da imprese provenienti da fuori valle, spesso da molto distante, dopo qualche anno presentano difficoltà e lacune. L’impresa che lavora per la sua comunità, secondo me, inevitabilmente garantisce un lavoro migliore dovendone in qualche maniera rispondere di fronte ai propri concittadini. Dall’altro la necessità di dare, nella sezione degli incarichi, maggiori opportunità. Vorrei perciò inserire il principio della rotazione e, soprattutto, dare la possibilità a giovani professionisti di crescere, magari attraverso un affiancamento. Per fare questo bisogna valutare in maniera diversa il curriculum, altrimenti i professionisti più anziani finiscono per non avere avversari e, allo stesso tempo, i nostri giovani non riescono a migliorare il loro percorso professionale. E’ uno scenario da evitare. Va garantito il ricambio. (Continua)

18 agosto 2008

L'Agicos promuove Luca Frigerio

Sul sito dell'Agicos (Agenzia Giornalistica Giochi e Scommesse) viene salutata con notevole ottimismo la nomina di Luca Frigerio a amministratore unico della Casa da Gioco di Saint-Vincent. Il parere degli addetti ai lavori è il seguente: «Proveniente dal casinò di Campione, Frigerio è stato uno dei fautori degli ottimi risultati ottenuti dalla casa da gioco soprattutto a seguito del passaggio dal vecchio al nuovo casinò, portandola a livelli ineccepibili come noto agli esperti e come diffuso dagli stessi a seguito dell'approvazione dell'ottimo bilancio di esercizio e dei risultati soddisfacenti del primo semestre 2008. Uno sprint in più ed un augurio a fare meglio nella nota casa da gioco valdostana, potrebbero essere le motivazioni principali che hanno portato i membri dell'Assemblea a pensare alla sua nomina». E' chiaro che l'autonomia garantita dal Presidente Rollandin dovrà essere reale. Qual è la vostra opinione in merito?

Interessante dibattito sul turismo

Sul blog di Eddy Ottoz ho invitato i visitatori a dibattere sull'intervista rilasciatami dall'Assessore al Turismo Aurelio Marguerettaz dove l'assessore afferma che per lui un albergo a cinque stelle è come una grande opera e, perciò, vista la sua funzione di volano economico deve poter disporre di un percorso speciale. Alcune risposte (ad esempio il caso di La Thuiile) mi sono apparse particolarmente interessanti e perciò vi invito ad andarvele a leggere direttamente sul suo blog. Spero che prima o poi anche gli inviti lanciati da Impresavda ottengano la stessa attenzione.

17 agosto 2008

La Caves des Onze Communes regina del Torrette

«La Cave des Onze Communes» di Aymavilles con le sue oltre 350 mila bottiglie (primo produttore regionale in attesa del super-consorzio di cui abbiamo parlato sul Corriere della Valle della scorsa settimana e che comunque non unificherà le etichette) coinvolge 220 soci su un territorio vitato di 51 ettari. Sono interessati dalla sua azione i comuni di Aymavilles, Aosta,Charvensod, Gressan, Introd, Jovençan, Quart, Saint-Christophe, Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve. Un territorio dove la viticoltura è rinata grazie al suo stimolo e che può contare su un buon numero di produttori privati. «Uno degli aspetti più positivi – precisa Dino Darensod, 70 anni, dal 1993 Presidente della Cave – è anche il ricambio generazionale dei soci. I figli portano avanti l’attività dei papà. Magari non lo fanno a tempo pieno però non abbandonano, segno che, comunque riusciamo a garantire una redditività accettabile 0187. Darensod è stato fra i fondatori della Cave. «La Cantina – racconta - è stata costituita nel 1984 e la prima vendemmia è stata fatta nel 1990. Abbiamo iniziato con 800 quintali di produzione di uva e oggi iniziamo a vedere il traguardo dei 5000». Del resto non va dimenticato che questa parte della regione vanta un nome storico e riconosciuto universalmente nel mondo enologico: il Torrette. E’ intorno a questo nome che nasce appunto la scelta di dare il via all’attività cooperativistica. Un impegno che ha portato, primi in Valle d’Aosta, alla presentazione sul mercato di un Torrette da viticoltura biologica. Fra le altre novità dell’ultimo biennio il mayolet e il cornalin, autoctoni che stanno recuperando terreno, e il «Saveurs du Gran Paradis», un fumin aromatizzato, ideato per completare una gamma che può comunque globalmente contare su un’ampia scelta di vini rossi e bianchi, per la maggior parte Doc. Diciassette tipologie di vino cui si aggiunge una piccola distilleria che propone agli appassionati cinque qualità di grappa monovitigno: 4500 litri per un totale di 8000 bottiglie che fanno bella mostra nel punto vendita presso la Cave, situato in località Urbains 14, ad Aymavilles, meta durante tutto l’anno, soprattutto in primavera, di comitive di turisti. «Il mercato interno – commenta Darensod – per ora regge bene. E’ chiaro che anche noi guardiamo insieme alle altre Caves al di fuori dei confini regionali. Ad esempio stiamo predisponendo una fornitura per il Giappone per la quale ci è stato richiesto di predisporre una etichetta ad hoc però è chiaro che per presentarsi su eterminati mercati ci vuole il prodotto». Il trend però dei reimpianti è positivo. «Quest’anno – conclude il Presidente – entreranno in lavorazione tre ettari. Ogni anno qualcuno fa crescere l’area vitata. Il nostro obiettivo sono le 400 mila bottiglie e siamo convinti di potercela fare nell’arco di pochi anni». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 24 luglio 2008)

15 agosto 2008

Buona festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria a tutti!

Per una proficua riflessione leggete qui. Ancora auguri a tutti.

14 agosto 2008

Professionisti valdostani - 14: i giornalisti


Iscritti dell’ultimo triennio:
Anno 2005
Pubblicisti/praticanti n. 4
Praticanti n. 4
Professionisti n. 74
Pubblicisti n. 232
Elenco Speciale n. 31
Totale n. 345
Di cui maschi 238 e femmine 107

Anno 2006
Pubblicisti/praticanti n. 3
Praticanti n. 3
Professionisti n. 75
Pubblicisti n. 234
Elenco Speciale n. 29
Totale n. 344
Di cui maschi 234 e femmine 110

Anno 2007
Pubblicisti/praticanti n. 4
Professionisti n. 77
Pubblicisti n. 236
Elenco Speciale n. 27
Totale n. 344
Di cui maschi 232 e femmine 112

Composizione direttivo:
Presidente: Claudio Laugeri (professionista), Vice Presidente: Piercarlo Lunardi (pubblicista), Segretario: Pier Paolo Civelli (pubblicista), Tesoriere: Enrico Romagnoli (professionista), Consiglieri professionisti: Domenico Albiero, Fulvia Ferrero, Daniele Mammoliti, Renato Willien. Consiglieri pubblicisti: Danila Chenal. Revisori dei conti professionisti: Renato Godio, Gaetano Assanti. Revisori dei conti pubblicisti: Alessandro Camera. Rappresentanti al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti: Pier Luigi Bertello (professionista), Ezio Vincenzo Bérard (professionista), Renato Patacchini (pubblicista).

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti:
non è stimabile

Mail e sito internet:
mail: odg@giornalistivaldostani.it
sito: www.giornalistivaldostani.it

Le nostre domande

Principali problematiche a livello regionale.. e nazionale?
Direi privacy, intercettazione e diritto cronaca, e minori.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Possibilità limitate.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Sicuramente il web.

Iniziative di formazione realizzate nel 2007 e in programma 2008?
Nel 2007 il Seminario «Emergenze e Informazione», Giornalisti per il volontariato, Reati e iter
giudiziario, Europ Direct Vallée d’Aoste, Incarichi e creazione uffici comunicazione e stampa e Informazione e mondo della scuola. Nel 2008 «Come leggere un bilancio (seconda parte) degli enti pubblici» e «Il giornalista e i reati legati alla professione».

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
E’ fondamentale la preparazione deontologica.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
In generale, poco approfondito e poco attento.

12 agosto 2008

Commercio: la preoccupazione degli operatori

L’ultima iniziativa pubblica nel settore del commercio è del comune di Aosta. Nel triennio 2008-2010 l'Amministrazione comunale investirà nel Consorzio di commercianti «Aosta Insieme»oltre 281 mila euro per finanziare le attività del Consorzio stesso. La bozza di convenzione prevede un programma di iniziative tese a promuovere l'albo degli esercizi storici e tradizionali, organizzare eventi enogastronomici, promuovere attività in altre località turistiche per richiamare turisti nel capoluogo regionale, avviare studi e progettazioni per dare nuovo impulso all'attività economico-turistica del capoluogo valdostano. «La situazione del piccolo commercio – spiega Flavio Martino, presidente di Confesercentiè critica. I saldi non stanno andando per niente bene. Inoltre in questi ultimi anni con il diminuire dei margini di redditività dei singoli esercizi si è aggravata la problematica degli affitti, onere sempre più pesante nei bilanci delle piccole aziende commerciali». «In merito poi alla presenza degli esercizi commerciali nei centri storici – sottolinea Martino - si deve fare una seria riflessione. Occorre intervenire, ad esempio, sulle tasse comunali. In questo momento gli affitti sono troppo alti». E cresce così il fenomeno del franchising. «Per molti piccoli commercianti – prosegue Martino- si tratta di una vera e propria ancora di salvezza, soprattutto ora che esiste una legge che ha ben definito diritto e doveri di entrambe le parti. L’unico aspetto negativo è il rischio che nel centro storico di Padova e di Aosta finiscano per esserci gli stessi negozi. Bisognerebbe individuare strumenti adatti a favorire gli esercizi che promuovono la tipicità». Preoccupato anche Giuseppe Sagaria, vicepresidente di Ascom-Confcommercio. «Inutile girarci intorno – osserva – i saldi non stanno andando secondo le aspettative degli esercenti. La gente non si fa vedere in negozio. Chi un tempo aspettava i saldi per spendere ora preferisce risparmiare per coprire altre spese. I magazzini così restano pieni». Sagaria, da poco eletto nel direttivo della Chambre, confida nell’impegno dell’ente a favore del progetto del «Centro commerciale naturale» su cui però deve ancor aessere definita una tempistica precisa. «Anche il nuovo regolamento sui Dehors – prosegue - approvato dal Consiglio comunale del capoluogo regionale ci trova concordi». I numeri messi a disposizione da Unioncamere non sembrano ancora evidenziare un’emorragia significativa. Il saldo tra imprese registrate e cessate è pari a –1,55%, quasi perfettamente in linea con la media italiana del –1,50%. «E’ chiaro però – conclude Sagaria – che chi decide di aprire un’attività in questa particolare congiuntura deve davvero fare molto bene i suoi conti. Io sarei molto cauto».

10 agosto 2008

Crotta Vegneron di Chambave: obbligatorio crescere sui mercati esteri

Consorzio unico «Quatremillemètres» che porterà sotto una regia unica l’attività di tre cantine sociali: la «Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle», la «Cave de l’Enfer d’Arvier» e la «Crotta di Vegneron» di Chambave. Andrea Costa, dal 1996 enologo della Crotta, Cooperativa nata nel 1980, con la finalità di valorizzare la viticoltura delle zone di Chambave e Nus, crede profondamente nel progetto.
«I tre marchi storici – spiega – rimarranno anche perché ovviamente ogni cantina mantiene
i suoi asset produttivi, ma nasce un coordinamento per le attività su cui si può fare sinergia come gli acquisti, le vendite, le azioni di marketing. Del resto con il marchio «Quatremillemètres» abbiamo già prodotto 60mila spumanti
». La Crotta (Presidente Elio Giuseppe Cornaz) oggi conta su 120 soci e su una produzione di 350mila bottiglie su di un territorio di 35 ettari. La zona è privilegiata da un microclima particolarissimo con scarse precipitazioni per cui gli attacchi dei parassiti della vite sono estremamente limitati e temperature medie elevate nel periodo estivo. La politica aziendale è marcatamente votata alla valorizzazione dei vitigni autoctoni come Petit Rouge,Fumin, Vien de Nus oltre a quelli tradizionali come Muscat de Chambave e Nus Malvoisie. Sono in particolare i passiti ad essere da sempre il biglietto da visita di questa Cooperativa anche se ormai anche la produzione dei rossi sta incontrando il favore di alcune guide di settore, soprattutto per il loro buon rapporto qualità- prezzo. «La qualità c’è – prosegue Costa – bisogna però lavorare di più sulla commercializzazione anche se devo dire che in questi ultimi anni il mercato sta rispondendo bene». La Crotta sta facendo crescere la sua quota di mercato al di
fuori dei confini regionali. «Dal 2005 – puntualizza l’enologo – lavoriamo sul territorio nazionale con la cuneese Vinifera che propone i nostri vini in hôtel, ristoranti e bar con risultati ottimi nel Lazio e buoni in Piemonte e Toscana. Ma dal 2008 si è aperto anche il mercato estero. Giappone a parte, dove abbiamo sempre potuto contare su un importatore che ha sempre creduto in noi, siamo entrati sul mercato statunitense con l’agenzia «Villa Italia» di San Francisco». Uno sbarco in grande stile che ha avuto recentemente il suo evento clou con una quattro giorni di manifestazioni itinerante sul suolo americano organizzata dall’importatore. «Il nostro moscato ha avuto un successo eccezionale per i suoi profumi fascinosi – sottolinea Costa – per il suo gusto secco che lascia la bocca pulita e fresca e che ben si presta al gusto americano con la sua predilezione per la cucina giapponese e il pesce crudo. Ma è stato apprezzato, devo dire in maniera anche inaspettata, il rosso Fumin. E’ un vino meno facile che è piaciuto soprattutto a San Francisco e Chicago». Piazze buone per i vini della Crotta sono anche il Belgio, l’Inghilterra, la Germania e recentemente grazie alla nuova linea di spumanti anche la Svezia e, presto, l’Ucraina. Attualmente il mercato italiano assorbe il 15% della produzione e il 5% l’estero, ma l’obiettivo dell’azienda è nel giro di alcuni anni di arrivare a commercializzare al di fuori dei confini valdostani il 40% delle bottiglie prodotte. «Puntiamo anche ad aumentare la produzione – conclude Costa – già nel corso del 2008 entreranno in produzione altri due ettari e nel prossimo triennio altri 3-4. Complessivamente significa altre 50-60 mila bottiglie». (Pubblicato sul Corriere della Valle del 17 luglio 2008)

8 agosto 2008

Ad Aosta un centro di addestramento equipaggi di elisoccorso dell'AgustaWestland (Finmeccanica)

AgustaWestland, azienda leader nella costruzione di elicotteri ad uso civile e militare del Gruppo Finmeccanica, intende sviluppare con la Regione Autonoma Valle d’Aosta un progetto di eccellenza che prevede la creazione di un centro di addestramento per equipaggi impegnati in attività di elisoccorso in ambiente montano. L’idea di sviluppare quella che potrebbe essere una «Scuola di elisoccorso» di valore mondiale prende corpo nel primo semestre del 2005, come iniziativa volta alla valorizzazione per la Regione Valle d’Aosta della professionalità ed esperienza maturata dagli addetti al servizio di elisoccorso e come opportunità per AgustaWestland di arricchimento dell’offerta formativa destinata alla propria clientela, grazie all’operato della Training Academy di Sesto Calende. «La Scuola di elisoccorso – per i responsabili della società di elicotteristica - rappresenta per la Valle d’Aosta il riconoscimento degli sforzi organizzativi e delle risorse investite in molti anni di attività operativa che hanno favorito il continuo miglioramento del proprio servizio di elisoccorso e che, grazie alla realizzazione del congiunto progetto con AgustaWestland, vede proiettata la propria immagine in un contesto di dimensione internazionale». Una prima manifestazione della volontà politica di sviluppare questo progetto si è concretizzata negli ultimi mesi della giunta Caveri con un incarico a Finaosta per valutare come dare corpo all’iniziativa e una prima presentazione dei possibili sviluppi dell’attività. Un dossier che ora dovrà essere ripreso in mano dalla Giunta Rollandin per rinnovare il mandato alla finanziaria regionale e definire i dettagli operativi e societari. Una prima ipotesi dovrebbe portare alla nascita di una società di capitali, controllata da AgustaWestland (51%) e partecipata da Finaosta Spa (49%). Dall’analisi delle esigenze di mercato l’offerta formativa dovrebbe articolarsi su tre tipologie di corso: un «Master di Specializzazione» della durata di una settimana per coloro che già operano nel settore e vogliono acquisire competenza per operare in ambiente montano/ostile; un «Extended Basic Training» di due settimane per coloro che non operano ancora, ma che intendono inserirsi nel settore e un «Recurrent Training» di due giorni che ha lo scopo di mantenere sempre elevato il livello di capacità dei membri di equipaggio nello svolgere le attività di elisoccorso in montagna rimanendo aggiornati su argomenti tecnici, operativi e normativi. «La Scuola – si legge in una brochure di presentazione - ambisce a diventare interlocutore privilegiato di ENAC e delle altre Autorità aeronautiche per la definizione di nuovi standard formativi che accrescano i livelli di competenza degli equipaggi di missione, migliorino gli standard di sicurezza operativa e contribuiscano al miglioramento della vigente normativa che disciplina le attività». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 30 luglio 2008)

6 agosto 2008

Airvallée si riparte da Europam

La Fiat ha venduto il pacchetto azionario di maggioranza (99,7 per cento) della compagnia aerea valdostana Air Vallée alla Europam. La società, che la sede legale a Milano e quella amministrativa a Genova, opera nel settore energia e ha come azionisti di riferimento la Black Oils SpA (Holding famiglia Costantino) e la Erg petroli S.p.A.. Il gruppo può contare su un fatturato annuo di oltre 500 milioni ed un organico medio di circa 500 persone tra dipendenti, agenti, collaboratori e gestori. L’operazione, già annunciata da tempo, si è concretizzata nei giorni scorsi con la riunione ad Aosta del nuovo Consiglio di amministrazione che ha nominato amministratore delegato Federico Wendler, classe 1960. Si tratta di un tassello fondamentale nel quadro dei progetti per sviluppare le potenzialità del trasporto aereo nella piccola regione autonoma anche perché Airvallée, oltre ad essere l’unico operatore dell’aerostazione, detiene il 51 per cento dell'Avda spa, società che gestisce l'aeroporto valdostano Corrado Gex (il restante 49% è della Regione autonoma Valle d'Aosta). Un impegno comune che ha fatto sì che la nuova proprietà rendesse subito visita ai vertici dell’amministrazione regionale. Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta, Augusto Rollandin e l'industriale genovese Mario Costantino, presidente e amministratore delegato di Europam, si sono infatti incontrati concordando un «coordinamento tra il piano di sviluppo regionale dell'aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe e le politiche che saranno attuate dal nuovo proprietario dell'Air Vallée». Nel corso del colloquio, durante il quale è stato fissato un prossimo incontro al quale parteciperà anche l'assessore regionale ai trasporti, Aurelio Marguerettaz, il presidente Rollandin - ha ribadito l’impegno dell’amministrazione «nell'adeguamento delle infrastrutture aeroportuali». Air Vallée (85 dipendenti e un fatturato 2007 pari a circa 9 milioni), società costituita nel 1987 e a lungo considerata la «compagnia di bandiera valdostana», era stata rilevata nel 2006 dalla Fiat nell'ambito dell'acquisizione del gruppo Ergom Holding di Francesco Cimminelli. Il passaggio di consegne era però da tempo annunciato in quanto il commercialista torinese, che aveva sostituito alla guida della società valdostana Francesco Cimminelli aveva ricevuto l’incarico di gestire la fase di individuazione di un nuovo acquirente per la società aerea. La vendita di Air Vallée era infatti stata già decisa dal gruppo Ergom nel corso della gestione Cimminelli ed è stata confermata dalla Fiat.

4 agosto 2008

Aeroporto ad Agosto si Parte

«Entro agosto faremo partire i lavori». Piergiorgio Brunod, amministratore delegato di Aeroporto Valle d’Aosta (Avda), società che esercita la propria attività di gestore dell’aeroporto «Corrado Gex» di Saint-Christophe, in virtù di un affidamento trentennale concessole dalla Regione, socia con una quota del 49% di Avda e proprietaria dello stesso Gex, è ormai certo di contenere il ritardo nella tabella di marcia. I lavori di potenziamento delle infrastrutture di volo, cioè il prolungamento della pista, erano infatti stati sospesi a causa di un ricorso al Tar di un’impresa che riteneva di essere stata esclusa ingiustamente dalla gara. «Siamo confortati dalla pronuncia del Tar – prosegue Brunod – che ha respinto la richiesta di sospensione cautelare dei lavori». Un’azione che ha tuttavia fatto slittare l’iniziale scadenza di giugno «L’obiettivo – precisa Brunod – è di completare i lavori di allungamento della pista dai 1.240 metri attuali a circa 1.600 metri, di potenziare gli impianti visivo-luminosi sul tratto finale del sentiero di avvicinamento, installare e mettere in esercizio gli apparati per superare le attuali limitazioni operative dello scalo regionale e accrescere i livelli di sicurezza per l'attività degli aeromobili, rendendo così l'aeroporto accessibile anche da aerei da 70 a 90 posti, per l’estate del 2009 in tempo per il cinquantennale della struttura». Un’operazione stimata in dieci milioni che prevede oltre al già citato allungamento anche interventi di riordino della viabilità connessi ai lavori di allungamento della pista. AVDA poi, in qualità di stazione appaltante, ha pubblicato nel mese di agosto 2007 un bando di gara a rilevanza comunitaria per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura finalizzati alla realizzazione del nuovo terminal passeggeri. L’importo previsto per i lavori di costruzione della nuova aerostazione passeggeri e delle sue pertinenze air side (parcheggio aeromobili) e land –side (parcheggio automobili), è stimato in circa 8,5 milioni di euro. L’aggiudicazione definitiva dei servizi di ingegneria ed architettura previsti dal bando è andata al raggruppamento di imprese costituito da Tecno Engineering 2C, Gae Aulenti Architetti Associati, e Tecno Services Vallée d’Aoste. Un importo complessivo che sale a 30 milioni se si tiene conto della già realizzata installazione di apparati radioelettrici e visivi di ausilio alla navigazione aerea. Il nuovo terminal sarà invece realizzato entro il 2011. «Per allora – prosegue Brunod - vogliamo regalare alla città una aerostazione che possa essere percepita e vissuta come patrimonio della collettività dove trovi uno spazio più adeguato l’aviazione commerciale, ma allo stesso tempo sia assicurata la continuità dell’attività dell’aeroclub. Non nascondo che per noi è stata fonte di particolare ispirazione la vicina Sion». E a dimostrazione di quanto fosse forte l’idea di dare vita ad una infrastruttura in grado di qualificare ulteriormente il vicino capoluogo regionale, la progettazione architettonica del nuovo terminal è stata curata personalmente da Gae Aulenti, noto architetto di fama internazionale, che nel suo curriculum annovera opere architettoniche dello spessore del Museo d'Orsay di Parigi. In questa logica il nuovo Corrado Gex, recentemente presentato dalla stessa Aulenti, ospiterà anche uno spazio espositivo di 100 mq, dove allestire mostre temporanee di grande qualità, la nuova aerostazione Corrado Gex di Aosta. «Il centro espositivo - si legge nella relazione architettonica del progetto preliminare - può costituire un ulteriore motivo di sosta per chi deve partire o per chi è appena arrivato, ma anche la frequentazione della nuova aerostazione in occasioni diverse dal viaggio». Un progetto ispirato dalla convinzione che «l'aeroporto – si legge ancora - è un elemento architettonico molto importante nella città contemporanea. Un luogo, di passaggio di grandi quantità di persone, che costituisce per chi viaggia per vacanza o per lavoro, la prima immagine o l'ultimo ricordo che si ha della città dove si è sostato».

3 agosto 2008

La Madonna delle nevi: i miei auguri di buone vacanze

L'ultimo mio fondo pubblicato sul Corriere della Valle (che uscirà ancora in edicola il 7 agosto con uno Speciale Estate con gli auguri ai turisti del Vescovo) è il mio personale congedo estivo da lettori e visitatori. Il blog infatti sarà aggiornato con meno solerzia. Almeno in agosto se si sta un po' lontani dal proprio Pc è sicuramente salutare.

La montagna «non solo costituisce uno magnifico scenario da contemplare, ma quasi una scuola di vita». Questa indicazione di stile sull’andare in montagna proviene da un montanaro illustre che per ben dieci volte ha avuto modo di percorrere i tanti sentieri che attraversano le vette più alte d’Europa, perfino quando l’età e la malattia hanno reso il suo passo più faticoso: Giovanni Paolo II. Un camminare pregando che, soprattutto, nel periodo estivo, come osserva il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi, fa sì che le montagne valdostane siano animate da celebrazioni, ora semplici ora solenni, all’aperto, presso laghi e sorgenti, accanto a croci e santuari «che la pietà e la laboriosità dei padri hanno eretto lungo i secoli». Il silenzio di quei luoghi, la bellezza di una natura che si coglie più pienamente nella sua condizione di dono fatto da Dio all’uomo fanno sì che l’escursione in montagna, anche quando non avviene all’interno di una comunità in processione, trasformi la fatica in sacrificio di ringraziamento a chi guida il nostro passo verso le alte vette della fede. Del resto lo sguardo quando si sale è fisso al cielo e se si incontra qualcuno in montagna, anche se non lo si conosce, il saluto è un gesto di fraternità condivisa che contagia tutti, mentre nelle nostre giornate quotidiane nelle metropoli rumorose
è spesso rivolto verso il basso, quasi nel timore di incrociare quello degli altri. Le mete sono le più varie ed hanno storie che raccontano una devozione antica che riesce ad attraversare le generazioni. Il 5 agosto in particolare, in occasione della Madonna delle nevi, il «pregare camminando» si diffonde in tutte le vette valdostane. Gruppi di fedeli, ad esempio, si mettono in cammino sia da Cogne che da Champorcher, comune della Bassa valle d’Aosta, verso il Miserin (a 2582 metri). Un appuntamento che coinvolge anche i vicini piemontesi della Val Soana e che si svolge da tempo immemorabile. Nel 1974 poi in occasione dell’anno santo, su iniziativa del parroco di Cogne, don Corrado Bagnod, la processione ha il preso il nome di “Marcia della fede”, proprio per riunire le popolazioni delle tre vallate. Nella stessa data gli abitanti di Nus e Saint-Barthélemy, località a pochi chilometri da Aosta, si mettono in cammino verso il santuario di Cuney, costruito nel 1661. I pellegrini fanno tappa ad una sorgente vicino all’edificio sacro per pregare nei periodi di siccità. Qui il parroco celebra l’eucarestia e successivamente immerge per tre volte la croce processionale, chiedendo al Signore l’abbondanza dei frutti della terra fecondata dall’acqua. A tutti, residenti e turisti, l’augurio della redazione di un’estate che sia davvero di riposo per il corpo e per lo spirito. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 31 luglio 2008)

2 agosto 2008

Sondaggio Usa 2008: e tu stai con Mc Cain o Obama?

Sono per ora 78 i suffragi raccolti dal mio giochino estivo sulle elezioni americane. Il quesito è semplice ma può dire molto del nostro attuale sentire politico: voi state con John McCain o con Barack Obama? Il 55% dei votanti per ora si è espresso a favore di Obama e, del resto, l'ultimo viaggio in Europa ha dimostrato quanto interesse ci sia intorno alla sua candidatura. Comunque ci sono ancora 30 giorni per esprimere la propria preferenza e mi piacerebbe veder crescere in maniera significativa i suffragi del mio sondaggino. Come ho già scritto proviamo a sognare per un minuto di essere tutti americani. E tu stai con McCain o Obama?

1 agosto 2008

Aurelio Marguerettaz: «Dico di sì al piano di sviluppo turistico» (2)

Completo il testo dell'intervista all'Assessore Aurelio Marguerettaz. La prima parte è stata pubblicata ieri.

Alcuni comuni stanno proponendo il vincolo di destinazione alberghiera. Può essere un’iniziativa interessante, ma non è sufficiente se non si suscitano imprenditori alberghieri. I muri non bastano a fare un albergo ci vuole l’albergatore…
Senza voler cannibalizzare o invadere sfere di competenza che non mi appartengono posso dire che gli albergatori hanno la necessità di poter esercitare correttamente il loro lavoro proponendo delle strutture ricettive adeguate. Per arrivare a questo dobbiamo avere attenzione agli strumenti urbanistici, alle capacità edificatorie, ai vincoli urbanistici che ci sono. Allora molto probabilmente ci sono delle strutture collocate in centro storico piuttosto che all’interno di reti urbane che non sono più adeguate agli attuali standard. Avere alberghi di questo tipo è una pessima pubblicità per tutti e, quindi, bisogna fare un’analisi con l’associazione albergatori e, singolarmente, comune per comune, per valutare se esistono delle possibilità per riadattare simili strutture. Se la possibilità c’è bisogna trovare la coerenza con i piani regolatori per farlo. Se non c’è molto probabilmente va assunta la decisione, molto difficile, di riconvertire gli alberghi.

Concretamente?
Sono due le soluzioni. Da un lato quella dell’adeguamento, portando all’estremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per arrivare addirittura ad un accordo quadro che lo consenta, con una logica anche di deroga pesante al piano regolatore. Questa opzione è chiaro che però comporterà dei vincoli severi. Vogliamo avere infatti la certezza di trovarci di fronte ad una operazione di lungo respiro. Quindi bisogna studiare il vincolo e l’aspetto finanziario. Dall’altro se non si fa l’adeguamento ma la riconversione si dovrà fare un ragionamento in materia di vincoli…
Piero Roullet aveva lanciato l’idea della rottamazione alberghiera. Il concetto mi sembra simile…
Il termine mi piace poco, ma dal punto di vista del ragionamento è simile. E’ necessario guardare il problema con una certa lucidità, dopodiché dobbiamo adottare tutti gli strumenti per evitare delle speculazioni. Ma delle strutture che non funzionano non vanno bene né per l’imprenditore né per la comunità. Ma non basta.

In che senso?
Occorre iniziare a ragionare su un settore di eccellenza. Se noi abbiamo la possibilità di avere imprenditori che vogliono affrontare delle sfide di massimo livello e dovessimo andare costruire un cinque stelle io, un albergo di questo tipo, lo paragono ad una grande opera che merita di avere un trattamento non dico privilegiato, ma speciale. In un simile scenario io devo potere anche qui valutare con particolare attenzione i vincoli urbanistici del piano regolatore…

Un esempio?
Si tratta di fare un’opera che dal punto di vista volumetrico è importante. Non si può fare un cinque stelle senza pensare di avere 100 camere…

Una bella spa…
Esatto feetness, spazi, confort. E’ una questione di economie di scala. Rendiamoci conto che un simile progetto imprenditoriale merita una valutazione ad hoc. E quindi si deve creare un percorso e una attenzione che meritano le grandi opere in modo tale da semplificare il quadro autorizzativo, le coerenze con i piani regolatori e creare a degli investitori del genere tutte le condizioni per fare degli investimenti così impegnativi. Oggi ci sono già delle deroghe ma si deve fare di più.

Sul programma si parla di un campo da golf internazionale…
E’ un dossier importante. Stiamo soltanto attenti a creare delle strutture capaci di qualificare nel migliore dei modi la nostra offerta turistica. Non si tratta di guardare alle volontà dei giocatori del settore, ma anche la componente turistica…

Insomma stiamo attenti a non avere un campo da golf in ogni comune…
Ecco. Conoscendo la Valle d’Aosta avrei la necessità di riunire. Deve poter servire più realtà anche perché dopo la costruzione c’è la gestione. Nell’ambito delle infrastrutture sportive, ad esempio, va definita con chiarezza una strategia di quelli che sono gli impianti di interesse regionale. Non dimentichiamoci che una volta che si taglia il nastro, dal giorno dopo, partono i costi. Anche questi impianti devono assicurare, in qualche maniera, una produzione. Oppure bisogna anche chiedere alla comunità se è disponibile a mantenere certi costi.

Dal turismo ai trasporti. Sull’aeroporto cosa c'è da dire?
Le ultime novità sono note a tutti. Abbiamo salutato con molto favore il fatto che vi sia un imprenditore che ha dimostrato interesse per l’Airvallèe ed automaticamente è diventato partner nella società di costruzione dell’aeroporto, cioè l’Avda. I contatti sono stati soltanto di conoscenza e prossimamente ci incontreremo per capire le valutazioni di tipo industriale del nuovo socio.

E sull’andamento dei lavori…
Come molti sanno ci sono stati alcuni ricorsi al Tar in merito all’appalto e ora stiamo aspettando di comprendere come si risolvono.

Nota dolente: la ferrovia. Vi proponente di interloquire con efficacia con Trenitalia. Una bella impresa.
Trenitalia ha un approccio molto commerciale. Oggi propone dei carnet, dei servizi a pagamento. E’ chiaro che una tratta come la nostra per loro non ha una grande appetibilità, fermo restando che il problema delle ferrovie non può essere scaricato dallo Stato soltanto sulle regioni.

In questa logica l’acquisizione dell’Aosta-Pré-saint-Didier di cui parlate nel programma con cui siete stati eletti non è un rischio?
E’ un’opportunità da valutare. Anche perché se immaginiamo di non acquisirne la proprietà e di affidarci alla gestione di Trenitalia che però per farlo chiede i soldi a noi qual è la differenza.

Per gli impianti a fune nel programma da un lato si ipotizza la nascita di una holding e dall’altra un accorpamento di alcune società a maggioranza pubblica. Le due ipotesi non sono in contraddizione?
Sono dei ragionamenti fatti anche in virtù del dibattito che si è sviluppato nella precedente legislatura. In merito c’è un impegno del Consiglio regionale dove sono presi in considerazione entrambi gli scenari. Al di là della soluzione che sceglieremo serve una razionalizzazione che permetta dei trattamenti retributivi definiti con dei criteri comuni, acquisti fatti insieme, logiche manutentive e promozionali comuni.

A che punto sono le competenze per la motorizzazione civile?
Dobbiamo dare corpo alla norma di attuazione. Nelle macrostrutture che andremo a definire introdurremo la casella dove radicheremo tutta l’organizzazione.
 

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