4 dicembre 2011

Valle d'Aosta: Dieci Imprenditori Innovativi

Ti propongo la versione extralarge dell'articolo che ho pubblicato sul Rapporto Valle d'Aosta del Sole 24 Ore Nord Ovest, accompagnato da alcune foto quasi del tutto inedite e pubblicitariamente subliminali. Buona lettura....

Il tessuto imprenditoriale valdostano è da sempre particolarmente polverizzato. In base ai dati della Camera di Commercio al 30 giugno 2011 le imprese registrate attive erano 12.360 con 40.225 occupati, numeri da cui si deduce facilmente come molte aziende siano spesso costituite da un dipendente. Ecco perché non sempre i tradizionali canoni dimensionali ai piedi delle Alpi sono i migliori per mettere in evidenza le eccellenze territoriali. Lo sa bene Carmine Garzia, docente di Economia aziendale presso la facoltà di Scienze Politiche e relazioni internazionali dell'Università della Valle d'Aosta, che da tempo studia cosa significhi fare impresa nella più piccola regione d'Italia, localizzata agli estremi della penisola e caratterizzata da un territorio complesso e poco favorevole all'insediamento di attività industriali. Tuttavia «nel sistema economico valdostano - precisa il professore - non mancano aziende industriali e di servizi di successo con un posizionamento forte e un'operatività internazionale». Garzia, attraverso la sua ricerca «Imprenditorialità innovativa e sviluppo del territorio», finanziata dall'ateneo valdostano e, recentemente sfociata in una pubblicazione per Egea (vedi copertina in alto a destra...ndr ), focalizzandosi sull'analisi dei modelli di business ha individuato un panel di dieci aziende che ha suddiviso in tre categorie: «Pionieri dell'innovazione», «Innovatori high-tech» e «Campioni del territorio».
Gioachino Gobbi (Grivel)

I pionieri dell'innovazione
Si tratta di aziende che nascono con un posizionamento innovativo, competendo con una proposta di valore basata su un elevato contenuto di unicità e che fondano il proprio modello di business sullo sviluppo e la valorizzazione delle risorse locali. E' il caso della Grivel di Verrayes (20 dipendenti e un fatturato 2010 di circa 10 milioni che dovrebbe essere superato nel 2011), azienda che produce attrezzi per montagna (scalata e trekking, per uso professionale, leader, soprattutto con le sue piccozze, a livello internazionale e con una quantità di export pari al 90%. Gioachino e Betta Gobbi hanno dato vita ad una rete di distribuzione indipendente presente in 25 paesi. Grivel ha rifornito dal punto di vista tecnico il primo team di scialpinismo creato dal Governo cinese. «Lo sforzo di globalizzazione di Grivel, - spiega Gobbi - indispensabile in un mercato piccolo come quello dell’alpinismo, ci ha sempre portato a ricercare il mercato ovunque nel mondo esistessero delle montagne e, soprattutto, il desiderio di salirle».
Costantino Charrère (les Crêtes)

Passione e unicità muovono anche la famiglia Charrère che con il brand Les Crêtes (1,5 milioni di fatturato, 220mila bottiglie e circa 25 dipendenti) ha portato la Valle d'Aosta sui maggiori mercati mondiali. Oggi l’azienda, decollata negli anni ’90 grazie al papà Costantino, da poco più di un anno Presidente della Federazione nazionale dei vignaioli indipendenti, ha il volto giovane delle figlie Eleonora  ed Elena, e realizza il 10% dei suoi fatturati in terra asiatica (l’export complessivo è del 30%). Si può trovare il Chardonnay Cuvée Bois, ormai da un decennio segnalazione immancabile tra i Tre Bicchieri della guida Gambero Rosso, sulle tavole dei ristoranti più prestigiosi di Tokio, Honk Hong e Singapore.

Marilena Péaquin (Maison Bertolin)
Fra i pionieri anche la Maison Bertolin (5 milioni e 30 occupati), oggi guidata da Marilena Péaquin e dal figlio Guido dopo la prematura scomparsa del fondatore Rinaldo. L'azienda ha il merito di avere restituito all’enogastronomia nazionale un lardo Dop come quello di Arnad di cui è il maggior produttore industriale, presente nelle maggiori catene distributive nazionali: da Esselunga a Carrefour. Guido Bertolin non ha dubbi in merito: «Negli anni novanta i cultori dei prodotti tipici costituivano un piccolo gruppo che assorbiva una quota di mercato poco rilevante, dieci anni dopo erano diventati una nicchia interessante, oggi rappresentano il segmento con il più alto potenziale di sviluppo dell'intero mercato del food, tanto che la grande distribuzione ha investito e sta investendo nello sviluppo di linee dedicate a questi consumatori».

Alessandra Fulginiti (Valgrisa)
Infine merita una segnalazione la scommessa di Valgrisa, microimpresa ideata da un gruppo di amici con esperienze professionali molto diverse tra cui l'attuale amministratore delegato Alessandra Fulginiti il cui core-business consiste nel valorizzare l'abbigliamento alpino, traendo spunto dalle centenarie tradizioni tessili valdostane. Il prodotto Valgrisa si caratterizza così per un posizionamento di prezzo elevato e presenta giacche invernali (realizzate dalla Cooperativa Les Tisserands di Valgrisenche con lana proveniente dalle pecore di razza autoctona "Rosset") vendute al pubblico a 1.300 euro.

Gli innovatori high-tech
Sono imprese che puntano a competere con strategie di differenziazione basate sull'offerta di prodotti e servizi unici, tuttavia i loro modelli non sono basati in modo rilevante su risorse locali, quanto su risorse tangibili ed intangibili di carattere tecnologico. Hanno la comune caratteristica di investire in ricerca percentuali decisamente superiori alla poco brillante media nazionale.

Roberto Enrietti (Thermoplay)
Si va dalla Thermoplay  di Pont-Saint-Martin: 25 milioni di fatturato previsto nel 2011 (contro i 23,6 del 2010), 160 addetti e 80 tecnici negli uffici commerciali localizzati in 44 paesi. L'azienda è la quarta al mondo nella produzione di sistemi di iniezione per stampi con una quota di mercato stimata di circa il 6% e nel corso del 2010 ha aperto una piccola unità produttiva in Cina per valutare le potenzialità di espansione sul mercato orientale.

Gaetano Capula (Gps Standard)
Alla Gps Standard di Arnad (18 milioni di fatturato nel 2010 e 80 dipendenti), azienda leader nel settore della sicurezza ed in particolare nella realizzazione di sistemi di protezione perimetrale integrati con sistemi di videosorveglianza. Un ufficio commerciale in Cina ed una consociata in Turchia ad Instambul che testimoniano l'interesse per il Far East e il Medio oriente. Una vocazione internazionale recentemente rafforzata dal coinvolgimento dell'azienda valdostana nel colossal holliwoodiano Transformer 3 in qualità di consulente per tutto quello che concerne la parte tecnica dei sistemi anti intrusione e videosorveglianza presenti nel film.

Paolo Conta (Laser)
Fino alla Laser di Aosta (un fatturato 2010 a 2,36 e una previsione per il 2011 a 2,65 con 27 dipendenti),  società specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni di Mobile Integration per l’erogazione di servizi nell’ambito di Sanità, Turismo e Logistica, Ricco il panel delle partenership avviate: da Vodafone all'Ospedale San Camillo, alla torinese Mizar Automation (Gruppo Swaroski), leader internazionale nella realizzazione di piattaforme telematiche nell'ambito del traffico e dei trasporti, fino a Vivaticket per la quale l'azienda valdostana ha recentemente realizzato un'applicazione per poter acquistare in tutta sicurezza biglietti per concerti, eventi e spettacoli.

I campioni del territorio
Riccardo Trisoldi (Cva)
Pietro Giorgio (sea)
Hanno un modello di business legato in parte alle risorse locali, ma competono in settori dove non è possibile implementare strategie di differenziazione. Le energie Alternative sono così il Core Business della Compagnia valdostana delle acque (azienda arcinota e di cui pure questo blog ha scritto diffusamente ndr) e della Sea Energia (10 milioni di euro e 60 collaboratori) che ha sviluppato competenze nella progettazione e nella costruzione di impianti di teleriscaldamento di piccole dimensioni. Sea opera con successo anche al di fuori dei confini regionali: basta pensare alle centrali per la produzione di energia elettrica in Garfagnana e quella a sansa di olive a treglio, in provincia di Chieti. Infine concludiamo il nostro viaggio con un occhio alla grande distribuzione.

Chiara Celesia (Gros Cidac)
Tocca a Gros Cidac (quasi 90 milioni di ricavi con 310 occupati e una penetrazione del 43% del mercato alimentare valdostano), brand regionale situato nel capoluogo regionale che fa parte del gruppo di acquisto C3 e che come ricavi per punto vendita è notoriamente nella top ten stilata dalle riviste di settore. La parola d'ordine del fondatore Alberto Celesia - che oggi condivide il ponte di comando con la figlia Chiara - è «tipicità e tecnologia per vendere qualità». E così accanto alle casse automatiche, già presenti da diversi anni, campeggia un corner dedicato ai vini regionali con un'offerta da fare invidia ad una enoteca.

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