26 febbraio 2018

Chiusura positiva per la prima fase di Calîn Valdôtain

La Camera Valdostana delle imprese e delle professioni informa che domenica 25 febbraio si è chiusa la prima fase dell’iniziativa promozionale Calîn Valdôtain. Sono state 190 le richieste per accedere ai due biglietti omaggio per il Traforo del Gran San Bernardo trasmesse via posta elettronica all’indirizzo mail della Camera di Commercio attestanti una spesa complessiva nelle strutture valdostane di almeno 38 mila euro. 

Dai dati raccolti emerge come tali spese abbiano riguardato per circa il 20% pernottamenti in Valle d’Aosta, per circa il 30% ristorazione presso ristoranti e bar e per il restante 50% attività di shopping, impianti sciistici, terme e altre attività turistiche. L’87% delle richieste proviene da residenti in Svizzera, il 5% da turisti francesi, il 5% da Belgi, l’1% dal Lussemburgo e un altro 1% dall’Inghilterra. Per quanto concerne la clientela svizzera, il 54% delle richieste proviene dal Valais, il 15% dal Canton de Vaud, il 6% da Friburgo. 

Analizzando infine i periodi durante i quali sono state effettuate le spese emerge come queste si siano equamente distribuite durante tutto il periodo di validità della promozione con un 24% nel periodo 30 e 31 gennaio, un 22% nel periodo dall’1 al 4 febbraio, un 31% nel periodo tra il 5 e l’11 febbraio ed un 21% nel periodo tra il 12 ed 14 febbraio. 

Terminata la fase di controllo della documentazione pervenuta, gli Uffici della Chambre Valdôtaine provvederanno nei prossimi giorni all’invio telematico dei biglietti omaggio insieme ad altro materiale promozionale legato alle diversi iniziative, alcune delle quali in corso di definizione in collaborazione con le associazioni di categoria, in programma in Valle d’Aosta nel periodo compreso tra il 1 marzo ed il 31 maggio, date entro le quali sarà possibile utilizzare i passaggi gratuiti.

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di intercettare i flussi di turisti provenienti dalla Svizzera in occasione della Fiera di Sant’Orso, nei periodi di Carnevale e di San Valentino per stimolare gli acquisti presso le attività commerciali e artigianali valdostane e, nel contempo, incentivarli a tornare in Valle d’Aosta.

Il progetto è stato realizzato dal Governo regionale, dalla società Sitrasb e dalla Chambre Valdôtaine in collaborazione con ADAVA, CNA, Confartigianato e Confcommercio e con i Comuni di Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Oyen, Etroubles, Allein e Gignod

23 febbraio 2018

Mauro Treves (#CooperativaProduttoriLatteeFontina): «Impegnati nel valorizzare il nostro latte»

Intervista a Mauro Treves, Presidente della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e della Cooperativa Evançon.

Di cosa si occupa la vostra Cooperativa?
La Cooperativa ha compiuto 60 anni l’anno scorso. Si occupa della stagionatura e della vendita delle fontine conferite dai nostri soci. Ha un fatturato di circa 20 milioni di euro, commercializza circa 300mila forme di fontina ogni anno. I nostri soci ci conferiscono le loro fontine appena prodotte, noi le stagioniamo nei nostri magazzini e quando sono pronte le immettiamo nel mercato. Un mercato che è principalmente nazionale, con un po’ di estero oltre a quello che si consuma in Valle.

Ricordiamo dove sono i magazzini che sono sempre una meta turistica…
Abbiamo la sede a Saint-Christophe. Il nostro magazzino principale si trova a Valpelline dove c’è anche un centro visitatori. Qui abbiamo la parte tradizionale da un lato dove stiamo sfruttando una vecchia miniera e dall’altra parte un galleria costruita appositamente negli anni ’90 e ha una capienza di più di 40mila forme. La caratteristica del magazzino tradizionale è che per movimentare le forme al suo interno, quasi un chilometro di estensione, usiamo il trenino un tempo a disposizione della miniera. Inoltre a fianco del centro visitatori, ristrutturato di recente, è stato realizzato un percorso di visita dove è possibile ripercorrere la storia della fontina e della Cooperativa e, ovviamente, si può degustare e acquistare i nostri prodotti. Abbiamo anche due magazzini a Pré-Saint-Didier sempre recuperati da due vecchi fortini militari e altri due in Bassa Valle, a Montjovet e Issogne. Si tratta di vecchie gallerie dell’Enel utilizzate per portare fuori materiale dai canali Enel. Si prestano molto alla stagionatura perché hanno al loro interno una particolare caratteristica climatica. Un’altra struttura è a Valgrisenche.

Quali sono i numeri della Cooperativa ad esempio dal punto di vista occupazionale?
Forse è un argomento che viene poco considerato ma anche l’agricoltura, la zootecnia a livello caseario in particolare, dà un contributo occupazionale non indifferente. Prima di tutto i diretti interessati, cioè gli allevatori che si sono creati un posto di lavoro che dà reddito alla loro famiglia e soprattutto è utile al mantenimento del nostro territorio che – non va dimenticato - è a vocazione turistica. Di conseguenza il ruolo degli allevatori è indispensabile. Per quanto riguarda le aziende zootecniche io non ho dei dati precisi però a livello cooperativistico possiamo parlare di più di 200 persone - soltanto la cooperativa ha una sessantina di dipendenti -  che lavorano stagionalmente o tutto l’anno per la produzione, la stagionatura e la vendita. In questi anni l’occupazione è cresciuta anche a livello professionale in quanto sono state rinnovate le nostre strutture, le nostre tecnologie di lavorazione.

Uno dei temi su cui spesso c’è dibattito è il prezzo del latte: qual è la situazione?
Se noi guardiamo dal punto di vista del produttore – io sono un produttore – tenendo conto della situazione attuale creatasi in seguito alla crisi, il prezzo del latte per le nostre aziende non è sufficiente. Siamo un’impresa e dovremmo lavorare con degli utili mentre al momento stiamo cercando di lavorare bene mantenendo le nostre posizioni. Se poi facciamo un paragone a livello nazionale e internazionale sono pochi quelli che pagano il latte meglio di noi. Questo ci fa pensare che il lavoro che stiamo facendo porta i suoi risultati. In questo momento il latte con il venire meno delle quote latte ha delle oscillazioni dei prezzi a livello internazionale continue e sempre tendenzialmente verso il basso con piccole risalite. Noi facendo un prodotto DOP abbiamo un prezzo più stabile e lentamente stiamo cercando di farlo crescere. Ovviamente non viviamo fuori dal mondo e se vogliamo crescere ancora con il prezzo dobbiamo tenere altissima la qualità e investire tanto – molto di più di adesso - sulla promozione per far conoscere il nostro prodotto. Se si fa un buon lavoro sul fronte dell’informazione un cliente può essere disposto a spendere di più per comprare la fontina. Diversamente c’è un paniere di formaggi talmente vasto, con dei prezzi anche molto più abbordabili dei nostri, che diventa difficile rimanere competitivi.

E non dimentichiamoci la questione dei falsi: all’estero ci sono dei formaggi che hanno il nome fontina ma sono tutta un’altra cosa…Immagino che per voi sia un bel problema
Da una parte ci gratifica perché se si è imitati vuol dire che si è importanti. Però è inutile nascondere che si tratta di un problema. A volte facciamo un lavoro di inserimento del nostro prodotto all’interno di catene di distribuzione o catene di vendita anche all’estero e purtroppo sovente ci scontriamo con il prezzo perché li raffrontano con dei falsi che vengono commercializzati a livello internazionale neppure prodotti in Italia. Sono prodotti che a volte non hanno neppure qualcosa a che fare con il formaggio. Ovviamente più andiamo lontani da casa più è difficile difendersi se non siamo aiutati dalle istituzioni. Ma è anche un problema a livello locale. Anche nel nostro piccolo c’è tanta confusione su quello che viene commercializzato occorrerebbe fare più sistema anche a livello regionale.

Cresce il turista alla ricerca di sapori locali: cosa ci potete dire dal vostro osservatorio? Quanto è attrattiva la fontina?
Il nostro Centro visitatori è fatto su misura per rispondere a questa esigenza. Il turista in questi anni è molto cambiato oltre a venire a sciare, a vedere le montagne e a fare le attività sportive che si possono fare in montagna, è molto attratto dall’enogastronomia locale e la fontina fa un po’ da regina. Informare correttamente il turista sui nostri prodotti può rivelarsi utile anche nel combattere i falsi.

Fontina ma non soltanto. Quali sono gli altri vostri prodotti?
La Cooperativa in questi anni ha cercato di creare un paniere di prodotti, ovviamente anche derivati dalla fontina, ad esempio le sottilette, ma soprattutto il porzionato, confezionato nei nostri magazzini, che se mantenuto nella sua confezione conserva la sua fragranza in maniera perfetta. Oltre a questo da dieci anni stiamo gestendo anche il caseificio di Fontainemore dove abbiamo ripreso e incrementato la produzione della Toma di Gressoney, ormai siamo a poco meno di 40mila forme all’anno. Un prodotto che ha riscontrato un buon successo in quanto alternativo alla fontina poiché è un formaggio parzialmente scremato.

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Ogni anno partecipiamo a tutta una serie di fiere e manifestazioni anche internazionali che riteniamo importanti per il comparto lattiero-caseario. Il 2018 dovremo dedicarlo però principalmente alla creazione di un sistema che metta in relazione tutti i soggetti e ci permetta di investire in maniera più incisiva sulla promozione della fontina. Se vogliamo farla conoscere dobbiamo fare più informazione. Noi rappresentiamo il 60% della produzione e c’è anche l’altro 40% realizzato da privati da coinvolgere.

Un sogno da Presidente di Cooperativa da realizzare?
Bisogna sempre fare sogni realizzabili. Io ne ho visto realizzato uno, cioè il sogno dei nostri fondatori. Se chi ha realizzato la Cooperativa 60 anni fa potesse vedere che essa è ancora presente potrebbe dire di aver realizzato un bel sogno. Io spero che i nostri figli, i nostri nipoti possano avere la stessa fortuna in quanto credo che la cooperazione in una realtà di montagna come la nostra sia più che mai attuale. Anche se sembra un sistema datato, antico, anche se si è supermoderni e globalizzati la cooperazione ha ancora più motivo per esistere. Io mi auguro che i giovani sappiano vivere da un lato un sano individualismo che ti porta a competere e a migliorare, ma allo stesso tempo senza perdere il senso della comunità: se si sta bene tutti insieme è meglio per tutti.

Giovanna Casagrande (#LouDzeut): «Albergatori valdostani scoprite i nostri prodotti!»

L’intervista di questa settimana è a Giovanna Casagrande, Presidente della Cooperativa Lou Dzeut di Champorcher

Ma che cosa è Lou Dzeut?
E’ una parola in patois che ha un doppio significato: germoglio e sciame di api. Quando si divide l’alveare uno sciame se ne va per formare una nuova famiglia di api. E’ un nome significativo di questa attività che fino alla fine dell’’800 era un’attività lavorativa per la gente di Champorcher, quasi in ogni famiglia c’era un telaio, poi si stava perdendo ed un gruppo di donne del posto ha voluto riprendere questa attività. Di qui Lou Dzeut in quanto è una nuova ripresa di un’attività che stava morendo.

Cosa producete con la canapa?
Generalmente riproduciamo i corredi per la casa e personali. Ossia noi tessiamo u dei vecchi telai manuali in legno tessuto di canapa e di lino. Realizziamo inoltre manufatti sempre legati al corredo della casa, ma anche alla persona. Non soltanto tovaglie, asciugamani e tende, ma anche eventualmente su richiesta camicie e gilet oppure forniamo il nostro tessuto per realizzare delle giacche, pantaloni a degli appassionati.

Non deve essere semplice portare avanti una simile lavorazione?
Per fare questo lavoro prima di tutto occorre un grande passione. E comunque anche questa non basta in quanto il lavoro è molto, è faticoso e poi il ricavato non è moltissimo considerando che i costi e la tassazione sono talmente elevati per queste attività che in effetti non è facile portarla avanti, soprattutto in questo periodo in cui non abbiamo grandi commesse.

C’è un savoir faire che rischia anche di perdersi come vi siete assicurati che possa continuare…
La nostra competenza è proprio quella di portare avanti e di trasmettere queste capacità sia nella tessitura che nel ricamo. Noi facciamo dei corsi di formazione presso le scuole per far appassionare e far apprendere almeno i primi rudimenti. Durante l’estate in particolare ormai da qualche anno assumiamo una ragazza per aiutarci nella cooperativa. Il problema è che in effetti, per il momento, questo non è un posto di lavoro così attrattivo perché le signore dipendenti sono part-time in quanto non abbiamo sufficiente lavoro. Chiaramente se non c’è una prospettiva di guadagno è difficile che una giovane ragazza possa appassionarci e decidere di scegliere questa strada.

In passato era diverso?
Abbiamo avuto delle socie a tempo pieno in passato. C’era più lavoro e più smercio. Le possibilità di vendita erano nettamente superiori. In questo momento di crisi considerati i costi di produzione dei nostri materiali è chiaro che sono manufatti per una nicchia di appassionati che può non soltanto apprezzare il tipo di lavorazione manuale, ma può anche permettersi di pagare questo tipo di lavoro.

Quanto è importante per voi una Fiera come quella di Sant’Orso? 
Per noi la fiera è l’evento più importante di tutto l’anno. Ogni anno proponiamo dei nuovi manufatti. Per la maggior parte legati alla tradizione ossia asciugamani e tovaglie ma non solo. Abbiamo anche una bella quantità di tessuto per cui gli appassionati, in particolare chi ricama, anche da fuori valle, colgono l’occasione di Sant’Orso per far rifornimento di tessuti da lavorare in proprio.

C’è interesse anche fuori Valle?
Noi partecipiamo ad alcune fiere al di fuori dei confini regionali, in particolare in primavera e poi in ottobre però alla Fiera di Sant’Orso arrivano sia dalla Svizzera sia dal resto d’Italia per cui abbiamo molti clienti che passano presso lo stand anche soltanto per un saluto.

Come commercializzate i vostri prodotti?
Il nostro atelier è a Champorcher. E’ lì che abbiamo il nostro negozio. Purtroppo Champorcher è un po’ fuori dai grandi flussi turistici della Valle d’Aosta però spesso è capitato che degli appassionati siano venuti a Champorcher proprio per visitare la nostra cooperativa e per acquistare un prodotto che in effetti sul panorama nazionale non ho difficoltà a dire che siamo in pochissimi a realizzare.

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Nel nostro stand abbiamo presentato la nostra ultima produzione cioè delle tovagliette runner che abbiamo fornito al Ristorante Gourmet del Castello di Parella vicino ad Ivrea. Siamo molto felici di aver fatto questa bella fornitura e le tovagliette sono un esempio di manufatto più attuale, più moderno che potrebbe incontrare il gusto anche delle coppie giovani o comunque di ristoratori meno legati alla preparazione classica della tavola.

Un sogno da imprenditore da realizzare?
Il nostro sogno sarebbe quello di fornire con una certa continuità, che siano asciugamani, tovagliette runner o che, gli albergatori e ristorato della Valle d’Aosta così loro avrebbero un tocco in più di artigianalità, di prodotto locale realizzato interamente a mano e noi potremmo garantirci un’entrata costante e quindi potere incrementare la nostra attività, assumere anche delle ragazze giovani e mantenere e incrementare questo nostro lavoro.

22 febbraio 2018

Carla Chiarle (#LespritàlEnvers): «La scommessa della co-progettazione»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Carla Chiarle, Presidente della Cooperativa l’Esprit à l’envers.

Esprit à l’envers? Un nome singolare…
Il nome l’Esprit à l’envers  nasce nel lontano 1994 quando un gruppo di soci fondatori della Cooperativa cercano di individuare un nome che ci rappresentasse, nel quale ci potessimo identificare. Molti di noi lavoravano nella zona dell’Envers in un servizio residenziale e ci piaceva l’idea di portarci dietro queste origini e, siccome in quel momento, noi ci occupavamo di servizi rivolti a persone con problemi psichiatrici, di salute mentale, attraverso un’attività di brainstorming alla fine siamo arrivati a questo nome che può essere letto come lo spirito collocato nella zona dell’Envers o lo spirito al contrario.

Di cosa si occupa la vostra cooperativa?
La cooperativa in questi ultimi anni ha diversificato la sua attività siamo nati per vocazione sulla salute mentale mentre oggi lavoriamo con anziani, disabili, giovani, orientamento e avvicinamento al lavoro, laboratori occupazionali per disabili con filiere di servizi residenziali, territoriali, domiciliari e progetti vari.

Nel 2017 su quali progetti vi siete impegnati? .
La nostra cooperativa nel 2017 ha lavorato nell’ambito della salute mentale progettando e gestendo una comunità alloggio, collocata a Pont Suaz, e il servizio di educativa territoriale. Rispetto agli anziani ci siamo occupati della gestione su affidamento del Consorzio Trait d’Union della microcomunità di Arvier. Ci siamo poi occupati di laboratori occupazionali, il Labeau, che è pensato sul recupero e riutilizzo di abiti. Segnalo anche un servizio di assistenza domiciliare privato che stiamo provando a sperimentare. Inoltre collaboriamo alla gestione della Cittadella dei giovani, in particolare per quanto riguarda l’area della prevenzione. Abbiamo concluso l’attività con il Comune di Aosta per il servizio di prossimità in quanto abbiamo perso la gara, servizio che però ci rivede nel 2018 di nuovo attivi in un altro progetto. Infine con il Consorzio Trait d’Union abbiamo collaborato alla gestione e conduzione di progetti rivolti all’orientamento e inserimento lavorativo.

Come è nata l’idea di Labeu: il bello del riabbigliamento ?
In un momento di difficoltà della Cooperativa per la perdita di servizi e gare ci siamo impegnati e formati sul settore del recupero e riuso degli abiti usati. Le persone donano al laboratorio abiti usati che vengono risistemati e rimessi in vendita in quanto le persone attraverso una piccola offerta possono portarsi a casa un abito rivisto, risistemato, rietichettato. Questo impegna ragazze disabili che sono state coinvolte in questa attività occupazionale. La sede è in Via Xavier de Maistre 19, con una vetrina che dà sulla strada in quanto è stato pensato proprio come un negozio.

Occuparsi di un tema come quello della salute mentale immagino richieda una grande investimento in formazione…
Si. Noi negli anni abbiamo sempre continuato ad investire nella formazione personale, anche quando eravamo in difficoltà. Perché le cooperative sociali se hanno un capitale è quello umano e questo va curato, occorre una buona manutenzione, accompagnamento, sostegno e formazione. Necessita anche di una supervisione. Nell’ambito poi della salute mentale c’è una stretta collaborazione con il Dipartimento di Salute mentale, che ci ha visti coinvolti con figure educative, personale socio-sanitario e psicologi, e che ha visto in questi anni il dipartimento e noi in quanto gestori impegnati in un processo di riorganizzazione dei servizi. E quindi ha visto sedersi allo stesso tavolo, gestori, dipartimento e Assessorato alla Sanità in un processo che è durato un anno e che alla fine, con meno risorse, si è arrivati ad una diversificazione di servizi e un’offerta più ampia di risposte alle famiglie e alle persone. A volte la mancanza di risorse aguzza l’ingegno.

Come è il rapporto con la pubblica amministrazione?
E’ in evoluzione però a volte i momenti di criticità sollecitano tutti quanti a recuperare capacità creative e risorse inaspettate. Non è detto che i tagli per forza significhino chiusure o riduzioni, a volte c’è anche un ottimizzazione e trovi soluzioni anche con altri attori, dalle associazioni alle imprese.

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Pensando ai cambiamenti in corso mi piacerebbe segnalare che la Cooperativa insieme alle Cooperative Anziani per l’autogestione, La Sorgente e Leone Rosso ha partecipato ad un bando di coprogettazione del Comune di Aosta. Una vera novità in quanto il Comune lo utilizzava per la prima volta. Le quattro cooperative hanno così affrontato il bando in una maniera diversa. Se altre volte eravamo concorrenti in questa occasione ci siamo seduti intorno ad un tavolo e abbiamo affrontato questa sfida insieme. La coprogettazione è uno strumento fondamentale per promuovere e integrare la massima collaborazione fra i diversi soggetti del sistema al fine di rispondere al meglio e adeguatamente ai bisogni della persona e della comunità. Il Comune si è così dotato di questo strumento, è stato avviato un processo che si è concluso con l’aggiudicazione e adesso stiamo iniziando a lavorare. Questo ha riguardato i servizi rivolti agli anziani autosufficienti prevedendo altri servizi innovativi e la coprogettazione consente di continuare a sedersi intorno ad un tavolo e a ridiscutere i contenuti, a rivedere e a ripensare. Ed è un processo davvero interessante.

Un sogno da imprenditore sociale da realizzare?
In questo momento a me piacerebbe riuscire a stabilizzare un po’ il lavoro delle persone perché adesso c’è molta più precarietà rispetto al passato e vorrei anche innovare quanto già stiamo facendo.

Venerdì 23 febbraio Davide Dell'Innocenti (Giovani Imprenditori #Confindustria Valle d'#Aosta) ospite a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 23 febbraio, alle 9,35, diciasettesima puntata di ImpresaVda su Radio Proposta in Blu. L'ospite sarà Davide dell’Innocenti, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confidustria Valle d'Aosta.  

Domani a circa un'ora dalla trasmissione della puntata - se te la sei persa - puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Ne approfitto anche per ricordare che ImpresaVda va in ondacon il patrocinio della Camera di Commercio di Aosta che per dodici puntate patrocinerà la nostra trasmissione, Camera di Commercio che –lo ricordiamo – di cui ricordiamo l’adesione, dello Sportello SPIN2 – gestione associata tra Chambre valdôtaine e Unioncamere Piemonte, alla rete Enterprise Europe Network, rete europea di supporto alle imprese.

Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

14 febbraio 2018

Venerdì 16 febbraio Vivien #Charrey (#LeanSixSigma) ospite a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, dopodomani, venerdì 16 febbraio, alle 9,35, sedicesima puntata di ImpresaVda su Radio Proposta in Blu. L'ospite sarà Vivien Charrey, consulente imprenditoriale.  

Dopodomani a circa un'ora dalla trasmissione della puntata - se te la sei persa - puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Sul Corriere della Valle in edicola questa settimana trovi l'intervista a Mauro Treves della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Qui trovi le interviste audio a 
Carla Chiarle
Giovanna Casagrande
Mauro Treves 

Ne approfitto anche per ricordare che ImpresaVda va in ondacon il patrocinio della Camera di Commercio di Aosta che per dodici puntate patrocinerà la nostra trasmissione, Camera di Commercio che –lo ricordiamo – di cui ricordiamo l’adesione, dello Sportello SPIN2 – gestione associata tra Chambre valdôtaine e Unioncamere Piemonte, alla rete Enterprise Europe Network, rete europea di supporto alle imprese.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0.

Mercoledì delle Ceneri

Mercoledì delle Ceneri: Il Vescovo di Aosta, Mons. Franco Lovignana, oggi, alle 18, presiede l'eucarestia in Cattedrale con il rito dell'imposizione delle ceneri.

Sul Corriere della Valle l'occasione per riflettere e vivere questo periodo ne migliore dei modi.

Dal Messaggio per la Quaresima di Papa Francesco:

Cari fratelli e sorelle,ancora una volta ci viene incontro
la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione», che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita. Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare a un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12).Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione 
del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e
descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo. 

7 febbraio 2018

Alessandro Ansermé (Consorzio Apistico): «il sogno di un'ape autoctona»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Alessandro Ansermé, Presidente del Consorzio apistico della Valle d’Aosta.

Cosa significa produrre miele in Valle d’Aosta?
Vuol dire confrontarsi con un territorio vantaggioso per certi aspetti e difficoltoso per altri. A inizio stagione trasferiamo i nostri alveari in Piemonte per fare la prima fioritura dell’acacia. Poi una volta fiorita l’acacia dopo maggio torniamo in Valle d’Aosta per produrre i nostri mieli locali. Nelle valli laterali dove ci sono boschi di castagno produciamo il miele di castagno, a metà giugno, poi saliamo di quota e in certe zone dell’Alta Valle produciamo il miele di tiglio e poi saliamo ancora per la fioritura del rododendro e così realizziamo il millefiori di montagna. Come periodo di fioritura va da inizio giugno ai fini di luglio. In valle produciamo anche il tarassaco che si colloca a cavallo tra acacia e castagno, dai 1000 ai 1400 metri.

Quanto è hobby e quanto è professione?
Alla base di tutto ci deve essere la passione. Altrimenti non ha senso. In valle siamo circa 500 apicoltori, la gran parte lo fa per hobby e ha da due a 50 arnie. Poi c’è un gruppo più ristretto che va da 70 a 150 arnie e possiamo considerarla una integrazione di reddito, un secondo lavoro. Infine una decina di apicoltori che hanno un numero superiore alle 200 e lì si può già parlare di reddito e di una professione.

Con 200 arnie quanto miele si fa?
Dipende un po’ dalle annate. Difficile fare un piano di produzione, al massimo una media spalmabile sul quinquennio. Noi vediamo da due-tre anni in cui la produzione media per alveare è stata bassa. Ci sono state prima le gelate primaverili e poi dei periodi piovosi. Se un’annata è buona si può arrivare a fare 40 chili di produzione per alveare. Poi ci sono le annate come la passata in cui la produzione scende e si va da 20 a 25 chili. Mediamente si potrebbe parlare di 30. Poi dipende se si fa nomadismo, se si lasciano le postazioni fisse. E’ chiaro che noi abbiamo il vantaggio di produrre miele di qualità e questo contrasta con la quantità. Portando gli alveari a quote di 1600-1800 metri si va su un territorio privo di inquinamento, ma allo stesso tempo le temperature più rigide possono danneggiare gravemente la produzione.

Come commercializzate i vostri prodotti?
In questo momento non abbiamo grossi problemi. C’è richiesta. Il nostro miele è molto apprezzato perché è di qualità. Noi apicoltori partecipiamo a mercatini nelle varie sagre dei paesi, poi ci sono tutta una serie di esercizi commerciali cui ci appoggiamo, soprattutto nelle vallate laterali, sfruttando il fatto che siamo una regione turistica e quindi c’è il sufficiente passaggio. Infine un’altra vetrina molto importante è la sagra del miele di Chatillon che si svolge ogni anno ad ottobre e che ogni anno è caratterizzata da una grande partecipazione.

Lei è alla guida del Consorzio apistico: quale è il suo ruolo?
Da maggio c’è un nuovo direttivo. Il Consorzio deve aiutare tutti gli apicoltori e quindi cerchiamo di dare risposte alle richieste e alle difficoltà dei nostri iscritti. Adesso stiamo organizzando dei corsi per i principianti. Inoltre stiamo facendo una selezione sulle api regine in modo da avere un’ape autoctona. E’ un lavoro lungo e delicato, ma possiamo contare sull’aiuto dei tecnici regionali. Proponiamo anche corsi di analisi sensoriale del miele. Abbiamo appena fatto lo scorso mese un corso di affinamento all’analisi sensoriale. C’è stata una buona partecipazione e ora valuteremo se fare il livello successivo.

Qual è la maggiore difficoltà che incontrate come apicoltori?
Sicuramente il tempo. Negli ultimi due anni ci sono stati degli inverni poco freddi. Le famiglie delle api si sviluppavano bene e poi in primavera con la prima fioritura importante che per noi è l’acacia arrivavano delle gelate o dei lunghi periodi di pioggia. E così abbiamo perso una buona produzione. Poi ci sono problemi di natura sanitaria, alcune malattie, che però riusciamo ad affrontare grazie ad una buona conduzione degli alveari. Una fioritura una volta che è persa è persa.

Per il 2018 c’è qualche novità da segnalare per il vostro settore?
Le richieste di un corso base sono state tante e per febbraio confidiamo di riuscire a proporlo e sarà possibile iscriversi. Il corso inizierà tra marzo e aprile con una quindicina di lezioni tra teoriche e pratiche. Chi si avvicina deve farsi l’idea di tutto quello che deve essere fatto. Noi in particolare consigliamo a chi vuole dedicarsi a questa attività una volta fatto il corso di affiancarsi a qualcuno che ha un po’ più di esperienza.

Un sogno da imprenditore da realizzare?
Il mio sogno è riuscire a creare azienda sostenibile e che possa diventare il mio lavoro. Poi il sogno di tutti noi apicoltori valdostani è sperare in qualche annata buona.

Venerdì 9 febbraio Nicole Giustini (Cooperativa #LaLibellula) ospite a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, dopodomani, venerdì 9 febbraio, alle 9,35, sedicesima puntata di ImpresaVda su Radio Proposta in Blu. L'ospite sarà Nicole Giustini, coordinatrice per la Cooperativa La Libellula della residenza La Grandze di Saint-Christophe.  

Dopodomani a circa un'ora dalla trasmissione della puntata - se te la sei persa - puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Sul Corriere della Valle in edicola questa settimana trovi l'intervista a Giovanna Casagrande della Cooperativa Lou Dzeut di Champorcher.

Ne approfitto anche per ricordare che ImpresaVda va in ondacon il patrocinio della Camera di Commercio di Aosta che per dodici puntate patrocinerà la nostra trasmissione, Camera di Commercio che –lo ricordiamo – di cui ricordiamo l’adesione, dello Sportello SPIN2 – gestione associata tra Chambre valdôtaine e Unioncamere Piemonte, alla rete Enterprise Europe Network, rete europea di supporto alle imprese.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0.

2 febbraio 2018

#Maison Bertolin: Motzetta e Salamino biologico

Maison Bertolin ha selezionato le carni più pregiate e i migliori ingredienti di origine agricola. Li ha scelti biologici. Il Salamino bio è realizzato con carni di bovino e di suino e viene, come gli altri prodotti Bertolin, insaccato in budelli naturali.

La Motzetta di bovino bio è prodotta esclusivamente con carne di bovino di razza valdostana (pezzata rossa, nera e castana), che cresce in allevamenti della Val d'Ayas, dedicati e senza l’utilizzo di prodotti di sintesi.

Come le altre Motzette prodotte dalla Maison Bertolin, è ottenuta dalla lavorazione dei migliori tagli magri di coscia, posti a macerare insieme alle erbe di montagna e spezie per almeno venti giorni, prima di essere essiccata naturalmente per un periodo variabile da uno a tre mesi, a seconda della dimensione. Tutti gli ingredienti di origine agricola sono certificati BIO e l’intera fiera è controllata da severi enti di certificazione. Questo prodotto è annoverato per la sua tipicità nella lista dei P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tipici) valdostani.

«Abbiamo scelto di produrre il salamino e la motzetta con materie prime 100% biologiche. Per noi produrre biologico significa mantenere e dar seguito ad uno stile di vita tipico della tradizione del nostro Popolo. Uno stile di vita fatto di rispetto della natura, e quindi della montagna, degli animali e di noi stessi. Uno stile di vita sostenibile, che guarda al passato per garantirsi il futuro». ha dichiarato Guido Bertolin, amministratore dell'Azienda.

1 febbraio 2018

Eugenio Torrione (#Indaco): «L'imprenditore sociale è come un trampoliere»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Eugenio Torrione, Presidente della Cooperativa Indaco.

Indaco? Mi incuriosiscono sempre i nomi e le ragioni che vi stanno dietro. In questo caso di cosa si tratta?
Risale alla notte dei tempi perché la nostra cooperativa ha ormai più di 25 anni e quando ci siamo trovati noi nove soci fondatori siamo un po’ andati in crisi sulla scelta del nome. Alla fine abbiamo scelto un nome semplice con una motivazione altrettanto semplice. E’ uno dei colori fondamentali dell’arcobaleno e, quindi, ci è sembrato adatto. Poi siamo nati come cooperativa di animazione e il colore ci stava.

Spieghiamo ai radioascoltatori di cosa si occupa la vostra cooperativa?
Ovviamente la nostra è una cooperativa sociale normata dalla legge e la nostra si occupa di erogazione di servizi socio-sanitari ed educativi. Noi nasciamo come cooperativa di animazione, non nel senso classico del termine, molti pensano subito agli animatori dei villaggi turistici, e, quindi, senza togliere nulla a questa particolare figura professionale, la nostra è un tipo di animazione sociale e interveniamo su tutti i tipi di fasce d’età e su tutte le tipologie di utenze diverse: minori, anziani, disabili. Abbiamo anche un servizio che si occupa di donne che hanno subito violenza e che noi ospitiamo attraverso il servizio Arcolaio.

Nel 2017 su quali progetti vi siete impegnati? 
Come un po’ tutte le imprese anche la nostra ha vissuto i suoi periodi più di crisi, di consolidamento, di crescita. Il 2017 come il 2016 sono stati due anni di consolidamento e anche un po’ di crescita. Comunque abbiamo avuto un incremento di fatturato importante e così pure una crescita di dipendenti. Una strategia rafforzata in questi ultimi anni dopo un periodo di crisi abbastanza importante legato a vari servizi importanti che abbiamo perso soprattutto nel servizio anziani. Siamo cooperative sociali ma spesso ci si dimentica che siamo imprese sociali e quindi nel mercato economico come gli altri. Circa sette anni fa per noi il settore anziani era infatti molto importante, ma in seguito abbiamo di fatto ricostituirci e riconsolidarci in altri settori. Il 2017 è stato l’anno in cui su alcuni servizi nuovi che ci eravamo aggiudicati negli anni precedenti abbiamo rafforzato la nostra presenza

Lo scenario della cooperazione sociale si è modificato molto in questi venti anni… 
Il cambiamento c’è stato a livello generale e a livello regionale. Noi siamo nati come cooperativa di animazione. Se penso al bilancio nostro dei primi anni la parte legata alla stagionalità e quindi l’erogazione di centri diurni per minori, i classici centri estivi e soggiorni di vacanza, settore nel quale eravamo tra i pochi e avevamo un budget importante, ha visto per noi una contrazione fortissima in parte per una diminuzione dell’impegno dell’ente pubblico e in parte per il contemporaneo aumento della concorrenza. Come dico un po’ polemicamente tutti oggi fanno centri estivi…manca soltanto quello della numismatica. E noi che ce l’abbiamo tra l’altro come certificazione di qualità l’erogazione di questo tipo di servizio abbiamo dovuto differenziare. Siamo cambiati tanto. Siamo andati dietro al mercato e ci siamo sposta su anziani e disabilità sul quale operiamo ormai da 15 anni.

Voi spaziate dai giovani ai disabili agli anziani: come si riesce a presidiare ambiti così complessi sul fronte dell’offerta di servizi?
Non è facile. E’ vero che la legge dice servizi socio-sanitari ed educativi e lì dentro c’è tutto. E’ vero che la cooperazione inizialmente puntava su specializzazione e territorialità. Sono due termini che se avessimo dovuto mantenere in coerenza rispetto alle nostre scelte aziendali probabilmente avremmo chiuso. Effettivamente specializzarsi oggi sarebbe perdente in quanto poi si finisce per chiudere. Per differenziare è chiaro che spaziamo su tutti gli ambiti cercando di mantenere un minimo di coerenza. Non è facile bisogna puntare sulle professionalità e andare a cercare all’esterno i supporti e le consulenze adeguate per continuare sempre a lavorare con qualità in tutti gli ambiti.

Se aveste una bacchetta magica e poteste evitare una difficoltà che incontrate nella vostra attività che cosa fareste?
Come cooperativa abbiamo un bilancio che dipende per il 90% dall’ente pubblico. I nostri servizi li otteniamo in convenzione con l’ente pubblico dietro a partecipazione a gare d’appalto. L’orizzonte temporale che l’amministrazione regionale ha posto in questi anni di crisi e di contrazione del bilancio regionale è stato dal nostro punto di vista difficile da sostenere. Una volta si facevano gare d’appalto con un respiro di 4-5 anni. Oggi sono annuali. E significa che ogni anno si perde tempo noi e l’amministrazione pubblica loro per indire la gara e noi per presentare progetti ma con il problema che un anno di orizzonte impedisce investimenti strutturali anche in riferimento alla formazione delle persone e non da una stabilità di tipo economico sufficiente. La bacchetta magica servirebbe per poter garantire comunque gare pluriennali, almeno sopra i tre anni e spesso è ancora poco. Questo impedisce al privato che risorse potrebbe anche averle di poterlo fare. Mi piacerebbe anche che si potesse lavorare di più in co-progettazione con l’ente pubblico. E’ chiaro che la logica dell’appalto, soprattutto dopo Tangentopoli, appare preferibile per l’ente pubblico e ci sono degli aspetti giustamente da presidiare con le dovute cautele e attenzioni però poter mettere insieme il privato sociale e l’ente pubblico su co-progettazione di servizi, uscendo un po’ da questa logica, forse sarebbe auspicabile.

Cosa significa nel vostro settore innovare?
Intanto significa essere umili in quanto per poter innovare bisogna non avere la presunzione di sapere sempre tutto. La pratica del benchmarking è da applicare, avere comunque l’umiltà e il tempo di andare a vedere cosa fanno gli altri. Nell’epoca del computer il copia e incolla è diffusa. Applicato al nostro settore è un copia, personalizza e incolla. Inoltre l’innovazione si fa sempre di più coinvolgendo le risorse della realtà in cui viviamo: le associazioni di volontariato, i familiari dei servizi che eroghiamo, l’ente pubblico. Coinvolgere tutti in un’azione di co-progettazione sarebbe la vera innovazione.

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Nel 2018 continueremo con impegno a lavorare sui servizi che abbiamo con alcune gare di appalto che abbiamo già in corso. Come dico sempre da buon cooperatore che parte da animatore – ho iniziato nella vecchia colonia di Pinarella di Cervia di cui qualcuno ancora si ricorda – dobbiamo essere un po’ come i trampolieri che hanno un unico segreto: non devono mai stare fermi altrimenti cadono. E fare impresa sociale in questo periodo è un po’ fare la stessa cosa. Non bisogna stare fermi, ma continuare a progettare, innovare, creare perché altrimenti cadiamo.

Un sogno da imprenditore da realizzare?
Il 90% del nostro fatturato è con l’ente pubblico e da imprenditore mi piacerebbe spostare questa percentuale verso il basso e avere un maggior numero di servizi privati economicamente sostenibili

Venerdì 1° febbraio Mauro Treves (#ProduttoriLatteeFontina) ospite a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 1° febbraio, alle 9,35, quindicesima puntata di ImpresaVda su Radio Proposta in Blu. L'ospite sarà Mauro Treves Presidente della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e della Cooperativa Evançon.  

Domani a circa un'ora dalla trasmissione della puntata - se te la sei persa - puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.


Sul Corriere della Valle in edicola questa settimana trovi l'intervista a Carla Chiarle della Cooperativa l'Esprit à l'Envers.

Ne approfitto anche per ricordare che ImpresaVda va in ondacon il patrocinio della Camera di Commercio di Aosta che per dodici puntate patrocinerà la nostra trasmissione, Camera di Commercio che –lo ricordiamo – di cui ricordiamo l’adesione, dello Sportello SPIN2 – gestione associata tra Chambre valdôtaine e Unioncamere Piemonte, alla rete Enterprise Europe Network, rete europea di supporto alle imprese.


Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0.
 

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