28 febbraio 2019

4 marzo #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: Gli #Ingegneri

Lunedì 4 marzo, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu ottava puntata di un nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Corrado Cavallero Cavallero, il presidente degli Ingegneri.

Sul Corriere della Valle in edicola trovi l'intervista a Paolo Castello, Presidente dell'Ordine regionale dei Geologi.

Tutti gli iscritti riceveranno una copia PDF omaggio del Corriere direttamente dal proprio Ordine.

L'intervista a Cavallero sarà invece disponibile in formato cartaceo sul Corriere della Valle del 7 marzo. Buona lettura.

Andrea Orso (#Intecos): «Vogliamo aiutare le aziende a ridurre i loro consumi energetici»

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Questa settimana proponiamo l’intervista ad Andrea Orso della Intecos, start up insediata nell’incubatore di Aosta.

Come nasce la vostra azienda?
Oggigiorno i costi legati ai consumi energetici sono in costante aumento. La nostra azienda nasce per rispondere alle esigenze delle aziende private e delle pubbliche amministrazione di abbattere gli sprechi e ridurre i propri consumi energetici. Questa riduzione dei consumi consente una riduzione dei costi ed un minor impatto ambientale. Per far questo il primo passo è avere la consapevolezza dei propri consumi, sapere come viene utilizzata l’energia all’interno della propria azienda o struttura e di conseguenza pianificare e realizzare gli interventi necessari per migliorare la propria efficienza energetica

Qual è la mission aziendale?
Essere, per i nostri clienti, il punto di riferimento per tutte le tematiche energetiche. Rispondere in tempo reale alle loro esigenze per risolvere i loro problemi. In ambito energetico questo richiede un team flessibile, dinamico ed in continuo aggiornamento. Peculiarità che contraddistinguono Intecos.

Voi operate nel settore dell’energia a largo raggio…
Chiunque, dall’azienda agricola all’industria manifatturiera, dalla struttura ricettiva alla pubblica amministrazione, consumano quotidianamente energia. Dall’illuminazione ai sistemi di riscaldamento e climatizzazione, ai più complessi sistemi di produzione industriale tutti quanti consumiamo energia e dove ci sono dei consumi energetici molto spesso ci sono degli sprechi. Noi siamo qui per ridurli al minimo.

Qual è stata la maggior difficoltà in questo periodo di avvio dell’attività di impresa?
Letteralmente: farsi aprire la porta! Riuscire ad arrivare a parlare direttamente con chi si occupa delle problematiche energetiche all'interno dell’azienda. Spesso ci identificano come dei venditori di prodotti e tecnologie. Il nostro obiettivo invece è quello di fornire un servizio che consenta una riduzione dei consumi, sviluppando soluzioni su misura. Solitamente poi, una volta risolto questo problema iniziale, il cliente tende a richiamarci proprio perché, oltre ad essere soddisfatto del nostro servizio, ha la necessità di essere affiancato per risolvere le varie problematiche energetiche presenti all’interno di tutte le aziende.

In quanti siete attualmente in azienda?
Attualmente l’azienda conta 4 dipendenti, oltre ad una serie di collaboratori esterni; è un team molto dinamico, con competenze complementari e trasversali.

A cosa state lavorando in questo periodo?

Recentemente abbiamo aperto una unità operativa presso la Pepiniere d’entreprise ad Aosta con l’obiettivo di sviluppare un progetto trasversale di efficientamento e monitoraggio energetico in una ottica di sviluppo sostenibile. Poi in ambito industriale e terziario, presso una serie di clienti, abbiamo realizzato sistemi di monitoraggio dei consumi che consentono all’imprenditore di capire dove e come viene consumata l’energia elettrica, il gas, o qualsiasi altro vettore energetico, e quindi di proporre soluzioni che consentono di migliorare l’efficienza energetica dell’impianto o della struttura in oggetto.

Un lavoro particolare che avete affrontato in questi mesi?
In questo ultimo periodo, insieme all’azienda Res Nova Samsic, stiamo sviluppando progetti di partenariato pubblico privato per l’efficientamento di impianti di pubblica illuminazione in una serie di comuni. Questi progetti consentono all’ente pubblico di riqualificare, mettere a norma ed in sicurezza i propri impianti, senza nessuno investimento iniziale e generalmente andando a ridurre la spesa annua (quindi di energia + manutenzione) relativa alla gestione dell’illuminazione.

Qualche novità per il 2019?
Sicuramente il concetto della gestione come facility, cioè il poter operare in maniera integrata per quanto riguarda tutta l’attività di monitoraggio, gestione e manutenzione fino ad arrivare ad una manutenzione predittivita, cioè cercare di avere degli elementi, tramite la raccolta e analisi, per poter già stimare a livello di budgettizzazione i costi e i miglioramenti che verranno l’anno successivo, porteli mettere a budget e gestire.

Voi siete dunque in qualche modo una figura consulenziale…un partner…

In effetti è così anche la storia ci insegna un po’ questo. Si tratta di un mercato giovane, in continua evoluzione sia per le esigenze, sia per le direttive europee sia per la consapevolezza del nostro interlocutore. Quando noi entriamo in un’azienda in qualche maniera ci riconoscono la professionalità e ci danno un incarico. Normalmente entriamo per un problema specifico e poi l’affrontiamo a 360° e veniamo così coinvolti per tutto il consumo energetico dell’azienda nei suoi varia aspetti: commerciali, valutazioni di costi, valutazioni tecniche, cioè monitoraggi e analisi e anche scelte in funzione dei dati raccolti e aggregati. Grazie a questo lavoro l’imprenditore o la struttura potranno fare delle scelte per il futuro. Possiamo loro offrire il modo di fare futuri investimenti per efficientare tutta l’attività.

Il sogno imprenditoriale da realizzare?

Poter fare un sistema integrato e soddisfare le varie esigenze dei clienti

#ProImpresa 8 : Il nuovo ruolo del rappresentante dei lavoratori per la #sicurezza (#crosa08)

L’8 febbraio nella Biblioteca di Aosta si è parlato del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). La tavola rotonda era organizzata dalla Regione, nell’ambito delle attività del Comitato regionale per la sicurezza, in collaborazione con INAIL, INPS e le organizzazioni datoriali e sindacali. L’obiettivo era offrire ai partecipanti un’opportunità per riflettere su salute e sicurezza negli ambienti di lavoro e in particolare sul ruolo del RLS, troppo spesso assente nelle piccole realtà perché ci sono pochi dipendenti, che lavorano a strettissimo contatto con il datore di lavoro e non sempre conoscono questa figura, o solo lavoratori per lo più stagionali o che lavorano in limitati periodi dell’anno o solo soci lavoratori o perché nessuno vuole accollarsi questo ruolo di responsabilità.

L’RLS è invece una valida risorsa per l’azienda per la diffusione della cultura della sicurezza e la sua elezione deve essere incoraggiata, perché talvolta nei dipendenti manca una percezione del rischio: adottano comportamenti non corretti o non sicuri, o gli stessi datori di lavoro non pretendono dai propri dipendenti il rispetto delle norme di sicurezza o considerano la valutazione dei rischi e la formazione in materia di sicurezza come un mero adempimento burocratico.

L’RLS ha una posizione privilegiata: conosce i lavoratori e le problematiche aziendali e svolge una funzione di intermediario tra il datore di lavoro, il responsabile per il servizio di prevenzione e
protezione (RSPP), il medico competente e i lavoratori che non riguarda solo l’adempimento normativo, ma l’adozione di comportamenti virtuosi per ridurre e/o eliminare i fattori di rischio in azienda.

Lo sviluppo della cultura della sicurezza all’interno della Cogne Acciai Speciali, ha spiegato il responsabile per la sicurezza, ha permesso di ridurre gli incidenti negli ultimi 10 anni, da 150 a 29, ma il loro obiettivo è migliorare ancora, perché ogni infortunio è considerato un fallimento organizzativo. Nelle aziende fino a 15 unità, l’RLS viene eletto dai lavoratori al proprio interno, mentre in quelle con più di 15 addetti viene eletto tra le rappresentanze sindacali. In assenza di elezione il suo ruolo è affidato all’RLS territoriale(RLST), di designazione sindacale, ove previsto da
accordi collettivi nazionali, come nel settore dell’edilizia, dove in Valle molto si è fatto per garantire
una formazione adeguata in materia di sicurezza, anche grazie all’RLST. Manca invece l’RLST in alcuni comparti quali agricoltura, commercio e industria.

Tra le tante testimonianze è emerso che capacità di comunicazione, intelligenza emotiva, ma anche
tanta passione, sono requisiti fondamentali per svolgere bene il ruolo di RLS. Come ha detto il moderatore la fortuna non è un dispositivo di sicurezza e, aggiungo io, gli incidenti non sono una fatalità, ma l’esito della mancanza della cultura della prevenzione e del rispetto delle norme e dobbiamo fare di tutto per salvaguardare il bene più prezioso che abbiamo: la vita.

Alessandro Ristaino (#Sweexo) ospite il 1° marzo a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 1° marzo, alle 9,35, ventitreesima puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio Alessandro Ristaino della start up Sweexo

Sul Corriere della Valle in edicola trovi invece l'intervista a Graziano Dominidiato (Confcommercio) e a Paolo Marjolet (3Commessi).  

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.

Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

24 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Gli #Avvocati

IDENTIKIT DEGLI AVVOCATI

Iscritti totali anno 2018: 173 al 31.12.2018 (di cui 99 uomini e 74 donne)
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Adriano Consol
Vice Presidente: non previsto
Segretario: Claudia Tomiozzo
Tesoriere: Elena Nelva Stellio
Consiglieri: Domenico Palmas, Giovanni Borney e Laura Mangosio
Trend: Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: le iscrizioni all’albo degli avvocati sono in fase stazionaria
E-Mail: segreteria@ordineavvocatiaosta.it
Sito internet: http://www.ordineavvocatiaosta.it


INTERVISTA AL PRESIDENTE ADRIANO CONSOL

Il direttivo al completo

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Le problematiche che gli esercenti la professione di Avvocato incontrano a livello regionale, laddove
non sono comuni al contesto nazionale, sono legate essenzialmente alle carenze di Giudici di pace, mentre oggi in Tribunale ed in Procura gli organici sono al completo; in un prossimo futuro, tuttavia, vi è il timore che si possano presentare carenze di organico nell’ambito del personale di cancelleria anche per i blocchi nei turnover. A livello nazionale, i problemi dell’Avvocatura sono tanti: i costi della giustizia, il carico di lavoro arretrato, le insufficienti risorse messe a disposizione del comparto giustizia, i tempi della giustizia, l’organico sia con riferimento ai Magistrati che agli addetti alle
cancellerie; la sostanziale inapplicabilità del principio dell’equo compenso e la non adeguata remunerazione dell’attività svolta dagli avvocati che operano nell’ambito del patrocinio a spese dello Stato; le prospettive di riforma del processo civile volute dallo Stato centrale, dirette a mettere in discussione il principio dispositivo del processo; l’affollamento delle carceri e la tutela della funzione rieducativa della pena; la riforma in materia di prescrizione.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Oggi il numero degli avvocati rispetto a 30 anni fa è quasi triplicato: il settore è dunque saturo, anche in ragione del fatto che la crisi del sistema giustizia, sia in termini di efficienza che in termini di efficacia, allontana i cittadini dai Professionisti che sono preposti alla tutela dei diritti fondamentali,
riducendo in modo significativo la remunerabilità degli addetti ai lavori.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Ci possono sicuramente essere, soprattutto nell’ambito della consulenza nei nuovi settori della Tutela della Privacy e della Consulenza nei confronti delle imprese: ciò richiede tuttavia una maggiore propensione alla specializzazione.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019? 
Al fine di garantire l’adempimento dell’obbligo formativo che ogni Avvocato ha, il Consiglio dell’Ordine ha organizzato numerosi eventi formativi, per lo più gratuiti: lo ha fatto nel corso del 2018 e lo farà anche nel corso del 2019, anche in collaborazione con altri Ordini professionali e
con enti ed associazioni che operano sul territorio (Regione, Università della Valle d’Aosta, ecc.).

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Rigore morale, senso di appartenenza e di rispetto nei confronti delle Istituzioni forensi, consapevolezza del ruolo sociale della professionale di Avvocato, alta professionalità, fedeltà al cliente nel rispetto delle leggi e della Costituzione.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Allo stato attuale la Cassa Forense garantisce una buona remuneratività dei contributi che vengono
versati dai Colleghi e l’equilibrio di bilancio sui cinquant’anni così come previsto dal Ministro Fornero, tale da garantire per un analogo periodo il pagamento delle pensioni.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì, come?
Certamente: non vi è ufficio in cui le tecniche di comunicazione e le tecnologie del mondo digitale
non siano entrate, lo stesso si è verificato negli studi legali. L’esempio più evidente è rappresentato
dal Processo civile telematico, seguito dal Processo amministrativo e tributario telematico.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Occorre consolidare il senso di appartenenza alla Professione e la consapevolezza del ruolo sociale
della professionale, rafforzando il ruolo pubblicistico svolto dall’avvocatura, sia pure nel rispetto della natura libera della professione forense, mediante una modifica dell’art. 111 della Costituzione, così da prevedere la libertà e l’autonomia del professionista e la necessità della difesa tecnica.

22 febbraio 2019

#Costruzioni in #legno: #Speedybrick punta a creare una filiera tutta valdostana

Questa settimana proponiamo l'intervista a Flavio Lanese della Speedy- Brick, start up insediata nell’incubatore di Aosta.

SpeedyBrick: a che punto siamo con quella che, semplificando molto, possiamo chiamare la versione adulta dei lego?

Alla luce dell'esperienza fatta in questi anni ho imparato che il percorso di un brevetto, di una soluzione innovativa, è una avventura che allena alla pazienza, a partire proprio dalla pratica burocratica della brevettazione che è dal punto di vista della documentazione, dello scambio epistolare, estenuante sia come tempi che come costi. In effetti una considerazione che andrebbe fatta è che è così complicato e costoso che mettendomi nei panni di un giovane, che non ha una struttura finanziaria alle spalle, ma che ha un'idea brillante, risulta veramente difficile riuscire a proteggere la propria idea e a darle gambe imprenditoriali. Su questo qualche riflessione, a livello di governo
italiano ma anche internazionale andrebbe fatta perché veramente è molto complessa e costosa.
Non tutti se la possono permettere se non hanno un lavoro, una attività o qualche rendita.

Adesso è tutto a posto?
Per i paesi più grossi, cioè Stati Uniti, Cina, Canada, Australia, Europa, Russia, il percorso è completato, mi manca ancora la certificazione per Brasile e Giappone ma è questione di pochi mesi.
Resta il fatto che per un giovane che parte con pochi mezzi è un bel problema... Sì. Si rischia di vedere precluse le opportunità di chi ha una idea innovativa ma non ha le risorse finanziarie.

Sul fronte della produzione a che punto siamo?

Ho in corso un paio di contatti interessanti con dei produttori per stringere un accordo di partnership. Nel frattempo ho anche trovato nel torinese un'azienda che potrebbe produrmi i moduli in  outsourcing a dei prezzi accettabili. Sono una via di mezzo tra l'artigiano che mi faceva i prototipi e la grande industria con cui spero di riuscire a chiudere qualche accordo.

E su quello della commercializzazione?
C'è ancora un passaggio da fare, cioè la certificazione del prodotto. Per la versione destinata all'utilizzo come materiale edile strutturale, cioè per costruire i muri portanti delle case occorre ottenere una certificazione europea per cui poi il prodotto può essere commercializzato con la sua scheda tecnica in modo che progettisti, ingegneri, architetti e impresari lo utilizzino sapendo qual è il carico, la resistenza strutturale che quel sistema garantisce. Anche questo è un percorso complicato
e costoso: circa un anno di lavoro e 70-80mila di costo. In questo momento sto decidendo a quale ente certificatore affidare la realizzazione.

Sembrava che il noto imprenditore Elon Musk di Tesla si stesse interessando al settore. Qualche contatto?
Siccome il sistema, all'inizio, sembrava avere qualche analogia con il mio, ho indagato un po' e ho  capito che lui prevedeva di costruire questi mattoni utilizzando come materia prima i detriti di roccia dei tunnel che sta scavando nel suolo di Los Angeles per quel suo progetto di metropolitana  superveloce. E sono anche arrivato a capire che è stata un po' una scelta obbligata per lui in quanto l'amministrazione di Los Angeles gli concedeva il permesso di scavare i tunnel soltanto se lui dichiarava che cosa ne avrebbe fatto dei materiali di risulta. Quindi si è dovuto inventare un prodotto
che giustificasse l'impiego di questo materiale.

Ma così è molto diverso?
Sì. Inoltre non aveva dettagliato molto le caratteristiche tecnico-strutturali del sistema. Si parlava soltanto di mattoni tipo lego...

Ha nobilitato il settore in qualche maniera...

Effettivamente. Ho anche cercato un contatto con lui per proporgli il mio brevetto. La società di Torino che segue la mia pratica di brevetto ha scritto alla società americana che segue i brevetti di Elon Musk per chiedere genericamente un interessamento. Per ora non c'è stata risposta. Non è che ci contassi molto, però un tentativo andava fatto.

Dove si può già vedere qualche mattone montato?

Al di là delle varie fiere cui ho partecipato, l'ultima è stata la Maker Faire di Roma dove c'è stato un afflusso e un grande interessamento. I prototipi sono nel mio studio. Adesso però sto lavorando alla costruzione di una unità abitativa dimostrativa completa di tutto, camera, bagno, cucina, anche come demo di come potrebbero essere realizzate con questo sistema le unità abitative nei casi di emergenza legata a catastrofi come terremoti e alluvioni. Ho anche un accordo con un impresario valdostano che dedicherà un'area destinata proprio alla costruzione di case in legno dimostrative. Si tratta di un impresario che costruisce case in legno di varie tipologie e mi ha proposto di ospitarne anche una mia.

Novità per il 2019?
Il brevetto di questo sistema di costruzione sino ad ora l'ho utilizzato per costruire i muri verticali, ora sto realizzando con lo stesso brevetto, la stessa soluzione anche la versione per fare orizzontamenti,
cioè solai e tetti con un rapporto dimensionale un po' diverso ma la soluzione è la stessa. Il sistema
porterà a essere in grado di costruire l'intera struttura di un edificio, non soltanto i muri ma pure i
solai e i tetti. Il sogno nel cassetto è proprio quello di arrivare a costruire questo chalet di cui ho fatto
cenno tutto con il sistema, pareti, solai e tetto e quindi testarlo e mostrare l'effettiva funzionalità. Il sistema manterrà comunque la sua semplicità e potrà essere utilizzato anche da chi non ha né forza fisica né competenza tecnica: questa rimane la caratteristica distintiva di questa soluzione.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Continuo a coltivare il sogno di riuscire a mettere insieme attorno a questa idea un po' le migliori energie valdostane. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgere chi già opera in Valle e produce nel settore della costruzione di case in legno e creare una realtà tutta made in Aosta Valley sia come concezione che come produzione. So che è difficile. Ma sono in buoni rapporti con tutti gli operatori regionali del settore e cercherò di tirarli ancora un po' per la giacca per vedere se si trova la strada. Chissà che alla prossima Fiera di Sant'Orso...

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Gli #Assistentisociali

Identikit degli Assistenti Sociali

Iscritti totali anno 2018: 83
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Anna Jacquemet
Vice Presidente: Sofia Lanzavecchia
Segretario: Floriana Battistioli
Tesoriere: Barbara Griva
Consiglieri: Paola Gamba, Marta Simonato, Maria Luisa Traversa
Trend: Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: la nostra Regione mantiene un trend
di iscritti abbastanza regolare. A fronte di una media di 6/7 iscritti all'anno ci sono numeri simili di
colleghe che si cancellano in quanto cessano attività lavorativa.
E-Mail: oasvda@gmail.com
Sito internet: www.oasvda.com

Intervista alla Presidente Anna Jacquemet

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Il servizio sociale è una professione di cambiamento e anche di accompagnamento delle persone
Anna Jacquemet
in difficoltà. Questo fa sì che la nostra sia una professione abituata a lavorare con persone in difficoltà
e soprattutto con altre figure professionali con lo scopo di contenere il danno. Una problematica emergente nella nostre regione è che sempre più, a causa della contrazione di risorse non
solo economiche ma anche professionali, mancano professionisti, operatori nei vari servizi per cui il lavoro di équipe è messo in difficoltà. Nella nostra regione si registra poi una instabilità politica
che non ci facilita. Una altra problematica emersa a livello nazionale grazie ad un grosso lavoro da
parte del Consiglio Nazionale riguarda l'aggressività nei confronti degli operatori. Si tratta purtroppo
di un fattore emerso attraverso questa ricerca svolta nel 2017 e che ha coinvolto 20000 assistenti sociali su tutto il territorio italiano, circa la metà degli iscritti. Questa ricerca ha preso in considerazione sia la violenza verbale, cioè minacce, che quella fisica, cioè aggressioni verbali e  ntimidazioni, ed è particolarmente significativo che rispetto a quella verbale l'88,2% delle colleghe ha
rilevato questa problematica almeno una volta nella propria carriera professionale. Per fortuna i dati
su quella fisica sono più bassi anche se rasentano comunque il 16%. 872 intervistati hanno dichiarato
che in tali eventi l’aggressore ha utilizzato un oggetto o un’arma.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
La nostra regione sino ad ora ha sempre avuto buone possibilità di sbocco lavorativo; negli ultimi anni sono stati assunti nuovi assistenti sociali, dopo anni di precariato. La stabilizzazione del personale è fondamentale per garantire continuità nei servizi. Da poco tempo è stato bandito un concorso dalla Società di Servizi e la graduatoria è già in esaurimento.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Gran parte degli iscritti lavorano alle dipendenze dell'ente pubblico. In altre regioni, per esempio la
Lombardia, il Veneto e la Calabria, in maniera abbastanza significativa, iniziano ad esserci parecchie
colleghe che lavorano come libere professioniste sia in studi associati con altre colleghe, in particolare rispetto ad aspetti di formazione, oppure presso l'Università come docenti o ricercatori, o anche nel settore della mediazione, ad esempio durante le separazioni famigliari, che in questi anni sono aumentate. Nella nostra regione abbiamo colleghe che non lavorano in ambito pubblico ma come responsabili delle cooperative sociali o in altre attività sempre però nell'ambito del servizio sociale.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
Nel 2018, proprio in relazione alla ricerca sull'aggressività di cui abbiamo detto prima, abbiamo  vuto
una Giornata formativa con assistenti sociali di altre regioni per confrontarci su eventuali strategie
per affrontarla. Abbiamo organizzato come tutti gli anni, il 19 marzo, il World Social Work Day che ci ha visti impegnati in un lavoro con le scuole superiori dell'area sociale sull'immagine dell'assistente sociale in quanto è una problematica sempre più critica. Spesso l'assistente sociale è individuata come la figura che porta via i bambini. Abbiamo anche costituito a livello regionale una commissione ad hoc. L'anno scorso abbiamo anche dato il patrocinio a un evento formativo in collaborazione con il Centro donne contro la violenza dedicato alla tematica della violenza di genere. Lavoriamo anche a livello interno con un metodo che si chiama dell'altervisione. Questo metodo affronta le tematiche
specifiche del servizio sociale come sostegno ed accompagnamento. Consiste nell’allestimento di
uno spazio di confronto e di riflessivita intraprofessionale riconoscibile e legittimato (un tempo, un
luogo, un gruppo, un metodo) per gli assistenti sociali e per l’organizzazione in cui lavorano, come
opportunità di accrescimento delle competenze già presenti. L’adozione del metodo dell’Altervisione consente di fare emergere, rendere evidente e fruibile a più professionisti la competenza professionale di ciascuno, spesso implicita e raramente condivisa, rendendola patrimonio incrementabile nell'organizzazione (know-how) e confrontabile tra colleghi, anche di altre identità professionali.
Nel 2019 avremmo intenzione di proseguire con il metodo dell'altervisione prevedendo anche un
confronto con il Professor Gui dell'universita di Trieste, uno dei massimi esperti a livello nazionale sul metodo cogliendo anche l'occasione per presentare il suo libro sull'argomento. Nel prossimo consiglio si valuterà anche l'organizzazione di un evento formativo relativo alla giornata del WSWD che quest'anno affronta la tematica della promozione delle relazioni umane.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
È una professione complessa che richiede un tempo e un pensiero e soprattutto una capacità di esser pronti a camminare a fianco di persone che per svariati motivi si trovano in situazioni di fragilità economica, relazionale, sociale, sanitaria e con loro condividere la fatica, in termini positivi e negativi, del cambiamento. Come dicevo la nostra è una professione complessa che, se affrontata con professionalità e preparazione, riesce anche a regalare momenti di grande soddisfazione. È una professione che può interessare molto i giovani.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Al momento attuale non sono state rilevate problematiche in tal senso tenuto anche conto del fatto
che la quasi totalità dei colleghi andati in pensione negli ultimi anni era dipendenti pubblici e quindi
con tutte le regole pensionistiche previste per tale categoria.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì, come?
È entrato sia come Ordine professionale, in quanto dobbiamo in termini di trasparenza rendere visibile ciò che facciamo: abbiamo pertanto un sito istituzionale, che stiamo migliorando per renderlo più accessibile. Più a livello operativo tutte le colleghe hanno in dotazione una cartella sociale informatizzata che consente loro una registrazione più puntuale e un mantenimento dei dati più significativo. La comunicazione della professione vorrebbe essere un punto di forza non solo nella nostra Regione, ma seguendo le indicazioni del nostro Consiglio Nazionale, una voce per le persone e le situazioni più fragili… una voce che passa anche attraverso il mondo digitale. Pur con le dovute attenzioni e restrizioni legate all’obbligo del rispetto della privacy di coloro con cui lavoriamo, il cosiddetto segreto professionale e al rispetto del segreto d’ufficio previsti dal nostro Codice deontologico. Infatti a tale proposito è in corso di revisione il codice deontologico (l’ultima stesura
risale al 2009) e proprio recentemente a Roma si è tenuto un incontro dell'Osservatorio codice
deontologico che ha portato in discussione proprio l'aspetto dei social cercando di individuare all'interno del codice un capitolo che affronti tale tematica.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Il nostro codice deontologico contiene numerosi valori cui la professione deve riferirsi. In questo momento storico in cui emergono sicuramente gravi indicatori di intolleranza e di disuguaglianza
sociale, crediamo che la nostra professione abbia molto da dire. Il nostro codice dice in maniera molto chiara che gli assistenti sociali devono riferirsi in modo particolare ai principi di giustizia, di uguaglianza, di equità sociale ricordandoci continuamente che noi siamo al servizio delle persone indipendentemente dalla loro provenienza, dalla loro cultura, dalla loro estrazione sociale, dalla loro religione, per cercare di svolgere questo ruolo di mediazione nei confronti di questa società che appare sempre più orientata verso atteggiamenti di razzismo. In chiusura ricorderei tre concetti fondamentali: l’umanità, il rispetto della persona umana e, soprattutto, la comprensione reciproca.

21 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Le #GuideAlpinediAltaMontagna


IDENTIKIT DELL'UNIONE GUIDE DI ALTA MONTAGNA

Iscritti totali anno 2018: 240

Presidente:Pietro Giglio
Vice Presidente: Mario Oliengo
 Segretaria: Michela Deffeyes
Giunta esecutiva: Alex Chabod, Guido Azzalea, Oscar Cametti

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: in leggera crescita

E-Mail:  info@guidealtamontagna.com
Sito internet: www.guidealtamontagna.com


INTERVISTA AL PRESIDENTE PIETRO GIGLIO 

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Pietro Giglio
A livello nazionale la problematica principe è quella della modifica della legge 6 1989 «Ordinamento della professione di Guida alpina», una legge che è ormai obsoleta, nel frattempo la professione è profondamente cambiata e di conseguenza la legge deve essere cambiata. Oltretutto questa legge regola oltre che la professione di guida alpina altre figure professionali cioè l’accompagnatore di media montagna, che in Valle d’Aosta non è presente anche se speriamo di inserirla, e quella della guida vulcanologica. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta la problematica è un po’ la stessa, cioè la modifica della legge regionale, la numero 7 del 1997. La professione è profondamente cambiata e ci sono delle esigenze stringenti che devono trovare spazio nella legge ovviamente in accordo con la politica.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
L’offerta di lavoro è in costante crescita da qualche anno e quindi c’è l’esigenza di avere nuove guide in Valle d’Aosta, fra l’altro si registra un ingresso di guide provenienti da altre regioni perché le guide al contrario di altri ordini professionali possono appartenere a più collegi oltre a quello principale e quindi c’è una domanda di entrare in Valle d’Aosta e l’esigenza di avere nuove guide in Valle d’Aosta.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Le competenze delle guide alpine sono individuate dalla legge nazionale e di conseguenza poi da quella regionale, quanto ad altre attività che si potrebbero aggiungere qualcosa forse, però la domanda è soprattutto legata all’alpinismo di alta montagna. D’altra parte le guide sono vocate a questo tipo di attività. Ed è in forte aumento, basta pensare alle problematiche legate al Monte Bianco e alla limitazione della salita alla vetta. Se ne è parlato anche per il Cervino. E’ un dato che ci sono sempre più persone che vogliono salire sulle cime.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
E’ in corso di svolgimento una selezione per accedere al corso di formazione per aspiranti guide alpine. Ricordo che l’ordine professionale prevede due gradi di professione: aspirante guida alpina prima e poi guida alpina. Il periodo più impegnativo è il primo. Si tratta di 100 giorno distribuiti nell’arco di due anni nei quali gli allievi devono sottostare a delle prove molto selettive per acquisire il titolo di aspirante guida alpina dopodiché dopo due anni di praticantato possono accedere al corso finale per diventare guida alpina, più leggero pur avendo carattere di selezione.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Andare in montagna perché l’accesso alla professione è regolato da una selezione e per accedervi bisogna presentare un curriculum importante di salite. Di conseguenza per diventare aspiranti guida bisogna essere alpinisti formati, l’autonomia della movimentazione in alta montagna devono averla già acquisita. Ed è sempre più difficile per i giovani acquisire questo curriculum perché richiede soprattutto investimento di tempo e di denaro.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Bisogna dire che l’Unione regionale Guide di Alta Montagna – Collegio regionale delle Guide alpine forma dei liberi professionisti che sono regolati dal punto di vista della previdenza in vario modo. C’è chi lo fa a tempo pieno per cui accede alla categoria dei commercianti mentre ci sono altre guide che svolgendo altre professioni hanno altre casse previdenziali. Non fa parte delle prerogative del nostro ordine di occuparsi della previdenza.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Prepotentemente. Basta pensare al problema dell’orientamento che un tempo veniva affrontato con carta, bussola, altimetro mentre oggi ci sono i Gps e i telefonini con le app adeguate pur con i limiti rappresentati dall’autonomia di questi strumenti. Le guide sono tutte digitali ormai.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Uno dei valori cardini della montagna è sempre stata la solidarietà. Le guide su questo portano avanti un principio che è di generazioni ormai. Fra l’altro l’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna ha istituito anche un fondo di solidarietà che è il fondo Solidalmonte che fa capo alla Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, un fondo destinato ai figli minori delle guide alpine cadute in servizio.

Luca Napoletano (#Embedded): «Trasformiamo le tue grandi idee in realtà»


Questa settimana proponiamo l’intervista a Luca Napoletano della Embedded Systems, azienda insediata nell’incubatore di Aosta.

Come nasce la vostra azienda?
Sicuramente dalla mia passione per l’elettronica e per l’informatica. Poi nel 2008 avviene l’incontro con il mio socio Fabio Barbieri. Lui gestiva progetti per un’azienda che realizza panel pc e totem per conto terzi, io ero il consulenti informatico e così abbiamo collaborato insieme in diversi progetti. Nel 2016 poi abbiamo deciso di dedicare il nostro tempo “libero” a progettare una scheda elettronica industriale. In pratica un PC industriale. Nel giro di un anno e mezzo realizziamo dei prototipi, scriviamo il software dimostrativo e facciamo la messa a punto. Il nostro prodotto ha suscitato interesse e nell’Aprile 2018 è nata la Embedded Systems srl.

Qual è la mission aziendale?
La mission aziendale è la progettazione e distribuzione di prodotti e/o servizi nel campo dei sistemi digitali. La parte più difficile è decidere dove investire il nostro tempo e le nostre risorse, concretamente significa: individuare una nicchia di mercato dove ci sono richieste non coperte completamente o in parte e fare una stima della quota di mercato per determinare la sua rilevanza economica. Le nostre capacità e la nostra esperienza la mettiamo a disposizione anche per aiutare le start-up che vogliono realizzare il loro prodotto. Sul nostro sito web aziendale www.embeddedsystems.it abbiamo inserito come slogan “Trasformiamo le tue grandi idee in realtà”, ovviamente le grandi idee che hanno bisogno di un sistema digitale.

Di quali servizi vi occupate?

I nostri servizi sono: progettazione di circuiti stampati. Dalle esigenze funzionali e dimensionali utilizziamo strumenti e software CAD elettronico per produrre la documentazione necessaria alla fabbricazione e assemblaggio della scheda elettronica; sviluppo firmware. Molte schede elettroniche sono controllate da uno o più microcontrollori. Noi sviluppiamo il software da installare sulle schede elettroniche progettate da noi o da terzi; GUI ( Graphical User Interface ) development, molte schede elettroniche dispongono di un’interfaccia di comunicazione che consente lo scambio di dati e comandi di controllo con il PC. Per questi sistemi realizziamo applicazioni sia per ambiente Windows che per ambiente Linux; infine Progettazione meccanica. Per l’alloggiamento dell’elettronica e l’integrazione con sensori e attuatori utilizziamo software CAD 3D per progettare il contenitore. Realizziamo prototipi in ABS con una stampante 3D.

Come avete scelto il nome dell’azienda?
Il nome dell’azienda è la definizione di quello che facciamo, cioè sistemi elettronici di elaborazione digitale a microprocessore progettati AD HOC per una determinata applicazione. Sistemi che sono sempre più presenti nella vita di tutti i giorni: Automotive, Internet of Things, Domotica, Sicurezza, Bilance intelligenti, Self service...

In quanti siete?
Attualmente siamo in 2 e lavoriamo in azienda solo part-time. Non abbiamo sufficiente disponibilità finanziaria che ci permetta di lavora a tempo pieno nella nostra azienda. Ultimamente un’azienda lombarda vorrebbe finanziare alcuni dei nostri progetti. Quindi stiamo preparando un piano di sviluppo per il 2019/2020 che prevede il potenziamento del reparto progettazione, e l’assunzione di ingegneri elettronici o affini.

A cosa state lavorando in questo periodo?
Siamo impegnati nella produzione della nostra scheda industriale, ci sono arrivati ordini a fine 2018 e stiamo per evadere i primi ordini per il 2019. Siamo piacevolmente sorpresi per le vendite, non ci aspettavamo di dover pianificare una produzione per il primo semestre 2019.

Un lavoro particolare che avete affrontato in questi mesi?

Lavorando da molti anni nel settore dell’informatica ci sembra tutto ordinario. Forse il lavoro più interessante è stato quello dell’imprenditore: parlare con i clienti, programmare le attività, gestire una produzione, partecipare ad eventi e corsi di formazione. A tal proposito vorrei esprimere il mio apprezzamento per la qualità della formazione organizzata dal gruppo di supporto delle Pépinières , molto interessante, soprattutto per un neo-impreditore come me.

Novità per il 2019?
Abbiamo messo in cantiere diversi progetti, i più rilevanti sono PC industriali con i processori di ultima generazione; telecontrolli su onde convogliate con uno standard industriale (PRIME), un dispositivo che utilizza la linea elettrica come canale di comunicazione. Inizialmente era stato pensato per il controllo delle linee di illuminazione stradale, ma stiamo lavorando per renderlo interessante anche per la domotica o in generale per un sistema internet of things. E, infine, Cloud IoT, un server per la connessione di un dispositivo elettronico con funzioni per il controllo remoto realtime, la raccolta dati e la reportistica.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Visto che è un sogno puntiamo in alto: rendere la Valle d’Aosta uno dei più importanti poli tecnologici d’Italia.

25 febbraio #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: I #Geologi

Lunedì 25 febbraio, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu settima puntata di un nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Paolo Castello, il presidente dei Geologi.

Sul Corriere della Valle in edicola trovi l'intervista a Alessandro Trento, Presidente dell'Ordine regionale degli Psicologi.

Tutti gli iscritti riceveranno una copia PDF omaggio del Corriere direttamente dal proprio Ordine.

L'intervista a Castello sarà invece disponibile in formato cartaceo sul Corriere della Valle del 28 febbraio. Buona lettura.

Graziano Dominidiato (#Confcommercio) ospite il 22 febbraio a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 22 febbraio, alle 9,35, ventidueesima puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio il presidente di Confcommercio Graziano Dominidiato

Sul Corriere della Valle in edicola trovi invece l'intervista a Andrea Orso della Intecos. 

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.

Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

#ProImpresa 7 : Workshop Fondazione Courmayeur: Gestione manageriale come asset di successo (#crosa07)


L'8 marzo, ore 15,30, la Fondazione Courmayeur, in collaborazione con Deloitte & Touche, organizza il workshop “Gestione manageriale come asset di successo. Essere una Best Managed Company”. L'evento rientra nel filone “Problemi di diritto, società e economia” del programma pluriennale di attività della Fondazione, che nei suoi 30 anni di vita ha dato luogo ad un'intensa attività scientifica, sviluppata in quattro aree. Oltre a Problemi di diritto, società e economia con il suo annuale convegno di settembre su diritto e procedura civile, troviamo l'Osservatorio sul sistema
montagna Laurent Ferretti che si focalizza su temi legati al nostro territorio con un approccio transfrontaliero, gli incontri di Courmayeur, ad agosto e dicembre, che trattano problematiche di attualità con esperti del mondo dell'economia, della politica e del giornalismo ed infine l'attività
editoriale con le numerose pubblicazioni, a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, e da quest'anno anche l'alternanza scuola-lavoro. L'evento è aperto a tutti, in particolare agli imprenditori
che vogliono ottimizzare la gestione della propria attività migliorandone i risultati, ai figli di imprenditori destinati a un progressivo coinvolgimento nella gestione aziendale e a coloro che
hanno aperto da poco un'attività o sono interessati a creare una nuova azienda per capire quali siano le conoscenze e le competenze necessarie per una concreta e lineare visione di una managerialità
moderna.

L'8 marzo gli esperti di Deloitte spiegheranno come una buona gestione manageriale, caratterizzata da alcuni elementi chiave, quali l’eccellenza nella capacità organizzativa, la strategia e la performance, e l’attenzione alla sostenibilità ed alla innovazione possano rappresentare un asset di successo delle PMI.

Seguiranno testimonianze aziendali e di Confindustria Valle d'Aosta. Ampio spazio verrà dato
a ELITE, programma internazionale del London Stock Exchange Group nato in Borsa Italiana nel
2012, in collaborazione con Confindustria, a supporto delle PMI che vogliono crescere in modo
strutturato o pianificato, che verrà illustrato da Marta Testi, Head of Elite Italy & Europe. Sono
più di 1000 le imprese entrate in ELITE, grazie anche alla collaborazione con Deloitte che affianca
le aziende attraverso un percorso disegnato in modo congiunto per supportare il loro percorso
di crescita, incluso la raccolta di capitale. L’avvocato Lukas Plattner di Nctm farà un’analisi approfondita dal punto di vista legale dei temi di governance nelle aziende familiari e dei modelli di
governance evoluti per le PMI, richiamando il documento di Borsa- Elite sulla governance ed infine
verranno analizzati da Ernesto Lanzillo di Deloitte gli elementi di successo della gestione manageriale che ricorrono nel programma di training e networking di Borsa Elite. Il workshop è accreditato ai fini della formazione professionale continua di avvocati e dottori commercialisti. Per
iscriversi: info@fondazionecourmayeur.it.

Edda Crosa

#ProImpresa 6: #Burocrazia #ammazzaimprese (#crosa06)

La burocrazia ammazza le imprese. 31 miliardi all'anno, tempo e risorse sottratti al lavoro, lo dice la Cgia di Mestre. Nel rapporto OCSE 2017, l'Italia si piazza al 14° posto tra i 19 Paesi dell'area euro per facilità di fare impresa. Ai primi posti troviamo Finlandia, Paesi Bassi e Lussemburgo.Siamo all'ultimo posto per i costi per avviare un'impresa e per recuperare i crediti in caso di fallimento. Per avviare un'impresa ci vogliono 6,5 giorni, meno della media UE (9 giorni). L'OCSE ha calcolato che le imprese italiane destinano 238 ore (dato medio UE 149) per pagare le imposte, sono 30 giorni tolti al lavoro, che nelle piccole realtà sono un macigno. Ci vogliono 227,5 giorni, cioè 7,5 mesi (media UE 6,1), per ottenere un permesso per costruire e quasi 3 anni (media UE 1,8 anni) per avere una sentenza su di una disputa commerciale.

La regione più virtuosa in Europa è la finlandese Åland, la prima regione italiana, al 118° posto è il
Trentino, la Valle d'Aosta si piazza al 142° posto, sesta in Italia. Assolombarda stima che il peso della burocrazia sul fatturato tocca il 4% per le piccole imprese (2,1% per le medie), si passa dai 108 mila euro per una piccola impresa ai 710 mila euro per un’azienda di medie dimensioni, e ha rilevato che tra le 10 procedure esaminate le più lunghe e complesse sono quelle ambientali.

Sono dati impietosi che ci fanno capire quanta mala burocrazia ci sia in Italia e che demoralizza tanti imprenditori che lottano ogni giorno per tenere aperta la loro attività. Non a caso gli investitori stranieri sono restii a venire nel nostro Paese per mancanza di trasparenza, incertezza giuridica
e adempimenti troppo onerosi. Le imprese minori sono le più penalizzate perché non hanno uffici interni dedicati alle incombenze burocratiche e si devono avvalere di professionisti esterni. In Valle d'Aosta non sempre abbiamo saputo sfruttare il vantaggio di avere dimensioni ridotte e quindi la facilità di interazione con tutti i livelli dell'Amministrazione pubblica. Gli operatori valdostani,
per esempio, trovano molto complesso il SISPREG2014. Nella relazione sulla performance 2017 della Regione si legge che l'edilizia è uno dei settori più critici per i tempi lunghi (175 giorni di media) e per i costi per il rilascio di titoli abilitativi, numero eccessivo di amministrazioni ed enti interlocutori, differenze nelle procedure seguite dai Comuni e incertezza sugli adempimenti da
espletare.

La relazione elenca anche una serie di procedure che sono state semplificate: dal bando per il micro
credito, ai mutui per l'uso più razionale di energia, all'iscrizione on line alla Fiera di Sant'Orso. E se nel 2018 è la privacy che ha appesantito il carico burocratico, il 2019 è iniziato male con la fatturazione elettronica.

Sono anche previsti maggiori adempimenti per coloro che operano con l'ester: un'impresa  commerciale con 5 dipendenti dovrà inviare documentazione all'erario 88 volte e una piccola impresa industriale con 50 dipendenti addirittura 99.

20 febbraio 2019

Etichetta made in Italy (#mossoni08)

La norma, contenuta nel decreto semplificazione, consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti ponendo fine ad un lungo e faticoso contenzioso aperto con l’Unione europea oltre 15 anni fa. In particolare si individuano disposizioni nazionali autorizzate nell’ambito di una consultazione con la Commissione sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, in ragione della protezione della salute pubblica e dei consumatori, della prevenzione delle frodi e della protezione dei diritti di proprietà industriale e di repressione della concorrenza sleale. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante. L’obiettivo è dare la possibilità di conoscere  finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fin ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro.

L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati
del latte e della carne.

Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei
cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza. Le
maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i  prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio  generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.

Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria
anche su funghi e tartufi spontanei.

CIBI CON ETICHETTA DI ORIGINE....
Carne di Pollo e derivati – Carne Bovina – Frutta e Verdura fresche – Uova – Miele – Extravergine di oliva – Pesce*- Derivati del pomodoro e sughi pronti* - latte/formaggi* -Pasta*- Riso* Tartufi e funghi spontanei. (*a seguito provvedimenti di carattere Nazionale)

...E QUELLI ANCORA SENZA ETICHETTA
Salumi – Carne di Coniglio – Carne trasformata – Marmellate, succhi di frutta, Verdura in scatola, - Pane – Insalate in busta – Frutta e verdura essiccata.

Riflessioni sul modello agricolo valdostano (#mossoni07)

Articolo già pubblicato sul Corriere della Valle del 24 gennaio. Ezio Mossoni, già direttore di Coldiretti scrive da diverso tempo per il Corriere. Buona lettura.

Dal documento di economia e finanza regionale per il prossimo triennio emerge un forte segnale per il rilancio del settore agricolo attraverso misure mirate e anche attraverso la riorganizzazione dell’Assessorato.
Bene, bene, molto bene, il passaggio è vitale per il settore agricolo e i nostri nuovi (?) Amministratori dovranno mettere in campo competenze – che certo non mancano – ma soprattutto risorse e qui, permettetemi, (sarò felice di sbagliarmi) in tempi di ristrettezze, qualche piccolo dubbio mi sorge.
Affronto il problema attraverso una tesi che mi è cara e che ho maturato in tanti anni di attività nel settore. Grazie al mio lavoro ho avuto l’opportunità di uscire dalla nostra Regione e vedere anche realtà diverse. Credo che, anche senza tali esperienze, chiunque abbia attraversato la pianura padana in automobile abbia potuto notare grandi stalle in capannoni prefabbricati e, vicino, altrettanti grandi silos pieni di mangime. I campi, a fianco, coltivati con seminativi, mais, grano, frutteti o altro. E’ il sistema agricolo economico, quello che permette di vivere (a volte solo sopravvivere). Spero che vedendo questo sistema qualcuno lo abbia paragonato a quello che io definisco “Il Modello Agricolo” valdostano che niente ha a che vedere con tale organizzazione compresi, purtroppo, i ricavi economici. Anzi, giungo a dire – in maniera provocatoria e soprattutto per l’allevamento - che fare agricoltura in Valle d’Aosta sia antieconomico, i costi sono più alti dei ricavi e non è possibile fare impresa sperando, legittimamente, di mantenere la propria famiglia .

Allevare capi di razza autoctona significa produrre molto, molto meno rispetto alle tradizionali razze vocate alla produzione di latte; prendere terreni in affitto, lavorare per la fienagione con i relativi costi di manodopera e meccanizzazione non ha senso in confronto ai costi dei mangimi insilati e figuriamoci se poi, dopo tanto lavoro, una settimana di pioggia manda il raccolto a quel paese ! Tutte queste operazioni erano legittime e logiche per l’agricoltura dell’autosussistenza, dalla quale siamo – per fortuna – usciti da tempo.

E l’alpeggio? Peggio che peggio. Orari assurdi, lavoro estremo in condizioni estreme, costi del personale, di trasporto, e di affitto. Le strutture poi, non ne parliamo. I costi di realizzazione di una stalla ben inserita nell’ambiente (vuol dire pietra a vista, finiture in legno, tetti in lose) non hanno confronto con i costi del prefabbricato in cemento.

Per generare più reddito l’agricoltura dovrebbe, quindi, spostare il “modello” verso l’organizzazione della pianura ma significherebbe anche valutare - da parte della società intera e non solo dal settore agricolo - alcune contropartite. La razza autoctona non vuole solo dire “affezione” ma anche biodiversità e, soprattutto vuol dire Fontina, ad essa legata indissolubilmente. Ne vogliamo (e possiamo) fare a meno? Sfalciare i prati vuol dire mantenimento del territorio, lotta al dissesto idrogeologico e, soprattutto, ambiente. Una regione come la nostra può fare a meno dei prati in fiore per lasciare spazio ad incolti ingialliti? E il mantenimento dell’ambiente in alpeggio attraverso il presidio diretto e la viabilità rurale, e di nuovo la produzione di qualità della Fontina,.... ne possiamo fare a meno? Possiamo fare a meno di quella che A.Bétemps chiama “la montagna umanizzata”? E in questa stessa montagna opere edilizie rurali in piena integrazione con l’ambiente alpino sono, o no, meglio del cemento prestampato?

Questa è la storia non solo dell’agricoltura valdostana ma è la storia della Valle d’Aosta. Appunto un “Modello agricolo” molto sociale e poco economico; è, però, un anello della catena indispensabile al mantenimento del sistema complessivo Valle d’Aosta che è fondato sul territorio, sull’ambiente, sul turismo, su commercio e artigianato di prossimità, un sistema basato sulla produzione di qualità e non di quantità, per evidenti ragioni di dimensione. Non dimentico l’industria anch’essa votata sempre più alla qualità. Ma mentre tutti i settori, sia pur tra mille difficoltà, possono lavorare per fare impresa, l’agricoltura - che non è più, come detto, quella dell’autoconsumo - si deve confrontare con il mercato e non ha possibilità di fare reddito quando le condizioni generali operative lo impediscono e, soprattutto, vede all’orizzonte delle alternative, semplicemente “spostandosi” verso l’organizzazione
della pianura.

I nostri politici conoscono bene la questione (almeno lo spero!) in quanto la politica stessa, ben
conscia di questa situazione, è stata, nel tempo, vicina al settore agricolo trovando sistemi di  integrazione del reddito non oggettivamente raggiungibile. Le recenti difficoltà del settore primario
sono legate proprio alla difficoltà di reperire queste risorse che la “politica” ha cercato di spostare dalle casse Regionali a quelle Statali e Comunitarie. Se si vogliono mantenere gli agricoltori e gli allevatori in montagna, e con la stessa struttura operativa, servono le risorse (puntuali !) per continuare a integrarne il reddito. Se questo non accadrà piano piano, ma inesorabilmente, ci si avvicinerà sempre più al modello della pianura, con le relative conseguenze, e per tutti. Quando vediamo dei terreni incolti sono l’effetto, non la causa.

Ezio Mossoni (già pubblicato sul Corriere della Valle del 24 gennaio)

15 febbraio 2019

18 febbraio #Grandangolo delle Professioni su #RadioPropostainBlu: Gli #Psicologi

Lunedì 18 febbraio, alle 10,35, su Radio Proposta in Blu sesta puntata di un nuovo ciclo di «Grandangolo: incontri con le professioni della Valle d'Aosta». L'ospite di questa settimana sarà Alessandro Trento, Presidente dell'Ordine regionale degli Psicologi. La settimana successiva toccherà a Paolo Castello, il presidente dei Geologi.

Sul Corriere della Valle in edicola trovi l'intervista a Anna Jacquemet, Presidente del Consiglio regionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali.

Tutti gli iscritti riceveranno una copia PDF omaggio del Corriere direttamente dal proprio Ordine.

L'intervista a Trento sarà invece disponibile in formato cartaceo sul Corriere della Valle del 21 febbraio. Buona lettura.

14 febbraio 2019

Paolo Marjolet (#3Commessi) ospite il 15 febbraio a #ImpresaVda su #RadioPropostainBlu

Carissimo visitatore, domani, venerdì 15 febbraio, alle 9,35, ventunesima puntata del nuovo ciclo di ImpresaVda su Radio Proposta in BluIn studio, Paolo Marjolet, componente del direttivo di Confcommercio e titolare del negozio 3Commessi di Aosta

Sul Corriere della Valle in edicola trovate invece l'intervista a Flavio Lanese della speedybrick. 

A circa un'ora dalla trasmissione della puntata puoi scaricare il podcast nell'apposita sezione sul sito di Radio Proposta in Blu.

Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0. 

Luisa Silvestri (Poésie Chocolat Artisanal de Montagne): «Creare un cioccolato che sia una vera poesia»

Questa settimana proponiamo l'intervista a Luisa Silvestri di Poésie Chocolat Artisanal de Montagne, start up insediata nell’incubatore di Aosta.

Partiamo dal nome: Poésie Chocolat Artisanal de Montagne…
Perché il cioccolato è per noi poesia e parla di montagna, del nostro territorio, della Valle d'Aosta e
delle bellezze della natura.

Questo è il momento del food: ma in cosa una cioccolateria artigianale può distinguersi dalle altre? L'artigiano in genere si differenzia per l'interesse e la cura che pone in ogni singolo prodotto. L'artigiano ripone l'anima nel proprio prodotto, per come la vedo io.

Un passo indietro come è nata questa passione? 
La passione per il cioccolato c'è sempre stata ed è diventata un'attività perché sono state unite varie passioni: quella per il cioccolato, il mio grande amore per la montagna e la natura. Quando c'è una grande passione è sempre facile trovare una scusa per avviare una simile attività...

Avevate già una attività legata al settore?
Eravamo già legati al mondo alimentare, conoscevamo il mondo del cioccolato, ma abbiamo studiato
tanto prima di partire. Per tre anni abbiamo fatto tanti corsi in Italia e anche oltre confine con dei francesi molto bravi unendo un po' le varie tradizioni di produzione di cioccolato. Tornando poi alla scusa che abbiamo trovato per cominciare questo sogno c'è anche un libro che leggevo la sera ai miei ragazzi prima di andare a dormire ed è la grande storia di Roald Dahl “La fabbrica di cioccolato”. Da lì è partito questo sogno...

Cosa possiamo definire innovazione nel vostro prodotto....
Di base il nostro prodotto è molto classico. L'innovazione sta nei macchinari utilizzati. Abbiamo scelto una linea innovativa dove i macchinari sono a bassissimo consumo energetico e occupano uno spazio minimo e, quindi, siamo riusciti a mettere su una vera fabbrica di cioccolato in uno spazio relativamente piccolo.

Come siete arrivati all’idea di incubarvi ad Aosta...
La nostra regione fortunatamente ci dà delle opportunità molto grandi che purtroppo vengono  sfruttate poco. Noi abbiamo avuto l'opportunità di insediarci alla Pépinières con il nostro progetto innovativo. Lo abbiamo presentato, è stato approvato e ci siamo insediati. Siamo stati molto seguiti. Il team di ragazzi dell'Associazione Brodolini è veramente in gamba. Hanno creduto in noi e ci hanno supportato tanto.

A che punto siete nello sviluppo dell’azienda?
All'inizio, ma già soddisfatti dei risultati ottenuti. Abbiamo distribuito il nostro prodotto in molte località in Valle e stiamo partecipando a molti eventi Infatti venite da un intenso periodo di commercializzazione destinato a proseguire. Siamo stati al Marché Vert Noël che è stata veramente
una grande opportunità per noi. È stato anche bello stare insieme con tutti gli altri artigiani. C'era una
splendida atmosfera e poi si è rivelata per noi un'ottima vetrina per presentare il prodotto. A  Sant'Orso eravamo presenti nel Padiglione enogastronomico e per la prima volta sempre nella location del Teatro Romano, in una area dedicata allo street food con una decina di operatori.

Novità per il 2019?
Il 16 e il 17 febbraio saremo a Cogne per la Coppa del Mondo di Sci di Fondo e poi lì proporremo un
nuovo prodotto: il quadrotto, un formato tascabile adatto per l'occasione. Sul fronte della commercializzazione presto saremo anche oltre confine nella zona di Chamonix.

Raccontiamo un vostro prodotto...
Potrei citare la trilogia del gianduiotto con tre tipi di gianduiotti ripieni. Infatti una delle nostre particolarità è il gianduiotto ripieno in questo caso di pistacchio, nocciola e mandorla.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Creare un cioccolato che sia una vera e propria poesia.

13 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Gli #Architetti

IDENTIKIT DEGLI ARCHITETTI
Iscritti totali anno 2018: 348
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Sergio Togni
Vice Presidente: Claudio Borgis
Segretario: Marzia Bertello
Tesoriere: Mario Bernasconi
Consiglieri: Simona Agostino - Luciano Bonetti - Maurizio Fea - Adriana Sorrentino - Donatello
Vitulli
Trend: Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: un calo degli iscritti che è iniziato dal 2010

E-Mail:
info@ordinearchitettivda.org
Sito internet:
www.ordinearchitettivda.org


INTERVISTA AL PRESIDENTE SERGIO TOGNI

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Calo del lavoro, numero iscritti elevato, compensi inadeguati in assenza di meccanismi di  salvaguardia da un mercato selvaggio, mancato riconoscimento dell’intellettualità della professione e sola considerazione in termini di fornitura economica, mancanza di tariffe certe per cliente e  professionista, affidamenti con bandi e non con concorsi, assenza di politiche serie di riuso (inadeguatezza norme urbanistiche), mancanza di regole contemporanee (inadeguatezza leggi  edilizie),  errori nei bandi, fallimento della laurea triennale con pochissimi iscritti, tassazione della casa, ma soprattutto una burocrazia in continuo aumento con la complicazione di cose che fino a ieri erano semplici, dalla fattura elettronica alle nuove normative (a causa degli esperti normatori ad unica visione in un mondo sempre più iperspecializzato).

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Il settore è completamente saturo, numerosi colleghi hanno cambiato lavoro, altri per il sostentamento
hanno altre attività oltre la professione. L’invenzione di nuovi regolamenti e norme non creano lavoro
ma solo burocrazia che è più dannosa per il collega che deve fare nuove prestazioni allo stesso prezzo
che per il cittadino che tanto è disposto a pagare sempre la stessa cifra per il progetto in rapporto al costo dei lavori edili.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Sì, settori molto specialistici ma che si allontanano un po’ dalla tradizionale figura dell’Architetto o
PPC, figura di cui la società e il sistema economico ha ancora bisogno. In ogni caso le competenze che ha un architetto sono tali da permettere una gestione di problemi complessi, non è un caso che da quando la gestione politica è diventato un sistema complesso abbiamo visto l’aumento del numero di architetti tra amministratori. L’architetto ha le competenze giuste per adattarsi rapidamente in un mondo in mutamento ma con lacrime e dolore.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019? 
Innumerevoli, dai veri e propri aggiornamenti professionali sulle tematiche tipiche della disciplina: restauro, urbanistica, sicurezza, lavori pubblici, sismica, edilizia, energetica, ambiente, arredo, design,
ecc.. Ai tanti convegni, con studiosi, amministratori, cittadini, che aprono un dibattito culturale e che interessano il rapporto tra il lavoro degli architetti e le ricadute sulla vita delle persone, che ricordo, abitano sempre spazi progettati da architetti: dal mobile, alla stanza, alla casa, la chiesa, gli uffici, le scuole, alla città (urbanisti e pianificatori), all’ambiente (i paesaggisti). Questi ultimi, gli architetti paesaggisti, molto spesso dimenticati perché vivere in una bella regione significa anche saperla gestire nella macro-scala del paesaggio: mi riferisco all’attenzione che di solito si ha per il piccolo,
esempio mi concentro sulla la finestra dimenticando il capannone, il ponte, la rete viaria, che disegnano il paesaggio che viviamo.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Carriera che si deve intraprendere solo se si è veramente ma veramente appassionati, in un mercato
molto saturo solo chi è molto appassionato troverà quella grinta in più che gli permetterà di
emergere. Alternativa: si prenderà una laurea e non farà l’architetto ma il burocrate o l’impiegato.
Fare esperienza all’estero è un elemento fondamentale e se vuole fare architettura dovrà lavorare  all’estero, in Italia si fanno soprattutto pratiche. Ma come Ordini e architetti italiani stiamo lavorando perché ciò cambi, in Italia e in Valle abbiamo bisogno di progetti non di pratiche.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Non particolari, abbiamo una cassa sana, sostenibile, in attivo, è ovvio che non eroghi pensioni d’oro,
ma adeguate se si sono versati i contributi regolari. Il rischio e che la nostra cassa, che condividiamo
con gli ingegneri, proprio per la sua floridità, venga carpita da quel pozzo senza fondo che si chiama INPS. C’è sempre uno spettro di un’INPS che, con il varo di una nuova legge in vista un suo  risanamento, vorrebbe rapinare i professionisti dai loro risparmi di una vita.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Da tanto tempo che si disegna, si lavora in maniera informatica e in rete. Gli sviluppi più recenti sono il BIM, e la realtà virtuale che permettono una gestione dei modelli edilizi digitali in 3D già in fase di
progettazione, prima della realizzazione. Non in tutti i lavori vi è una convenienza economica per i
maggiori costi del BIM e la digitalizzazione per legge e gli obblighi di modernizzazione fanno molti danni, soprattutto alle tasche dei cittadini (in fondo è sempre “Pantalone” che paga). Molto spesso si vuole introdurre la digitalizzazione per legge, ma siamo sicuri che l’Italia possa permetterselo? Non è meglio lasciare al mercato la capacità di evolversi gradualmente? Vi è poi la digitalizzazione burocratica e lì vedo solo vantaggi per le grandi imprese, le banche, gli enti statali: è una cosa che i cittadini conoscono bene, la digitalizzazione è la scusa per far fare all’utente quello che prima  facevano loro, e sta succedendo anche per la nostra professione. Il tutto sempre a detrimento del reddito del professionista e con maggiori costi per il cittadino. Il futuro sarà tutto digitale, non ho dubbi, sull’automazione della casa (la cosiddetta domotica) siamo solo all’inizio, ma il digitale ha bisogno dei sui tempi per evolversi, diamoglieli.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Credo che in questo momento la società colta abbia molta considerazione nella funzione e nell’utilità
della “visione progettuale” che ha l’architetto. Per la parte seria e colta della società non vi è dubbio
della competenza e dell’utilità della professione dell’architetto. Non è un caso, come dicevo prima, che nel processo democratico delle elezioni molti architetti sono stati premiati, cioè eletti. Vi è però poi una parte che, con una miopia tipica di chi non ha una visione strategica, pensa di poter fare a  meno o di risparmiare sulla progettualità e sulla bellezza che sono in grado di dare gli architetti  taliani e valdostani in particolar modo. Questi ultimi non si rendono conto del danno che stanno facendo rispetto al miglioramento della qualità della vita e degli ambienti in cui viviamo, ma per fortuna sono pochi.

8 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: I #Commercialisti

IDENTIKIT DEI COMMERCIALISTI

Iscritti totali anno 2018: 190
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Dott. Andrea Bo
Vice Presidente: Dott. Jean-Claude Favre
Segretario: Dott.Ssa Marzia Rocchia
Tesoriere: Dott. Ivo Bonazzi
Consiglieri: Dott.Ssa Laura Jorioz – Dott. Corrado Girardi – Dott. Tony Ianniello
Trend: A livello nazionale, l’ultimo studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti pubblicato con riferimento ai dati a tutto il 31 dicembre 2017 ha evidenziato un tasso di crescita del 2017 sul 2016 dello 0,4%, il più basso dal 2008. Se questa tendenza, che presenta andamenti asimmetrici sul territorio nazionale verrà confermata, si assisterà ad una riduzione del calo degli iscritti, anche considerato che l’indice relativo alla quota di abitanti per iscritto si è ridotto, a rappresentazione di un potenziale “eccesso di offerta”. A livello territoriale il tasso di crescita risulta invece costante, ma 
non particolarmente significativo, e l’indice di abitanti per iscritto si mantiene ancora tra quelli più elevati.

E-Mail: segreteria@odcec.aosta.it
Sito internet: http://www.odcec.aosta.it/

INTERVISTA AL PRESIDENTE ANDREA BO

Andrea Bo
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Ritengo che la principale problematica che accomuna tutte le professioni, sia a livello nazionale che a livello locale, sia il processo di svilimento del ruolo professionale che, probabilmente, trova origine nel processo di trasformazione digitale in atto la cui evoluzione si sta manifestando attraverso
la spinta alla sostituzione, ormai consolidata, delle risorse umane con soluzioni informatiche
nell’ambito dei processi meramente esecutivi, ma, soprattutto, con la svalutazione del valore dell’apporto intellettuale e delle competenze tecniche quale elemento caratterizzante la figura dei professionisti, conseguente al processo di ampliamento dell’accesso alle fonti informative e di sviluppo della digitalizzazione algoritmica dei processi cognitivi. In altri termini è in atto un
processo che coinvolge tutte le professioni per cui si sta diffondendo, anche a livello politico,  l’erroneo convincimento che l’apporto intellettuale e le competenze che contraddistinguono la prestazione di un professionista possano essere validamente sostituiti da algoritmi informatici
e da ricerche sui motori di ricerca. Per semplificare il ragionamento, la mia sensazione è che nell’immaginario della clientela si stia radicando l’idea che qualsiasi attività intellettuale svolta dal
professionista per prestare la propria opera non sia il frutto di un determinato percorso formativo che
prevede un costante aggiornamento e di competenze acquisite nell’esercizio della propria attività
esercitata nell’ambito di un quadro regolamentare e deontologico proprio dell’Ordine di  appartenenza, ma sia espletata attraverso un semplice “click”. Il fenomeno di banalizzazione del valore della prestazione intellettuale che accomuna tutte le professioni e che si manifesta, anche a livello di politica nazionale con l’ampliamento dell’accesso allo svolgimento ad attività finora soggette alla vigilanza degli Ordini professionali anche a soggetti iscritti ad associazioni non riconosciute o, come successo nell’ultima legge di bilancio per alcune professioni sanitarie, a soggetti
non in possesso di titoli idonei, e con la riduzione dei compensi al di sotto di minimi dignitosi,
come avvenuto in particolare per le professioni tecniche, è ancora più pervasivo per agli iscritti
all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Ciò in quanto le attività in materia di tenuta della contabilità e di assistenza tributaria sono da sempre caratterizzate dalla presenza
di attori diversi dagli iscritti all’Albo e che esercitano in assenza di titoli e di idonea preparazione e
non sono sottoposti alla funzione di Vigilanza svolta dal nostro Ordine e dalla pressione alla riduzione dei prezzi accentuata dalla crisi economica che, sia a livello nazionale che regionale,
ha inciso profondamente, in particolare sulle imprese di piccole e medie dimensioni di cui si caratterizza l’economia valdostana.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Come anticipato, qualora si faccia riferimento alle attività di base che vengono considerate tipiche di un commercialista quali la tenuta della contabilità e l’assistenza per l’espletamento degli  adempimenti dichiarativi e tributari in genere, il mercato è da considerarsi saturo, anche a causa degli elevati investimenti in termini di dotazioni strumentali e soluzioni informatiche che esse richiedono.
Probabilmente, sulla base delle indagini svolte a livello nazionale, vi potrebbero ancora essere spazi di crescita nell’ambito di attività più specialistiche che si sono sviluppate in conseguenza dell’evoluzione del quadro economico e del quadro normativo di riferimento quali, a titolo esemplificativo, l’assistenza e la consulenza alle imprese nell’ambito delle procedure per la crisi di
impresa, l’assunzione di incarichi in organismi di vigilanza e altri organi di controllo in ambito societario, la difesa dei contribuenti avanti alla giustizia tributaria. Il Consiglio Nazionale ritiene,
infatti, l’acquisizione di competenze specialistiche da riconoscersi a fronte di un percorso formativo
certificato una delle risposte utili a contrastare il declino delle attività tipicamente svolte.
Occorre però considerare che la Valle d’Aosta rispetto ad altre Regioni è caratterizzata da una ridotta
dimensione del tessuto imprenditoriale esistente, sia in termini di numero di imprese che di loro taglia organizzativa, per cui, in assenza di sviluppo dell’attività specialistica oltre i confini regionali, difficilmente questa soluzione potrà consentire il conseguimento di volumi di fatturato e di reddito soddisfacenti a giustificare l’impegno e, soprattutto, i rischi in termini di assunzione responsabilità che le attività specialistiche comportano.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Come anticipato, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha individuato nello sviluppo delle specializzazioni professionali soluzione per ampliare gli sbocchi professionali che dovrebbero svilupparsi in questi settori: revisione legale; amministrazione e controllo delle imprese (corporate governance); procedure concorsuali e risanamento d’impresa;
funzioni giudiziarie e metodi Adr; Economia degli Enti locali e no Profit; finanza aziendale; contenzioso tributario; consulenza e pianificazione fiscale; principi contabili e di valutazione; economia e fiscalità del lavoro. Sempre secondo il Consiglio Nazionale tale percorso deve essere  accompagnato  dalla capacità di fare rete attraverso l’avvio di un percorso di aggregazione e di integrazione di competenze diverse all’interno del medesimo studio. Infine, potenzialmente, il
processo di digitalizzazione oltre ad essere una fonte di minaccia per la banalizzazione
delle attività contabili e dichiarative come sopra evidenziato, può essere anche una fonte di
opportunità di crescita laddove la categoria sviluppi la capacità di gestire i processi informatici che
possano consentire di fornire consulenza mirata alle imprese al fine dello sviluppo e del miglioramento dei loro processi gestionali e organizzativi per favorirne e agevolarne la crescita.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
Occorre premettere che la formazione professionale è da sempre uno dei principali elementi distintivi
della nostra categoria, a prescindere dall’obbligo normativamente imposto. Il programma formativo
dell’Ordine è piuttosto ricco anche per la necessità di garantire agli iscritti la possibilità di conseguire le competenze necessarie imposte sia dall’ordinamento professionale, sia dallo svolgimento di attività specialistiche quali le funzioni svolte in materia di revisione legale dei conti in ambito societario o di revisione degli enti locali. Nel corso del 2018 sono stati accreditati più di 30 eventi formativi, di cui  oltre la metà gratuiti, per un monte ore di formazione superiore alle 100. L’obiettivo per il 2019 e di
organizzare un numero almeno equivalente di iniziative.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Stanti le criticità sopra evidenziate è sicuramente opportuno che un giovane che voglia avvicinarsi
alla professione individui alcune aree specialistiche cui dedicare parte del proprio piano di studi con la prospettiva di realizzare forme di integrazione con altri professionisti con cui condividere l’avvio della propria attività, essendo consapevole che la crescita professionale richiederà un rilevante e costante impegno.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
I problemi sul fronte pensionistico sono conseguenti al rallentamento del tasso di crescita delle iscrizioni ed alla riduzione dei redditi conseguiti dai professionisti per i motivi sopra evidenziati.
Tali fattori incidono significativamente considerato che a seguito delle riforme previdenziali il sistema, prima retributivo, è ora esclusivamente basato su un meccanismo contributivo per cui l’importo della pensione viene determinato dalla somma dei contributi accumulati e rivalutati
durante la vita lavorativa. Ne consegue che la prospettiva, soprattutto per i più giovani, è quella di vedersi riconosciuto un tasso di sostituzione della pensione rispetto al reddito non sufficiente a garantire un dignitoso tenore di vita successivamente alla cessazione dell’attività lavorativa.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Oltre all’impatto della digitalizzazione sulla professione nei termini sopra descritti, occorre evidenziare che la nostra professione è tra quelle che più è stata interessata e coinvolta come protagonista attiva nel processo di digitalizzazione in atto nella pubblica amministrazione. Nel tempo la nostra categoria ha affrontato con impegno, rendendoli possibili, tra gli altri, a titolo semplificativo: il passaggio dalla presentazione cartacea delle dichiarazioni all’invio in formato telematico prima, e in prospettiva, alla dichiarazione precompilata; il deposito telematico degli atti presso le Camere di Commercio e la gestione in formato XBRL dei bilanci; la digitalizzazione del processo tributario. In ultimo, è di attualità di questi giorni l’introduzione dell’obbligo di fatturazione
elettronica che ci vede impegnati nel supportare i clienti nell’affrontare un adempimento che, allo stato attuale, comporta un elevato grado di difficoltà di attuazione conseguente all’ormai cronica abitudine dell’Amministrazione Finanziaria di anticipare gli obblighi a carico dei contribuenti rispetto all’implementazione di strutture informatiche funzionanti sin dall’avvio.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Ritengo che i valori professionali che contraddistinguono i nostri iscritti siano da individuarsi nel decoro e nell’etica professionale che insieme all’impegno profuso nello svolgimento della propria attività e alla competenza unita al rispetto di rigorose norme deontologiche, costituiscono il vero fiore all’occhiello di una professione contemporanea”.
 

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