31 luglio 2008

Aurelio Marguerettaz: «Dico di sì al piano di sviluppo turistico» (1)


A distanza di una settimana propongo anche ai lettori dell'on-line l'intervista all'Assessore Aurelio Marguerettaz che ho pubblicato giovedì scorso sulle colonne del Corriere della Valle. Il testo, come sempre, è leggermente più lungo della versione cartacea e perciò lo propongo in due puntate. Prosegue così il ciclo d'interviste agli assessori della Giunta Rollandin. Come sempre sono ben accetti i commenti (il link lo trovate alla fine del post). Soprattutto da parte dei rappresentanti dei settori interessati.

Aurelio Marguerettaz, neoeletto Assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, è chiaro. I progetti sono importanti, «ma più di tutto è importante il metodo di lavoro». Un metodo che ha due pilastri fondamentali nella parole «razionalizzazione» e «sinergia». Lo incontriamo nel suo nuovo ufficio. Si sta informando dal suo segretario particolare Jean Barocco sugli eventi del fine settimana.

Nel programma si parla di Aiat unica significa anche piano di sviluppo turistico? L’idea di creare una regia unica farebbe pensare a questo.
Una breve premessa. L’occasione del cambio di legislatura con la costituzione di un nuovo governo regionale permette di fare il punto della situazione e di ripartire con slanci ed entusiasmi rinnovati. Questo significa che si deve fare il punto su quanto fatto fino ad ora - e tante sono state le iniziative proposte a favore del turismo - e trovare gli strumenti per valorizzarlo e possibilmente razionalizzarlo mettendo a punto strumenti e metodi di lavoro che consentano di raggiungere questi obiettivi. La strategia turistica di una regione così piccola come la Valle d’Aosta non può permettersi il lusso di strutturarsi in centomila rivoli, centomila attori che tra di loro non parlano e non condividono. Al di là poi della denominazione, Aiat unica oppure Bureau du Tourisme, che è importante ma mi affascina poco, personalmente sono molto più interessato al processo. Un processo che deve far sì che tutte le energie delle forze in campo siano indirizzate verso un progetto condiviso. Noi dobbiamo definire la cornice e al suo interno far lavorare tutti.

Questa cornice è il piano dunque?
Assolutamente. Ma non dimentichiamoci che per arrivare a questo abbiamo la necessità di fare delle riflessioni a valle e a monte.

Cioè?
A Valle è l’argomento di cui si parla. Perché di turismo se ne occupa la Regione, i comuni, le Aiat, le Pro loco, i Consorzi. Ora a me va bene che se ne occupino tutti ma muovendosi secondo una determinata logica. Rispetto a questo credo che molte volte il cittadino, e ancor di più il turista, sia rimasto per lo meno disorientato dalla nostra organizzazione. Così come può rimanere disorientato il visitatore di una fiera con una presenza diffusa, o sarebbe meglio dire spezzettata, della Valle d’Aosta che si muove in modi diversissimi senza un coordinamento. Noi in realtà non vogliamo sottrarre nessuna competenza ai vari soggetti, ma creare delle sinergie tra un soggetto e l’altro. La Valle d’Aosta è una sola. E’ chiaro che questo comporta degli sforzi, una condivisione che mette a nudo i pensieri di ognuno…

Nella bozza di linee guida sull’Aiat unica non è citata la figura dell’albergatore...
Non bisogna preoccuparsi. Tutti dovranno trovare un ruolo. Bisognerà però individuare dei metodi e dei processi per arrivare alla decisione. Qui tutti vogliono decidere, ma un conto è mettere a disposizione delle conoscenze e dare degli elementi, però ciò non toglie che alla fine ci deve essere qualcuno che decide, che si prende una responsabilità e dà una regia al tutto.

Sulle linee guida ci si può ancora lavorare?
Io credo proprio di sì. Partiamo già da una serie di riflessioni delineate. Se ci sono le condizioni le confermiamo, diversamente no. Il tutto deve però essere fatto in tempi brevi. Le valutazioni andranno fatte sul campo.

E a monte?
La Valle d’Aosta è promossa e si fa comunicazione in tutti i settori. Qualsiasi ragionamento ha delle logiche turistiche. Penso all’enogastronomia, che è la base di una proposta turistica autentica. Ogni bottiglia, ogni forma di formaggio, ogni prodotto tipico riconducibile alla Valle diventa un nostro ambasciatore. Una banalità. La proposta culturale. Ma voi vi immaginate una proposta culturale che non abbia riflessi turistici? Anche lì bisogna creare una regia…

Quindi una regia fra gli stessi assessorati…
E’ quello che intendo per rivisitazione a monte per evitare di ritrovarci con un numero eccessivo di offerte sotto diversi cappelli. Il turista che viene qui ha bisogno di un’offerta chiara, stando attenti ad evitare sovrapposizioni. Serve una programmazione e per fare questo non è sufficiente soltanto comunicare in modo armonico, ma programmare in modo armonico. Dopodiché vanno individuati quattro-cinque indirizzi che sono i punti di forza dell’offerta valdostana in cui ci riconosciamo tutti. La semplificazione del quadro delle Aiat forse è l’aspetto che affascina e turba di più perché è legato a cariche, contratti di lavoro – e nessuno sottostima il problema – ma il ragionamento è decisamente più ampio. Non vogliamo ridurci a dire facciamo un aiat unica, ma facciamo una regia unica.

Qualche operatore ha segnalato che dal punto di vista promozionale in questo ultimo quinquennio è venuta un po’ meno l’azione sui mercati di prossimità, cioè area del Nord Ovest, Vallese e Savoia. Cosa ne pensa?
La suggestione è interessante ed è nella nostra agenda dove vogliamo dare una certa scientificità, o migliorare la scientificità, delle varie promozioni. Esistono prodotti che sicuramente sono interessanti per un mercato internazionale, altri, probabilmente, devono essere proposti nei comprensori limitrofi perché perdono di significato in luoghi così lontani. Mi spiego. Vendere le emozioni delle funivie del Monte Bianco è possibile su scala internazionale. E’ un emozione unica che può giustificare dei lunghi viaggi. Altre attività non giustificano un volo transoceanico e, quindi, sono inutilmente sottoposte a mercati internazionali. Il ragionamento è corretto ma va tradotto in metodo. Io voglio investire delle energie sulla determinazione del metodo perché a priori non ci sono delle iniziative sbagliate. Tutte hanno una loro giustificazione ma bisogna passare da una valutazione intuitiva ad una scientifica dandoci dei tempi.

La stagione invernale è alle porte…
Capisco. Ma prima di partire io non voglio farmi prendere dalla fretta di comunicare a tutti i costi. Voglio capire esattamente cosa comunicare. Partire con le idee chiare è fondamentale. Una comunicazione generica finisce per non lasciare nessun segno. (continua)

Concorso «Vota il miglior imprenditore valdostano del 2008»: Paolo Conta (Laser) mantiene la prima posizione

Paolo Conta (Laser) mantiene, anche se di una manciata di lunghezze (90 voti contro 87), il primato. Piero Enrietti della Thermoplay di Pont-Saint-Martin insegue e i suoi elettori non sembrano intenzionati a mollare. Decisamente più staccati anche se, comunque, a caccia di una piazza d’onore Paolo Musumeci (Musumeci-Pcl) con 56 preferenze, tallonato da Costantino Charrère (Les Crêtes), primo non industriale di questa speciale classifica, a quota 53. In rimonta Gioacchino Gobbi (Grivel) che con 22 preferenze guida il gruppo di centroclassifica, seguito da Piero Roullet (Albergo Bellevue) a 21, Mario Ronc (Fratelli Ronc) a 20. Sono in tre invece a quota 17: Pietro Capula (Gps), Pietro Giorgio (Sea) e Marilena Péaquin (Maison Bertolin). Posizione scomodissima in quanto uno di loro (ignoro in questo momento il dato anagrafico di conseguenza non posso ancora dire con certezza chi) si trova attualmente nelle ultime sette posizioni, quelle che chi segue il nostro sondaggio sa che sono a rischio «retrocessione». E ora passiamo agli ultimi sei posti: Luca Minini (Mdm) è a quota 14, Roberto Marzorati (Cogne) a 13, Nicola Rosset (Saint-Roch) 12, Alberto Celesia (Cidac) e Pierre Noussan (Sicav) 9 e, infine, non sembra avere nessuna intenzione di abbandonare l’ultima piazza Corrado Neyroz (Albergo Hermitage) a quota 7. 465 i suffragi complessivi raccolti fino ad ora. Come ribadisco da tempo votate e fate votare. Mi piacerebbe arrivare ad un migliaio di suffragi e sto già lavorando alla realizzazione di un premio, simbolico ma concreto, da consegnare al primo classificato. Vi chiedo anche di scrivermi per segnalarmi future candidature per il prossimo anno.

Confindustria Valle d'Aosta: eletti i delegati di categoria - Lingeri nuovo Presidente Metalmeccanici e Componentistica

Si è riunita il 28 luglio la Giunta di Confindustria Valle d’Aosta nella sua nuova composizione, a seguito delle elezioni dei Delegati di categoria che si sono svolte nel mese di luglio. La novità principale è la nomina di Alfredo Lingeri (Honestamp S.r.l) a Presidente della Categoria Metalmeccanici e Componentistica che subentra a Monica Pirovano (Cogne Acciai Speciali).

La Giunta per il triennio 2008-2011 è così composta: Giuseppe Bordon (Savda S.p.A.), presidente, Monica Pirovano (Cogne Acciai Speciali), vicepresidente e delegato Categoria Metalmeccanici e Componentistica, Francesco Emiliani (Core Informatica S.r.l.) e Giovanni Sorce (Heineken S.p.A.), entrambi su nomina del Presidente, Nicola Rosset (Saint-Roch) per gli alimentaristi, Marcello Christillin (S.A.V. S.p.A.), Concessionari Autostrade e Trafori, Federico Jacquin (Jacquin Costruzioni S.r.l.), Presidente Sezione Edile, Paolo Giachino (C.V.A. S.p.A.), Energia, Alfredo Lingeri (Honestamp S.r.l.), Presidente Categoria Metalmeccanici e Componentistica, Pietro Giorgio (S.E.A. S.r.l.), Prodotti e Servizi per le Costruzioni, Paolo Conta (Laser), Terziario Innovativo, Roberto Mussino (Argol Global Moving S.r.l.), Trasporti, Paolo Musumeci (Musumeci S.p.A.), Presidente Comitato Piccola Industria - Delegato Categoria Varie, Luca Minini (M.D.M. S.r.l.), Presidente Gruppo Giovani. Ricoprono il ruolo di revisori contabili Antonella Cestonaro (Ser.Val. S.r.l.), Lorenzo Louvin (Le Brasier S.r.l.) e Pierre Noussan (Sicav 2000 S.r.l.). Il direttivo si chiude con Renzo Vuillermoz (Tecnomec) in quanto past president, seguito dai proboviri-past president Cesare Bordon (Savda), Cesare Cometto (Cometto e Tercinod S.a.s.) e Michele Pignataro (Impresa Virando e Pignataro S.r.l.). Chiudono l’elenco i proboviri Marco Brancolini (Laser S.r.l.) e Emiliano Gianotti (Impresa Costruzioni Gianotti di Gianotti & C. S.a.s.).

30 luglio 2008

Messaggi in bottiglia - 2: I numeri non mentono, parola di Banca d'Italia

Si intitola «L'economia delle regioni italiane nell'anno 2007» ed è il documento attraverso il quale la Banca d’Italia avvia la nuova collana «Economie regionali», che include i documenti istituzionali a carattere territoriale, prodotti sia dal Servizio Studi di struttura economica e finanziaria, sia dai Nuclei regionali per la ricerca economica. Il testo, già disponibile sul sito della Banca d'Italia, si apre con l'analisi della recente evoluzione, nelle quattro grandi ripartizioni territoriali del paese, dell'attività produttiva, del mercato del lavoro, degli aggregati creditizi e della finanza pubblica decentrata. Approfondimenti monografici si concentrano sulle trasformazioni strutturali del sistema produttivo; l'evoluzione dei rapporti tra università e imprese; le caratteristiche dei mercati ortofrutticoli all’ingrosso e il loro impatto sui prezzi; la competitività del sistema portuale; le migrazioni interne e l’immigrazione dall’estero; la dispersione scolastica e le competenze degli studenti. Altri due approfondimenti riguardano l’indebitamento delle famiglie e l’offerta dei mutui; l’attività di prestito alle piccole imprese, con l’utilizzo di tecniche di credit scoring. Il documento si conclude con tre approfondimenti sulla finanza pubblica locale, relativi alla spesa pubblica per infrastrutture; all’efficienza della regolamentazione dei servizi idrici e dei rifiuti urbani; alla spesa pubblica farmaceutica. Un'occasione da non perdere per mettere a confronto in maniera sufficientemente omogenea la Valle d'Aosta con le altre realtà territoriali nazionali. Da leggere con attenzione. Lo consiglio soprattutto ai consiglieri regionali, vecchi e nuovi.

Costantino Charrère (Les Crêtes) presidente dei «Vignaioli Indipendenti»

Confesso di essere particolarmente contento del fatto che Costantino Charrère, viticultore valdostano titolare dell’etichetta Les Crêtes ,di cui spesso ho scritto in questo blog, sia stato eletto ieri, presidente della neonata Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), associazione che vuole difendere e valorizzare la figura del vigneron, cioè il proprietario che segue in prima persona tutta la filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia. Charrère oltre che un ottimo produttore di vini eccezionali è, soprattutto, un validissimo imprenditore (non per niente l'ho inserito tra i sedici nominativi del mio concorso) in quanto ha sempre una «vision» chiara di dove va la sua azienda ed è, soprattutto, pronto ad innovare, a percorrere nuove strade. La nomina del viticultore valdostano è avvenuta la scorsa settimana nella Reggia di Colorno (PR) dove si sono ritrovati gli oltre 400 soci fondatori titolari di altrettante aziende agricole. «Sono molto onorato di aver ricevuto questo importante incarico, - ha dichiarato Charrère - ma voglio far notare che non sono solo nel mio compito. Ho la fortuna di poter contare su un grandissimo numero di soci e su un consiglio direttivo molto attivo, che ha al suo interno personalità di grande carisma e capacità. Ci batteremo a fondo affinché parole come terroir e vigneron non siano usate a sproposito anche da coloro che si fanno belli con simili concetti, senza averli mai praticati». Per saperne di più vi invito a leggere un post particolarmente dettagliato sul blog di viaggio nel vino «Aristide».

29 luglio 2008

Taglio dell'Irap: ma siete davvero un'azienda virtuosa?

Volete sapere se siete un'azienda virtuosa e vi meritate il taglio dell'Irap? Anche se con un po' di ritardo potete scoprirlo leggendo il Bollettino ufficiale regionale pubblicato oggi a pagina 3938 dove troverete la Deliberazione 23 maggio 2008, n.1516, riguardante «l'approvazione dei criteri e delle modalità per l ’applicazione della riduzione dell ’aliquota IRAP, in attuazione dell ’art.1, della legge regionale 12 dicembre 2007, n.32». Sono particolarmente interessato ai commenti delle aziende sull'applicazione di questa legge e di questa delibera. Se qualche imprenditore o anche associazione di categoria volesse rendermi partecipe delle sue impressioni sui testi in questione gliene sarei davvero molto grato.

Il mercato della sicurezza segna il passo ma Gps investe in attesa della ripresa

Segna il passo il mercato della sicurezza, ultima vittima della crisi del settore industriale, ma la «Gps Standard» di Arnad pianifica per la fine del 2009 il salto di qualità che le permetta di cogliere nel migliore dei modi la ripresa del settore. L’azienda (80 dipendenti, un fatturato 2007 di 15 milioni confermato per il 2008) ha il suo core business nei sistemi di protezione perimetrale integrati con le più avanzate applicazioni di controllo e supervisione e prende il nome proprio dal suo prodotto principale, cioè il Ground perimeter system, brevetto grazie al quale, trent’anni fa’, a Montalto, la famiglia Capula di Ivrea, proprietari al 100% della Spa, ha fatto decollare l’azienda negli anni ’90 si è trasferita in Valle d’Aosta. La Gps da tempo lamentava la necessità di nuovi spazi e nel mese di giugno è riuscita a concretizzare con l’amministrazione regionale l’acquisto di nuove aree adiacenti all’attuale stabilimento, posizionato su un’area in affitto di 1700 metri quadri, una sorte condivisa, dopo una lunga attesa, con la Thermoplay di Pont-Saint-Martin e la Mdm di Châtillon. «Si tratta - spiega il responsabile marketing Gaetano Capula di un’area di 4000 metri quadri, 2500 di spazio coperto, dove sorgono tre palazzine, e 1500 di terreno. I lavori termineranno a metà del 2009 e porteranno al raddoppio dell’area occupata. Un’operazione del valore di circa due milioni che noi riteniamo estremamente strategica per lo sviluppo dell’azienda. E’ uno sguardo positivo verso il futuro».
L’azienda del resto da tempo opera su un mercato internazionale. Sono protetti dalla tecnologia Gps centrali elettriche in Tunisia ed Egitto, prigioni e centrali nucleari in Germania, perfino un campo da golf, «con clientela particolarmente facoltosa» ci spiegano con un certo orgoglio i responsabili della società, in Argentina. E sono annunciate altre commesse importanti alcune anche sui mercati «emergenti», o come qualcuno inizia a dire, «emersi»: aeroporti in Cina e India, centrali elettriche in Turchia, siti strategici in Russia, centrali nucleari in Norvegia, oleodotti e gasdotti nella Repubblica Ceca e, ancora, in Turchia. La gamma di prodotti dell’azienda in questi ultimi mesi si è poi allargata ai sistemi di centralizzazione allarmi, di videosorveglianza e ai dispositivi di allarme e di alimentazione. Da cinque anni, ad esempio, la Gps, nel comparto della videosorveglianza è distributore esclusivo Samsung Electronics. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 23 luglio 2008)

28 luglio 2008

La Cogne Acciai Speciali esplora il settore energetico e aeronautico

Il settore energetico e quello aeronautico e aerospaziale sono le nuove frontiere della Cogne Acciai speciali di Aosta. «Nel primo settore – spiega Roberto Marzorati, vicepresidente dell’azienda siderurgica che per occupati (1450 dipendenti di cui 1150 ad Aosta) e fatturati (795 milioni nel 2007) è la realtà industriale più importante della piccola regione autonoma – stiamo mettendo in campo investimenti per circa quindici milioni, mentre nel secondo è allo studio un progetto di ricerca». Scelte che maturano alla conclusione di un primo semestre stabile in termini di produzione (97.300 tonnellate nel 2008 contro le 98.100 dell’anno precedente) e in forte calo sul fronte dei fatturati: 356 milioni contro i 450 del 2007. I dati non devono però preoccupare. «E’ la dimostrazione concreta che i fatturati legati al nichel – spiega sorridendo Marzorati – non sono mai indicativi dell’andamento aziendale». «Nel 2007 – prosegue l’imprenditore - il costo di questo materiale al London metal Exchange era di 42.000 dollari alla tonnellate. Nel 2008 è sceso a 22.000. Non bisogna dimenticare che il nichel è un metallo speculativo per eccellenza, un po’ come l’oro, e ha anticipato il ciclo di rialzi che stanno coinvolgendo le materie prime. Va però detto che il secondo semestre in termini di produzione dovrebbe essere migliore di quello dell’anno scorso segnato da una battuta d’arresto proprio in virtù delle quotazioni eccessivamente alte che avevano suggerito a più di un cliente di esaurire le scorte in magazzino». Molti analisti ipotizzano che la globalizzazione del mercato farà ancora crescere il comparto siderurgico. Marzorati è però cauto. «Il crescere dei consumi di Cina e India – osserva - sembrerebbero indurci ad un certo ottimimismo, tuttavia è difficile dire con certezza come reagirà il comparto alle crisi che si profilano all’orizzonte a partire dal settore dell’automotive. Di nuovo in difficoltà. Si ipotizza un calo di circa il 15%. Fortunatamente come Cogne è un mercato che non ci vede molto presenti». Marzorati appare comunque fiducioso. «La nostra ricetta – sottolinea riprendendo il filo del ragionamento - è la diversificazione. Essere presenti in più segmenti significa poter far meglio fronte ai cali di consumi settoriali».
E in questa strategia un primo tassello è costituito dalla nuova fucina, un investimento complessivo di circa 10 milioni, che permetterà di produrre blocchi di acciaio di dimensioni maggiori rispetto a quelli attuali. «Si tratta di pezzi fucinati in acciaio inossidabile – commenta il vicepresidente – utilizzati nella costruzioni di centrali idroelettriche, nucleari e a vapore. Una produzione per la quale abbiamo attivato un progetto di ricerca per migliorarne la tecnologia. Un investimento di 1,6 milioni per il 50% finanziato dall’Amministrazione regionale attraverso la legge sulla ricerca e sviluppo». Il secondo tassello consiste nell’ampliamento di uno dei capannoni del reparto finiture a freddo dove inserire tre nuovi torni speciali per aumentare la capacità produttiva delle «barre di perforazione», utilizzate per la produzione di oleodotti. «L’investimento – precisa Marzorati – è di circa cinque milioni e ci consentirà di raddoppiare la nostra attuale capacità produttiva. Una scelta necessaria. Pensate che a tutt’oggi, a potenziamento acquisito, risulta già venduta tutta la produzione del 2009».
Cresce anche l’occupazione: nello stabilimento aostano i dipendenti in un anno sono passati da 1050 a 1100. Infine il terzo ed ultimo tassello, ed anche quello più futuribile, risponde ad un progetto di ricerca, per ora ancora interno alla Cogne, che ha come obiettivo definire le possibilità dell’acciaio inossidabile nel campo areonautico. «Stiamo valutando – aggiunge il vicepresidente - possibili ipotesi di lavoro. Puntiamo ad una collaborazione con il Politecnico di Verrès e stiamo sviluppando alcuni primi contatti con Fiat Avio e con la sezione aeronautica della Rolls-Roice per comprendere quali sono le richieste del mercato». Ma oltre all’attenzione ai livelli produttivi l’imprenditore ritiene di grande importanza garantire i migliori standard di sicurezza all’interno dell’azienda, dove una quindicina di giorni fa’ un dipendente ha riportato una frattura alla gamba. «La risorsa umana è fondamentale per un’azienda e va tutelata. Proprio per questo – conclude Marzorati – abbiamo predisposto un piano pluriennale in materia di sicurezza e proprio recentemente abbiamo chiesto un audit ad un centro esterno affinché ci suggerisca come migliorarla ulteriormente, anche oltre i normali limiti previsti dalla legislazione. Sono poi pure convinto che il garantire standard elevati di sicurezza possa costituire uno spunto per una azione della Regione non solo nel settore industriale, ma anche, ad esempio, in quello turistico». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 23 luglio 2008)

27 luglio 2008

The Wall Street Journal loda il lavoro dell'Institut agricole régional

La segnalazione è d'obbligo. Ieri leggo sul Sole 24 Ore un articolo a firma di Nicola Dante Basile sull'Institut agricole régional dal titolo «Lo Iar di Aosta salva i vitigni rari», fatto indubbiamente di grande prestigio per lo Iar, ma leggendo mi rendo conto che c'è molto di più. Basile in realtà fa riferimento ad un articolo pubblicato sul «The Wall Street Journal» del 5 luglio dal giornalista freelance Aaron Maines dal titolo «Italy's Ancient Vines». L'articolo, a parte un'indicazione di località «Arlier» invece di «Arvier», costituisce un'eccezionale elogio dell'attività dell'Institut e della viticoltura di montagna e, in termini di promozione del territorio (Maines è anche un esperto di comunicazione), vale davvero oro. In più offre una perfetta collocazione geografica dell'area e un servizio fotografico (vedi foto) impeccabile.

C'è una GMG che si vive ogni giorno

Come ogni settimana propongo ai miei visitatori il fondo che ho pubblicato sul Corriere della Valle di questa settimana anche se non tratta argomenti economici.

Chiamati a costruire un futuro di speranza. Chiamati a non lasciarsi inghiottire dalla deriva relativista. Questi i grandi appelli di Benedetto XVI rivolti, con accorata insistenza, ai giovani in occasione della GMG di Sydney. Un evento concluso dandosi l’appuntamento a Madrid 2011, ma c’è un appuntamento che è già in agenda da oggi con le nostre parrocchie, con le nostre diocesi. Un appuntamento che può passare attraverso l’attività in oratorio, nelle associazioni, nei movimenti. Il Papa ha chiesto a tutti di diventare testimoni con l’aiuto dello Spirito Santo che per la sua intima natura può aiutare i nostri ragazzi a far sì «che l’amore unificante sia la vostra
misura, l’amore durevole sia la vostra sfida, l’amore che si dona la vostra missione
». Ma non basta. E più volte Mons. Giuseppe Anfossi lo ha ribadito anche dalle colonne di questo settimanale. Anche noi adulti siamo chiamati a fare la nostra parte. A riprendere in mano il nostro ruolo di educatori da cui questa società ci spinge a fuggire come degli eterni Peter Pan (l’esempio va letto anche al femminile). I giovani pongono domande fondamentali sul senso della propria presenza nel mondo e chiedono un confronto con adulti che siano testimoni, con comunità vive ed accoglienti, con quel patrimonio spirituale e culturale che la tradizione del nostro popolo, radicata nella fede cristiana, ci ha consegnato. Parole che riprendo dal documento del Tavolo Interassociativo, di cui fanno parte ventitré associazioni, movimenti e aggregazioni ecclesiali e di ispirazione cristiana impegnati, che alcuni mesi fa sull’argomento ha proposto un documento il cui titolo trovo particolarmente felice «L’educazione oggi: un cammino comunitario d’amore». Ed è proprio l’amore la cifra di tutto, la base di quella che deve diventare la nostra GMG quotidiana. Da un lato i ragazzi che devono imparare di più a volersi bene, ad abbandonare le scelte di autodistruzione e di svilimento della propria dignità che non portano da nessuna parte, alla rincorsa di modelli che si traducono in piccoli kit dell’infelicità; dall’altro noi adulti che dobbiamo far comprendere ai ragazzi che vogliamo davvero il loro bene, che ci stanno a cuore e, soprattutto, che i loro sogni, i loro desideri, le loro aspirazioni sin dalla creazione del mondo sono ospitati in un Cuore più grande. Fili mirabili di un tappeto di cui per ora vediamo ancora il rovescio confuso, ma di cui la fede può aiutarci ad intuirne la bellezza in superficie.

26 luglio 2008

Professionisti valdostani - 13: Tutto quello che c'è da sapere per diventare guida alpina


Identikit

Totale iscritti all'Albo: 198 in attività (e 69 emeriti)

Iscritti dell'ultimo triennio: 23

Suddivisione maschi e femmine: 195 m , 3 F

Composizione direttivo: Guido Azzalea (Presidente), Carlo Cugnetto (Vicepresidente). I restanti consiglieri sono 23 in rappresentanza di tutte le undici scuole. Ogni scuola può esprimere un proprio consigliere ogni 15 iscritti.

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti: 30



Le domande

Quali sono le Principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Non dimentichiamoci che il nostro è un lavoro che dipende dal clima. Questo inverno anche se è nevicato non si è lavorato moltissimo. Inoltre la clientela è cambiata. Le vacanze si sono accorciate e così le uscite inevitabilmente diminuiscono. Il cliente che arrivava a Courmayeur e ci stava un mese non esiste più. E così le società Guide organizzano corsi in modo da garantire un minimo di attività comunque. D’estate ad esempio si portano in giro i bambini. Un altro problema è la mancanza di nuove guide provenienti dalle vallate laterali. Quest’anno per la prima volta abbiamo tre ragazzi di Courmayeur. Negli ultimi era tutto accentrato intorno ad Aosta.

Esistono possibilità di lavoro in Vallee d'Aosta oppure il settore è saturo?
Già diventare aspirante guida alpina è più difficile rispetto a vent’anni fa’. Questo fa sì che possibilità di lavoro ci siano. Oggi occorrono ben 120 giorni di corso con moduli pratici e approfondimenti teorici, esame di francese compreso. Se si tiene conto anche dell’attrezzatura i costi sono particolarmente onerosi. Un paio di sci per lo scialpinismo oggi non costano meno di 500 euro. Siamo però fortunati che la Regione copre una buona parte delle spese del corso e, attualmente, l’allievo, paga soltanto il 35% dell’importo complessivo del costo dell’aspirantato. Del resto si tratta di trasformare in lavoro un grande passione e chi è disposto a superare le difficoltà di un simile corso è perché vuole trasformarlo nella sua attività principale. Per poter lavorare tutto l’anno è però consigliabile diventare anche maestro di sci. Lo si può fare prima oppure contemporaneamente. Ciò non toglie che mediamente abbiamo una trentina di iscritti all’anno al corso e che di questi superino ne siano promossi un po’ meno della metà. Si tratta di un trend da tempo consolidato. Oltre all’alpinismo e alle escursioni e al trekking la guida alpina può dedicarsi all’arrampicata sportiva, al torrentismo, allo sci fuori pista, alle cascate di ghiaccio e all’eli-skiing.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Io da tempo mi chiedo perché la guida alpina non possa entrare nelle scuole e fare l’ora di montagna? Molti dei nostri ragazzi arrivano a vent’anni che non hanno mai dormito in un rifugio. Sul diffondere la passione per la montagna credo che facciamo abbastanza poco. Eppure l’interesse potrebbe esserci. Con il Fondo sociale europeo abbiamo organizzato un corso di avvicinamento alla montagna per giovani alpinisti valdostani e abbiamo ricevuto 160 domande a fronte di venti posti disponibili. Il vero problema è che molti giovani si dedicano quasi subito all’attività agonistica e arrivano ad una certa età che sono stufi della competizione. Lo constatato personalmente e credo che bisognerebbe rifletterci con attenzione su questo disagio.

Quali sono le iniziative di formazione realizzate nel 2007 e in programma nel 2008?
Chi supera l’aspirantato raggiunge già un livello tecnico particolarmente elevato.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Il consiglio migliore è, come ho già detto, fare la guida alpina e il maestro di sci.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
La nostra ovviamente è un’attività legata al settore turistico.

25 luglio 2008

Unione Europea: superfici vitate di montagna o in forte pendenza escluse dalla estirpazione

Una buona notizia per la viticoltura di montagna. Il Presidente del Cervim, François Stévenin, ha ricevuto nei giorni scorsi una lettera da Mariann Fischer Boel, della Commissione Europea- Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, con la quale si ufficializza che gli Stati dell’Unione possono dichiarare che i vigneti in montagna o in forte pendenza sono esclusi dalla politica di estirpazione, come adottato dall’Italia.
Grande soddisfazione è stata ovviamente espressa dal Presidente del Cervim, non solo per le recentissime disposizioni, ma anche perché la Commissione Europea ha stabilito che nelle suddette superfici vi è la possibilità di avere aiuti economici per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti di montagna o in forte pendenza. Le nuove norme sono contenute nei paragrafi 4 e 9 dell’art. 104 del regolamento europeo n. 479/2008.
«E’ un grosso successo per la battaglia portata avanti da anni dal Cervim, il Centro di ricerca e di valorizzazione della viticoltura di montagna o in forte pendenza, organismo internazionale che ha sede in Valle d’Aosta, che si è battuto con tenacia e determinazione - come ha precisato il Presidente - per salvaguardare la tipicità e la qualità delle produzioni vinicole delle Regioni associate al Cervim, in una logica anche di protezione e salvaguardia ambientale e di valorizzazione del turismo eno-gastronomico».

Università della Valle d'Aosta: nuovo ordinamento per economia - più formazione economica, più stage in azienda e più esperienze all'estero

«Abbiamo riprogettato il triennio ed è allo studio un biennio specialistico interfacoltà». Così Federico Visconti, preside di Scienze dell’Economia e della Gestione aziendale dell'Università della Valle d'Aosta sintetizza le novità della sua facoltà pochi minuti prima di dare il via al 101° laureato del corso triennale. La nuova riprogettazione è stata presentata martedì mattina, con l’aiuto della docente Maria Debora Braga, e ha i suoi pilastri fondamentali in una solida formazione economica (sono state introdotte materie come matematica finanziaria e analisi dei dati) accompagnate dal costante forte interesse per le tematiche legate al territorio regionale come il management delle imprese industriali, delle aziende operanti nel settore turistico, delle aziende pubbliche e delle organizzazioni non profit, incentivando anche esperienze di stage presso organizzazioni locali e internazionali (leggasi Erasmus). «A tal proposito – precisa Visconti – il secondo semestre del terzo anno potrà essere dedicato ad esperienze come stage o scambi di studenti con università estere. I giovani valdostani sono un po’ refrattari a cogliere queste iniziative ma contiamo di riuscire a svilupparle il più possibile. Secondo noi sono molto importanti e qualificano il prodotto che offriamo. Un’offerta formativa che ha permesso alla gran parte dei nostri laureati di proseguire gli studi anche in atenei prestigiosi come, ad esempio, la Bocconi». Se il nuovo corso esordirà già con l’anno accademico 2008-2009 per il biennio si dovrà attendere l’autunno 2009. «Per la laurea specialistica – ha proseguito Visconti – è al lavoro una commissione mista composta da tre colleghi: uno di economia, uno di scienze politiche e uno di lingue. E’ chiaro che vogliamo elaborare un percorso rispettoso delle esigenze del territorio, ma allo stesso tempo appetibile anche al di fuori dei confini regionali». Indubbiamente si tratta di una risorsa importante. La stessa politica dovrebbe confrontarsi di più con questo vitale nucleo di professori che può offrire uno sguardo diverso e competente della realtà economica valdostana. Per saperne di più sul nuovo ordinamento basta un clic.

Ennio Pastoret: «Sarò molto attento al dialogo con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali» (2)

Completo il testo dell'intervista all'Assessore Ennio Pastoret. La prima parte è stata pubblicata ieri.

Lei si è detto preoccupato per l’occupazione. Il prossimo autunno potrebbe diventare particolarmente critico…
Non posso non pensare che certe turbolenze non toccheranno la nostra regione. So che ci sono alcune aziende che sono state sagge e hanno diversificato le loro forniture. Certo è che un impatto forte dal punto di vista economico su aziende importanti come Fiat in qualche modo qualche ricaduta la provocherà. Ho apprezzato il cauto ottimismo di Marchionne, in parte dovuto alla consapevolezza della dirigenza Fiat di avere un’organizzazione industriale più robusta rispetto al passato, in parte anche al tentativo di difendere il titolo che sottoposto a turbolenze borsistiche ne uscirebbe troppo deprezzato ed è una circostanza che loro non si possono permettere nei confronti degli azionisti. Credo e spero che una combinazione di queste due situazioni possa rendere l’autunno meno critico.

C’è già qualche azione in vista a partire dall’Ambrosetti?
No. Per ora riprendiamo in mano il dossier.

Spostiamo l’attenzione sull’artigianato, anzi sull’artigianato tipico. Lei ha parlato di applicazione di buon senso delle nuove regole per la tutela dell’artigianato tipico valdostano. Cioè?
Non c’è molto da spiegare di più. Non c’è niente di immutabile a questo mondo. Oggi c’è un quadro regolamentale sul quale tenere aperti i canali della riflessione e del confronto. Dobbiamo difendere l’artigianato tradizionale senza penalizzare troppo questo tipo di attività. Però dobbiamo stare attenti che non appena perdiamo il contenuto del brand che l’artigianato tradizionale porta con sé ci apriamo alla possibilità di avere Taiwan che produce oggetti di artigianato tradizionale. E così il non avere previsto delle regole per quanto condivise con dei limiti precisi ci metterebbe in una condizione di cui pagherebbero le conseguenze gli stessi artigiani.

Beni contingentati: legge per il settore dei liquori e buoni benzina. Ci può fare il punto della situazione.
Sul settore liquori ci confronteremo con le ragioni di insoddisfazione del settore e valuteremo. Per i buoni benzina invece la situazione è nota e nulla è cambiato. Dobbiamo porci noi nella condizione di sapere come ci muoveremo e cosa vorremo fare. Di idee ce ne sono molte si tratta di scegliere quella giusta. Confesso che a fianco delle idee ci sono anche molte leggende metropolitane. E’ un po’ come la composizione delle squadre di calcio tutti hanno una teoria in proposito. Evidentemente dobbiamo garantire delle ricadute che coinvolgano la maggior parte della popolazione che siano compensative se si dovrà porre fine all’esperienza dei buoni benzina.

Quella dei buoni energetici è una strada percorribile?
E’ fra quelle prese in considerazione ma al momento non ho elementi tecnici sufficienti per dire se è fattibile.

Le aziende faticano a trovare manodopera specializzata e un po’ si lamentano che il mondo della scuola è poco permeabile alle loro esigenze. Cosa si può fare?
L’organizzazione del sistema scolastico occidentale è da tempo in crisi, soprattutto in Italia. La scuola è stata ed è un soggetto autoreferenziale che si rigenera per conto suo. Ad esempio la proliferazione delle facoltà universitarie negli ultimi dieci anni è stata spaventosa. E tutto questo è andato avanti senza nessun controllo. Ad un certo punto il ministero è intervenuto dicendo che bisognava avere un certo numero di docenti e così in Valle ci siamo trovati in questo tipo di contraddizione perché avendo il Corso di Scienza della Formazione abbiamo dovuto immettere in ruolo tutto un certo numero di professori. In Italia queste situazioni sono state sempre regolate dopo che tutti i fatti erano accaduti senza mai mettere mano prima ad un progetto serio di riforma che ponesse dei vincoli. L’autonomia scolastica, grande invenzione della riforma Berlinguer, ha reso il governo della scuola autoreferenziale rendendolo ancora più sfuggente rispetto alle esigenze della società, della comunità. Noi siamo preda di un sistema così congegnato che non possiamo modificare neanche noi perché fa parte di un quadro generale più ampio. Del resto tutte le discussioni sul titolo terzo della Costituzione era che la centralità del governo della scuola doveva rimanere saldamente nelle mani dello Stato e non avere delle scuole differenziate sul territorio per delle ragioni anche in parte condivisibili. Però quell’elefantiasi fa in modo che la scuola non risponda alle esigenze della comunità o vi risponde nella misura in cui in micro-situazioni ci siano organizzazioni di istituto più attente che mettano insieme relazioni, capacità di confronto. Noi possiamo favorire l’incontro ma questo va fatto da scuola e imprese.

Il mondo delle imprese nel passato ha avvertito da parte della pubblica amministrazione un atteggiamento di sospetto. Anche l’eccesso burocratico è stato avvertito come una sfiducia nei confronti del settore. Cosa vi sentite di dire oggi alle imprese…
Ma questo è stato uno degli elementi programmatici che il Presidente della Regione ha enunciato pubblicamente e trova tutti concordi. Negli incontri che faremo verificheremo i tempi di risposta che ci siamo dati codificandoli in delibere e leggi applicative e poi detto questo faremo un’analisi dei tempi effettivi se sono rispondenti o meno e definiremo un quadro che ci possa consentire di avere un quadro chiaro e eventualmente porre dei correttivi laddove si registrassero delle anomalie. Dove, probabilmente, si dovrà sicuramente intervenire sarà sulla mole di documentazione che deve essere presentata, caratterizzata da molti doppioni.

24 luglio 2008

Ennio Pastoret: «Sarò molto attento al dialogo con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali» (1)

A distanza di una settimana propongo anche ai lettori dell'on-line l'intervista all'Assessore Ennio Pastoret che ho pubblicato giovedì scorso sulle colonne del Corriere della Valle. Il testo, come sempre, è leggermente più lungo della versione cartacea e perciò lo pubblico in due puntate. Prosegue così il ciclo d'interviste agli assessori della Giunta Rollandin. Come sempre sono ben accetti i commenti (il link lo trovate alla fine del post). Soprattutto da parte dei rappresentanti dei settori interessati.

Il primo nodo critico per l’Assessore Ennio Pastoret, nuovo responsabile delle Attività Produttive, sarà la scelta del coordinatore. Luciano Moussanet, per diversi anni alla guida del Dipartimento Industria, Artigianato ed Energia, è andato in pensione e ora si deve provvedere alla non facile scelta di sostituirlo e così Pastoret si trova ancora privo di uno dei tasselli principali del suo dicastero. Comunque i dossier (in primis l’Ambrosetti) già occupano la scrivania dell’assessore che ci fa capire di essere ancora in una fase di studio. Diciamo di presa di possesso.

Al di là delle iniziative concrete credo che un elemento fondamentale sarà il confronto con le categorie sociali. La Giunta ha già espresso la sua intenzione di incontrare le parti sociali…
Sì. Questi incontri non sono ancora stati calendarizzati e, in una prima fase esplorativa, avverranno appunto da parte della Giunta nella sua collegialità. Successivamente però io ho intenzione di farne di più specifici con le categorie imprenditoriali e i sindacati, senza dimenticare il mondo della cooperazione.

Non sempre nel passato è stato così…
Per quanto mi riguarda è una questione di metodo. Nessun provvedimento nelle mie esperienze precedenti è mai giunto sul tavolo della decisione politica senza un confronto con i soggetti interessati.

Industriali e artigiani sostengono da tempo la necessità di rimettere mano alla Legge 6? Voi cosa ne pensate?
Non mi pare che io oggi debba dire che ciò si farà. Evidentemente dagli incontri che faremo con questi soggetti emergeranno delle richieste, delle aspettative, delle considerazioni che se andranno in questa direzione verranno tenute nel debito conto. Non ci sono delle resistenze pregiudiziali. Quello che è stato detto dal Presidente della Regione, dalla mia parte politica, dall’intera maggioranza, è di procedere ad un confronto con gli attori coinvolti.

Si stava lavorando a fine legislatura ad una legge sul precariato proposta dai sindacati…
C’è un testo pronto. Ma io voglio incontrare i soggetti promotori. Non do per scontato che possa essere in questa fase politica successiva alle elezioni, necessariamente condiviso tutto quanto era stato condiviso precedentemente.

C’è la necessità di un tagliando?
Esatto.

Stesso ragionamento per la legge sull’imprenditoria giovanile?
Stesso ragionamento.

Il Presidente degli industriali Giuseppe Bordon parla di una Valle con poco appeal per chi fa industria. Una Valle dove è più difficile fare industria. Condividete questa analisi? E se sì che cosa pensate di fare?
Rispetto a qualche anno fa sono cambiate molte condizioni. Uno degli elementi forti rispetto alla possibilità di finanziamento che la Regione aveva in passato è venuta meno o per lo meno è stata incanalato all’interno di un quadro di regole comunitarie per quanto riguarda gli aiuti di Stato e la libera concorrenza e a queste ci si deve attenere. La Valle d’Aosta ha la necessità di non violare le regole, ma nello stesso tempo di darsi delle dotazioni tali per cui possa diventare di nuovo vantaggioso o meno svantaggioso per le imprese operare in Valle d’Aosta. Penso, ad esempio, che si debba lavorare sull’efficacia dei servizi alle imprese. Individuare delle opportunità che possano fare la differenza per il futuro.

Le imprese chiedono un ulteriore taglio dell’Irap. Premesso che la materia tributaria non è di sua competenza tuttavia pensate che sia necessario lavorare in questa direzione?
Ma certamente. Non è un tema nuovo. Negli scorsi anni c’è stato un dibattito particolarmente intenso a livello nazionale anche se di fatto non si è mosso molto. Nel bilancio di alcuni fa’ la volontà politica era già stata espresso con un primo provvedimento che andava in questa direzione.

Le risorse per l’Industria sono stabili da parecchio tempo. Con il piano Ambrosetti sono destinate ad aumentare?
E’ chiaro che io vorrei avere a disposizione il maggior numero di risorse finanziarie possibili però è chiaro che dobbiamo avere i piedi per terra. Il bilancio è uno strumento che riguarda l’insieme di questa regione. E all’interno di questo quadro generale ci sono alcune priorità che sono obbligatorie. Pensiamo alla sanità, all’assistenza sociale, all’assistenza alle famiglie. Tutto deve trovare una sua coerenza all’interno di un disegno generale. Oggi credo che ci siano le premesse politiche per fare una valutazione di questo genere. Ragionare solo sulle cifre mi sembrerebbe limitativo rispetto al fatto che si deve avere un occhio attento rispetto a quelle che sono le realtà d’insieme di questa regione. Certamente sono necessarie delle accelerazioni rispetto a quelle che potranno essere le iniziative che la Regione prenderà per sostenere le attività produttive sul suo territorio. Come queste debbano essere declinate. Oggi è ancora prematuro dirlo. (continua)

Valle d'Aosta: vendemmia 2008 «tutt'altro che abbondante»

Martedì come già annunciato sia sul Corriere della Valle che su questo blog (oltre che naturalmente sul Sole 24 Ore Nord Ovest) c'è stata la firma per la costituzione del Consorzio unico «Quatremillemètres» che porterà sotto una regia unica l’attività di tre cantine sociali: la «Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle», la «Cave de l’Enfer d’Arvier» e la «Crotta di Vegneron» di Chambave. E' sempre di martedì anche la notizia che la vendemmia 2008 sarà «tutt'altro che abbondante». A dirlo è l'Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che presentando le proprie previsioni per il 2008 a fronte di un'Italia che fa registrare un + 10% rispetto al 2008 descrive una Valle d'Aosta «dove la vegetazione è in ritardo di 10 giorni rispetto a un'annata normale e di 20 giorni sul 2007». «Le diverse fasi fenologiche, dalla cacciata all'allegagione, - scrive ancora l'Ismea - sono da considerarsi tra il buono e il mediocre, con attacchi di patogeni, peronospora e botrite in particolare, superiori alla media». Situazione che ovviamente la Valle d'Aosta condivide con l'intero Nord Ovest.

23 luglio 2008

Impresavda ancora sul sito dell'Associazione Italiana Sommelier

Ancora una volta Franco Ziliani, apprezzato autore del blog «Vino al vino», ha ospitato un mio post nella rassegna stampa che settimanalmente cura per il sito dell'Associazione italiana sommelier. L'articolo segnalato è quello dedicato alla Caves Coopératives La Kiuva dal titolo «Arnad: un'immagine a base di vino e lardo». Ovviamente nell'articolo è anche citata la Maison Bertolin.

Grivel si aggiudica il «Silver Award» a Friedrichshafen, la più importante fiera mondiale per l'outdoor e l'alpinismo

Durante l’Outdoor messe di Friedrichshafen (Germania) la più importante fiera mondiale per l’outdoor e l’alpinismo che conta visitatori ed espositori provenienti da tutti i continenti, la Grivel di Courmayeur si è aggiudicata il «Silver Award». Quest’anno la gara per il premio Industry Award si è tenuta in occasione della Fiera Internazionale di Friedrichshafen durante la fiera Outdoor 2008 (17 – 20 luglio 2008). Un totale di 280 prodotti provenienti da 25 paesi diversi hanno concorso al premio dedicato all’innovazione organizzato e sviluppato dall’International Forum Design IF.
Una giuria di esperti internazionali ha assegnato a 27 prodotti il riconoscimento per le eccezionali performances nel campo del design e dell’innovazione. Tutti i prodotti vincitori sono stati in mostra durante tutto il periodo della fiera. L’Outdoor INDUSTRY AWARD è particolarmente importante in quanto dà un orientamento dei consumatori nel mercato dello sport e del tempo libero. E’ un’opportunità per vedere ciò che è innovativo, funzionale ed allo stesso tempo eco-sostenibile. Una giuria di esperti composta da Boris Gnielka (Outdoor-Magazin, Motor Presse Stuttgart, Stuttgart/D), Mark Held (European Outdoor Group, Zug/CH), Alan Hinkes (Abenteurer, North Yorkshire/GB), Stephan Dietrich (Adidas AG, Herzogenaurach/D), David Durkan (Sno og Ski magazine, Sandivka/ NO) e Lars Kirchner (Basislager Sportartikel GmbH, Erfurt/D), ha considerato ciascun prodotto secondo i criteri di valutazione previsti dalla gara.
Le categorie dei prodotti erano: Abbigliamento, Calzature, Zaini/Valigie, Equipaggiamenti di Montagna, Equipaggiamenti da campeggio, Sacchi a pelo, Attrezzi per sport acquatici e Accessori
I criteri di valutazione della giuria comprendevano: grado di innovazione, qualità del design, Tecnologia di produzione, Scelta dei materiali, Eco-sostenibilità, funzionalità, utilità, sicurezza, caratteristiche di tendenza , valore del marchio A Grivel, unica azienda italiana in gara, è andato il «Silver Award» per la pala da neve «Steel Blade». La pala è superleggera (406 grms), non richiede alcun tipo di assemblaggio, multifunzionale al punto che può essere usata anche in spazi ridotti, può essere facilmente allungata con l’aiuto di una piccozza. La sua lama d’acciaio inossidabile consente di tagliare anche la neve molto ghiacciata. La motivazione della giuria del premio è stata : questo è un prodotto realmente innovativo: semplice, leggero e multifunzione. Equipaggiamento indispensabile per gli sci alpinisti ed i frequentatori di ghiacciai. In caso di smarrimento il suo brillante colore di sicurezza la rende facile da individuare. Gioachino Gobbi proprietario della Grivel Mont Blanc ha così commentato: «Siamo particolarmente orgogliosi di aver ricevuto questo premio: primo perché è un riconoscimento internazionale ed eravamo in lotta con tutti i fabbricanti mondiali, e secondo perché riconosce il nostro sforzo di apportare sempre, in tutti i nostri prodotti, un contenuto di innovazione che possa rendere più comoda e più sicura l’esperienza dell’utilizzatore. robabilmente il Monte Bianco che vediamo dalle nostre finestre, ci ha ispirato ancora una volta».

Ribes Ricerche progetta un biosensore hi-tech per vino, latte e acqua

Aumenta la presenza di Ribes ricerche in Valle d’Aosta. La società nell’arco di poco più di un biennio è passata da una superficie di 100 a 300 metri quadri all’interno dell’incubatore di impresa di Aosta. Crescono anche i fatturati che nel corso del 2008 raggiungeranno quota 1,3 milioni con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. La società, appartenente al gruppo Ribes di Ivrea - che ha come mission l’affiancamento di enti locali e società private per lo sviluppo di servizi e tecnologie avanzate in grado di supportarli nel processo di innovazione - sta portando avanti tre progetti di ricerca, in parte finanziati dall’amministrazione regionale, di particolare interesse per il settore agroalimentare e ambientale. «Il primo riguarda la messa a punto di un sensore ottico, a base di silicio poroso, per il monitoraggio della CO2 - osserva l’amministratore delegato della società Umberto Bena -. Il progetto si trova attualmente nella fase di betatest sull'esterno e in quella di ingegnerizzazione». Il secondo, che si concluderà nel dicembre 2009, ha come obiettivo la messa a punto di un microrelay con un’architettura «Mems» (Micro Electro-Mechanical Systems) la cui innovatività è proprio rappresentata dalle dimensioni particolarmente ridotte che dovrebbero assicurare soluzioni più performanti per, ad esempio, le macchine di test delle industrie di stampaggio per l’automotive, garantendo uno risparmio di spazio, consumi più bassi e con una velocità di switch più elevate. «Siamo convinti – aggiunge Bena - che il microrelay possa essere utilizzato anche nel settore delle telecomunicazioni per le centraline di prossimità di telefonia fissa». Il progetto più recente, con un impegno di spesa di 2,5 milioni di cui 1,2 di contributo regionale nel biennio, deriva dai progressi fatti dalla ricerca Ribes nel settore del monitoraggio ambientale. «Stiamo concentrando la nostra attenzione sulla realizzazione di un biosensore affidabile nei processi di fermentazione per il rilevamento della presenza di sostanze anomale da utilizzare per il vino, il latte e, con alcuni distinguo, anche per l’acqua». Partner valdostani del progetto la Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle, la Centrale laitière di Gressan e il servizio acquedotto di Aosta e il Bim, oltre ad Attiva, la società in house della Chambre che ha permesso di costruire el partnership locali. «Per noi – conclude Bena – è particolarmente importante coinvolgere partner locali in quanto da un lato permette di meglio testare il prodotto e dall’altro garantisce un vantaggio competitivo al territorio. Questo dispositivo, soprattutto per il vino e il latte, dà la possibilità di avere un maggior controllo di processo rispetto a quello che c’è oggi. E’ chiaro che non è assolutamente sostitutivo delle analisi di laboratorio nei centri certificati, tuttavia permette di rilevare subito l’insorgere di un’anomali garantendo la miglior qualità del prodotto lungo tutto il procedimento». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 luglio 2008)

22 luglio 2008

Turismo: la Valle d'Aosta ha bisogno di una regia unica

Il progetto è chiaro la Valle d’Aosta nel campo del turismo ha bisogno di una regia unica che riesca a canalizzare nel migliore dei modi le risorse che la Regione mette a disposizione del settore. Soltanto le Aiat, nell’ultimo anno, hanno avuto a disposizione 3,7 milioni per le loro attività. Del resto l’obiettivo di procedere ad una riforma complessiva dell’attuale modello di organizzazione turistica regionale, con l’istituzione di un unico Ente regionale preposto all’informazione e accoglienza turistica, in sostituzione delle attuali undici Aiat, è scritto nero su bianco nel programma della nuova maggioranza guidata da Augusto Rollandin. Una scelta già maturata al termine della scorsa legislatura con il precedente assessore al Turismo, Ennio Pastoret (Uv), tanto da produrre una prima bozza con alcune linee di indirizzo presentate a Aiat e Consorzi, e su cui si è già messo al lavoro il neo-eletto assessore Aurelio Marguerettaz (Uv). Per l’assessore non si tratta di cancellare il passato, ma occorre una razionalizzazione delle risorse e delle scelte strategiche. «Serve un'unica azienda di promozione turistica che sappia far tesoro delle professionalità, delle conoscenze e delle esperienze maturate da quelle oggi in attivita». Si tratta di un patrimonio di saperi, quello delle Aiat, che Marguerettaz intende «valorizzare facendo sistema e metterlo in rete per poter così organizzare con razionalità tutte le iniziative nel rispetto degli indirizzi indicati dalla legge». Assolutamente favorevole all’Aiat unica la Presidente degli albergatori valdostani Silvana Perucca di Saint-Vincent. «Gli uffici territoriali – osserva - potranno così concentrarsi sull’attività di informazione che inevitabilmente migliorerà in qualità. Bisogna però fare in fretta. Non possiamo più permetterci di perdere altre stagioni. Se sull’inverno la situazione è meno critica in quanto l’immagine regionale appare maggiormente consolidata, in estate la Valle è in grave ritardo e spesso i guadagni di una stagione sono azzerati in quella successiva». «Serve un unico organismo di riferimento – conclude Perucca - per concentrare le risorse finanziarie e, soprattutto, evitare i doppioni. Non è possibile che ogni Aiat abbia un sito diverso dall’altra. Inoltre è necessario un progetto di marketing e promozione che possa penetrare i mercati. Come Adava auspichiamo di essere coinvolti in questo processo di riforma». D’accordo con il nuovo modello organizzativo anche Cristina Galassi, presidente dell’Aiat di Aosta. «E’ una garanzia di maggior efficienza sia dal punto di vista amministrativo che burocratico. Inoltre se si fa promozione nel piccolo i risultati sono inevitabilmente mediocri, invece noi abbiamo bisogno di un ente in grado di individuare indirizzi comuni, predisporre una programmazione regionale, fare ricerca, monitorare i risultati e dare vita ad un osservatorio che ci aiuti ad elaborare una pianificazione delle strategie. E’ chiaro che il cammino non sarà semplice». Franco Maquignaz, alla guida dell’Aiat Monte Cervino concorda sulla scelta dell’Aiat unica, ma a fianco del Cda dell’ente che sostituirà gli attuali undici ritiene auspicabile la presenza di un consiglio che garantisca la rappresentanza di tutte le realtà. «Il pericolo – osserva Maquignaz – è che un’eccessiva centralizzazione – rischi di far smarrire il buon lavoro svolto sino ad ora dalle Aiat sul territorio. Penso a qualcosa di simile al rapporto che ci può essere tra la Giunta regionale e il Consiglio». Sulla stessa lunghezza d’onda Cesare Charruaz, dell’Aiat Cogne Gran Paradiso «non va sminuito quanto è stato fatto fino ad ora. E ci sono Aiat che hanno lavorato moltissimo». Senza il minimo dubbio Leo Garin, presidente della Monte Bianco che, da tempi non sospetti, su queste stesse colonne ha espresso il suo placet all’Aiat regionale «in modo da impostare un’azione promozionale perfettamente coordinata sotto un unico cappello a livello regionale che però per avere effetto deve basarsi sulla creazione di eventi di forte appeal». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 luglio 2008)

21 luglio 2008

Dalla parte del cittadino-contribuente

Ho proposto nelle scorse settimane ai lettori del Corriere della Valle un supplemento di otto pagine dal titolo «Dalla parte del cittadino», realizzato in collaborazione con i responsabili del Tavolo permanente tributario i quali attraverso queste otto pagine intendevano promuovere i primi mesi della loro attività. Sottopongo all'attenzione dei lettori del mio blog l'introduzione scritta dal professor Orlando Formica, uno degli ideatori del Tavolo. Chi fosse interessato agli articoli può richiedermeli via mail. Provvederò ad inviarveli in formato Pdf.

Il 14 luglio 2007 con il Forum tematico «La Giustizia Tributaria incontra il Paese reale: il Cittadino contribuente», che si è svolto ad Aosta, abbiamo gettato le fondamenta per la costruzione di un progetto volto ad «ascoltare» la Società Valdostana, nelle componenti economiche e sociali, attorno ad un tema fondamentale quale il rapporto con il sistema delle imposte. I tributi devono essere pagati dai cittadini «contribuenti» a fronte della ricchezza posseduta o prodotta e, questo, in relazione ai “servizi” che gli enti pubblici devono apprestare alla collettività stessa. L’incidenza, però, delle imposte non sempre può essere «sopportata»
dai soggetti passivi, a fronte del sistema impositivo vigente, non facilmente interpretabile e macchinoso, nonché da un peso sulle famiglie e sulle imprese, che talvolta può diventare veramente oneroso. Un peso tale da incidere negativamente sull’attività dell’imprese stesse, per le quali, di fatto, le imposte sono un costo da sopportare. Il Forum si è avvalso di autorevoli
interpreti della cultura fiscale regionale e nazionale. Da qui i contributi della dottoressa Marilinda Mineccia (vicepresidente della Sezione regionale dell’AMT), del dottor Giacomo Caliendo (allora presidente nazionale dell’AMT ed oggi autorevole senatore, sottosegretario al Ministero della Giustizia), del dottor Ennio Sepe (componente del Consiglio di presidenza della
Giustizia Tributaria). I loro contributi, uniti a quelli delle categorie economiche valdostane presenti, ci hanno fatto riflettere sulla necessità di dare vita in Valle d’Aosta ad una sede di «ascolto» delle categorie economiche e sociali e dello stesso cittadino. Ha preso corpo, da qui, l’iniziativa del «Tavolo Permanente Tributario» per il contribuente valdostano. A fronte di queste premesse, come giudici tributari, e, quindi, soggetti terzi tra ente impositore e cittadino contribuente, abbiamo voluto, con un’«esperienza pilota» in Europa, mettere attorno ad un «Tavolo» gli attori di questo meccanismo operativo. Abbiamo, infatti, avvertito non solo l’incomunicabilità e talvolta la contrapposizione tra le parti, ma la necessità di un «Ascolto» di «Persone ed Enti» che, nella sostanza, operativamente concorrono alla creazione della ricchezza del Paese, senza la quale verrebbero a mancare quelle risorse finanziarie che sono il substrato dell’operatività degli stessi enti pubblici (dallo Stato agli Enti locali).
Sulla carta poteva sembrare un progetto solo teorico e, quindi, senza risultati pratici, Abbiamo articolato l’iniziativa con un calendario di «audizioni» che si ricollegano alle categorie economiche e sociali, presenti sul territorio. Fino ad oggi abbiamo «ascoltato» le osservazioni dei contribuenti sui seguenti settori economici: Turismo, il 28 gennaio 2008; Edilizia privata, pubblica e casa, il 26 febbraio 2008; Agricoltura, zootecnia e viticoltura, il 27 marzo 2008;
Famiglia come soggetto economico e il Consumatore, il 30 aprile 2008. Immediatamente abbiamo percepito di aver fatto centro, perché la risposta, l’interesse e la partecipazione sono state consistenti ed al disopra delle nostre aspettative. Ne abbiamo tratto la convinzione che la Valle d’Aosta, con la sua autonomia, la sua cultura regionale e le sue profonde tradizioni,
ha saputo «costruire», negli anni, un tessuto economico sociale, vivo e vitale, capace, come nel nostro caso, di misurarsi su temi, apparentemente difficili, ma che nella sostanza si sono rivelati argomenti fondamentali che legano la questione fiscale all’operatività quotidiana dei nostri cittadini valdostani. Un secondo aspetto riguarda il contributo sostanziale che abbiamo raccolto dalle audizioni, che può trasformarsi in una raccolta di proposizioni preziose per lo stesso legislatore fiscale sia a livello di Parlamento nazionale, che degli Enti locali regionali.
Da un’incomunicabilità palese, spesso denunciata dal cittadino contribuente, raccolta dal Tavolo Permanente Tributario, riteniamo di aver individuato la formula per far dialogare le parti. Ecco che la funzione del Giudice Tributario, quale terzo nel contenzioso fiscale, assume una nuova dimensione attraverso un’Associazione (AMT), che accanto ad un ruolo corporativo e sindacale,
manifesta una dimensione di interlocutore sociale in una materia che è politica: nel senso che il cittadino va ascoltato nei suoi «bisogni», nelle sue «attese» e che nel nostro caso riguarda la salvaguardia dei propri beni, la difesa dei propri interessi, del lavoro, della produzione, del risparmio e degli investimenti. Un «Tavolo di confronto con i Cittadini», novità assoluta in campo nazionale (e forse in campo europeo), che potrà «essere clonato presto nelle altre regioni d’Italia», come previsto da Marco Bellinazzo, inviato speciale de Il Sole 24 Ore, in un articolo
il cui titolo è più che una premonizione «Aosta apripista sulla chiarezza delle leggi (in fatto di tributi ndr)», apparso sul numero del quotidiano di domenica 15 luglio 2007, e nel quel si annunciava di «… un laboratorio forum aperto ai professionisti e alle categorie economiche che in autunno si trasformerà in un tavolo permanente in grado di tenere vivi i contatti tra le istituzioni e il tessuto socio economico del territorio, con la mediazione “offerta dall’apparato giudiziario fiscale". Il format, – aveva concluso, allora, Bellinazzo – ideato da Formica, potrebbe essere esportato a livello nazionale…».

Sondaggio «Vota il miglior imprenditore valdostano del 2008»: Conta (Laser) torna in testa

Visto che in questi giorni c’è il tour de France potremmo dire che ci sono due corridori in fuga, anche se, forse, sono partiti un po’ troppo presto nella speranza di sfiancare gli inseguitori. Comunque, a onor di cronaca, e con il rischio di essere nuovamente smentito nel giro di poche ore, come è già accaduto in occasione del mio ultimo post sull’argomento, ancora una volta Paolo Conta della aostana Laser ha portato via il primato a Piero Enrietti della Thermoplay di Pont-Saint-Martin: 84 voti il primo e 81 il secondo. Più staccato con 51 suffragi Costantino Charrère (Les Crêtes), che continua d essere il primo imprenditore non industriale di questa speciale classifica. Quarta piazza invece, a quota 43, per Paolo Musumeci (Musumeci-Pcl). I voti complessivamente raccolti dal sondaggio «Vota il miglior imprenditore valdostano», al momento in cui vi sto scrivendo, sono così diventati 416. Il resto della classifica ha subito alcuni mutamenti significativi. Quinta piazza a pari merito per Mario Ronc (Fratelli Ronc) e Piero Roullet (Albergo Bellevue) con le loro 19 preferenze. Seguiti a 16 da Marilena Péaquin (Maison Bertolin) e a 15 da Pietro Capula (Gps) e Pietro Giorgio (Sea). E così entriamo nelle ultime sette piazze, quelle che chi segue il nostro sondaggio sa che sono a rischio «retrocessione». A 13 voti troviamo così Gioacchino Gobbi (Grivel) e Roberto Marzorati (Cogne), seguiti a 12 preferenze da Luca Minini (Mdm), a 11 da Nicola Rosset (Saint-Roch) a 9 da Alberto Celesia (Cidac), a 8 da Pierre Noussan (Sicav), e, in coda, da Corrado Neyroz (Albergo Hermitage) a quota 7. Continuate a votare (potete farlo fino all'8 dicembre) e, se avete già votato, fate votare. Anche se vi sembra di non essere molto competenti in materia leggete il post delle motivazioni, che si trova nello spazio dedicato alle «Iniziative speciali», e esprimete la vostra opinione.

20 luglio 2008

Cari giovani trovate riposo nel Signore

La Gmg 2008 di Sydney si concluderà questa notte con la messa celebrata da Benedetto XVI. Vi propongo perciò, anche se non attinente alla materia economica, il mio consueto editoriale pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta di giovedì 17 luglio.

Come si muoverà nelle giornate di Sydney il «grande sconosciuto», che Benedetto XVI richiama nel messaggio ai giovani per la «Gmg 2008»? Il Papa ha infatti posto al centro del suo messaggio proprio lo Spirito Santo e invita i giovani a riflettere su questa presenza invisibile. Chi è dunque il «grande sconosciuto» che proprio oggi all’inizio ufficiale della Gmg é l’ospite d’onore e cosa ha da dirci? Benedetto XVI ha indicato dei possibili testimoni dell’avventura della fede, richiamando alla mente gli apostoli nel Cenacolo, ricordando il nome di San Paolo - instancabile comunicatore della fede, disposto a confrontarsi con ogni cultura, convinto dell’universalità di quel messaggio - e, infine, mostrando coloro che quotidianamente hanno seguito e seguono le orme di Gesù di Nazareth. Uomini e donne che nella storia hanno incontrato e incontrano il «grande sconosciuto», una presenza che ha inquietato e inquieta le coscienze, che si sente a suo agio con coloro che non smettono di farsi e di fare domande. Il Santo Padre non appena arrivato all’aeroporto australiano non ha perso tempo per ribadirlo, per fare riecheggiare quella domanda. «Dove possiamo cercare risposte? - ha detto - Lo Spirito ci orienta verso la via che conduce alla vita, all’amore e alla verità. Lo Spirito ci orienta verso Gesù Cristo. In lui troviamo le risposte che cerchiamo, troviamo le mete per le quali vale veramente la pena di vivere, troviamo la forza per continuare il cammino con cui far nascere un mondo migliore. La mia preghiera è che i cuori dei giovani che si riuniscono a Sydney per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù trovino veramente riposo nel Signore e possano essere colmati di gioia e di fervore per diffondere la uona Novella fra i loro amici, le loro famiglie e tutti coloro che incontrano». Alla messa di apertura sono attese oltre 500 mila persone. Per noi saranno presenti cinque giovani pellegrini (Micaela Sucquet, Pierresimon Dalbard, Stefania Vaccari, Paolo Cavagnaro e Eleonora Preti) guidati da Mons. Giuseppe Anfossi che terrà una delle catechesi ai giovani italiani. Al loro ritorno ci testimonieranno la forza di un’esperienza davvero unica dall’altra parte del mondo.

19 luglio 2008

Arnad: un'immagine a base di vino e lardo

«Dobbiamo fare sinergia con il territorio. E’ per noi una strada obbligatoria». Ivo Joly, presidente della Cooperativa “La Kiuva” di Arnad, settanta soci, 70mila bottiglie nell’ultima annata prodotte su una superficie di 14 ettari, crede fortemente nelle sinergie che possono derivare da comuni strategie nel settore enogastronomico. «Per noi è importante – spiega Joly, che è anche assessore comunale all’Agricoltura - legare la nostra immagine alla realtà enogastronomica di Arnad, cioè al suo Lardo Dop. Il salumificio Bertolin da solo porta in paese 20mila turisti soltanto per visitare lo stabilimento. Noi dobbiamo essere così bravi da fare in modo che questi turisti in vece di fermarsi una mezza mattinata rimangano ad Arnad tutto il giorno». Joly tuttavia è molto cauto. Ha appena terminato di spiegare il ruolo della Cooperativa ad un gruppo di turisti. Un’abbondante offerta di vini e ovviamente di salumi ha invogliato gli animi all’acquisto e il favorire la vendita diretta, visti anche i prezzi medio-bassi della Cantina, è uno degli obiettivi principali. Joly in particolare ha pubblicizzato la Festa del lardo che ormai festeggia i suoi quarant’anni di vita ed è sicuramente l’icona migliore di quello che può diventare Arnad se tutti si lavora nella stessa direzione. «La festa è passata da 25mila visitatori a 50mila e praticamente tutto il paese è coinvolto e tutti – osserva Joly, 37 anni, alla guida della cantina da quindici - danno il loro contributo gratuitamente». Qui si produce l’Arnad-Montjovet DOC, vino rosso ricavato per il 70% da uve nebbiolo dal sapore asciutto ed armonico. Accanto a questo vino vengono inoltre prodotti: il Pinot Noir, il Müller Thurgau, lo Chardonnay, la Petite Arvine e con il disciplinare recepito nel 2002 la vendemmia tardiva di Chardonnay, vino affinato in barriques e prodotto con uve selezionate vendemmiate tardivamente. Da giugno 2005 è entrato in commercio anche il VDA DOC Merlot. Recentemente la Kiuva ha anche lanciato il 'Seigneurs de Vallaise', vino spumante brut che porta il nome dei Signori che nel seicento avevano un peso determinante nelle assemblee generali del Ducato di Aosta. Lo chardonnay è stato prodotto in 1600 bottiglie con uve autoctone dalla cooperativa e spumantizzato in via sperimentale dall'Institut Agricole Régional. «Stiamo rivedendo le strategie di produzione - aggiunge Joly – abbandoneremo il Müller Thurgau che non ci soddisfa come vorremmo. La vendemmia tardiva sarà fatta sostituita da un passito fatto con uve Pinot Gris e Traminer in modo da concentrare lo Chardonnay su una sola tipologia». Ma le novità non finiscono qui. Allo studio c’è la produzione di uno spumante rosè con uve nebbiolo, realizzato grazie ad un consulente esterno dell’area del Roero. «Il vino – precisa Joly – richiede tre anni di invecchiamento. Sarà pronto per il 2010». Joly è particolarmente ottimista sul futuro della cantina. «Sono due gli aspetti positivi: da dieci anni stiamo spingendo i nostri osci a reimpiantare e molti ci hanno dato retta e così è stata ampliata l’area di produzione e inoltre ci sono tantissimi giovani. Il ricambio generazionale – che rimane uno dei nodi cruciali del futuro della viticoltura in Valle d’Aosta – è un problema risolto». La cooperativa sta invogliando i soci a sostituire gradualmente le pergole piantate nelle zone più basse con nuovi vigneti in zona collinare. Inoltre, dove possibile, si abbandona la coltivazione a pergolato, la tipica «topia» della bassa Valle (sistema promiscuo che permette altre coltivazioni sul terreno sottostante), impiantando filari, che consentono una lavorazione più razionale e tecnicamente più valida. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 10 luglio 2008)

18 luglio 2008

Rcauto in Valle d'Aosta? Le più basse d'Italia

Cresce più della media nazionale, ma rimane comunque la più bassa d’Italia. In Valle d’Aosta la tariffa della RC Auto del 18enne neoassicurato, il profilo meno appetibile per un agente di assicurazione, nell’ultimo anno è cresciuta del 5,1% (rispetto ad una media nazionale del 4,8%), ma rimane comunque la tariffa più economica su tutto il territorio nazionale: 1.324,5 euro rispetto ai 2.325,5 della media italiana. Un primato condiviso con il quarantenne, possibilmente sposato e con figli, al quale si applica il massimo sconto ritenendolo, supportati da statistiche, il profilo cliente migliore in materia di sinistri. Anche qui le tariffe della piccola regione autonoma nell’ultimo anno (il periodo preso in considerazione va dal 1° aprile 2007 al 1° aprile 2008) fanno registrare un aumento più contenuto dell’1,8% (media nazionale 1,9%), ma si mantengono in vetta alla classifica con 289,9 euro contro i 497,9 italiani. Unica nota stonata la contemporanea constatazione che nelle province e regioni autonome il trend, pur in presenza di tariffe mediamente più alte, si è finalmente invertito con un Bolzano che fa registrare addirittura un –3,1%. Meno brillanti, pur non scendendo oltre la quarta piazza, i risultati della RC Auto per i giovani motociclisti valdostani: sia il 18enne con ciclomotore che quello con motociclo si vedono superare dai coetanei di Bolzano, Perugia e Trento. Gli aumenti rispetto all’anno precedente rimangono però quasi in linea con la media italiana: 7,6% contro un 7,4% per i ciclomotori e 16,5% contro 17,7% per i motocicli. Davide Omezzolli, presidente della sezione valdostana del Sindacato nazionale Agenti di assicurazione (85 gli iscritti e 65 le agenzie principali presenti sul territorio regionale con 90 punti vendita) individua alcune possibili cause della maggior economicità delle tariffe applicate nella regione autonoma. «Prima di tutto – commenta – la bassa incidenza di sinistri e, soprattutto, di sinistri falsi. Nell’ultimo triennio la media è stata di soltanto 20 all’anno. Poi il fatto che i piccoli numeri della popolazione facilitino il rapporto con la clientela e, quindi, l’applicazione di tariffe personalizzate». Non va poi dimenticato come il basso numero di sinistri sia anche il risultato di un parco macchine che, dato il noto fenomeno delle società di noleggio che immatricolano in Valle, più virtuale che reale. Giampiero Marovino, 65 anni, presidente di Codacons Valle d’Aosta dal 2004, è convinto che si possa fare di più. «Da tempo – dichiara - sosteniamo che le tariffe potrebbero diminuire subito del 10%, ma questo più che dagli agenti presenti sul territorio dipende dalle assicurazioni. Riscontriamo però che per la prima si sta avvicinando alle due cifre la percentuale dei clienti che sceglie di assicurarsi via internet. E’ un fenomeno nuovo in un mercato valdostano che non è molto concorrenziale». Spostando lo sguardo sull’area del Nord Ovest la situazione si fa inevitabilmente più critica. Torino e, soprattutto, Genova non fanno registrare score particolarmente esaltanti. In tutti e quattro i profili il capoluogo piemontese riesce comunque a mantenersi ben al di sotto della media nazionale. Addirittura il 40enne torinese vede scendere la propria tariffa dello 0,4% rispetto all’anno precedente: 432,6 euro contro i 434,5 dell’anno precedente. Meno fortunato il 18enne piemontese che vede crescere la tariffa assicurativa del suo ciclomotore dell’11,9%, ritrovandosi a dover pagare 269,2 euro rispetto ai 240,5 di un anno prima. Soltanto Venezia con il suo 12,9% è riuscita a fare peggio. Ma, forse, lì il mezzo appare meno necessario. Genova, invece, quasi sempre si colloca nelle ultime sette piazze e se per quanto riguarda i suoi automobilisti almeno limita al minimo l’aumento percentuale, si deve però arrendere alla forte crescita delle assicurazioni per i giovani centauri: +9,6% per il ciclomotore (529,4 euro) e addirittura +19,9% per il motociclo (618,9). Mediamente a Genova un diciottenne automobilista neopatentato si confronta con una tariffa RCAuto di 2.238,7 euro e un quarantenne di 490. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 9 luglio 2008)

17 luglio 2008

Scrivono di Impresavda...

Sono particolarmente contento che alcuni miei post siano stati ripresi da altri siti. E' un piccolo segno della qualità del lavoro offerto. Questa settimana trovate la news sul superconsorzio delle cantine sociali segnalata nel sito dell'Associazione italiana sommelier, grazie all'attenzione di Franco Ziliani che mi ha inserito nella sua rassegna stampa, e un passaggio dell'intervista al Presidente Augusto Rollandin in 01netBlog, il blog di Luigi Ferro. Grazie a tutti.

Iromec il robot: futuro compagno di giochi artificiale per bambini disabili

Si chiamerà «Iromec», acrostico che significa «Interactive Robotic Social Mediators as Companions». Il budget per la fase di start up è di tre milioni di euro di cui due finanziati dall’Unione europea. Sarà il primo sistema robotico interattivo per permettere ai bambini con gravi difficoltà motorie o cognitive, ad esempio autistici, di giocare in completa autonomia. Un vero e proprio compagno di giochi artificiale. L’Iromec sarà realizzato da un consorzio di ricerca, che coinvolge numerosi atenei europei, fra i quali anche le Università della Valle d’Aosta e di Siena, vincitore di uno dei bandi del sesto programma quadro europeo per la ricerca. Il progetto è coordinato dall’Austria e vede la partecipazione anche di Spagna, Francia, Gran Bretagna, Olanda. Un prototipo dell’Iromec verrà testato per la prima volta a settembre, in Italia e In Inghilterra, per essere poi brevettato nella sua versione definitiva nel gennaio del 2009. Il modello, che, data la delicatezza del suo compito, dovrà avere caratteristiche di sicurezza, robustezza, affidabilità e accessibilità, sarà realizzato dalla francese Robosoft, già nel settore. In particolare la facoltà di Scienze della Formazione dell’ateneo valdostano - con un gruppo composto da psicologo, ingegnere e pedagogista - si occupa dello sviluppo della cornice metodologica e degli scenari d’uso. «Abbiamo curato un volume sui fattori critici nell’uso della robotica con bambini disabili - spiega la docente di Pedagogia dell’integrazione Serenella Besio dell’Università della Valle d’Aosta -, mentre adesso siamo al lavoro con medici, fisioterapisti, insegnanti e genitori per capire i requisiti del nuovo robot; inoltre sperimentiamo modelli esistenti per valutarne limiti e potenzialità». «La particolarità di questo robot – osserva Besio che è appena tornata da Alicante (Spagna) dove si è concluso un gruppo di lavoro – è che il bambino può comandarlo a distanza oppure è lo stesso robot ad interagire con il corpo del bambino. Un’interazione che muta a seconda della disabilità e che vorrebbe arrivare addirittura a modificarsi a seconda delle specifiche esigenze del bambino». L’obiettivo dei ricercatori è quello di creare scenari di gioco non solo elementari. «Ad esempio il gioco simbolico. – conclude – con il robot che finge una situazione su richiesta del bambino». L’Iromec sarà inoltre corredato da Linee Guida per la sua introduzione e il suo utilizzo in diversi contesti d’uso, sia a scopo strettamente ludico (casa, vacanze, tempo libero), sia in chiave ludiforme (scuola, riabilitazione). (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 9 luglio 2008).
 

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