Aumenta la presenza di
Ribes ricerche in Valle d’Aosta. La società nell’arco di poco più di un biennio è passata da una superficie di 100 a 300 metri quadri all’interno dell’incubatore di impresa di Aosta. Crescono anche i fatturati che nel corso del 2008 raggiungeranno quota 1,3 milioni con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. La società, appartenente al gruppo Ribes di Ivrea - che ha come mission l’affiancamento di enti locali e società private per lo sviluppo di servizi e tecnologie avanzate in grado di supportarli nel processo di innovazione - sta portando avanti tre progetti di ricerca, in parte finanziati dall’amministrazione regionale, di particolare interesse per il settore agroalimentare e ambientale. «
Il primo riguarda la messa a punto di un sensore ottico, a base di silicio poroso, per il monitoraggio della CO2 - osserva l’amministratore delegato della società
Umberto Bena -.
Il progetto si trova attualmente nella fase di betatest sull'esterno e in quella di ingegnerizzazione». Il secondo, che si concluderà nel dicembre 2009, ha come obiettivo la messa a punto di un microrelay con un’architettura «
Mems» (Micro Electro-Mechanical Systems) la cui innovatività è proprio rappresentata dalle dimensioni particolarmente ridotte che dovrebbero assicurare soluzioni più performanti per, ad esempio, le macchine di test delle industrie di stampaggio per l’automotive, garantendo uno risparmio di spazio, consumi più bassi e con una velocità di switch più elevate. «
Siamo convinti – aggiunge Bena -
che il microrelay possa essere utilizzato anche nel settore delle telecomunicazioni per le centraline di prossimità di telefonia fissa». Il progetto più recente, con un impegno di spesa di 2,5 milioni di cui 1,2 di contributo regionale nel biennio, deriva dai progressi fatti dalla ricerca Ribes nel settore del monitoraggio ambientale. «
Stiamo concentrando la nostra attenzione sulla realizzazione di un biosensore affidabile nei processi di fermentazione per il rilevamento della presenza di sostanze anomale da utilizzare per il vino, il latte e, con alcuni distinguo, anche per l’acqua». Partner valdostani del progetto la
Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle, la
Centrale laitière di Gressan e il servizio acquedotto di Aosta e il Bim, oltre ad
Attiva, la società in house della Chambre che ha permesso di costruire el partnership locali. «
Per noi – conclude Bena – è
particolarmente importante coinvolgere partner locali in quanto da un lato permette di meglio testare il prodotto e dall’altro garantisce un vantaggio competitivo al territorio. Questo dispositivo, soprattutto per il vino e il latte, dà la possibilità di avere un maggior controllo di processo rispetto a quello che c’è oggi. E’ chiaro che non è assolutamente sostitutivo delle analisi di laboratorio nei centri certificati, tuttavia permette di rilevare subito l’insorgere di un’anomali garantendo la miglior qualità del prodotto lungo tutto il procedimento». (
Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 luglio 2008)
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