31 gennaio 2009

A «Dmedia» il 10% de «La Vallée Notizie»

Da poche ore è di pubblico dominio (segnalata dal sito Aostasera) la notizia riguardante l’acquisto da parte della Dmedia, sub-holding editoriale del gruppo D-Mail, società nata per la vendita di oggetti utili e introvabili, quotata in Borsa - che ha come principali azionisti Adrio Maria de Carolis (presidente), Gianluigi Viganò (amministratore delegato), Antonio Percassi, la famiglia De Nora e Cairo Communication - del 10% (150mila euro) dell'editrice Pmdg di Paolo Maccari, proprietaria del settimanale La Vallée. L'acquisto della quota si inserisce all'interno di una ampia azione di shopping di settimanali locali in Lombardia, Piemonte, Liguria e, ovviamente, Valle d'Aosta. Se volete sapere di più sulla Dmail potete visitare il suo sito. La news è presente anche sul numero di gennaio del mensile specializzato «Prima Comunicazione» (a pagina 31) che annuncia come l'operazione nel suo complesso sarà presentata al mercato - giornalisti, centri media e utenti pubblicitari - a metà febbraio con un incontro che sarà programmato al Circolo della stampa di Milano. L'articolo si ispira ad una news diffusa dalla Dmail Group a fine dicembre. Eccovi il testo integrale della nota:

Comunicazioni in merito alle controllate
Milano, 22 dicembre 2008.
Il Consiglio di Amministrazione di Dmail Group S.p.A., azienda quotata al segmento Star di Borsa Italiana (MTA), in data odierna: - con riferimento alla controllata GDD Manufacturing S.r.l., ha preso atto della comunicazione pervenuta da parte del Sig. Alberto Abbiatico della propria intenzione di cedere al Sig. Carlo Cozza i propri diritti spettantigli a seguito di delibera del Consiglio di Amministrazione della Dmail Group S.p.A. dello scorso 13 novembre 2008. In considerazione del supporto che il Sig. Cozza potrà fornire nell’ambito gestionale della controllata GDD Manufacturing S.r.l., il Consiglio di Amministrazione di Dmail Group ha deciso di accettare tale proposta rimanendo invariata qualsiasi altra pattuizione stabilita. - il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha ratificato le seguenti operazioni straordinarie realizzate nel corso del secondo semestre da parte della controllata Dmedia Group S.p.A.:
- costituzione della società Brescia IN s.r.l. il cui capitale è stato sottoscritto per il 70% per Euro 17,5 migliaia;
- l’acquisizione da parte di Brescia IN del settimanale free “Brescia settegiorni” per Euro 175 migliaia;
- acquisizione dell’ulteriore 40% di Magicom S.r.l. per un controvalore di Euro 88 migliaia arrivando a detenere il 100% della partecipazione;
acquisizione del 25% della società BBC Levante S.r.l. proprietaria del settimanale “Il Nuovo - - Levante” per un corrispettivo di Euro 3 migliaia;
- acquisizione del 18% della società Idea Editrice Srl, proprietaria del bisettimanale “Notizia oggi di Borgosesia” per un corrispettivo di Euro 155 migliaia;

nonché preso atto degli impegni sottoscritti per future acquisizioni relativi a quanto segue:
- il 60% della società S.& G. Editoriale S.r.l. proprietaria della testata “Notizia Oggi Vercelli” per Euro 168 migliaia
- il 40% della società Il taccuino S.r.l. che gestisce la testata “Notizia Oggi Vercelli” per Euro 32 migliaia
- il 10% della società PMDG S.r.l. proprietaria del settimanale “La Vallée” per Euro 150 migliaia

30 gennaio 2009

Sant'Orso 2009: il popolo dell'artigianato di tradizione occupa Aosta

Un unicum nell’area alpina francofona. A metà strada tra il volàno turistico e la nicchia di eccellenza. Venerdì 30 e sabato 31 gennaio il popolo dell’artigianato tipico valdostano occupa Aosta per una kermesse che non ha pari né sul versante francese né su quello svizzero. L’edizione numero 1009 della Fiera di Sant'Orso si ferma a quota 1085 espositori, di cui ben 905 iscritti nel settore tradizionale, 22 in quello equiparato, oltre a 38 adesioni da parte delle scuole di artigianato. Un popolo in massima parte di hobbisti (gli scultori sono ben 298), ma dove iniziano a crescere e consolidarsi le realtà imprenditoriali, ospitate nell’Atelier, che hanno saputo trasformare una passione in una professione. «Rispetto alla prima edizione invernale dell’anno 2000, - osserva l’Assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret - si evidenzia una crescita complessiva nel numero di espositori, da 49 a 84, cioè un +71,4%: questo aumento ha comportato, anche quest’anno, il prolungamento del padiglione espositivo di piazza Chanoux in una sede espositiva complementare. La scelta è ricaduta sulla tensostruttura di piazza Plouves che ospiterà quindi, oltre alle ditte del settore enogastronomico valdostano, anche quattordici artigiani professionisti». In base al registro dei produttori di oggetti di artigianato tradizionale professionali il comparto è composto da circa duecento persone in massima parte mobilieri. Trattandosi di micro-aziende non è facile cogliere il trend del mercato, tuttavia un buon indicatore è sempre costituito dall’andamento dei sei esercizi commerciali gestiti direttamente dall’Ivat (Aosta, Ayas, Cogne, Courmayeur, Gressoney e prima Issogne oggi Bard), l’«Institut Valdôtain de l’Artisanat typique», guidato da circa un anno da Rudi Marguerettaz. «Il 2008 – spiega il direttore Roberto Valletsi è chiuso a quota 534mila euro con un calo del 5%. I produttori ci hanno segnalato una diminuzione dei volumi di vendita diretta all’interno dei loro laboratori». «Per il 2009 – precisa il direttore - è però difficile fare previsioni. Il primo appuntamento sarà proprio Sant’Orso. La presenza di neve dovrebbe favorire il turismo e questo inevitabilmente avrà ricadute positive sulle nostre attività. Durante le festività si è lavorato molto bene». Ma l’Ivat guarda con particolare interesse al prossimo Sant’Orso anche per un altro motivo. «Saremo presenti alla Fiera – prosegue Marguerettaz – con un nostro stand per promuovere il Museo dedicato all’artigianato valdostano, inaugurato proprio la settimana scorsa a Fènis». Il museo, che vanta una gestazione decennale (e se ne parla ormai da un secolo), è costato 2,4 milioni e raccoglie circa 860 pezzi, in parte frutto del lavoro certosino di recupero dell’Ivat (da non dimenticare l’opera di Nurye Donatoni, oggi conservatore responsabile del museo e, in passato, per diversi anni consulente dell’Istituto), in parte di proprietà regionale e in parte frutto di donazioni da parte di privati. «L’idea – commenta Vallet – è quella di ampliare ulteriormente l’offerta di turismo culturale della nostra regione unita al fatto che individuando la giusta formula vorremmo mettere in relazione il Museo con le nostre strutture commerciali. Ma su questo tema c’è ancora molto da approfondire». Sembrano definitivamente sepolte le polemiche del Sant’Orso dell’anno scorso quando l’ipotesi di un disciplinare più rigido per determinare cosa era davvero artigianato tipico aveva scatenato le proteste di molti artigiani. «Il Museo – conclude Marguerettaz – ci offre un’istantanea di cosa sia davvero un oggetto tipico valdostano sicuramente migliore di qualunque disciplinare». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 28 gennaio 2009)

29 gennaio 2009

Industria valdostana: aumenta il pessimismo

Più nel dettaglio i risultati della trimestrale previsionale di Confindustria Valle d'Aosta. C'è qualche industriale che ha voglia di commentare?

Il 59% degli intervistati prevede un andamento costante della produzione, percentuale in calo rispetto al dato registrato nel trimestre precedente (79%). Si contrae di oltre 6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2008 il saldo ottimisti-pessimisti (da -7,14% a -13,79%). Il dato, seppur negativo, è migliore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2008 (-21,43%). Prospettano una riduzione il 28% degli intervistati. Il manifatturiero registra un saldo ottimisti-pessimisti di - 20 punti; risultato migliore di 3,5 punti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (-23,5%), ma in netto peggioramento rispetto al trimestre precedente (4,76%). I servizi, al contrario, pur registrando un saldo negativo (-7,14%)risultano in miglioramento sia rispetto quarto trimestre 2008 che aveva fatto registrare un -42,9%, sia rispetto al primo trimestre 2008 (-18,1%).
La media di utilizzo degli impianti resta sostanzialmente stabile e si assesta sul 70,71%. Il dato relativo agli ordini totali evidenzia un calo, sia rispetto al trimestre precedente (da +3,70 a -20%), sia nei confronti dello stesso periodo del 2008 (-1,48 punti). Dopo tre trimestri di valori positivi il saldo ottimisti-pessimisti si colloca su livelli negativi.

Export in contrazione
Dopo un anno di costante crescita subisce una consistente contrazione il saldo relativo agli ordini export. Si tratta del dato peggiore degli ultimi due anni, ben il 43% delle aziende intervistate prevedono una diminuzione degli ordini per l’export, percentuale che sale al 60% nel manifatturiero. Rispetto al trimestre precedente il saldo ottimisti-pessimisti scende di 50 punti percentuali (da +14,29 a -35,71). Dato in netto peggioramento anche rispetto al primo trimestre del 2008 (oltre 40 punti percentuali). Il settore più colpito è quello dei metalmeccanici.
La composizione del carnet ordini subisce leggeri spostamenti. In dettaglio si assiste ad una crescita degli ordini per meno di un mese (dall’11,11% del quarto trimestre 2008 al 16,67%) dato inferiore a quello fatto registrare nello stesso periodo dell’anno precedente (23,08%). Parallelamente diminuiscono gli ordini da uno a tre mesi di 7 punti percentuali, in diminuzione anche rispetto al primo trimestre del 2008 (-4 punti). Registra un leggero aumento la percentuale delle commesse superiori ai tre mesi (+1,48%) rispetto al trimestre precedente, che riguarda prevalentemente il settore dei servizi. Dal raffronto con lo stesso periodo del 2008 si rileva una crescita più marcata (dal 42,31% al 53,33%).

Meno competitivi sui mercati nazionali
Cala la competitività sui mercati nazionali portandosi sullo zero, facendo così registrare una diminuzione sia rispetto al trimestre precedente di oltre 5 punti percentuali, sia rispetto allo stesso periodo del 2008 di oltre 9 punti percentuali. In controtendenza il dato relativo alla competitività sui mercati esteri che cresce ulteriormente (13,33%) migliorando sia rispetto al trimestre precedente (7,14%), sia rispetto al dato fatto registrare nello stesso periodo dell’anno 2008 (11,11%). Nel dettaglio si evidenzia nel manifatturiero una diminuzione della competitività interna (-7 punti) e una sostanziale stabilità di quella estera, quest'ultima registra infatti il valore zero da 5 trimestri. Si conferma il valore positivo (50%) della competitività estera per il settore dei servizi (fonti rinnovabili, lavanderie industriali, ITC). Il generale clima di incertezza non ha comportato variazioni dei programmi di investimenti rispetto al trimestre precedente che vengono confermati dal 54% degli intervistati (60% nel quarto trimestre 2008). Nel dettaglio resta stabile rispetto al trimestre precedente il numero delle imprese che hanno in previsione un aumento degli investimenti (33%), mentre scende di qualche punto percentuale portandosi al 21% la previsione di investimenti per sostituzioni. I dati sono peggiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando il 38,71% degli intervistati prevedeva nuovi investimenti e il 25,81% degli investimenti per sostituzioni.

Poche variazioni sul fronte bancario
Il costo del credito bancario nel trimestre precedente è invariato per oltre la metà degli intervistati (52%). Sul versante finanziario si assiste ad una sostanziale stabilità della percentuale di imprese che hanno riscontrato ritardi negli incassi dei crediti commerciali entro i termini contrattuali, il dato risulta in linea anche con quello registrato nello stesso periodo dell’anno 2008. Le imprese del manifatturiero risentono maggiormente delle difficoltà ad incassare i crediti facendo registrare un saldo del 56,25%.

Le ricadute sull'occupazione
Il clima congiunturale si ripercuote anche sulle prospettive occupazionali. Rispetto al trimestre precedente diminuisce di 10 punti la percentuale delle imprese che prevedono di mantenere inalterate le stime relative all’occupazione, portandosi al 73%. Il saldo ottimisti-pessimisti si contrae di quasi 5 punti percentuali, passando dal -10,34% del quarto trimestre 2008 al -15,15%, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (-16,13%). Cresce di conseguenza il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni che interessa il 15% degli intervistati, il dato risulta peggiore se raffrontato al trimestre precedente, mentre migliora di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2008.

Materie prime e manodopera qualificata
Subisce letteralmente un crollo la percentuale degli intervistati che prevede un aumento del costo delle materie prime registrando il valore più basso degli ultimi due anni (17% contro il 71% del trimestre precedente e 68% del primo trimestre 2008). Si conferma elevata la necessità delle imprese di reperire manodopera qualificata e specializzata nei diversi settori aziendali. In tutte le aree contemplate le percentuali risultano superiori all’80% con maggiore prevalenza per il personale di media qualificazione.

28 gennaio 2009

Messaggi in bottiglia - 39: «Lettera da Londra» di un broker valdostano

Questa settimana il Corriere della Valle d'Aosta che sarà in edicola venerdì (o già giovedì nelle case dei solerti abbonati) ospita una firma nuova. Si tratta di Gilles Quey, 31 anni, laureato in Bocconi (110/110), un’esperienza da broker a Londra proprio nell’occhio del ciclone della crisi economica che ha lasciato il segno a livello mondiale. Quey nel 2002 inizia come trader sui derivati per poi spostarsi nel mondo delle banche d'affari dove si è occupato di fusioni e acquisizioni di società in qualità di analista. Si trasferisce a Londra nell'ottobre del 2006 dove ricopre fino all'agosto dell'anno scorso la posizione di associato sempre nella divisione fusioni e acquisizioni (M&A). Nell’attuale pausa forzata un comune amico ha fatto sì che la sua strada incrociasse la mia ed è nata questa idea di raccontare da Londra che cosa ci sta succedendo qui in Italia. Da leggere.

Indagine previsionale trimestrale di Confindustria: nel primo trimestre 2009 l'economia valdostana si indebolisce ancora

Confindustria Valle d’Aosta ha reso noti oggi i risultati dell’indagine previsionale per il primo trimestre 2009. Eccovi l’analisi redatta dal direttore Edda Crosa.

Il profilo congiunturale che emerge dall’indagine previsionale relativa al primo trimestre 2009 è di ulteriore indebolimento rispetto all'ultimo trimestre 2008. Gli effetti della crisi si fanno sentire soprattutto sulle imprese produttive costrette ad operare in un contesto economico generale sempre più incerto e sfavorevole, dove diventa difficile fare previsioni e dare avvio a progetti di medio - lungo periodo.
I dati emersi delineano un trimestre di netta contrazione non solo della produzione ma anche degli ordinativi interni ed esteri e dell’occupazione, con il conseguente posizionamento dei principali indici su valori negativi. I risultati del primo trimestre 2009 mostrano come la frenata dell'attività produttiva abbia investito tutti i principali settori dell'industria valdostana, ad eccezione di pochi ambiti settoriali e di mercato, legati in larga parte alla dinamica di sviluppo di singole realtà aziendali. Il calo della produzione, previsto dal 28% degli intervistati, coinvolge in maniera trasversale tutti i settori.
La consistenza del portafoglio ordini registra un marcato peggioramento, con particolare riferimento all’export che evidenzia un -35%. Aumenta l’incertezza legata al rinnovo delle commesse future e all’ottenimento di nuovi ordini a causa della forte stretta che sta colpendo i consumi. Solo il 7% degli intervistati prevede un aumento degli ordini, sia totali, sia export. Resta positivo l’andamento della competitività estera solo per le imprese che operano nei settori dell’energia da fonti rinnovabili e dell’ITC, mentre per quella interna le previsioni registrano un ulteriore calo. In questo contesto si assiste inevitabilmente ad un calo del dato occupazionale. Cresce il numero delle imprese che ha in previsione una riduzione del personale dipendente (21% degli intervistati), mentre è pari al 73% la percentuale delle imprese che prospetta una stabilità del numero degli occupati. Parallelamente cresce di qualche punto percentuale il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Sul versante finanziario si registra un perdurante ritardo negli incassi. Per quanto riguarda il costo del credito più della metà degli intervistati ha riscontrato una sostanziale stabilità dei tassi praticati. Il costo delle materie prime evidenzia un netto calo dopo un lungo periodo di andamenti improntati al rialzo.

Trafori: timori per i transiti nel primo trimestre del 2009

Il primo trimestre del 2009 è un sorvegliato speciale da parte del comparto dei trafori. I venti della crisi economica, a detta dei principali operatori del settore, potrebbero farsi sentire con forza nei primi mesi dell’anno nuovo dopo che il 2008 si è chiuso sostanzialmente sui livelli dell’anno scorso. La Sitrasb (65,5% Regione Valle d’Aosta e 36,5% Sav), la società che in partnership con i colleghi elvetici gestisce il traforo del Gran San Bernardo denuncia a fine anno un calo del 3,58% (da 602.803 a 581.244 veicoli). In calo in particolare il traffico turistico (-4,38%) con l’unica eccezione degli autobus (+1,57%) e in crescita invece quello commerciale (+3,56%). «Proprio questi differenti trend – sottolinea il Presidente Lorenzo Chentre, coadiuvato dal direttore amministrativo Paolo Vietti e da quello commerciale Claudio Realci hanno permesso di chiudere l’anno sul fronte degli incassi con un +1,35%. I Tir, ad esempio, sono aumentati del 6,72%». «La tenuta di quest’ultima tipologia di veicolo – precisa Vietti – è invece in forse per l’anno nuovo. Si tratta spesso di commesse che lentamente stanno andando ad esaurimento e che difficilmente saranno riconfermate. Già in questi primi giorni dell’anno nuovo registriamo qualche primo segnale negativo». I 21mila veicoli assenti all’appello del 2008 sono invece in parte imputabili a cause climatiche e in parte al fatto che nel 2007 il Bianco è rimasto per una decina di giorni chiuso nel mese di marzo. «La Pasqua – aggiunge Real – quest’anno cadeva molto presto coincidendo per giunta con una serie di condizione meteo davvero proibitive, il che ovviamente non ha favorito i passaggi. In un mese sul fronte del traffico turistico abbiamo perso addirittura 18.054 passaggi. Uno svantaggio che nel corso dell’anno non è più stato possibile colmare». Sul fronte tariffario merita di essere segnalato il fatto che l’0n. Roberto Nicco ha ripresentato alla Camera una proposta di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo sulla non imponibilità dell’Iva sui pedaggi riscossi per il transito del traforo del Grande, sottoscritto a Roma il 31 ottobre 2006 tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero. Non essendo prevista in Svizzera l’Iva sui pedaggi, si sono infatti venute a creare una disparità dei costi per gli utenti nonché una distorsione nel settore della concorrenza degli abbonamenti (per il minor costo di quelli acquistati in Svizzera). L’iter parlamentare era stato interrotto a seguito dell’anticipata fine della legislatura, quando già la pdl era stata iscritta all’ordine del giorno per l’esame in Assemblea. Nicco ha perciò presentato una nuova proposta di legge (AC 1608), sottoscritta anche dai deputati della SVP Brugger e Zeller, che il 1° dicembre è stata assegnata per l’esame alla III Commissione Affari esteri. Andamento diametralmente opposto invece per il Gruppo Europeo di Interesse Economico del Traforo, che riunisce le società di gestione del tunnel sia sul versante francese che italiano, Tunnel del Monte Bianco che con un +0,99%, grazie ad una manciata di passaggi, si avvicina allo score del 2006 (1.805.425), il migliore dalla riapertura, ottenuto con una crescita del traffico turistico rispetto al 2007 (da 1.183.868 a 1.202.868) e un calo leggerissimo di quello pesante (da 589.904 a 588.438) in parte limitato dalla chiusura del Frejus per alcuni giorni. Tabelle riepilogative alla mano non si può però non notare come il risultato positivo derivi sostanzialmente dalla chiusura del Traforo nel 2007 che già aveva favorito il Grande. Se nel 2007 infatti i passaggi erano stati 104.738 nel 2008 sono tornati a quota 162.578, cioè sui livelli degli anni precedenti. I vertici aziendali sottolineano come le attese del 2009 non siano rosee. «Il traffico leggero – spiega Giuseppe Giobellina del Geie - non dovrebbe risentire in modo troppo marcato della situazione di crisi, in virtù del buon innevamento su entrambi i versanti, che dovrebbe garantire una stagione invernale positiva, e del prezzo del carburante in discesa rispetto al 2008, mentre per quello pesante, perdurando il rallentamento della produzione, la caduta dei transiti si aggirerà intorno al 10% almeno fino a settembre 2009». I ricavi da pedaggio e i risultati non dovrebbero discostarsi da quelli dell’anno precedente, fatti salvi gli effetti (ma limitati alla seconda parte dell’anno) dell’adeguamento delle tariffe di pedaggio alla media dell’inflazione maturata nell’anno precedente tra Italia e Francia: +2,84% dal 1° luglio 2008. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 14 gennaio 2009)

27 gennaio 2009

Gamma interferone: la Giunta accoglie le richieste degli allevatori

La Giunta Regionale ha varato il 23 gennaio la terza versione del programma di bonifica sanitaria del bestiame 2008/2009. In questa ultima versione l’esecutivo regionale ha sostanzialmente accolto le istanze degli allevatori in merito all’utilizzazione del test del gamma interferone per l’accertamento delle positività alla Tubercolosi bovina.
Dopo l’accesa assemblea del 10 dicembre scorso l’associazione degli allevatori infatti aveva invitato la Giunta a riesaminare l’interpretazione dei risultati dei test. In particolare si richiedeva fosse svolta un’attenta valutazione della situazione epidemiologica generale alla luce degli esiti degli esami microbiologici sui capi risultanti positivi al gamma interferone macellati e che nel frattempo fosse sospeso lo svolgimento del test del gamma interferone.
La macellazione di circa 100 capi positivi al test del gamma interferone risultati negativi agli accertamenti post mortem hanno fatto decidere la Giunta a dare retta alle richieste degli allevatori.
Dello stesso parere sono stati il Ministero del Lavoro salute e politiche sociali nonché il Centro Nazionale di Referenza per la tubercolosi bovina , il Centro di Referenza per la epidemiologia di Teramo e i Tecnici dell’Istituto Zooprofilattico di Torino. Si è considerato il carattere di complementarietà del test del gamma interferon che la normativa italiana non ritiene valido quale prova ufficiale, si è accertato che nella nostra realtà zootecnica, la sua utilizzazione, ha portato ad eliminare numerosi animali non risultati poi affetti da tubercolosi e, inoltre, si è valutato che le conseguenti limitazioni, ingiustificate, della commercializzazione dei prodotti e degli animali, hanno avuto effetti economici negativi pesanti per le aziende. Ora il test in argomento sarà utilizzato solamente come test ancillare a quello ufficiale per l’approfondimento di focolai nei quali sia stata preventivamente accertata la presenza del M. Bovis. La positività al solo gamma interferon, eventualmente effettuato, avrà come conseguenza la messa in atto degli approfondimenti diagnostici ed epidemiologici al fine di decidere i provvedimenti da adottare.
Per opportuna garanzia nei confronti dei consumatori e degli allevatori stessi gli animali positivi al test dovranno comunque essere isolati, il loro latte non potrà essere ammesso al consumo umano e non potranno essere oggetto di movimentazioni fino al chiarimento del quadro diagnostico.
«Il provvedimento - si legge nella nota diffusa dall'Arev - era atteso dagli allevatori e si rivela quanto mai opportuno».

26 gennaio 2009

Ricerca e sviluppo (L.R. 84/1993): tutti gli interventi regionali dal 2000 ad oggi

In molti mi hanno chiesto lumi sul mio articolo sulla legge regionale n.84 in materia di ricerca e sviluppo. In particolare c'era un certo interesse per i dati grazie ai quali ho costruito la classifica. Si tratta di due semplici paginette che sottopongo alla vostra attenzione.

25 gennaio 2009

La cultura del prossimo

Il mio ultimo fondo pubblicato sul Corriere della Valle.

25 gennaio 1959. E’ la data in cui Giovanni XXIII annuncia ai cardinali che essendo investito di «una duplice responsabilità di vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa universale» intende proporre, «con umile risolutezza», «la duplice celebrazione di un Sinodo diocesano per l’Urbe e di un Concilio ecumenico per la Chiesa universale». La notizia coglie tutti di sorpresa, desta curiosità, stupore, in qualcuno, perfino, preoccupazione.
Quello che nelle logiche degli uomini era un Papa di transizione pone le basi per costruire la Chiesa non solo di oggi, ma perfino di domani. Parole come dialogo, responsabilità, comunità, solidarietà, che illuminano qua e là molti documenti conciliari, appaiono datate soltanto per la nostra incapacità di leggerle all’interno di questo nuovo scenario, che – è vero – si presenta purtroppo talvolta confuso, fra eventi epocali e rovinose sconfitte della dignità umana.
Eppure oggi che gli Stati Uniti da poco più di ventiquattro ore hanno visto insediarsi ufficialmente il loro primo presidente afro-americano, cancellando per sempre l’ombra del razzismo; oggi che la striscia di Gaza è ancora una ferita aperta per palestinesi e israeliani, e la pace costituisce l’unico diktat da appoggiare incondizionatamente; oggi che il mondo occidentale ha paura di scoprirsi più povero e a farne le spese potrebbero essere quei paesi che poveri lo sono sempre stati. Ebbene proprio oggi mi ritorna in mente l’immagine di quell’uomo semplice (sarebbe meglio dire essenziale) che fu Papa Giovanni XXIII. A lui dobbiamo oltre che l’intuizione conciliare anche la «Pacem in terris», l’enciclica grazie alla quale seppe dare alla diplomazia mondiale il giusto punto di appoggio per uscire dalle secche dello scontro ideologico delle due superpotenze del tempo. Giovanni XXIII sapeva trovare parole che uniscono, che toccano gli animi. Concludendo la sua allocuzione chiese «una parola intima e confidente» per avere suggerimenti invocando l’intercessione di Maria e di «tutti i santi della Curia celeste». Tutto ciò a «edificazione e letizia di tutto il popolo cristiano», rinnovando l’invito «ai fedeli delle Comunità separate a seguirci anch’esse amabilmente in questa ricerca di unità e di grazia, a cui tante anime anelano da tutti i punti della terra». Quando leggo che noi cristiani dobbiamo essere più visibili (ad esempio nei confronti della rete delle reti, sulla strade del cosiddetto Web 2.0 di cui tanto si parla in questi giorni) penso proprio a questo: più visibili nell’umiltà di un amore in grado di abbracciare il mondo. Ma questa sarebbe pura retorica se non aggiungessi che per costruire davvero la pace si deve prima di tutto partire dalla mura di casa propria. Dal nucleo famigliare, vero centro propulsore di una cultura del prossimo di cui tutti avvertiamo il bisogno.

24 gennaio 2009

Messaggi in bottiglia - 38: Neve, balconate a confronto

E' sempre lo stesso balcone di qualche post fa (cliccate qui), ma ormai mi servono gli sci...

Messaggi in bottiglia - 37: A proposito del Trenino di Cogne

Siccome molto si è scritto e si è detto sul Trenino di Cogne in questi ultimi tempi invito i visitatori del mio blog a rileggere questo post pubblicato circa un anno fa. Da meditare.

23 gennaio 2009

Il Cervim all'Europa: prodotti fortemente legati al territorio

L’Unione Europea ha inviato una richiesta d’opinione riguardante il «Libro Verde» sulle politiche di qualità dei prodotti agricoli, con richiesta di contribuzione entro il 31/12/2008.
L’obiettivo del documento (costituito da 19 domande) era di raccogliere riflessioni, analisi ed opinioni sull’adeguamento degli strumenti esistenti e suggerimenti su nuove iniziative da intraprendere relativamente alle politiche in supporto alla qualità dei prodotti agroalimentari, compresi i prodotti vitivinicoli dell’Unione Europea. Per quanto concerne la viticoltura di montagna il Cervim ha inviato i propri suggerimenti ribadendo e sottolineando l’importanza che la politica di qualità dei prodotti agroalimentari si basi sul consolidamento del legame con il territorio enfatizzando l’importanza dell’origine e la trasparenza per il consumatore. Posizione assunta e ribadita anche dall’Italia nella propria risposta ufficiale.
«In particolare il Cervim - si legge in una nota diffusa dall'ente di ricerca - ritiene che la provenienza della materia prima (uva), necessaria alla produzione del vino, sia un elemento chiave imprescindibile e indiscutibile che riguarda la filosofia ed il lavoro del vignaiolo, soprattutto nelle zone di competenza definite eroiche che deve essere identificato.
Anche per quanto riguarda le indicazioni di origine il Cervim esprime un parere ben definito, ribadendo come esse rappresentino oggi l’unico sistema in atto in grado di identificare il legame con il territorio»

Per il Cervim l’origine ha una dimensione geografica e storica, che la collocano in una dimensione spaziale e temporale grazie alla garanzie della continuità delle pratiche produttive, legate ad una rappresentazione collettiva della qualità del prodotto. Inoltre per quanto riguarda la produzione di vino nello specifico, il Cervim ribadisce la necessità di non incrementare i già elevati costi di produzione introducendo nuovi obblighi che ne causerebbero irrimediabilmente un aumento.
«Le definizioni di ambiti produttivi - si legge ancora - all’interno dei parametri definiti dal CERVIM, pendenza del terreno superiore a 25%, altitudine superiore ai 500 metri s.l.m., (ad esclusione degli altipiani), sistemi viticoli su terrazze e gradoni, piccole isole, realizza già un ambito produttivo bene identificato della montagna europea. Tali parametri peraltro sono già stati presi in considerazione dalla Commissione Europea che ha riconosciuto il forte valore ambientale di questa viticoltura».
Tutto questo dovrebbe essere riconosciuto anche con una politica di sostegno da parte della comunità che copra in qualche modo i maggiori costi di gestione delle attività produttive in questi territori.

Messaggi in bottiglia - 36: Quindicesima nevicata in Valle d'Aosta

Ormai non fa quasi più notizia. Anche se i nostri vecchi dicono che, siccome la prima nevicata è stata il 23 novembre, ce ne saranno altre otto. Credetemi - e ovviamente mi riferisco ai visitatori non valdostani di questo blog - una Valle d'Aosta così imbiancata non ve la dovete proprio perdere.

21 gennaio 2009

46,3 milioni per la ricerca valdostana: le prime dieci aziende finanziate con la legge numero 84 del 1993

Privilegiare i progetti di ricerca e sviluppo delle aziende valdostane. E’ questa la scommessa della piccola regione autonoma che soprattutto nell’ultimo triennio ha intensificato il numero di aiuti e l’ammontare dei finanziamenti a favore delle imprese regionali. Tra il 2000 e il 2008 i contributi concessi attraverso la legge regionale 7 dicembre 1993, n. 84 (e le sue successive modificazioni) in favore degli investimenti in R&S, hanno toccato quota 46,39 milioni (qui trovate l'elenco anno per anno), di cui ben 11,2 nel solo 2008. Un aumento reso possibile dall’innalzamento dei massimali, proposta dall’allora assessore alle Attività Produttive Leonardo La Torre. Una modifica che ha posto come tetto contributivo il milione di euro per le grandi imprese, i 500mila per le medie e i 250mila per le piccole oggi raccolta con favore da parte del collega Ennio Pastoret, nuovo referente del dicastero con la Giunta guidata da Augusto Rollandin. Complessivamente nell’ultimo decennio sono state sedici le aziende beneficiarie, anche se da un’analisi della top ten gli interventi si concentrano soprattutto nelle prime tre posizioni che sommate raggiungono quasi i due terzi dell’intera torta. In testa la Dora spa, del gruppo STMicroelectronics con 18,5 milioni. L’azienda, che ha la sua sede nell’Espace Aoste, costituisce un centro di eccellenza dedicato alla ricerca, alla progettazione e allo sviluppo di circuiti integrati per il settore di mercato industriale e conversione di potenza. Estremamente positivo il giudizio sulla normativa regionale. «Abbiamo portato a termine da alcuni mesi il nostro primo progetto triennale – osserva l’ad Roberto Gariboldi - denominato “powermanagement”, grazie al quale saremo in grado di assicurare soluzioni innovative e più efficienti per le gestione dell’alimentazione dei computer portatili». «Il nostro gruppo – ci tiene a sottolineare Gariboldi - si confronta spesso con normative legate alla R&S sia di altre regioni che comunitario e possiamo assicurare che la 84 è tra quelle più adegute alle nostre esigenze». Piazza d’onore per la Cogne Acciai Speciali con 7,1, fra le prime con Olivetti I jet, non a caso al terzo posto, con 4,3 ad usufruire del sostegno messo in campo dall’amministrazione regionale. Quarto posto per Gps Standard con 2,09 e quinta piazza per Ribes Ricerche con 2,02. Quest’ultima azienda, appartenente al Gruppo Ribes di Ivrea, con ben tre progetti presentati tra il 2006 e il 2008, sta consolidando sul territorio regionale la sua mission di affiancamento di enti locali e società private per lo sviluppo di servizi e tecnologie avanzate in grado di supportarli nel processo di innovazione. «Grazie a questa normativa - spiega l’a.d. Umberto Bena - la nostra presenza in Valle è cresciuta sia in termini di occupati, da 10 a 18, che di presenza, passando da 300 a 600 metri quadri. E ha già dato vita ad una realtà di indotto con la creazione di Memside, una start up all’interno dell’incubatore di impresa di Pont-Saint-Martin grazie alla quale puntiamo a mantenere in Valle d’Aosta tutto il know-how che stiamo sviluppando nel settore della sensoristica». Uno dei progetti, finanziati dalla legge 84, ormai in fase di ingegnerizzazione, è proprio un sensore ottico, a base di silicio poroso, per il monitoraggio della CO2. Ma non tutte le storie di investimenti e aiuti sono caratterizzate dal lieto fine come dimostra il sesto posto della Tecdis di Châtillon con 1,99 milioni o ancora il 10° di Tectel con 1,22, chiusure di cui il tessuto sociale della media Valle d’Aosta porta ancora le ferite. Pragmatico in proposito Piero Enrietti, presidente di Thermoplay, azienda specializzata nei sistemi di iniezione a canale caldo per stampi di materie plastiche, al settimo posto della top ten con i suoi 1,75 milioni. «Questi aiuti sono poco utili se dati ad aziende già in difficoltà. Gli investimenti nella ricerca - commenta l’imprenditore che da tempo guarda con interesse anche ai mercati cinese e indiano - vanno fatti per anticipare il mercato, non inseguirlo. Noi già ora stiamo lavorando ai prodotti che commercializzeremo fra tre anni. Se si deve innovare per salvare un’azienda, a mio avviso, ormai c’è ben poco da fare». L’assessore Pastoret evidenzia tuttavia come ci sia da parte degli uffici regionali un attento controllo di risultato e che in determinati casi «i finanziamenti concessi possono non essere erogati».
La normativa nel suo complesso incassa anche l’ok di Confindustria. «Presto avremo un incontro con l’assessore Ennio Pastoret - spiegano i vertici dell’associazione - per valutare insieme il funzionamento della legge 6 del 2003 che ha accorpato in un unico testo tutti gli aiuti al settore industriale. In quell’occasione ci occuperemo anche della 84 che, pur in una cornice positiva, potrebbe necessitare di alcune migliorie: dall’inserimento degli aiuti per la ricerca fondamentale, per gli studi di fattibilità tecnica, per le imprese innovatrici, per la messa a disposizione di personale altamente qualificato e per i poli di innovazione». Proprio su quest’ultimo fronte l’assessore Pastoret richiama l’attenzione sulla scelta dell’assessorato di «sviluppare uno “strumento operativo” innovativo, basato sul meccanismo della chiamata di idee alle imprese, ossia sulla selezione di proposte imprenditoriali provenienti dalle imprese e concernenti progetti industriali caratterizzati da elevata innovazione tecnologica», In una prima fase il nuovos trumento sarà finalizzato al lancio di un bando competitivo per le imprese da avviare nella prima metà del 2009, rivolto a promuovere progetti innovativi in ambiti produttivi di interesse prioritario per la Regione.

20 gennaio 2009

E' di nuovo tempo di Rigenergia: la Vallée sogna l'automotive ecosostenibile

Centocinquanta espositori, 6000 metri quadri di area espositori (3000 l’anno scorso), una nuova sede, il «Pala Expo» in località Autoporto, al fianco del quale sorgerà una pista di prova per permettere ai visitatori di sperimentare i veicoli a basse emissioni, leggasi auto elettriche. Sono questi alcuni dei numeri della terza edizione di Rigenergia in programma dal 5 al 7 giugno 2009. Le tre giornate, organizzate dalla Chambre Valdôtaine e dall’Assessorato alle Attività Produttive, saranno precedute da un percorso di avvicinamento orientato soprattutto verso le imprese. «Dopo gli impiantisti, i professionisti e le scuole, oltre naturalmente al grande pubblico, abbiamo ritenuto opportuno – commenta il vicepresidente della Chambre Mario Felix Rissocompletare il percorso formativo e informativo coinvolgendo e interessando da vicino proprio le imprese del settore che, in base ai registri camerali, costituiscono con oltre 2.000 unità un potenziale di sviluppo di tutto rilievo». Del resto da tempo Rigenergia vuole essere un laboratorio d'eccellenza su energie rinnovabili, risparmio energetico e riduzione delle emissioni nelle zone di montagna e l’edizione 2009 si apre anche ai temi dell’arredo urbano, della mobilità sostenibile e della gestione ambientale. «L’apertura a questi nuovi temi – spiega l’assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoretnon deve trarre in inganno. Il tutto è affrontato in una chiara logica di politica industriale. Occuparsi di mobilità infatti è tutt’altro che fuori luogo. Se l’automotive è in difficoltà non si può dire la stessa cosa dello sviluppo di una mobilità legata a fonti energetiche alternative». In attesa che qualcuno raccolga la sfida lanciata dall’assessore per dare vita nella piccola regione autonoma a qualche progetto che metta in rete il know how dell’automotive, presente ad esempio nella bassa valle, con quello della produzione di energia ecosostenibile il comparto manifesta comunque una certa effervescenza, pur nella delicatezza del momento. La Sea di Pollein (13,8 milioni di fatturato e 80 dipendenti) unitamente alla Fratelli Ronc (14 milioni e 55 occupati) da tempo è impegnata in progetti al di fuori in Albania e Romania. E nel corso del 2009 potrebbero concretizzarsi nuove occasioni di business al di fuori dei confini nazionali anche se i vertici aziendali ritengono ancora prematuro fare annunci. «Stiamo esportando know-how – spiega l’amministratore delegato di Sea Pietro Giorgiosia per quanto riguarda le piccole centrali di montagna che gli impianti di teleriscaldamento cittadini. Le richieste sono crescenti». In particolare su quest’ultimo versante è di rilievo il ruolo di Icssea, società del gruppo Sea, che recentemente si è occupata della progettazione del futuro impianto di teleriscaldamento della città di Aosta e sta lavorando ad altri impianti simili in Toscana, Veneto, Piemonte e Basilicata. La Compagnia Valdostana delle acque, con i suoi 650 milioni di fatturato e una produzione di 5,5 miliardi di Kwh vero dominus del settore, ha appena incassato la riconferma del rating «A1 stabile» da parte di Moodys, merito della posizione finanziaria netta e del mantenimento di una elevata redditività con un utile ante imposte sui livelli dell’anno precedente (104,536 nel 2007). «Guardiamo con attenzione – spiega il presidente Riccardo Trisoldiai settori dell’eolico e del fotovoltaico con l’obiettivo di cogliere le opportunità di business offerte dal mercato. Nel frattempo prosegue il nostro programma di investimenti in nuovi impianti idroelettrici con un investimento di circa 400 milioni entro il 2013». Punta fortemente sull’innovazione Lachesi Impianti, start up nata alla fine del 2007 dall’integrazione di Ecogas Energia, Sie Service e Lachesi, con la costruzione e successiva gestione della centrale a trigenerazione di Variney presso la sede della Comunità Montana Grand Combin, un intervento da 2,5 milioni di euro. «La grossa novità – spiega l’ad Mauro Papagniè che si tratta di una centrale di produzione termica, elettrica e di refrigerazione alimentata a biomassa con filiera corta, cioè con materiale raccolto nell’arco di settanta chilometri in modo da poter accedere ai certificati verdi. Un progetto particolarmente apprezzato dalle amministrazioni comunali. Morgex e Hône si sono dette interessate anche se per concretizzare nuove operazioni si preferisce attendere l’andamento dell’impianto-pilota di Valpelline».

19 gennaio 2009

Messaggi in bottiglia - 35: Ecco chi dovete chiamare per le bollette di Vallenergie

Per gli ultimi disperati (soprattutto se di fuori Valle) che devono fare i conti con le bollette di Vallenergie segnalo che Andrea Mariani sul gruppo di discussione che ho aperto su facebook nel gruppo «Aosta Valley on Facebook» ha trovato una soluzione all'inghippo. Sì lo so. Avevo promesso di attivarmi parecchio tempo fa ' ma non ce l'ho fatta. Perdonatemi. Eccovi il contenuto della missiva di Mariani che pubblicamente ringrazio. «Il numero verde risulta staccato o meglio non funzionante dopo che hanno cambiato i loro programmi informatici. Hanno delle difficoltà nel ricollegarlo, suppongo. Comunque potete contattare il centralino al numero 0165/647211.Qualcuno risponde sempre e vi saprà essere d'aiuto. Per Elisa: effettivamente non hai la possibilità di inviare una mail ma puoi inviare un fax allo 0165/647333». Se ci fossero comunque altri problemi (speriamo di no) fatemi sapere.

18 gennaio 2009

BuYin'Vda: ritorna in Valle d'Aosta la borsa internazionale del turismo di montagna

«BuYin’VdA», la borsa internazionale del turismo di montagna, organizzata dalla Camera di commercio di Aosta e dall’assessorato al Turismo, torna per il secondo anno consecutivo (qui trovi l'articolo dell'anno scorso) con un occhio attento ai turisti di lunga tratta provenienti dai mercati giapponesi, indiani, russi, canadesi e statunitensi. Cresce in dimensioni la seconda edizione della Borsa che sarà ospitata dal 6 all’8 marzo non più al Centro Congressi di Saint-Vincent ma al Palais della cittadina termale (la casa da Gioco è uno dei partners dell’iniziativa). E, si ipotizza, in giro di affari sviluppato. I sellers passano infatti da 29 a 60, da 99 a 120 i buyers e gli incontri previsti sono stimati in 4000 contro i 1900 dell’anno precedente. «Confermiamo – spiega il presidente della Chambre Pierantonio Genestronela formula dell’anno scorso, diversa da quella che normalmente offrono gli altri saloni del turismo. Da noi i venditori stanno negli stand e i compratori si muovono all’interno della Borsa. In questa maniera è possibile allestire uno spazio espositivo e migliorare l’impatto sul possibile acquirente. L’anno scorso, ad esempio, le Terme di Pré-saint-Didier avevano creato un piccolo centro benessere offrendo ai visitatori la possibilità di un bel massaggio». Confermati gli eductour ma con due piccole novità. «Abbiamo chiesto alle singole località, - prosegue il Presidente - attraverso l’attività dei locali consorzi turistici di candidarsi per ospitare i buyers. Una prima novità è costituita dal fatto che i tour prevedono anche il pernottamento nella località scelta per la visita. In questa maniera sarà possibile testare anche la capacità ricettiva e il buyer nella località si fermerà praticamente ventiquattrore. La seconda novità consiste nella nostra richiesta - profondamente condivisa dall’Assessore al Turismo Aurelio Marguerettaz e indicata anche nella costruzione del futuro piano strategico regionale di marketing - in base al quale gli eductour siano impostati secondo il principio della linea di prodotto in modo da favorire l’aggregazione tra diverse tipologie di impresa turistica». Anche i paletti per partecipare alla borsa si sono modificati. I vincoli principali non sono più le stelle dell’albergo o i posti letto ma la qualità della linea di prodotto. Particolare cura sarà assicurata anche ai tour operator che trattano i cosiddetti turisti di lunga tratta. «Questi – conclude Genestrone – saranno ospitati tre-quattro giorni prima dell’inizio di “BuYin’VdA” in modo da permettergli una valutazione più completa del prodotto. Anche perché un pernottamento inferiore non si giustificherebbe visti i tempi di trasferimento che devono affrontare questi tour operator». Confermato nell’organizzazione TTG Italia dato il suo riconosciuto ruolo primario nella selezione dei buyer a livello mondiale.

17 gennaio 2009

Il mercato immobiliare turistico in Valle d'Aosta (3): Courmayeur, Cervinia e Valtournenche

Ecco i dati forniti dall'ufficio studi di Tecnocasa. Qui sotto potete trovare anche una tabella riepilogativa. Se aveste problemi nella lettura è possibile averla come file di excel richiedendola nei commenti e abbonandosi gratuitamente alle notizie di questo blog attraverso il sistema rss (lo spazio "le mie news via mail"). Le altre puntate sono state pubblicate nei due giorni precedenti.Nel primo semestre del 2008 a Courmayeur si è registrato un lieve aumento dei prezzi degli immobili (+4.2%) anche se, già dopo l’estate, il mercato immobiliare ha iniziato a dare dei segnali di maggiore stabilità e i venditori sono più disponibili a ritoccare i prezzi verso il basso, soprattutto coloro che hanno maggiore necessità di vendere.
La tipologia più richiesta da chi cerca la seconda casa è il trilocale (100 mq) dal momento che a cercare l’immobile in zona sono soprattutto famiglie, numerose, che lo utilizzano sia di inverno che d’ estate. Provengono dalla Lombardia e della Liguria. Si apprezza in particolare la vicinanza ai servizi (impianti o la comodità di accesso agli stessi). Non sono in corso interventi di nuova costruzione e il Piano Regolatore approvato dal Comune, al momento al vaglio della Regione, ha creato un limite alla costruzione delle seconde case.
Una delle zone più apprezzate da chi cerca la seconda casa è il Centro del Paese, insieme a quelle collinari dove però l’offerta è più bassa. In Centro si possono trovare sia rustici centenari che case degli anni ’50-’60. Una soluzione ristrutturata può arrivare a costare anche 10 mila € al mq, una da ristrutturare intorno a 7000 € al mq.
Stabili le quotazioni di Cervinia e Valtournenche nella prima parte dell’anno, con una tendenza alla flessione nella seconda parte dell’anno. La domanda di casa vacanza negli ultimi mesi non è stata molto dinamica e la gente è molto più riflessiva prima di acquistare l’immobile.
L’offerta sul mercato aumenta e la domanda di bilocali, classica tipologia richiesta come seconda casa, è in diminuzione così come il budget medio che i potenziali acquirenti decidono di dedicare a questo tipo di acquisto. Si chiedono sconti medi intorno al 10-15% sul prezzo iniziale deciso dai venditori. La richiesta arriva soprattutto da acquirenti della Lombardia e, a seguire dalla Liguria, che cercano prevalentemente bilocali che non necessitano di lavori di ristrutturazione.
Le località più apprezzate di Valtournenche sono Chaloz e Cretaz, non distanti dal centro del paese e posizionati sulla strada principale per andare a Cervinia. A Chaloz per un bilocale degli anni ’70 si spendono cifre medie di 180 mila €. A Cretaz le quotazioni sono simili ma si possono trovare anche case tipiche di pietra e legno.
Ci sono al momento delle nuove costruzioni in corso, nella parte bassa del Paese che sono immesse sul mercato a prezzi medi di 4500 € al mq.
Mercato più d’elite ed internazionale quello di Cervinia anche se si iniziano ad avvertire i primi segnali di rallentamento. In centro per soluzioni degli anni ‘70 si possono registrare quotazioni medie di 5000 € al mq. In periferia i prezzi diminuiscono e scendono a 3000-4000 € al mq. Per la prossima stagione invernale c’è richiesta di immobili in affitto anche se concentrata soprattutto nella settimana di Natale e di Capodanno.

16 gennaio 2009

Il mercato immobiliare turistico in Valle d'Aosta (2): Morgex, La Salle, St-Vincent, Pré-St-Didier e La Thuile

Ecco i dati forniti dall'Ufficio studi di Tecnocasa. Qui trovate le altre puntate.
In lieve aumento le quotazioni immobiliari di Morgex (+7.7%) e La Salle (+7.1%) dove si è registrata una maggiore selezione da parte dei potenziali acquirenti: si sono apprezzate soprattutto le soluzioni di qualità, premiate dal mercato. In linea generale c’è una diminuzione delle persone che cercano la casa vacanza, soprattutto nella fascia di spesa fino a 100-120 mila €. Su entrambe le zone inoltre sono stati realizzati degli interventi di nuova costruzione di tipologia signorile (abitazioni in tipico “stile valdostano” in pietra e legno, con capitolato di alta qualità, rivestimenti in legno antico, giardino ad uso esclusivo, parco condominale attrezzato con barbeque e solarium, alcune con vista completa sul Monte Bianco ed immerse in un’area verde panoramica e soleggiata). Queste soluzioni si sono vendute a 4500-5000 € al mq.
Le tipologie più richieste sono il bilocale ed il trilocale con metrature comprese tra 45 e 80 mq al massimo. Le caratteristiche più apprezzate sono l’esposizione al sole, la vista aperta sulle montagne e proprio per questo motivo si prediligono le soluzioni situate a La Salle che è sempre soleggiata anche in inverno. In linea di massima chi decide di utilizzare la seconda casa soltanto durante il periodo invernale opta per le zone più centrali di Morgex e La Salle mentre chi utilizza l’abitazione anche d’estate valuta le zone collinari.
Negli ultimi mesi si registra una ripresa del mercato delle locazioni, alimentato in parte proprio da coloro che hanno deciso di rimandare l’acquisto.
Prezzi stabili anche a Saint Vincent nei primi sei mesi dell’anno con una lieve diminuzione della domanda di immobili da destinare alla seconda casa. Sono stati rilasciati permessi per costruire nuove palazzine nella zona di Ponte Romano (prezzi medi di 2800-3000 € al mq) e c’è sempre attesa per i lavori di ristrutturazione delle Terme. A cercare la casa vacanza sono prevalentemente acquirenti della Lombardia e a seguire, del Piemonte e della Liguria. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento delle richieste di rustici da ristrutturare a cui destinare una cifra media di 50 mila €; a seguire i bilocali (intorno a 50 mq). Da segnalare una maggiore domanda di immobili nel Comune di Mont Jovet, in particolare nella parte collinare dove per un medio usato si spendono cifre medie di 1400-1600 € al mq. Le caratteristiche più apprezzate dal potenziale acquirente sono la presenza di una bella vista, l’esposizione al sole, la presenza di verde e di tranquillità.
Stabili le quotazioni delle case a Prè Saint- Didier e a La Thuile nella prima parte del 2008, sebbene si registri un lieve calo delle compravendite.
A ricercare la casa vacanza sono soprattutto gli acquirenti della Lombardia, del Piemonte e della Liguria. Si apprezzano i trilocali di dimensione intorno a 70 mq perché il target medio della zona è rappresentato da famiglie con figli al seguito per le quali è importante la presenza di un’altra camera anche piccola.
A Prè S. Didier prevalgono gli acquirenti di età più avanzata dal momento che l’altitudine e la presenza degli stabilimenti termali, favoriscono anche il turismo estivo. Tra gli interventi immobiliari in corso ricordiamo i lavori per l’ultimazione di alcuni condomini con un albergo annesso in frazione Palleusieux dove il nuovo si compravende a 5500-6000 € al mq.
La zona centrale è molto apprezzata per la presenza dei servizi e delle Terme che saranno ampliate e potenziate con la costruzione di un albergo. In questa zona si possono trovare case tipiche di montagna in pietra e legno del secolo scorso, ristrutturate nel tempo e valutate mediamente intorno a 4000 € al mq.
Tra le frazioni più richieste di Prè S. Didier c’è quella di Verrand, situata al confine con Courmayeur, che offre una bella vista sul Monte Bianco e un borgo medioevale completamente recuperato. Le soluzioni tipiche di montagna ristrutturate costano 10-11 mila € al mq.
Le soluzioni degli anni ’70 costano 6500 € al mq.
Chi acquista la casa a La Thuile apprezza soprattutto la vicinanza agli impianti che ogni anno sono potenziati e migliorati. Tra le novità di quest'anno c'è un nuovo impianto di risalita con annesse piste e l'omologazione di una pista per la discesa libera della Coppa del Mondo. A la Thuile sta per partire un intervento che vedrà la realizzazione di alcuni condomini, un albergo e villette bifamiliari. Molto ambite le frazioni di Grande Golette e Petite Golette oltre a quella di Entreves adiacenti alle piste di rientro. Le quotazioni medie sono di 5000 € al mq, con punte di 7000 € al mq. Per quanto riguarda il mercato delle locazioni si registra una diminuzione delle richieste per il periodo stagionale e una maggiore concentrazione nella settimana di Capodanno e Natale.

15 gennaio 2009

Il consiglio regionale ha approvato le misure anti-crisi e la legge sull'imprenditoria giovanile

Nell'ultimo Consiglio regionale sono stati approvati sia il ddl sulle misure anti crisi sia quello sull'imprenditoria giovanile. Di cui, come scoprirete dai precedenti link, ho già scritto. Se volete approfondire avete soltanto da cliccare. Come sempre sono anche ben accetti i commenti che ultimamente latitano un po'. Mi stupisce sempre che i consiglieri (ad esempio dell'opposizione, ma anche quelli di maggioranza senza incarichi) non approfittino di questo spazio per far meglio conoscere il loro pensiero. Raimondo Donzel e Luciano Caveri hanno i loro blog, ma gli altri?

Il mercato immobiliare turistico in Valle d'Aosta (1): Ayas, Cogne, Gressoney-Saint Jean e La Trinité

Proseguo la pubblicazione integrale della nota dell'Ufficio studi di Tecnocasa. Qui trovate le puntate successive.

Ad Ayas Champoluc e Antagnod le quotazioni immobiliari sono rimaste stabili nella prima parte del 2008, in seguito ad una domanda comunque sostenuta e alla mancanza di nuove costruzioni. Si registra la presenza di potenziali acquirenti che si avvicinano all’acquisto dell’abitazione con decisione, perché conoscono bene la zona e sanno dove e cosa comprare.
Si cercano trilocali di 70-80 mq, possibilmente con due camere da letto e due bagni. Importante la presenza di uno sfogo esterno (balcone e giardino). Le richieste di immobili da utilizzare come casa vacanza provengono da acquirenti della Lombardia e della Liguria. Ad Ayas si registra per lo più un turismo invernale. Infatti la cittadina rientra nel comprensorio del Monterosa Ski che collega le vallate di Ayas, Gressoney e Alagna.
Champoluc è la più richiesta essendo vicina agli impianti e con un’offerta immobiliare che comprende per lo più case tipiche di montagna in pietra e legno.
Per una soluzione in buono stato si spendono 5000 € al mq per arrivare a 7000 € al mq per le tipologie nuove.
Nel Centro storico di Champoluc e Antognod si concentrano case del XV secolo, i rascard di cui c’è poca offerta sul mercato. Rare le compravendite. E’ più facile che esse si realizzino su baite di montagna costruite a partire dagli anni ’80 e su appartamenti degli anni ’70.
A Brusson (+2.9% l’incremento delle quotazioni nei primi sei mesi del 2008) le richieste vedono protagoniste soprattutto le famiglie, dal momento che la zona è ottima sia per le vacanze estive che per quelle invernali, essendo dotata di un anello per lo sci di fondo. Le quotazioni sono più basse perché più lontana dal comprensorio del “Monterosa Ski”: 3500-3600 € al mq per una tipologia in buono stato.
Nei primi sei mesi del 2008 le quotazioni immobiliari di Cogne sono rimaste stabili. La domanda si orienta soprattutto su bilocali e trilocali. Un target più ristretto e selezionato cerca le soluzioni indipendenti. Sono in difficoltà coloro che hanno disponibilità di spesa compresa tra 150 e 200 mila € che sembrano aver temporaneamente rimandato l’acquisto della casa per indirizzarsi sul mercato delle locazioni.
I potenziali acquirenti di casa vacanza sono quasi sempre liguri e lombardi e spesso appartengono ad una fascia di età medio–alta. Si possono dividere in due categorie: chi cerca le soluzioni posizionate nel centro della città perché non vuole rinunciare alla comodità della presenza dei servizi e chi invece cerca le abitazioni nelle frazioni limitrofe, come Montroz e Lillaz, meno servite ma più panoramiche con vista sul Gran Paradiso, sul Monte Grivola e in parte sul Monte Bianco.
Nella zona centrale di Cogne, una delle più richieste, sono disponibili appartamenti in condomini della fine degli anni ’70 ed inizi degli anni ’80 a prezzi medi, per una tipologia usata ed in buone condizioni, di 3000 € al mq con punte di 3500 € al mq (prezzi giustificati dal fatto che l'offerta è quasi inesistente). Tra le frazioni intorno a Cogne si apprezzano soprattutto Montroz, Lillaz, Gimillan e Epinel dove ci sono soluzioni indipendenti ed appartamenti in piccoli contesti condominiali. Per una tipologia medio usata si spendono mediamente 2800 € al mq.
Il mercato delle locazioni invernali è abbastanza vivace anche se si registra da un po’ di tempo a questa parte un atteggiamento tipo “last minute”.
Nei comuni della Valle di Gressoney si registra un mercato immobiliare stabile, con acquirenti più riflessivi ma intenzionati a comprare l’abitazione. Subito dopo l’estate si è ripresa la domanda da parte degli investitori. Si ricercano tipologie in legno e pietra e possibilmente, con riscaldamento autonomo. Gli acquirenti di seconda casa arrivano soprattutto dalla Lombardia e cercano dall’appartamento alla baita più isolata.
La località più importante e anche meglio servita è Gressoney-Saint Jean, anche se gli sciatori preferiscono spostarsi verso Gressoney-La Trinitè, località da cui partono gli impianti. A Gressoney-Saint Jean le quotazioni di un buon usato possono oscillare da 5000 a 8000 € al mq.
Coloro che acquistano perché intenzionati ad utilizzare l’immobile anche durante l’estate si indirizzano verso gli altri Comuni della Valle come Issime, Gaby e Fointanemore che sono posizionati ad un’altezza inferiore e che registrano quotazioni medie di 2200 € al mq. In queste ultime località si indirizzano anche coloro che desiderano acquistare delle baite. A Fointanemore, in particolare, si registra una vasta offerta di rustici da ristrutturare, anche se spesso sono in pessime condizioni di conservazione.
Da segnalare il completamento della Funifor, la funivia che collega Gressoney ad Alagna e l’ultimazione dei lavori per il prolungamento della stessa da Passo Salati a Punta Indren. E’ stata anche potenziata la pista Weissmatten in località Gressoney-Saint Jean.

14 gennaio 2009

Il mercato immobiliare turistico in montagna, secondo Tecnocasa, cresce soltanto in Valle d'Aosta

Nei primi sei mesi del 2008, secondo l'Ufficio studi di Tecnocasa, le località di montagna segnalano un leggero calo delle quotazioni degli immobili (-0.1%). Su questo segmento di mercato si è registrata una lieve ripresa della domanda subito dopo il periodo estivo ma i valori non hanno subito scostamenti perchè gli acquirenti sono sempre più riflessivi, attenti al prezzo dell’immobile e prima di acquistare vagliano tutte le offerte presenti sul mercato.
La Valle d’Aosta è l’unica regione che ha messo a segno un leggero aumento delle quotazioni (+1%), con località ancora in crescita come Courmayeur (+4.2%), la Salle (+7.1%) e Morgex (+7.7). A seguire le località del Trentino Alto Adige che hanno registrato stabilità.
In diminuzione invece i prezzi delle località turistiche del Piemonte (-0.4%), dell’Abruzzo (-1.6%) e dell’Emilia Romagna (-3.4%).
Le località più costose sono Madonna di Campiglio con quotazioni che possono arrivare a 14 mila € al mq, seguita da Courmayeur con 11 mila € al mq.
Le tipologie più richieste sono il bilocale o il piccolo trilocale. Si apprezza la vicinanza ai centri o comunque alle zone servite e agli impianti sciistici. Si prediligono le tipologie che non necessitano di interventi di ristrutturazione. Si gradisce anche la presenza del box e del posto auto.
Sul mercato delle locazioni stagionali è in crescita la tendenza a prendere in affitto l’abitazione nelle settimane di Natale e di Capodanno, dal momento che l’intera stagione invernale è onerosa per alcune famiglie. Domani entrerò meglio nel dettaglio della nota diffusa dall'Ufficio studi di Tecnocasa.

13 gennaio 2009

Messaggi in bottiglia - 34: la crisi fa fuori anche i migliori?

Merita una lettura molto attenta questo post di Luigi Ferro sul suo blog dal titolo «La crisi fa fuori anche i migliori». Qualche imprenditore vuole dirmi che cosa ne pensa?

12 gennaio 2009

La Cogne Acciai Speciali investe per sconfiggere la crisi

Venticinque milioni di euro di investimenti. Punta su un ricostituente poderoso la Cogne Acciai Speciali per combattere i primi sintomi della crisi economica che, ormai, inizia ad interessare anche il settore siderurgico, primo baluardo dell’economia reale. La strada «per affrontare le ciclicità negative» è stata indicata nei giorni scorsi dal presidente Giuseppe Marzorati, in occasione dell’inaugurazione del reparto «nuova fucina» in grado di trattare blocchi fucinati e lingotti fino ad un peso di 100 tonnellate e una lunghezza di 22 metri con i quali è possibile realizzare componenti per centrali nucleari oppure per oleodotti e gasdotti e così rafforzare la posizione di azienda multiprodotto dell’impresa valdostana. L’investimento, che ha portato a termine il «Progetto Eccellenza Cogne 2008» ha permesso di installare una nuova pressa da 5.000 tonnellate (l’equivalente del peso di oltre 70mila persone) completamente automatica, integrata da due manipolatori da 25mila a 40mila kg, «Il settore energetico – osserva il vicepresidente Roberto Marzoratinon risente delle stesse criticità dell’automotive. Inoltre possiamo dire di avere investito nel meglio della tecnologia odierna». Del resto la Cogne viene da un ultimo trimestre difficile. «Il 2008 – precisa ancora Marzorati - è stato caratterizzato da un andamento produttivo in linea con le previsioni sino al terzo trimestre, dopo il quale è iniziata una fase di rallentamento (-22%) che è stata più marcata nell’ultimo trimestre e che avrà delle inevitabili ripercussioni anche nei primi mesi del 2009». Una situazione che ha comportato la chiusura del 2008 con un risultato di nove punti in percentuale al di sotto del budget (175mila tonnellate di prodotti spediti contro le oltre 194mila stimate), seppur in maniera moderatamente contenuta, grazie anche allo sviluppo di prodotti destinati a nicchie di mercato che presentano minori segnali di debolezza. Al riguardo, è però necessario evidenziare che il 2008 si chiuderà con appena duemila tonnellate in meno (-1,15%) di prodotti spediti rispetto all’anno record del 2007. Maggiormente sensibile il calo sul fronte dei fatturati anche se qui incide moltissimo il prezzo del nichel, calato in maniera signficativa negli ultimi dodici mesi. Si è infatti passati dai 790 milioni del consuntivo 2007 ai 628 (-20,5%) del preconsuntivo 2008 (contro un 2006 di 536). Più difficile far previsioni sul 2009. La forbice dal punto di vista delle previsioni, secondo le stime aziendali, va dal più 5% al meno 5%, mentre per il 2010 e il 2011 il business plan ipotizza che torni a crescere la spedizione di prodotti ai clienti con un obiettivo oscillante tra le 210mila e le 220mila tonnellate per il 2011. Una situazione che sul breve periodo avrà anche ricadute occupazionali. «Ipotizziamo – aggiunge il vice presidente - nel primo trimestre del 2009 una ulteriore contrazione dell’attività, che verrà gestita con l’utilizzo della Cassa integrazioneOrdinaria che avverrà per blocchi interessando vari reparti. Il secondo trimestre potrà invece essere caratterizzato dall’avvio della fase di recupero, che si dovrebbe concretizzare in una normalizzazione del mercato nel corso del secondo semestre». «Le contrazioni di mercato, nei comparti dell’automotive e delle costruzioni, - – precisa Marzorati – avranno delle ripercussioni sul personale, solo in parte attenuate dall’avvio dell’attività della nuova fucina. Questo investimento ci ha permesso infatti di dotarci di un impianto altamente tecnologico, caratterizzato da una forte automazione e da un limitato numero di addetti, fra l’altro, ad alta specializzazione, e non potrà dunque incidere sensibilmente sui livelli occupazionali». Il risultato è che accanto al ricorso alla cassaintegrazione la Cogne dovrà riorganizzare la struttura del personale da un lato con la non riconferma di una cinquantina di contratti a termine e dall’altro con l’avvio di una procedura di mobilità che potrebbe arrivare a coinvolgere fino a circa 70/80 persone e che sarà incentrata sulle figure professionali che potranno traguardare la pensione in un triennio. Quali le prossime linee di sviluppo. «Con la stupula nel 2007 dell’accordo sul “Piano Cogne 2010” con la Regione e con il Comune di Aosta – ricorda Roberto Marzorati – si era dato formale avvio alla fase di trasformazione dello stabilimento, secondo i progetti di sviluppo aziendale, coniugati con un miglior sfruttamento delle aree dello stabilimento unitamente alla realizzazione di nuovi edifici o all’ammodernamento di alcuni di quelli esistenti». «Pertanto – conclude il vicepresidente – terminato il Progetto Eccellenza Cogne 2008, oggi sono stati individuati gli stabili sui quali bisogna intervenire e definire le modalità di intervento con i proprietari degli immobili, cioè Vallèe d’Aoste Structure, in accordo con la Presidenza della Giunta. La nostra priorità per il prossimo biennio sarà quella di giungere ad una migliore riorganizzazione delle aree, in modo da attuare al meglio il nuovo piano di investimenti». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 31 dicembre 2008)

11 gennaio 2009

Gli adulti sfuggono le domande di senso dei giovani

I giovani agli occhi degli adulti risultano sempre più difficili da interpretare. Il loro mondo appare opaco, molto variegato, con fenomeni talora sconcertanti. Guardando al loro universo valoriale è come se più che di fronte ad un cambio generazionale ci si trovasse di fronte ad una svolta di tipo epocale. Probabilmente gli adulti di oggi, ha detto uno degli studiosi chiamati ad interagire con i risultati della ricerca, non sanno come vivranno i loro figli. Sul fronte etico in effetti si riscontra un profilo estremamente libertario che non si rifà né alle indicazioni degli adulti né alla tradizione. Ma per Mons. Giuseppe Anfossi questi dati devono interrogare gli adulti anche su un altro fronte. «Oltre al cambiamento culturale, che non può essere sottovalutato, mi sembra che sia sempre più evidente una certa difficoltà degli adulti a dialogare con i giovani. Questo perché gli adulti non assumono più responsabilità verso i giovani». «Un laico come il docente universitario Alessandro Cavalli – ha proseguito il Vescovo di Aosta – ha sottolineato come gli adulti sfuggano alle domande di senso dei giovani. Spesso temono il cambiamento e perciò sono in imbarazzo. Questo anche perché manca una cultura dell’argomentazione. Il risultato è che i giovani , soprattutto quando sono in difficoltà, non trovano interlocutori adeguati».
Tutto questo concorre alla creazione di una cultura giovanile sempre più individualista. Lo stesso interesse per il volontariato e l’associazionismo è vissuto dai giovani principalmente in termini di autorealizzazione. Si assiste anche alla contraddizione di giovani estremamente centrati su se stessi, ma allo stesso tempo aperti a valori di tipo universalistico. Tutto questo per dire
da dove deriva l’insistenza del Corriere su questi temi. L’analisi ci rivela un mondo che non vogliamo conoscere, ma di cui non possiamo disinteressarci. Si tratta sicuramente di una verità scomoda ma il mondo degli adulti, il mondo ecclesiale in particolare, non può non interrogarsi cercando di comprendere, prima di tutto, quali possono essere i loro compiti, il loro ruolo in questo nuovo scenario. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta dell'8 gennaio 2009)

10 gennaio 2009

La Tipografia Valdostana scommette sul futuro

Paolo Perrin classe 1968, alla guida dal 1996, in qualità di amministratore delegato, della tipografia valdostana (2,5 milioni di euro di fatturato nel 2007 e venti dipendenti) continua a scommettere sul futuro. La società, con una storia secolare nel solco della famiglia Perrin, in particolare dello zio, don Aldo Perrin, ha appena portato a termine un investimento da un milione di euro per ampliare il capannone e si prepara a farne un altro, ancora più ingente, da due milioni per acquistare il nuovissimo macchinario che arriverà il 1° aprile 2009 direttamente dalla Germania. «Sarà un bel pesce d’Aprile – dice sorridendo Perrin -. Il nuovo macchinario farà tappa al Photoshow di Milano, una fiera di settore di rilievo internazionale, dove sarà esposto, e poi verrà smontato e rimontato ad Aosta». Nel corso del 2008 la società, che attualmente ha sede in Corso Padre Lorenzo 5 ad Aosta, ha ampliato di 280 metri la superficie dello stabilimento (comprendente uffici, stabilimento e magazzini) arrivando a coprire i 2000 metri quadri, situati a pochi metri dalla centralissima piazza Chanoux. «Uno degli obiettivi, oltre a quello di fare spazio al nuovo macchinario di ultima generazione – aggiunge l’amministratore delegato - era quello di creare una linea di brochura interna allo stabilimento. Ormai i tempi di risposta sono diventati i nostri veri padroni. Ed è su questi che ci si giocano tantissime commesse». «Senza dimenticare il fatto che – aggiunge Perrin - portando all’interno dell’impresa questa lavorazione operiamo sull’unico costo che è ancora possibile limare in qualche maniera, cioè quello dei trasporti». L’azienda oggi esporta il 50% della propria produzione soprattutto in Francia e Svizzera. «Non è facile – spiega Paolo Perrin – perché sul territorio elvetico l’euro forte comincia a danneggiarci. Inoltre stiamo assistendo ad un ritorno di competitività sui prezzi del mercato francese essendo stato abrogato il limite orario delle 36 ore. Oggi puoi essere competitivo soltanto se offri alla committenza un prodotto di qualità con tempi di lavorazione rapidi, rispetto assoluto della data di consegna e costi contenuti. Perfino la celerità nell’inviare un preventivo è diventato un fattore in grado di fare la differenza».

9 gennaio 2009

Contenitore per pizze high tech made in Vallée

Il sogno di una pizza ancora croccante sul tavolo di casa propria come se fosse appena stata sfornata da un forno a legna è diventato curiosamente realtà grazie all’impegno di chi di freddo se ne intende. La valdostana Termopizza di Pont-Saint-Martin (Mauro Mazza è l’a.d.), azienda del settore plastico operante ai piedi delle Alpi specializzata nel packaging alimentare, ha infatti brevettato un innovativo ed elegante contenitore termico per pizza da asporto chiamato «Sguscio», brevetto vincitore nel 2003 del primo premio al salone delle invenzione di Ginevra, ma diventato realtà produttiva soltanto nel 2007 dopo l’incontro con il management della piccola regione autonoma. Realizzato in polipropilene alimentare «Sguscio» non subisce deformazioni, non richiede premontaggio ed è dotato di chiusura ermetica. Quello che all’apparenza si presenta come uno strano fresbee nasconde in realtà un contributo in termini di ricerca e tecnologia per il settore alimentare tutt’altro che secondario. Una serie di canaline alla base e di sfiati sul coperchio garantisce una pizza asciutta e croccante che mantiene una temperatura ideale anche dopo 20 minuti dall’uscita dal forno. Staccando poi la base può essere inserito dal cliente nel forno di casa a una temperatura massima di 100° C e utilizzato come piatto usa e getta. Sguscio è sul mercato da quattro mesi e sino ad ora ne sono stati prodotti 300mila (immessi sul mercato al prezzo di riferimento massimo di 0,70 euro). Il costo chiaramente è leggermente più elevato rispetto ai contenitori tradizionali, ma il prodotto, che ovviamente si propone sul mercato internazionale, dall’Europa agli Stati Uniti, desta interesse all’interno di alcune catene take away (l’azienda non si limita soltanto ai contenitori da pizza ma ha allo studio anche soluzioni per il sushi) desiderose di assicurare una qualità superiore per smarcarsi dalla concorrenza e rincorrere quella clientela che esce un po’ di meno alla sera. Ma i più soddisfatti sono i pizzaioli (soprattutto nel Sud Italia) che possono garantire alla clientela un asporto senza dispersione di sapore. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord ovest del 21 dicembre 2008)

8 gennaio 2009

Accordo Laser-Vodafone: i cellulari al servizio della salute dei valdostani

Due progetti pilota tra loro integrati inerenti la gestione della Sanità Territoriale hanno coinvolto l’Azienda Usl di Aosta, diretta da Stefania Riccardi, in partnership con il Gruppo Vodafone, la società Instrumentation Laboratory appartenente alla multinazionale WerfenGroup e la valdostana Laser Informatica. «Laser – spiega l’amministratore delegato Paolo Conta - ha avuto il ruolo trasversale di realizzatore della piattaforma software e di system integrator delle tecnologie hardware». Il primo servizio sperimentale, già attivato nel mese di novembre e denominato «monitoraggio Farmacologico Vodafone per la TAO (Terapia Anticoagulante Orale)», riguarda pazienti che in modo continuato nel tempo vivono il disagio della necessità di dover aggiornare periodicamente la propria terapia farmacologia. L’infermiera di territorio, dotata di un palmare, connesso alla rete GPRS, e di un coagulometro portatile, effettua l’esame del sangue direttamente a casa del paziente. Il dato, trasmesso in tempo reale via rete mobile, viene reso disponibile ad un apposito applicativo web su PC in dotazione al medico di base. Appena ricevuto il dato, il software, sulla base dello storico e dei dati clinici esistenti sul sistema, propone al medico la nuova terapia. Il medico prende visione della terapia proposta e, confermata o modificata la stessa, la invia al paziente. La ricezione da parte del paziente avviene sia sul cellulare sia, attraverso un dispositivo predisposto dalla Laser Informatica, sul televisore di casa. L’altro servizio sperimentale riguarda l’«Agenda Prestazioni Operative INfermiere TERritorio Vodafone». Il servizio è basato sulla integrazione tra una applicazione web centralizzata e i palmari in dotazione alle infermiere di territorio. Le coordinatrici inseriscono sul web i piani di lavoro e l’applicazione in modo automatico li sincronizza con i palmari delle infermiere inviando il calendario degli appuntamenti corredato di indicazioni logistiche per raggiungere il paziente. Il personale di territorio consultando l’agenda di giornata consuntiva le prestazioni effettuate ed i materiali impiegati restituendo tali informazioni all’Amministrazione Sanitaria in tempo reale.

7 gennaio 2009

Diecimila veicoli interessati ad utilizzare l'autostrada come tangenziale

Sono diecimila i veicoli che potrebbero giovarsi della proposta «concreta che possa essere sottoposta all’Anas», come recentemente annunciato in Consiglio regionale dal Presidente della Giunta Augusto Rollandin, per utilizzare in maniera gratuita il tratto autostradale Aosta est-Aosta ovest ed evitare così di appesantire ulteriormente la circolazione cittadina. A dirlo è lo studio commissionato dalla Sav, la società che gestisce l’autostrada «A5 Quincinetto-Aosta», allo studio professionale «Trasporti - Traffico - Ambiente» (TTA) di Torino. «Sono dati che abbiamo raccolto - spiegano l’a.d. Marcello Christillin e il Presidente Domenico Calza - quando abbiamo avviato la sperimentazione dello sconto per i pendolari attraverso l’utilizzo del telepass. Un’esperienza che si concluderà a fine anno e che non ha purtroppo portato i risultati sperati». In effetti sugli attuali 386 utenti dotati di telepass family soltanto 170 sono quelli nuovi. «Siamo molto lontani dai duemila ipotizzati inizialmente» precisano i vertici aziendali. Alla Sav sono invece più ottimisti in merito all’utilizzo in una logica di tangenziale dell’autostrada tra il casello di Aymavilles e l’Autoporto di Pollein ricorrendo anche in questo caso ad uno speciale telepass. «La nostra analisi - sottolinea Christillin - dimostra che c’è una certa ragionevolezza in questa ipotesi. Sul tratto di nostra competenza può confluire il traffico proveniente dalla statale 26 e dalla cosiddetta strada dell’envers e che sostanzialmente si limita soltanto a transitare in Aosta». I vantaggi dell’iniziativa sono subito evidenti. «In questa maniera - evidenzia Calza - possiamo ridurre l’impatto sulla città del traffico proveniente dai comuni limitrofi, con uno scorrimento sicuramente più rapido, facendo così anche diminuire i livelli di inquinamento». Alla Sav mettono l’accento in particolare sulla «riqualificazione e razionalizzazione dei flussi». «Non si tratta - precisa Christillin - di uno sconto tout court. Anzi al momento la questione economica non è stata ancora affrontata. E’ chiaro che se si vuole dare il via a questa iniziativa si dovrà fare una convenzione con l’Amministrazione regionale in quanto l’eventuale mancato introito (il pedaggio è di 1,8 euro ndr) dovrà essere coperto. E’ evidente poi che questo intervento non significa l’annullamento del pedaggio per tutti i veicoli in quel tratto». Analizzando poi l’andamento del 2008 le società autostradali denunciano qualche criticità. La crisi economica e l’elevato costo della benzina per quasi tutto l’anno in corso hanno avuto ricadute significative sul settore. Sav denuncia nei primi mesi del 2009 un calo del traffico leggero dell’1,82% e di quello pesante dello 0,29%. «Il trend però si sta aggravando. - spiega l’a.d. Marcello Christillin - Se prendiamo il singolo mese di settembre. Il calo del traffico leggero è pari al 7,88%. Più stabile quello pesante intorno allo 0,79%». Qualche primo segno di contrazione si era già avvertito nel corso del 2007 con un calo in termini di traffico dello 0,35% che si riverberava in maniera più evidente sul margine operativo lordo passato da 22,9 milioni a 22,15. Crescono invece i chilometri percorsi dai veicoli fino a Courmayeur nel tratto autostradale di competenza della Rav, passati dagli 80,54 milioni del 2007 agli 83,52 del 2008. «E’ un dato però che inganna - commenta l’a.d. Aldo Freppa - in quanto l’anno scorso è stato allungato il percorso. Il trend dei ricavi nei primi nove mesi è infatti meno marcato e bisognerà fare i conti con l’ultimo trimestre. Al momento siamo passati dagli 8,57 milioni del 2007 agli 8,95 di quest’anno con una crescita del 3,79%». Il trend della Rav sul fronte dei ricavi è stato praticamente in continua crescita nell’ultimo quinquennio in seguito al progredire del percorso verso Courmayeur: dai 7,23 milioni del 2003 agli 11,35 del 2007. Per le festività natalizie è avvenuta anche la definitiva apertura dell’ultimo tratto senza più gli attuali restringimenti. «L’ultimo atto - aggiunge Freppa - sarà l’assegnazione alla nostra società da parte dell’Anas dei novecento metri che portano al traforo del Monte Bianco. Non sarà più autostrada ma realizzeremo, a nostre spese, due corsie in salita ed una in discesa, unitamente ad alcuni interventi legati alla riduzione dell’inquinamento acustico e al miglioramento dell’assetto viario nei pressi della frazione di Entrèves (Courmayeur ndr). Non c’è ancora nulla di ufficiale ma sembra possibile che l’ok dell’Anas possa arrivare con l’anno nuovo». Sui livelli di investimento la società non è ancora in grado di fare ipotesi. «Occorre un progetto esecutivo - conclude Freppa - i possibili scenari prevedono una notevole varianza nella spesa. E’ perciò prematuro fare ipotesi». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 18 dicembre 2008)

6 gennaio 2009

Ivat: ultimi preparativi per il Museo dell'artigianato tipico di Fénis

Negozio di Bard a pieno regime e Museo dell’artigianato di Fénis pronto per la Fiera di Sant’Orso edizione 2009. Sono questi i due obbiettivi, scaramanticamente appena appena sussurrati, del nuovo staff dirigenziale dell’«Institut Valdôtain de l’Artisanat typique» (Ivat). Sia il Presidente Rudi Marguerettaz che il direttore Roberto Vallet hanno infatti dovuto già confrontarsi con un 2008 difficile in cui alla fine i volumi dei sei esercizi commerciali gestiti direttamente dall’Ivat (Aosta, Ayas, Cogne, Courmayeur, Gressoney e prima Issogne oggi Bard) non si discosteranno di molto da quelli del 2007, quando l’ente registrò un risultato commerciale pari a 564.760,49. Anche se le attese per il 2008 apparivano più brillanti Marguerettaz non si dice deluso. «Molte delle persone che vivono di artigianato tipico – commenta Marguerettaz – ci hanno confessato di aver constatato una forte riduzione della vendita all’interno dell’atelier, mentre i nostri negozi tutto sommato hanno tenuto. Di conseguenza per alcuni artigiani siamo diventati quasi l’unico canale di vendita». L’impegno dell’Ivat resta comunque fortemente concentrato sulla realizzazione del Museo dell’artigianato. Una mission irrinunciabile. «L’area espositiva – sottolinea Marguerettaz – sarà pronta per i primi mesi del 2009. Sogno di farcela per Sant’Orso. Difficile fare previsioni. Il Museo è ormai pronto al 90%, ma simili interventi nascondono sempre grandi insidie». Innovativo l’allestimento che punta a diventare un volàno sia per l’artigianato tipico che per l’offerta turistica. Il Museo, nelle intenzioni dei curatori, con i suoi oltre 700 pezzi, ospiterà un percorso fatto di materie prime, linee estetiche, tecniche e idee che salvaguardi un’arte e un’identità indissolubilmente legate tra loro e che le renda fruibili al grande pubblico. «E proprio per questo – conclude il Presidente - che questa struttura non è stata concepita come un mero luogo di conservazione e salvaguardia di manufatti artigianali, ma come un progetto di comunicazione nel quale gli oggetti d’uso “spariti “ dalla vita quotidiana e vere e proprie sculture vengono esposti e fatti condividere dalla comunità che li ha creati. Un percorso fatto di oggetti, immagini, musiche e materie che accompagni le persone dentro il gusto del “fare”. Un ponte tra la storia dell’artigianato che è stato e il lavoro dei numerosi artigiani ancora in attività». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 17 dicembre 2008)

Messaggi in bottiglia - 33: l'arrivo dei Magi. Buona Epifania!

5 gennaio 2009

Terzo settore: quattro nuove cooperative nel Consorzio Trait d'Union

Quasi 900 occupati (di cui 700 donne), 18 milioni di fatturato, pari ad oltre i due terzi del volume d’affari della cooperazione sociale valdostana, quindici cooperative: undici di tipo A, cioè dedicate ai servizi alla persona (socio-sanitari ed educativi), e quattro di tipo B, dove il prodotto principale è l’inserimento lavorativo dei cittadini che vivono condizioni di svantaggio e di emarginazione. Sono questi i numeri del Consorzio Trait d’Union, presieduto da Roberto Presciani, che proprio proprio pochi giorni fa ha compiuto i suoi primi quindici anni di vita. Una crescita che non intende fermarsi. «Quattro cooperative sociali – spiega Presciani – ci hanno chiesto di entrare nel Consorzio. L’iter di ammissione è già avviato da tempo. Nel 2009 potrebbe concretizzarsi, ma prima dovranno essere informate le rispettive assemblee dei soci. Si tratta di due cooperative di tipo A, cioè operanti in settori come la disabilità grave e gli anziani, e due di tipo B». Ampio il core-business aziendale. Sul fronte delle tipo A si va dal turismo sociale (gestione di ostelli e casa per ferie, promozione di proposte turistiche per persone con bisogni speciali), all’assistenza ai minori e agli adolescenti (asili nido, centri di aggregazione, centri di informazione, comunità residenziali, educativa territoriale, ludoteche, garderie, trasporto alunni, refezioni, centri e soggiorni estivi), agli anziani (assistenza domiciliare e residenziale, soggiorni marini) e ad altre categorie di soggetti (assistenza domiciliare e residenziali per pazienti psichiatrici, comunità per malati di AIDS, centri di accoglienza per immigrati extracomunitari, centri di accoglienza notturni). Quelle di tipo B invece operano nel settore del verde e del florovivaismo, della viticoltura, della legatoria, dell’editing, dell’elaborazione dati e delle pulizie. La crisi economica pone il Consorzio di fronte a nuovi scenari. «Come cooperazione sociale siamo di fronte alla necessità – osserva Presciani - di farci percepire non tanto come un costo per la collettività, ma come un soggetto economico ed un sistema sociale che, da 15 anni, lavora per creare benessere nella comunità valdostana. Dobbiamo fare capire che il nostro ruolo è di protezione e di slancio verso il futuro». Diverse le sfide che il Trait d’Union avverte di avere davanti nel prossimo futuro. «Dobbiamo – ha ribadito il presiedente - irrobustirci anche dal punto di vista imprenditoriale valorizzando al contempo il capitale umano impegnato nella cooperazione sociale. E’ fondamentale essere capaci di rispondere con prontezza alle nuove emergenze sociali che stanno presentandosi sempre più aggressive. Penso alla solitudine, alle comunità che si disgregano, alle fatiche crescenti nell’integrare gli emigrati». «Sul fronte dei lavoratori svantaggiati – conclude - è necessario invece diventare capaci di formare lavoratori in grado di operare anche al di fuori della cooperazione. Non è pensabile che si possa assorbire sempre tutta la manodopera. Il nostro nuovo ruolo deve consistere nel sollevare l’impresa dall’attività di avviamento del lavoratore. In questa logica recentemente sono stati approvati e finanziati con il fondo sociale europeo sei nostri progetti per un ammontare complessivo di 600mila euro». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 17 dicembre)

3 gennaio 2009

Mauro Baccega: «mantenere il welfare facendo crescere il Pil» (2)

Seconda parte dell'intervista all'assessore al Bilancio Mauro Baccega. La prima la trovate qui insieme alle altre fatte agli altri componenti della giunta comunale di Aosta.

Cioè?
Per esempio non vedremo più le locandine affisse in via de Tillier sui muri dei palazzi in modo poco dignitoso. Ma faremo anche sinergie con i privati, cercheremo cioè di esternalizzare i servizi là dove possibile per arrivare a quel famoso concetto di efficienza ed economicità che fin dall’inizio della legislatura perseguiamo in maniera sistematica.

Sull’Ici ci sono altre novità?
Cercheremo di ridurre al minimo il peso per quelle famiglie che danno l’alloggio al figlio. Passeremo dal 4 all’1 per mille avendo la possibilità della detrazione. Non aumenta poi la tassa rifiuti che ha raggiunto una copertura del 100%. La legge infatti dice che l’intero importo della spesa dell’igiene urbana, cioè pulizia strade e discarica, va pagata interamente dagli abitanti. Un obiettivo già raggiunto da tempo. Pur costando di più il servizio con l’introduzione del porta a porta abbiamo infatti ottenuto ulteriori entrate dall’operazione di recupero di una piccola sacca di evasione portata a termine grazie ad una normativa del 2005 che ci ha consentito di andare ad accertare le superfici catastali di alcuni appartamenti.

Il tema casa è sempre delicato…
E’ un problema sempre più grave. Va affrontato prima che esploda in tutta la sua drammaticità. Sono in aumento gli sfratti esecutivi. La gente non riesce più a pagare gli affitti e noi dobbiamo fare un intervento radicale.

La Regione intende anche aprire al microcredito…
E’ una iniziativa lodevole. Di certo lo può fare la Regione. Noi no. Anzi noi siamo andati ad un incontro con la Giunta regionale a chiedere solidarietà. Negli ultimi anni Aosta in parte investimenti ha speso molti soldi con la legge «Aosta capoluogo» dando vita ad una città, secondo
me, bella. Chi viene da fuori mi fa notare gli aspetti positivi del capoluogo. Alla Regione abbiamo fatto notare come tutti i costi legati agli investimenti si riflettano nella parte corrente della spesa che per l’82% è ingessata da costi vivi, effettivi e rimane poco per investire in nuove iniziative. Rimane così poco per far crescere quel Pil di cui ho parlato prima. Abbiamo perciò chiesto sostegno in questo senso. Cioè che si possa fare per Aosta, come si è fatto per St-Vincent, una legge speciale che possa favorire nei prossimi tre anni questo tipo d’interventi. In modo da avere una città che possa accogliere in modo speciale i suoi turisti con i suoi reperti romani, medioevali,
le sue chiese e tutto questo richiede investimenti per essere valorizzato. Già lo fa la Regione ma serve anche uno sforzo da parte dell’amministrazione comunale.

Iniziative particolari…
Siamo andati a chiedere a Pila uno sconto significativo per gli aostani su stagionali e giornaliere. E’ una trattativa che è in corso. Questo perché non dobbiamo soltanto ad applicare tasse ed imposte, ma dobbiamo anche cercare di valutare ipotesi di agevolazioni per i nostri cittadini.
 

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