Centocinquanta espositori, 6000 metri quadri di area espositori (3000 l’anno scorso), una nuova sede, il «
Pala Expo» in località Autoporto, al fianco del quale sorgerà una pista di prova per permettere ai visitatori di sperimentare i veicoli a basse emissioni, leggasi auto elettriche. Sono questi alcuni dei numeri della terza edizione di
Rigenergia in programma dal 5 al 7 giugno 2009. Le tre giornate, organizzate dalla Chambre Valdôtaine e dall’Assessorato alle Attività Produttive, saranno precedute da un percorso di avvicinamento orientato soprattutto verso le imprese. «
Dopo gli impiantisti, i professionisti e le scuole, oltre naturalmente al grande pubblico, abbiamo ritenuto opportuno – commenta il vicepresidente della Chambre
Mario Felix Risso –
completare il percorso formativo e informativo coinvolgendo e interessando da vicino proprio le imprese del settore che, in base ai registri camerali, costituiscono con oltre 2.000 unità un potenziale di sviluppo di tutto rilievo». Del resto da tempo Rigenergia vuole essere un laboratorio d'eccellenza su energie rinnovabili, risparmio energetico e riduzione delle emissioni nelle zone di montagna e l’edizione 2009 si apre anche ai temi dell’arredo urbano, della mobilità sostenibile e della gestione ambientale. «
L’apertura a questi nuovi temi – spiega l’assessore alle Attività Produttive
Ennio Pastoret –
non deve trarre in inganno. Il tutto è affrontato in una chiara logica di politica industriale. Occuparsi di mobilità infatti è tutt’altro che fuori luogo. Se l’automotive è in difficoltà non si può dire la stessa cosa dello sviluppo di una mobilità legata a fonti energetiche alternative». In attesa che qualcuno raccolga la sfida lanciata dall’assessore per dare vita nella piccola regione autonoma a qualche progetto che metta in rete il know how dell’automotive, presente ad esempio nella bassa valle, con quello della produzione di energia ecosostenibile il comparto manifesta comunque una certa effervescenza, pur nella delicatezza del momento. La Sea di Pollein (13,8 milioni di fatturato e 80 dipendenti) unitamente alla Fratelli Ronc (14 milioni e 55 occupati) da tempo è impegnata in progetti al di fuori in Albania e Romania. E nel corso del 2009 potrebbero concretizzarsi nuove occasioni di business al di fuori dei confini nazionali anche se i vertici aziendali ritengono ancora prematuro fare annunci. «
Stiamo esportando know-how – spiega l’amministratore delegato di
Sea Pietro Giorgio –
sia per quanto riguarda le piccole centrali di montagna che gli impianti di teleriscaldamento cittadini. Le richieste sono crescenti». In particolare su quest’ultimo versante è di rilievo il ruolo di Icssea, società del gruppo Sea, che recentemente si è occupata della progettazione del futuro impianto di teleriscaldamento della città di Aosta e sta lavorando ad altri impianti simili in Toscana, Veneto, Piemonte e Basilicata. La
Compagnia Valdostana delle acque, con i suoi 650 milioni di fatturato e una produzione di 5,5 miliardi di Kwh vero dominus del settore, ha appena incassato la riconferma del rating «A1 stabile» da parte di Moodys, merito della posizione finanziaria netta e del mantenimento di una elevata redditività con un utile ante imposte sui livelli dell’anno precedente (104,536 nel 2007). «Guardiamo con attenzione – spiega il presidente
Riccardo Trisoldi –
ai settori dell’eolico e del fotovoltaico con l’obiettivo di cogliere le opportunità di business offerte dal mercato. Nel frattempo prosegue il nostro programma di investimenti in nuovi impianti idroelettrici con un investimento di circa 400 milioni entro il 2013». Punta fortemente sull’innovazione
Lachesi Impianti, start up nata alla fine del 2007 dall’integrazione di Ecogas Energia, Sie Service e Lachesi, con la costruzione e successiva gestione della centrale a trigenerazione di Variney presso la sede della Comunità Montana Grand Combin, un intervento da 2,5 milioni di euro. «La grossa novità – spiega l’ad
Mauro Papagni –
è che si tratta di una centrale di produzione termica, elettrica e di refrigerazione alimentata a biomassa con filiera corta, cioè con materiale raccolto nell’arco di settanta chilometri in modo da poter accedere ai certificati verdi. Un progetto particolarmente apprezzato dalle amministrazioni comunali. Morgex e Hône si sono dette interessate anche se per concretizzare nuove operazioni si preferisce attendere l’andamento dell’impianto-pilota di Valpelline».
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