31 gennaio 2014

#Bando talenti #Neolaureati della #FondazioneCRT: perché non provarci?

Il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci ha presentato questa mattina a Torino, nel Salone d’Onore della Fondazione CRT in via XX Settembre 31, l’undicesima edizione del bando Talenti Neolaureati, che permette a chi ha appena concluso il percorso universitario negli atenei piemontesi e valdostani di effettuare, con una borsa, un periodo di tirocinio all’estero in prestigiose realtà internazionali. Sono intervenuti i referenti del progetto; alcuni ex borsisti e rappresentanti delle aziende partner.

Nel corso dell’incontro verranno illustrate le caratteristiche del nuovo bando Talenti Neolaureati della Fondazione CRT che, con un investimento di 1 milione di euro, offre 71 posizioni di tirocinio in oltre 20 paesi, per stage dai 6 agli 8 mesi.
Dal 2004 ad oggi la Fondazione ha erogato, attraverso il progetto Talenti Neolaureati, borse per 10 milioni di euro.

 «Abbiamo scelto come claim dell’undicesima edizione del bando Talenti Neolaureati “Non manteniamo le giovani promesse. Le sosteniamo” perché descrive al meglio la filosofia e le finalità di questo progetto – dichiara Lapucci - A dispetto della congiuntura economica negativa, il nostro investimento in questo bando, così come nelle altre iniziative in ambito formativo, non ha subito flessioni. Grazie al bando Talenti Neolaureati, nel corso di 10 anni, oltre 500 giovani hanno potuto vivere un’esperienza formativa qualificante all’estero. La Fondazione mette a disposizione di tutti i giovani meritevoli, indipendentemente dalle condizioni economiche, gli stessi strumenti e le stesse possibilità di crescita personale e professionale».

Tra gli enti e le aziende che partecipano all’edizione 2014 mettendo a disposizione posizioni di tirocinio all’estero si segnalano: Autostrade per l’Italia; Procter & Gamble; Nomura; Saint Gobain; i Parchi nazionali USA Zion e Gateway; alcune entità delle Nazioni Unite (UNSSC, ILO, UNICRI); European Foundation Center, European Venture Philanthropy Association; University of Bath; Everis; Mind the Bridge Foundation. Negli ultimi anni i partner riconoscono il valore del progetto e dei laureati degli atenei piemontesi anche attraverso donazioni alla fondazione universitaria piemontese nata dal connubio Università degli Studi di Torino-Fondazione CRT: il Fondo Ricerca e Talenti.

Dall’1febbraio il nuovo bando sarà pubblicato sul sito. La scadenza per la presentazione delle candidature è fissata al 28 febbraio 2014. Il progetto è riservato a coloro che a partire dal 1° gennaio 2013 hanno ottenuto una laurea presso uno degli atenei del Piemonte e della Valle d’Aosta, che al momento del conseguimento della laurea non abbiano superato i 24 anni per la laurea triennale e i 27 anni per la laurea specialistica, magistrale o a ciclo unico.

Per illustrare il progetto a tutti gli studenti potenzialmente interessati la Fondazione CRT, in collaborazione con gli atenei, organizza anche quest’anno due incontri di presentazione:

·     al Politecnico: mercoledì 12 febbraio alle 11, Aula 5 (sede centrale),  Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24;


·    in Università: giovedì 13 febbraio alle 11 – Aula Magna del Campus universitario Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100.

#Findomestic: Cala anche in Valle d'#Aosta la spesa per l'acquisto di beni durevoli

Ti propongo i principali dati emersi dalla ventesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Valle d'Aosta, presentato oggi a Torino presso l’hotel Principi di Piemonte.

In termini di reddito pro capite, la Valle d’Aosta resta, anche nel 2013, la regione più ricca d’Italia, con 22.361 €. Una cifra superiore di quasi 4.500 € a quella media nazionale (17.952). Rispetto al 2012, si tratta di un dato più basso dello 0,2% (contro una flessione media nazionale pari allo 0,4%).

La spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 144 milioni € (-4,7% rispetto al 2012, quando era stata pari a 151 milioni €). L’anno precedente, però, la flessione registrata era stata ben più alta: -15,8%. Nel 2011 la spesa compressiva per beni durevoli in regione era stata di 180 milioni.

Personalmente non sono un fan del consumo fine a  stesso, ma è un fatto che la recente crisi stia limitando anche consumi che non sono sempre superflui.


I settori di spesa analizzati

  • Auto e moto – Il comparto riporta una flessione dell’11,8% per le auto nuove (volume di vendite pari a 34 milioni), una flessione del 16,1% per i motoveicoli (2 milioni la spesa totale) e, per le auto usate, un arretramento dell’indicatore contenuto allo 0,6%, per 55 milioni di spesa complessiva.

  • Mobili – In discesa anche il secondo comparto della regione, in termini di spesa complessiva dopo la mobilità (25 milioni €), con una variazione dei consumi del -2,7% rispetto al 2012, contro una media nazionale ben più incisiva (-7,4%).

  • Elettrodomestici grandi e piccoli – Il mercato degli elettrodomestici (+1%) evidenzia un dato migliore rispetto alla media nazionale (-5,7%). La spesa si è attesta a 13 milioni €.

  • Elettronica di consumo – Tra i beni per la casa la riduzione più ampia riguarda l’elettronica di consumo, che fa segnare un calo di acquisti del -15,5% e volumi complessivi di spesa di 8 milioni €, rispetto ai 9 milioni € dell’anno precedente.

  • Prodotti Informatici – Risultati positivi per il comparto dell’informatica che dopo il +3,6% registrato tra 2012 e 2011, nel 2013 riporta un ulteriore +2%, portando la spesa complessiva a quota 7 milioni € di spesa.

Alcune tendenze...

«In Valle d’Aosta - si legge nell'analisi di Findomestic -  il refrein “Se potessi avere 1000 lire al mese” è diventato oggi “1.350 € al mese”. Infatti, sotto il profilo strettamente economico, anche gli abitanti di questa Regione giudicano dignitoso un reddito di almeno 1.359 € al mese per i single; di 1.876 € per la coppia senza figli; di 1.995 € per la coppia con figli. Sotto queste cifre (che rappresentano dei valori medi indicati) si è costretti ad operare rinunce che incidono fortemente sullo stile e sulla qualità della vita».

L’83% degli intervistati ha cambiato il proprio stile di vita riducendo le spese per viaggi, vacanze, ristoranti, pizzerie, abbigliamento calzature, generi alimentari, divertimento, svaghi e tempo libero.

«All’interno di questo rimescolamento - si legge sempre nella nota - si sta affermando una categoria di pensiero costituita dai “visionari attivi”, con una concezione del futuro che non può non prescindere dalle azioni che si intraprendono subito sul fronte dei consumi e della produzione: entrambi devono essere sostenibili, grazie alla rinuncia al superfluo, al consumo compulsivo, alle produzioni impattanti; meglio quindi consumare o produrre qualche cosa in meno, ma che abbia un impatto ecosostenibile. Un tassello importante di questa visione è il principio che per risolvere i problemi occorra agire in proprio. Cosa possiamo fare oggi per influenzare positivamente il nostro futuro? Secondo la maggioranza degli abitanti della Regione occorre che ci sia più equità, intesa come ripartizione della ricchezza, tutela dei più deboli e delle aziende in difficoltà. Segue una maggiore istruzione interpretata anche come più ricerca e sviluppo. In questo contesto l’innovazione, secondo la maggioranza, dovrà diventare un’importante risorsa collettiva».

Lorenzo #Baravalle (#Dudag): un nuovo approccio al mondo dell'editoria libraria

Lorenzo Baravalle
Intervista, già pubblicata sul Corriere della Valle, a Lorenzo Baravalle, 23 anni, fondatore e amministratore di Dudag società di editoria on line da poco insediata nell'incubatore di impresa di Pont-Saint-Martin.

Lei da pochi mesi è insediato in Valle. Come nasce questa sua avventura imprenditoriale?
La mia avventura imprenditoriale nasce all'Università. Io ho 23 anni e un paio di anni fa - era un giovedì pomeriggio. Ero a lezione - stavo pensando alle opportunità digitali che erano già state accolte dal mondo della musica o da quello del videomaking. Ad esempio Itunes o youtube. Questo mondo digitale non è ancora stato abbracciato dall'universo del libro. Per questo motivo ho cominciato a disegnare qualcosa che potesse scoprirlo e dare una spinta all'universo web anche per il libro. E così è venuta fuori Dudag. Uno spazio digitale dove trovare dei libri di qualità a bassissimo prezzo. L'unica nostra grossa imposizione è che i nostri libri costano sempre un euro, cioè il prezzo di una canzone di Itunes. Io con Dudag ho cercato di unire un po' questi due mondi: quello itunes cioè compro a poco e a spot, un euro, e quello youtube, cioè il mondo del broadcasting.Io carico qualcosa di mio on line e cerco di trovare apprezzamento nell'universo, in questo caso dei lettori. E sono sempre questi a decretare il successo di un'opera.

Cosa significa Dudag? Viene quasi da canticchiarlo...
E' proprio quello che cercavo. Quando mi è venuta in mente di Dudag - io mi sono laureato in comunicazione e per me la comunicazione è molto importante - io stavo cercando qualcosa di molto breve e che si potesse pronunciare in molte lingue più o meno nello stesso modo. Per questo ho cominciato a tirare giù un po' di nomi e poi mi è venuto in mente che da bambino sapevo parlare molto bene, ma c'era una parola che non sapevo a dire: tartaruga che chiamava dudage.Ho fatto un'ellisse.

E da qui il logo...
Esatto.

 Lei è un under 25. L’Italia è un paese per giovani imprenditori?
Non è un paese per vecchi direbbe Cormac Mc Churty per citare il libro...Non è una domanda facile. La ribalterei dicendo i giovani possono anche essere imprenditori. E la mia risposta è assolutamente sì. Un giovane imprenditore può colmare il gap di esperienza con la passione, con la forza, anche l'inconsapevolezza della gioventù e questo secondo me è molto importante. poi c'è anche da evidenziare come la mia generazione per quanto riguarda il mondo del lavoro è nata con il coltello in mezzo ai denti. Noi siamo nati con "fate questo lavoro ma non sappiamo se potremmo pagarvi...E' un progetto ma vi diamo visibilità". E' un po' come la campagna che sta girando in questi giorni su you tube dell'idraulico, dell'antennista e del giardiniere. Noi siamo nati con "il lavoro ve lo dovete inventare". Se vogliamo vederla in positivo in Italia stiamo allevando una grande generazione di startupper e di imprenditori del futuro

Concretamente proviamo a spiegare in cosa consiste la sua attività?
Va fatto un distinguo tra autore e lettore. Un autore può venire su Dudag, registrarsi come autore, inviarci la sua opera e noi la prendiamo in considerazione passandola al nostro comitato di lettura dove ci sono dei ragazzi e delle persone esperte nel mondo dell'editoria. da studenti fino a lettori e scrittori molto importanti nel panorama nazionale. Quando un libro viene giudicato positivamente secondo minimi canoni di lettura in quanto noi non pretendiamo il premio Nobel per la letteratura, ma la leggibilità in quanto noi vogliamo caricare libri di qualità. Per questa ragione il libro viene formattato secondo i nostri canoni editoriali e caricato gratuitamente sulla piattaforma e poi messo in vendita a un euro di cui il 50% rimane all'autore. Per un lettore è molto semplice. Arriva su Dudag, si registra e da lì può iniziare il suo processo di acquista un libro, ma soprattutto per noi è molto importante il processo di giudico un libro. Dopo l'acquisto noi chiediamo sempre di poter lasciare un piccolo commento e di votarlo con un mi piace o non mi piace. Questo è molto importante in quanto sono i lettori i veri artefici del successo di un'opera. Per noi i diritti d'autore rimangono nelle mani dell'autore. Quindi un autore è libero in qualunque momento di pubblicare con un editore tradizionale. Noi chiediamo soltanto di venire citati sull'opera che sarà stampata.

Quanti libri ospitate sulla vostra piattaforma? Quanti iscritti?
I lettori sono sopra il migliaio e abbiamo già una trentina di pubblicazioni, molto di più di alcuni editori tradizionali da tempo sulla piazza. Non facciamo editing in quanto per noi è importante responsabilizzare l'autore nelle sue scelte di scrittura. Ma soprattutto in quanto vogliamo essere un canale del mondo dell'editoria e presupponiamo che ci sia un editor in arrivo. Del resto due libri pubblicati su Dudag sono già stati pubblicati su carta e questo è una bella soddisfazione.

Nel settore dell’editoria on line c’è molta concorrenza. Che cosa si fa credere di poter vincere la sfida?
Il fatto di non essere nè un editore nè un selfpublisher, cioè un sito dove io vado e pubblico il mio libro. Noi comunque sia abbiamo un minimo di filtro di qualità. Il nostro obbiettivo è quello di stare esattamente nel mezzo. Siamo un pericolo per il mondo editoriale

Internet è un mercato globale. Dudag potrebbe in un futuro aprirsi ad una  dimensione internazionale?
Entro il 2015 contiamo di aprire in inglese, francese, spagnolo e rabao. Quest'ultimo è un mercato molto interessante, che noi non conosciamo e che anche su internet ha dato segnali di essere pronto. Sarebbe bello creare un ponte fra le due sponde del mediterraneo, aspetto che ci è stato indicato da una personalità libanese importante nel mondo dell'industria, delle startuppers della cultura libanese.

Una novità da annunciare?
Questa settimana ce ne sono state parecchie e molto importanti per noi. Abbiamo pubblicato un libro di un giornalista della gazzetta dello Sport, Emanuele Giulianelli, e si intitola «Dall'uno all'undici» dove si possono leggere delle storie di calcio molto particolari, storie di periferia talmente potenti da stare quasi al centro. Si racconta del Licata che lui definisce la nazionale dei siciliani. Di Gleen Pete Stromberg famosissimo calciatore svedese fino a quando non è arrivato Hibraimovic e di Stroberg nessuno si è più ricordato. E poi stiamo per lanciare il nostro primo libro per bambini. E' molto piacevole e qualche adulto che lo ha visto in anteprima è stato molto colpito. Noi non abbiamo una linea editoriale in quanto la nostra linea editoriale è la bella scrittura. Più cose nuove ci sono su Dudag e più siamo contenti.

Per farsi un'idea del libro c'è poi il Dudy. Una specie di presentazione che permette di farsi un'idea di ciò che si sta per acquistare. Concludiamo con il sogno imprenditoriale da realizzare...
Diventare una realtà importante nell'universo del libro. E' molto difficile, è un sogno ma noi ci crediamo molto. Tutti i collaboratori del nostro team ci credono molto e la nostra è quella di diventare il veicolo per i nuovi autori che arriveranno nei prossimi anni  e che difficilmente accederanno da subito ad una pubblicazione cartacea.

Delibere di Giunta - Segnalazioni per le imprese (236): 4 milioni per fondi rotazione attività turistico-ricettive


BILANCIO, FINANZE E PATRIMONIO

Fabbisogno finanziario
E’ stata approvata una revisione del piano degli interventi e del fabbisogno finanziario della Regione. Così come è stata approvata la proposta per la riduzione e la razionalizzazione della spesa pubblica regionale e in particolare per quanto riguarda i costi dei canoni di locazione passiva.

Turismo: 4 milioni su fondo rotazione
E’ stata concessa autorizzazione a Finaosta per il trasferimento di 4 milioni di euro sul Fondo di rotazione regionale per le attività turistico-ricettive.


TERRITORIO E AMBIENTE
Bilancio Arpa
La Giunta ha dato parere favorevole il provvedimento del Direttore generale dell’ARPA, con cui veniva approvato il bilancio di previsione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Valle d’Aosta, per l’esercizio finanziario 2014 e per il triennio 2014/2016.

Lo Chef Heston #Blumenthal sceglie #MaisonAnselmet per la serata di apertura del #MountainGourmetSkiExperience all'Auberge de la Maison di #Courmayeur


Il famoso chef Heston Blumenthal, una carnet pieno di stelle Michelin e riconoscimenti internazionali. Pioniere della cucina molecolare, ribalta la scena, abbandona il suo regno britannico e attraverso il Mountain Gourmet Ski Experience si avvicina al cliente nell'intento di scoprire nuove idee ed esperienze.

Teatro di questa rivoluzione è Courmayeur scelta in quanto capace di coniugare l’Italian way of life e l’atmosfera rarefatta ed elegante del Mont Blanc.
Per quattro giorni il grande chef britannico inviterà ad assaporare l’inedito abbinamento tra cucina valdostana ed estro creativo affiancato in questa sfida da due tra i migliori chef internazionali, Sat Bains e Marcus Wareing.

Blumenthal, Sat Bains e Marcus Wareing si dedicheranno alla scoperta e alla rielaborazione della cucina locale tradizionale, utilizzando i preziosi gioielli dell'enogastronomia valdostana. 

L'apertura ufficiale avrà luogo il 2 febbraio all'Auberge de La Maison di Entrèves (Courmayeur). 

Al Piedino di maiale caramellato e alla Cipolla cotta nel fieno della Val Ferret verrà abbinato il Chambave Muscat '12, con il risotto alla barbabietola e le crepinette d'agnello verrà degustato il Pinot Noir, come dessert non poteva non esserci il “Monte Bianco” accompagnato dallo splendido Arline.

30 gennaio 2014

#Confidi #agricoltori: anticipi premi per aziende «bloccate»

Tenuto conto della preoccupazione diffusasi nel settore agricolo valdostano, a seguito dell’inchiesta della Guardia di Finanza sui contributi alle aziende agricole e del conseguente blocco delle erogazioni dei benefici economici per l’anno 2013 e temendo tempi lunghi per il completamento degli accertamenti e per lo sblocco delle erogazioni, con evidenti disagi per le molte imprese coinvolte è stato attivato, grazie alla sinergia tra l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, la Coldiretti Valle d’Aosta e il Confidi Agricoltori della Valle d’Aosta, nonché alla disponibilità dell’AREA VdA e alla fattiva ed immediata collaborazione di Banca di Credito Cooperativo Valdostana, seguita da UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banca Popolare di Sondrio, un nuovo prodotto con garanzia fideiussoria del Confidi Agricoltori all’80% finalizzato ad agevolare l’ottenimento di affidamenti bancari - anticipo dei contributi sospesi – da parte delle imprese coinvolte negli accertamenti giudiziari.

Tale iniziativa, finalizzata a sostenere le imprese con una situazione sostanzialmente regolare, prevede anche una riduzione di oltre il 50% dei costi di gestione e garanzia previsti dal Confidi Agricoltori e una maggiore rapidità nell’istruttoria da parte degli Istituti Bancari con applicazione dei tassi agevolati previsti nelle diverse convenzioni.

Per informazioni dettagliate sulle modalità di adesione e sulle banche convenzionate: 
CONFIDI AGRICOLTORI DELLA VALLE D’AOSTA
Reg. Borgnalle. 10/L (2° piano) – Aosta

Tel. 0165 31614 – Fax 0165 232808 – info@confidiagricoltori.com

Pausa Fiera per #ImpresaVda


Carissimo visitatore per via della Fiera la puntata di ImpresaVda di domani  non andrà in onda. 

L'appuntamento è per il 7 febbraio. 
Annuncerò l'ospite la prossima settimana.

Nel frattempo ti segnalo che qui puoi trovare l'intervista del 24 gennaio a Angelo Aresu, da pochi giorni alla guida della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali FIAIP della Valle d'Aosta, la versione cartacea è disponibile anche sul Corriere della Valle che troverai in edicola domani. In proposito ti ricordo che è iniziata la campagna abbonamenti. A 40 euro avrai un Corriere tutto a colori.

Se non conosci ancora la radio ti ricordo le sue frequenze: Courmayeur 103.8 - La Salle 93.7 - Saint-Nicolas 107.6 - Aosta 107.8 - Saint-Vincent 107.4 - Bassa Valle 107.8 - Brusson 88.5 - Ayas 107.6 - Valtournenche 107.6 - Valle del Gran San Bernardo 107.6 e Valgrisenche 88.0.

Buon ascolto.

Angelo Aresu (#Fiaip): «non ci si può improvvisare agenti immobiliari»

Angelo Aresu
Questa settimana proponiamo un’intervista ad Angelo Aresu, nuovo presidente della Fiaip Valle
d’Aosta.

Il suo è un passaggio di consegne all’insegna della continuità e della novità si potrebbe dire?
All'insegna della continuità in quanto la Fiaip continua a porsi l'obietti-vo di diventare punto di riferimento degli utenti del mercato immobiliare valdostano. Professionalità, etica e trasparenza sono i sani principi che animano il sindacato che sin dalla sua costituzione è stato realizzato grazie all'impegno del Presidente uscente Roberto Nale che in questi anni con sacrificio è riuscito ad organizzare un sindacato in grado di dare un servizio ai colleghi agenti immobiliari.

Lei dove svolge la sua attività? E come si è avvicinato a questa professione?
Io svolgo la mia attività presso le sedi dell'Augusta Praetoria Immobiliare. Una si trova in via Croce di Città e l'altra in Sarre. Mi sono avvicinato alla professione terminati gli studi dopo una breve parentesi presso una testata giornalistica locale. Ho poi conosciuto uno dei miei attuali soci, Fabio Ottonelli insieme a Stefano Calabro e Marilena Caponnetti, e ho affrontato questo percorso per poi diventare a tutti gli effetti un agente immobiliare con i giusti requisiti che la normativa prevede.

Il mercato valdostano ha due specializzazioni: prima casa e turistico. Qual è la situazione?
Direi simile. La crisi economica ha influenzato il mercato valdostano come quello di tutta Italia. Le
difficoltà sono legate all'accesso al credito e, in questi giorni, si sente anche molto parlare dell'elevata tassazione fiscale sulla casa e sicuramente hanno ambedue influenzato il trend complessivo pena-lizzando il mercato. In merito al credito nel 2014 sembrerebbero esserci delle prospettive di miglioramento da parte di alcuni gruppi bancari che disporrebbero di maggiore liquidità da immettere nell'economia reale e, dunque, da destinare anche a mutui.

Lei ha evidenziato il tema della tassazione non solo in virtù degli aumenti, ma pure delle continue modifiche...
Nell'ultimo anno si sono verificate una trentina di modifiche in merito a norme fiscali sulla casa. Io ritengo che il mercato sia in questa fase per alcune scelte a livello politico fatte in modo affrettato e poco congruo. Ad ogni modo a livello locale l'offerta di unità immobiliare è parecchio superiore alla domanda. C'è stato sicuramente un ribasso dei prezzi e questo ha fatto sì che gli utenti si possano avvicinare all'acquisto di un immobile con la speranza di accedere ai mutui che sono comunque in calo.

In Valle il calo dei mutui si è fatto molto sentire...
E' proprio legato al calo delle compravendite. Se mettiamo a confronto il primo semestre 2012 con
quello 2013 ci accorgiamo che nel capoluogo non c'è stata un enorme differenza. E' chiaro però che la domanda è inferiore all'offerta. Ci sono alcuni comuni dove nell'anno 2013 non è stata effettuata neppure una compravendita.

Per voi è anche molto importante il riconoscimento della professionalità…
Non ci si può improvvisare agenti immobiliari. In questi anni il messaggio che abbiamo cercato di fa-re arrivare all'utente è che l'agente deve essere un professionista, esperto in materia e in grado di dare
all'utente le informazioni di cui ha bisogno per gestire la vendita o la locazione di un immobile sia dal
punto di vista fiscale che urbanistico. In questo momento la crisi di mercato ha fatto una vera selezione. Molti colleghi sono stati costretti in questi ultimi anni a chiudere le loro aziende cercando un altro impiego. In un settore che però in tre anni ha perso circa il 50% del mercato e i cui ricavi sono legati al valore dei beni trattati che hanno perso il 25% è chiaro che non c'è spazio per nuove imprese o, comunque, non ci sarà più spazio per chi si improvvisa.

Voi avete anche sottoscritto un accordo con Confindustria. In cosa consiste?
E' una scelta effettuata con la nascita del Collegio regionale. La Fiaip ha aderito come socio  aggregato in quanto hanno come scopo comune la rappresentanza e la tutela degli interessi comuni dei propri associati. Vogliamo poter assumere un ruolo di maggiore incidenza presso gli interlocutori istituzionali. La FIaip usufruisce di una serie di servizi messi a disposizione da parte di Confindustria: dalla sede per le conferenze ai corsi di formazione.

Una novità da annunciare come Fiaip?
La novità riguarda la professionalità. La Fiaip cercherà di collaborare con le istituzioni al fine di combattere l'abusivismo e permettere la regolarizzazione delle agenzie presenti sul territorio affinché tutte le agenzie possano essere trasparenti ed imprimere la giusta fiducia che l'utente richiede.

Il sogno imprenditoriale?
Riuscire a creare una rete sempre più capillare sul territorio, cercando di potenziare i contatti soprattutto con il mercato estero. Per quanto riguarda la Fiaip più che un sogno è proprio quello di riuscire a diventare il punto di riferimento degli utenti del mercato regionale

29 gennaio 2014

Il Mondo agricolo valdostano secondo #Coldiretti

Giuseppe Balicco
Doppia inter vista sul mondo agricolo a Giuseppe Balicco e Ezio Mossoni, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti. Questo testo è già stato pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta.

ll settore agricolo sembrerebbe a livello nazionale patire la crisi meno di altri settori. Ciò non toglie che fare agricoltura in montagna presenta problemi grossi e la crisi non aiuta... 
Mossoni: Dal punto di vista economico complessivo l’agricoltura, che normalmente è già definita come un settore anti-ciclico, cioè soffre quando l’economia va bene e viceversa riesce a resistere quando va male, a livello nazionale regge. Purtroppo a livello locale scontiamo il fatto di essere stati precedentemente in una situazione migliore rispetto al resto del Paese. L’autonomia, la possibilità legislativa da parte della Regione in materia di agricoltura, e le risorse che c’erano ci hanno messo in condizioni migliori rispetto a quanto accadeva al di fuori dei confini regionali. Ora anche noi tra crisi economica, taglio delle risorse siamo in una situazione critica. C’è una forte mancanza di liquidità con mercati molto fermi e che non pagano o comunque sempre più ritardati. Questo aggredisce il settore e inevitabilmente pesa sugli investimenti.

Si parla di un ritorno dei giovani. Anche in Valle? 
Balicco: Se non ci limitiamo a questo ultimissimo periodo direi di sì. Nel medio-termine c’è sempre stato un notevole interesse da parte dei giovani. I corsi per i giovani-agricoltori realizzati dall’Amministrazione regionale sono sempre frequentati  e, per giunta, da un livello sempre più alto di giovani imprenditori che qualche volta impiantano aziende nuove, altre volte ne rilevano alcune in fase di chiusura, ma direi che si tratta di una presenza mediamente buona in Valle d’Aosta

Quali sono i numeri del settore?
Mossoni: C’è stato un costante calo degli addetti. I professionali,  cioè quelli che lavorano esclusivamente nel settore agricolo e sono iscritti alle liste previdenziali  dell’Inps, attualmente sono intorno ai 1400, cioè 1400 piccole imprese. Il settore trainante sia come volume d’affari che come addetti è quello zootecnico. Soprattutto in questo settore c’è stato un calo degli addetti, ma un calo non equivalente delle superfici, questo significa che molte superfici sono state recuperate e che conseguentemente è aumentata la dimensione media aziendale. Ciò significa che andiamo sempre più verso aziende più strutturate. La tipica azienda familiare, con pochi capi,  limitata alla sussistenza tende a sparire. Le aziende che si stanno formando sono dunque più tese al mercato, con un numero di capi e di superfici più alto. Il settore viticolo è un po’ particolare che nella nostra regione gode di una salute migliore anche per il valore aggiunto superiore che si riesce ad avere sul prodotto.

Il giro di affari?
Mossoni: Una cinquantina di milioni. In gran parte zootecnico. La viticoltura pesa per sette e poi numeri più ridotti per ortofrutta, miele e piccoli frutti.

 La Valle sul fronte dei fondi europei si è ben distinta con percentuali di spesa superiori al 70%, ma adesso  si deve individuare politica agricola comune da attuare in Italia. Quali sono le vostre principali preoccupazioni? 
Balicco: Noi abbiamo sollecitato l’Assessorato in merito e abbiamo compreso che anche lui è molto sensibile al tema. L’Italia dovrà dare delle indicazioni valide su tutto il territorio entro giugno. Indicazioni che dovrebbero essere il risultato di una concertazione tra Stato e Regioni. Noi abbiamo invitato l’Assessore per cercare di fare sinergie con altre regioni di montagna in modo da individuare dei percorsi che possano essere alla fine favorevoli. Ci sono aiuti aggiuntivi per le piccole aziende, per quelle di montagna, per i primi ettari, la definizione dell’agricoltore professionale sono tutte condizioni che ben si calano sul nostro territorio e, quindi, sarà importante che le decisioni prese a livello nazionale facciano sì che gli aiuti che arriveranno agli agricoltori valdostani possano essere interessanti…

La difesa del made in Italy è un tassello fondamentale... 
Balicco: Ovviamente.

 
Ezio Mossoni
La Borsa dei prodotti agricoli si inserisce in questa logica. Come è andata la prima edizione?
Mossoni: C’è stata un’ottima adesione da parte degli agricoltori, l’utenza invece è stata un po’ inferiore rispetto alle attese. Alcuni contatti sono stati proficui e già portati a termine. L’iniziativa è senz’altro da ripetere in quanto l’esperienza, maturata con i vari mercatini che annualmente organizziamo, ci insegna che la valutazione non va fatta alla sera, ma nel lungo periodo. All’interno di queste manifestazioni, di queste possibilità di fare rete ci si conosce e spesso i risultati arrivano sempre nel medio-lungo periodo.

Nel messaggio per la Giornata nazionale del Ringraziamento i Vescovi italiani scrivono «Non sempre, nelle famiglie e nelle scuole, c’è stima adeguata per chi sceglie di fare l’imprenditore agricolo». Anche in Valle è così? E se è così che cosa si dovrebbe fare per modificare questa situazione? 
Balicco: Direi che questo vale soprattutto per le grandi aree urbane. E anche in quelle aree si sta riducendo anche grazie alle campagne di valorizzazione dei prodotti, contro gli Ogm. Iniziative che vanno a favore sia del consumatore che dell’agricoltore. Rinsaldano il rapporto tra chi vive in città e chi in campagna. Tanto è vero che abbiamo dei livelli molto alti di iscrizione all’Institut Agricole e pure nelle altre scuole e istituti agricoli a livello nazionale. E’ uno degli indirizzi di studio che in questo momento è più ricercato.

Come giudicate il dialogo con la Giunta regionale?  E con il mondo politico in generale?
Mossoni: Direi che molto buono. C’è la possibilità di un contatto immediato. Noi soprattutto come organizzazioni professionali abbiamo la  possibilità di confrontarci in maniera più diretta. E’ chiaro che sulle problematiche ci muove ognuno nel rispetto dei propri ruoli. Attualmente il problema più grande nel mondo agricolo consiste nel taglio delle risorse per la Regione e a ricaduta sull’entità degli aiuti del settore.

Una raccomandazione, una richiesta, un appello, da fare al mondo politico?
Balicco: Dobbiamo lavorare tutti quanti insieme da una parte per cercare di risolvere il problema delle risorse e mantenere vivo il settore. Però sempre insieme contemporaneamente dobbiamo lavorare per una forte valorizzazione del prodotto. Il nostro prodotto principe, che è la fontina, è sottopagato. Il latte è sottopagato. C’è uno studio recentissimo molto interessante dell’Inea dove si stabiliscono quali sono i costi di produzione del latte dal quale si evince chiaramente che l’agricoltore, l’allevatore oggi ogni litro di latte che produce è in perdita di venti centesimi come minimo. Questo prezzo va a ricaduta su quello della fontina dove in effetti ci sono ancora maggiori costi e quindi noi dobbiamo cercare assolutamente -  come già fatto in altri settore, ad esempio il vino -  di valorizzare il prodotto. Penso ad esempio a dei premi per chi produce con grande qualità. Se gli aiuti saranno sempre meno noi dobbiamo da un lato sburocratizzare e quindi abbassare i costi e dall’altro aumentare il valore aggiunto del prodotto che vendiamo. Questa è l’unico sistema per tenere in piedi il settore, altrimenti è destinato al tracollo.

Spesso si mette la Valle a paragone con il Trentino. C’è qualcosa che vorrebbe rubare a questo modello?
Mossoni: Credo sia giusto dire pur essendo accomunati dal fatto di essere entrambe zone di montagna, dal punto di vista produttivo, sociale ed economico, le differenze sono notevoli. Da loro il settore zootecnico non è così rilevante, mentre da noi lo è tantissimo. Il Trentino gode di una situazione dove le quote sono molto più basse, dove le dimensioni, soprattutto della zona centrale, e mi riferisco alla produzione delle mele, è assolutamente da non mettere in rapporto con la nostra. Di conseguenza hanno delle politiche molto interessanti, anche una rigidità rispetto alle regole da cui dovremmo imparare, ma in sintesi non hanno una situazione così uguale alla nostra. C’è la filosofia della gente di montagna però poi concretamente si parla di produzioni non confrontabili. Mi viene perfino da dire che le nostre mele sono perfino migliori visto il limitato uso di prodotti.

Ma la scelta del zootecnico fatta negli anni ’70 era l’unica possibile? In fondo ha costi più alti?
Mossoni: Dal punto di vista territoriale diventava difficile ipotizzare scenari diversi. Magari qualche vigneto e frutteto in più. Abbiamo delle fotografie degli anni ’50 dove vediamo che sulle coste, nella bassa valle c’è orzo, grano seminati fino ad altezze rilevanti, ma  immaginiamo i costi che oggi avrebbe realizzare simili lavorazioni. Quelle erano situazioni in cui l’agricoltura non era di produzione, ma di sussistenza. Non si faceva caso ai costi.

Il 2014 di Coldiretti Valle d'Aosta e di quella nazionale?
Balicco: La nostra filosofia anche a seguito del cambio della Presidenza nazionale, con un giovanissimo presidente di Settimo, prevede un forte impegno nella tutela del made in Italy, del prodotto locale, la filiera corta per diminuire i costi e aggiungerei la valorizzazione del territorio, della famiglia diretto-coltivatrice con un particolare riguardo in questo momento di crisi a chi si occupa di agricoltura a tempo pieno.

Sei un aspirante giovane imprenditore? Leggi subito questo post!

Arriva in Valle d'Aosta la pre-incubazione. 

Ne avevo già scritto in un precedente post, ma oggi mi preme segnalare sul portale Esspress un articolo di servizio con tutto quello che c'è da sapere sull'Espace Innovation, cioè lo spazio fisico, ma non solo, disponibile presso la Pépinière di Aosta ed il Polo Tecnologico di Verrès, per tutti coloro che hanno un'idea innovativa e che vogliono impostare un nuovo progetto imprenditoriale, attraverso un programma strutturato ed assistito.

28 gennaio 2014

#Confartigianato: Leonardo #Cassata Presidente Noleggiatori valdostani


Il 28 gennaio la categoria dei noleggiatori con conducente aderenti alla Confartigianato ha rinnovato il suo direttivo che sarà composto da Leonardo Cassata, Presidente, Franco Lavalle, vice, e Marco Porceillon, Adriano Masala e Romano Vesan, consiglieri. Il presidente regionale farà anche parte del Consiglio nazionale di categoria. 

Nella stessa seduta è stato anche  redatto un documento che sarà sottoposto al confronto con le altre Associazioni a difesa della categoria. 

30 e 31 gennaio torna la Fiera di Sant'Orso

Come ogni anno, mille espositori, tra artisti ed artigiani valdostani, presentano con orgoglio e legittima soddisfazione i frutti del loro lavoro, svolto come hobby o come vera e propria attività professionale.
Sul Corriere della Valle in edicola troverai i consueti servizi.
Buona Fiera  a tutti!

26 gennaio 2014

Lanièce e Marguerettaz: Governo #Letta? Fiducia vacillante

Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz

Propongo l'intervista realizzata ai parlamentari valdostani Albert Lanièce e Rudy Marguerettaz pubblicata sul Corriere di alcune settimane fa.

In questo momento come si struttura il vostro impegno romano?
Lanièce: L’impegno romano è caratterizzato da una presenza in Senato in funzione dell’attività delle commissioni permanenti, bicamerali e dell'Aula; di norma è richiesta la presenza dal martedì al giovedì ma spesso, in questa legislatura, i lavori iniziano già il lunedì e si protraggono al venerdì o a oltranza durante i periodi più impegnativi.
Marguerettaz: Devo dire che il lavoro parlamentare è più impegnativo di quanto pensassi, soprattutto per la responsabilità che comporta. Personalmente ho avvertito questo carico di responsabilità che i valdostani hanno voluto affidarmi fin dall’inizio della legislatura. I primi mesi li ho dedicati, forzatamente, allo studio dei meccanismi e delle procedure parlamentari, cercando di mettere a frutto la mia passata esperienza politica e amministrativa. Mi sono quindi dedicato allo studio degli atti, cercando, in modo particolare, di focalizzare la mia attenzione su iniziative e proposte che potessero avere ripercussioni dirette per la Valle e, specificatamente, per la nostra autonomia. Sono momenti, quelli dello studio degli atti, evidentemente molto importanti, ma che bisogna spesso esercitare ricavando il tempo al di fuori degli impegni d’aula e di commissione. Le riunioni dell’assemblea e delle commissioni, infatti, sono convocate tutte le settimane, mediamente per quattro giorni. E’ poi importante, direi molto importante, il tempo dedicato ai rapporti politici, a quegli incontri, cioè, con Ministri, Vice-ministri, Sottosegretari, Capi di gabinetto, per cercare di dare risposte alle aspettative della Regione, dei Comuni, dei cittadini.

Il provvedimento più importante di cui vi siete occupati riguardante la Valle d’Aosta
Lanièce: Su molti provvedimenti legislativi il nostro impegno è spesso riferito a tutelare ciò che la nostra Regione, e le Provincie Autonome, prevedono già nei vari argomenti che si stanno esaminando: si tratta di predisporre e inserire "norme di salvaguardia" che hanno lo scopo di tutelare le nostre normative "speciali" e lo Statuto Speciale. Un provvedimento, in particolare, che mi ha visto impegnato nel corso dell’ultimo mese è stato l emendamento che ha evitato alla nostra Regione di pagare Trenitalia per l’anno 2013, accollando questo onere, che ammonta a 23 milioni di euro ,allo Stato (rimangono tuttora degli aspetti  di criticità per noi da definire meglio con l’applicazione delle norme di attuazione sul trasporto ferroviario ).
Marguerettaz: Sia per i contenuti, sia per l’impegno che ha richiesto, è stata la recente legge di stabilità: quella che, una volta, si definiva “la finanziaria”. Sono stati quindici giorni molto intensi, con sedute-fiume della commissione, che si protraevano, sovente, fino a notte inoltrata. Abbiamo cercato, col Senatore Lanièce, di porre rimedio alle tante penalizzazioni nei confronti della Valle d’Aosta, con risultati, devo ammetterlo, inferiori alle aspettative. Se è vero che siamo riusciti, con i nostri emendamenti, ad evitare che fossero addebitati alla Regione ulteriori 23 mln di spesa per i servizi di Trenitalia e a definire che, entro il mese di giugno 2014, si giunga ad un trasferimento delle competenze sulla ferrovia, è altrettanto vero che, come abbiamo fortemente denunciato, i tagli al Bilancio regionale che derivano da questa legge di stabilità, rimangono esagerati e decisamente iniqui. Non è pensabile, ad esempio, che la Valle d’Aosta debba accollarsi circa il 10% del contributo a carico delle Regioni a Statuto speciale per il risanamento delle finanze dello Stato, così come grida vendetta l’obbligo, per la Valle, di partecipare alla riduzione del fondo del Sistema Sanitario Nazionale, dal momento che non ne usufruisce. L’impegno che siamo riusciti a fare assumere al Governo è di organizzare un tavolo istituzionale con la nostra Regione, per affrontare le varie problematiche finanziarie, a partire dalla ricerca di un accordo sul Patto di stabilità.

E quello di tipo nazionale?
Lanièce: A livello nazionale il nostro appoggio all'attuale governo Letta ha il senso, da una parte, di assunzione di responsabilità nel garantire una amministrazione (nonostante molte criticità) al nostro Paese in questo momento storico molto difficile (sopratutto nei confronti dell’Unione Europea), dall'altra nel cercare di mantenere buoni rapporti di collaborazione con le strutture dei vari ministeri con l’unico scopo di ottenere la massima collaborazione nei vari provvedimenti che interessano la nostra Valle, evitando un possibile isolamento che sarebbe veramente deleterio per noi.
Marguerettaz: Credo che il cosiddetto “Decreto Fare” sia l’atto più significativo assunto da questo Governo negli otto mesi di attività. Un decreto con cui, una volta tanto, si è cercato di affiancare ad un’esasperata  politica del rigore un’iniziativa tendente alla semplificazione burocratica e, seppur molto timidamente, alla ripresa economica. Tra l’altro è proprio grazie a questo decreto che si sono destinati circa 27 mln alla nostra Regione, che permetteranno l’acquisto di treni bimodali per il miglioramento del collegamento ferroviario col Piemonte. Sottolineo anche l’obbligo, per le Pubbliche amministrazioni, di dare risposte ai cittadini e alle imprese in tempi certi. Tempi che, qualora non fossero rispettati, comporterebbero un obbligo di indennizzo ai richiedenti da parte delle amministrazioni inadempienti.

Un contributo personale che avete offerto all’aula?
Marguerettaz: Oltre ai già accennati interventi sulla legge di stabilità, ho avuto modo di prendere la parola nei dibattiti sulle varie mozioni di fiducia al Governo, in difesa del bilinguismo, in varie dichiarazioni di voto su questo o quel provvedimento. Se ne devo sceglierne uno, ricorderei il contributo nel dibattito sulla legge contro l’omofobia. Ho cercato di illustrare all’aula, con toni pacati, la mia contrarietà a questa proposta, portando delle ragioni che sono state condivise da colleghi di diversi partiti. Ho definito questa legge inutile e subdola: inutile perché gli atti di violenza nei confronti delle persone omosessuali potevano già essere considerati nell’attuale codice penale, all’interno dei cosiddetti “motivi abbietti”, senza dover necessariamente ricorrere ad una normativa ad hoc; subdola perché il vero obiettivo che si voleva raggiungere con l’approvazione di questa legge era, da un lato, il riconoscimento da parte dello Stato di una categoria di persone sulla base del loro orientamento sessuale (?!), dall’altro, come dichiarato dagli stessi promotori dell’iniziativa, si voleva una legge “propedeutica” al raggiungimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso e, successivamente, alla possibilità di adozione di figli. E’ inoltre una legge pericolosa perché lascerà alla decisione del giudice di turno tracciare il limite tra la discriminazione e la libertà di pensiero. Credo non sia superfluo aggiungere che non sono queste le priorità che il Paese attende.

Il vostro giudizio sul Governo mi sembra si sia modificato in questi mesi. Che cosa pensate del governo Letta? E sulla legislatura?
Lanièce: Il governo Letta ha fatto ciò che ha potuto, in questi mesi, tenendo conto del fatto che non ci sono risorse finanziarie per poter portare avanti una reale politica di ripresa nei vari settori , soprattutto in quello del lavoro. Dal punto di vista delle riforme costituzionale, che erano state annunciate (e che ci hanno visti e ci vedranno molto vigili sulla tutela della nostra Autonomia) all’inizio della legislatura, si registra un grave ritardo dovuto alle grandi novità politiche degli ultimo mesi (spaccatura del Pdl , di Scelta civica, nuovo segretario Pd) che hanno influito in modo negativo sul crono-programma previsto dal Governo.
Per quanto riguarda l’azione del Governo verso la nostra Regione, rimangono ancora delle criticità importanti soprattutto nei rapporti con il ministero delle Finanze per ciò che riguarda il patto di stabilità, l 'argomento delle "accise" , la quota di compartecipazione della nostra Regione al risanamento dello Stato. Tutti argomenti che per noi, con l’attuale interpretazione della Ragioneria dello Stato, rappresentano un aspetto decisamente negativo per ciò che riguarda il trasferimento delle risorse da parte dell’Amministrazione centrale alla Valle. Stiamo poi aspettando la nomina – finalmente - della commissione Paritetica per poter portare a compimento l’iter delle norme di attuazione che da anni stanno aspettando il loro completamento (argomento che a più riprese abbiamo sollecitato ai Ministri competenti e al Presidente Letta), come il completamento dell’accordo sul federalismo fiscale, i trasporti ferroviari, catasto, sanità penitenziaria, ordinamento linguistico.
Marguerettaz: E’ vero: come ho avuto modo di dire intervenendo in aula, la nostra fiducia sta vacillando. Il Governo Letta, nato come “larghe intese” per le riforme istituzionali, per rifare la legge elettorale e per favorire una ripresa economica, non ha finora dato risultati soddisfacenti. Mi si dirà che otto mesi di attività non sono molti per poter realizzare gli obiettivi, tuttavia la nostra preoccupazione rimane, soprattutto se guardiamo al mancato seguito che hanno avuto le parole di Letta nel momento del suo insediamento, quando prometteva di “valorizzare le autonomie speciali”. Su questo punto, in particolare, noi auspichiamo un’inversione di tendenza rispetto al passato Governo, a partire da una maggiore equità nei sacrifici richiesti alla Valle d’Aosta e da un rilancio della sua specialità all’interno di quelle che saranno le future riforme costituzionali. L’anno appena iniziato sarà decisivo sotto vari aspetti, a partire dai rapporti con l’Unione europea. Nel 2014, infatti, si rinnoverà il Parlamento europeo e, nel secondo semestre, l’Italia avrà la Presidenza della Commissione: un’occasione importante per poter rinegoziare gli impegni assunti dal nostro Paese, che si stanno rivelando troppo rigidi e fortemente limitativi per favorire la tanto auspicata ripresa economica. In merito poi alla legislatura va detto che questa nasce tra mille difficoltà. Il risultato elettorale ha, di fatto, creato per un lungo periodo una situazione di stallo, protrattosi per i tentativi iniziali del Centro-sinistra di giungere ad un accordo col Movimento 5 stelle, portando poi alla soluzione del Governo delle larghe intese. Ricordo anche il momento di grave sbandamento istituzionale, quando si è dovuto procedere all’elezione del Presidente della Repubblica, che ha portato gli esponenti di numerosi Partiti (anche di quelli che oggi lo denigrano) a chiedere la disponibilità di ricandidarsi a Giorgio Napolitano. Una legislatura che non ha mai interrotto la campagna elettorale: col fatto che nuove elezioni sono sempre dietro l’angolo, i Partiti non hanno mai abbassato la guardia, mantenendo, appunto, un’impostazione da campagna elettorale. A parte l’atteggiamento del Movimento 5 stelle che, volendo distruggere il sistema, vuole raggiungere il 51% dei consensi e quindi, finchè non raggiungerà quest’obiettivo, manterrà perennemente i toni alti tipici delle elezioni, anche Forza Italia prima, e, dopo il recente Congresso, anche il PD, sembrano contribuire a creare un clima di scarsa serenità. Una legislatura che, dato lo stato delle cose, dovrebbe impegnare le forze politiche a darsi un serio sistema elettorale, che garantisca la governabilità, a fare le riforme più urgenti, come quelle costituzionali, per poi chiudersi rapidamente.

In materia di riforme quali hanno il vostro appoggio e quali no?
Lanièce: Preferirei aspettare ad esprimermi quando ci saranno delle proposte concrete sul tappeto.
Marguerettaz: Tutte le riforme tendenti a semplificare, a ridurre i costi, ad abbattere l’eccessiva burocrazia avranno il nostro appoggio. Nella fattispecie, sarà indispensabile giungere al superamento del bicameralismo perfetto che, se aveva un senso all’alba della repubblica, oggi appare come un meccanismo farraginoso e inutile. Questo significa, come proponiamo da anni, che si dovrebbe ripensare al ruolo del Senato, trasformandolo in un organismo rappresentativo delle Regioni, ed affidare alla sola Camera il potere legislativo e di fiducia al Governo. Questa riforma porterebbe, da un lato, ad una velocizzazione dei tempi di risposta della politica e, dall’altro, ad un superamento dei diversi organismi pensati oggi per garantire un collegamento tra lo Stato e le Regioni. Accanto a questa riforma ritengo importante che si giunga ad una significativa riduzione del numero di Parlamentari, oggi davvero troppo numeroso (e oneroso). Nella riforma del titolo V della Costituzione e, in particolare, dell’art. 116, dove si fa riferimento alle Regioni a Statuto speciale, dovremo, come Parlamentari valdostani, mantenere alta la guardia. L’obiettivo minimo, logicamente, sarà quello di conservare la nostra specialità (cosa non così scontata viste le riflessioni fatte da alcuni saggi nominati nella commissione per le proposte di riforma), ma, se riusciremo, cercheremo di far inserire nella nuova Carta il principio dell’intesa, in modo da dare, finalmente, una tutela costituzionale  al nostro Statuto speciale.

25 gennaio 2014

#Forum permanente del #Terzosettore Valle d’#Aosta: eletti gli organi statutari


Sono Francesca Testa e Andrea Borney i due portavoce del Forum Regionale del Terzo Settore della Valle d'Aosta. La nuova realtà, già presente in altre regioni italiane, ha visto la luce sabato 18 gennaio al Csv di Aosta con l’approvazione dello Statuto e l’elezioni degli organi.

Presenti all’appuntamento 44 associazioni operanti in Valle d’Aosta, 39 delle quali hanno deciso di aderire al Forum. Oltre ai portavoce sono stati quindi eletti Fabio Molino, coordinatore del Csv, nel ruolo di segretario, Simone Agrestini, Marco Saivetto e Aurelio Verzi, nel collegio dei revisori e Nadia Malesani, Anna Maria Minuzzo e Mariagrazia Vacchina, nel collegio dei Garanti. Il Coordinamento regionale, invece, sarà formato da Giancarlo Civiero, David Catani, Luisa Trione, Ivan Rollandin, Riccardo Jacquemod, Sabina Fazari e Fabio Protasoni.

Il Forum rappresenta un mondo  composto da 1.319 entità non profit, occupa oltre 2.700 addetti producendo almeno il 4% del Pil regionale.

«In Valle d'Aosta finalmente si è colmato un vuoto, dopo un processo se vogliamo molto rapido, che ha visto una pluralità di realtà riunite nel comitato promotore.  – sottolinea il portavoce, Andrea BorneyC’è l'esigenza di nuove modalità di dialogo tra la Pubblica Amministrazione e il terzo settore, in virtù dei profondi cambiamenti sociali in atto e la necessità di ridisegnare le politiche di welfare in percorsi il più possibile condivisi che premino i processi dal basso. Solo con il dialogo e solo ascoltando le antenne sensibili del territorio e coinvolgendole in tali processi, infatti, la Pubblica Amministrazione potrà dare risposte concrete ed efficaci per uscire da questo momento di difficoltà.  Siamo appena nati e ci aspetta un duro lavoro dove ognuno di noi si deve spogliare della propria casacca e uscire dall'autoreferenzialità, portando però le competenze e le esperienze della propria realtà a favore del bene comune. È una grande sfida ma siamo pronti a coglierla».

Ai lavori dell’Assemblea ha partecipato anche, come ospite, Stefano tassinari, Coordinatore nazionale del Forum del Terzo Settore. «In un momento di crisi dove sono più le cose che muoiono rispetto a quelle che nascono – ha commentato Tassinari  è importante fare nascere qualcosa. La forza del Forum è la capacità di parlare con le persone e non solo con le istituzioni. È importante di fronte a questa crisi non vedersi da soli ma insieme, e soprattutto vedersi attori e non stare lì ad aspettare che qualcuno ci risolva i problemi. È poi necessario provare a cambiare questo modello economico, e si può fare solo dal basso».

Marco Martin (Lo Triolet): «Spero che in Valle d#Aosta i Vigneron siano più considerati»

Marco Martin
Intervista a Marco Martin, titolare dell'etichetta Lo Triolet.

Lo Triolet ha appena compiuto vent'anni di vita. Una bella età. Possiamo provare a raccontare un po' di storia dell'azienda?
Quando ho iniziato non pensavo sicuramente che sarebbe stato il mio lavoro principale. Difatti dopo l'Institut agricole e gli studi fuori regione ho iniziato a lavorare presso l'amministrazione regionale come tecnico nel settore viticolo e casualmente ero proprio fianco a fianco a Vincent Grosjean e da lì mi è scattata la molla di provarci. Inizialmente era la voglia di provare a mettermi un po' in discussione. Fare un po' di bottiglie per hobby.

E invece...
E invece poi nel tempo, soprattutto negli ultimi anni, è aumentata la consapevolezza di poter fare dei vini di qualità confrontandosi anche con prodotti di altre regioni. Questo ha dato l'impulso per ampliare i vigneti e fare un po' di investimenti.

Che cosa ha imparato in questi vent'anni?
Ho compreso che si può imparare a fare qualsiasi a patto di avere la giusta dose di umiltà ma allo stesso temo senza avere paura di puntare in alto, a fare il massimo.

Una curiosità. Come mai il nome Triolet?
L'ho scelto nel 1993 perché in quel momento facevo soltanto Pinot grigio e avevo nei miei vigneti tre cloni di Pinot grigio. Dovevo dare un nome di fantasia. L'accostamento tre-triolet è stato immediato. Un nome musicale, facile da pronuciare.

Quali sono le tipologie di vino proposte?
Nella mia azienda produco soprattutto vini internazionali. Con il Pinot Gris realizzo tre tipologie diverse: uno affinato in acciaio, uno in barrique e un passito chiamato Mistigri. Poi come bianchi faccio il Gewurztraminer e il Muscat Petit Grain. Infine per i rossi Gamay, Pinot Noir. un Nus, assemblaggio di vien de Nus, Petit Rouge e Cornalin, il Coteau Barrage, che prende nome da un vigneto che coltivo a Nus, 80% Sirah e 20% Fumin, e poi  il Fumin in purezza.

I vigneti sono in zone molto diverse?
Noi abbiamo i bianchi abbastanza in alto, dagli 800 ai 900 metri, in alta valle, mentre i rossi li coltivo soprattutto nella zona di Nus a 600 metri.

Quanti ettari?
Ci avviciniamo a cinque ettari con una produzione di quasi 50mila bottiglie.

Di recente avete presentato l'ultimo nato: l'Heritage. Di cosa si tratta?
E' nato dall'idea di trovare un'espressione ancora superiore rispetto ai vini che già realizzavo quelli per festeggiare questi vent'anni di attività e utilizzando i vitigni che ho già in azienda, quelli più tardivi, cioè il Sirah e Fumin. Sia sul Coteau Barrage sia sul Fumin utilizzo la tecnica dell'appassimento ma qui ho voluto vinificare soltanto uve appassite e, quindi, la tipologia che ne consegue è un vino più concentrato in quanto le uve tengono una parte di acqua e se il vino ha inizialmente un potenziale di 13 gradi qui si arriva a 15, simile all'amarone, allo sforzato. L'aspetto più interessante è che non si tratta di una novità per la Valle d'Aosta. Già il mitico Lorenzo Francesco Gatta nel 1883 nel suo «Saggio intorno alle viti e ai vini della Valle d'Aosta» scriveva di «vini di lusso» ottenuti da uve vinificate a gennaio, ma vendemmiate a ottobre e appese in fienili, in zone ventilate,  fatte appassire per alcuni mesi e poi vinificate con una concentrazione zuccherina molto elevata.

Si tratta di una superselezione. Di bottiglie dell'Heritage ne sono state prodotte soltanto 600. Come mai questa scelta?
Intanto perché volevo anche io rendermi conto del prodotto che usciva e devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni e penso di riproporlo in futuro e poi va detto che per l'appassimento delle uve bisogna essere organizzati e non è così semplice realizzarlo in grande scala.

Questo vino ha una dedica...
Ho voluto dedicarlo a mio suocero Egidio Bionaz, mancato un anno fa, e che in questi anni mi ha aiutato molto nella mia attività e mi insegnato ad amare il lavoro del vigneron. In merito vorrei raccontare un piccolo aneddoto. Tutti gli anni noi come molti vigneron andiamo in vacanza all'inizio di settembre per una settimana in quanto è il momento in cui l'uva non è ancora pronta e noi abbiamo finito le consegne estive e lui si stupiva che noi andassimo in vacanza proprio in quel periodo quando c'era la possibilità di andare in vigna e vedere maturare l'uva giorno per giorno. Questa è secondo me l'essenza della passione del Vigneron.

Come commercializzate i vostri prodotti? Sta aumentando la vendita in cantina?
Il vino è commercializzato per il 50% in Valle d'Aosta, un 15% in Italia e un 30-35% all'estero, soprattutto Stati Uniti. In cantina devo dire che è aumentata molto la vendita. Molta gente, soprattutto turisti, ma pure locali, che conoscono i vini nei ristoranti e poi vengono a cercarmi. La cosa fa piacere. E' bello incontrare un turista che è in vacanza in Valle e desidera venire in cantina, conoscere il produttore e sapere come lo produci. Oltre alla vendita è un riconoscimento, uno stimolo ad andare avanti.

Farinetti, il fondatore di Eataly,  l'ultima volta che è venuto in Valle d'Aosta, ha detto che il vignaiolo è il più bel lavoro del mondo in quanto sono più lavori in uno: dal vignaiolo al responsabile marketing, al direttore commerciale. Insomma si deve saper fare un po' di tutto. Immagino però che significhi anche confrontarsi con tanta burocrazia?
E' vero che è un mestiere bello ma complicato. Dobbiamo fare prima i viticoltori poi confrontarci con tutto quello che è l'enologia, cioè vinificare, e poi tutta la parte contabile dei registri da compilare giorno per giorno ed è molto complessa. Dopodiché c'è la vendita. Sovente anche noi, soprattutto quando si tratta di aziende di piccole dimensioni, come la nostra, dobbiamo adattarci a fare un po' di tutto e non sempre riusciamo a fare tutto bene in quanto non possiamo magari permetterci un enologo o un commerciale. La difficoltà è proprio cercare di fare bene tutti i pezzetti...

Però il sapere fare il vino conta ancora parecchio...
Molta gente dice che il vino è più difficile venderlo che farlo, ma io non sono d'accordo. Se il vino è buono si vende comunque.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Dopo vent'anni di attività senz'altro migliorare ancora i miei prodotti, magari farne qualcun altro nuovo e poi in prospettiva mi auguro che l'attività che ho creato sia portata avanti dai figli o dai nipoti. Questo per quanto riguarda l'attività aziendale. Poi più in generale quando vado in zone dove la viticoltura è più radicata, come la Borgogna o il vicino Vallese, provo una certa invidia in quanto i vigneron sono più considerati, la viticoltura è importante per tutta la regione. In Valle non è ancora così e spero in futuro che il vigneron valdostano possa trovarsi in un contesto in cui la sua attività sia maggiormente riconosciuta.
 

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