26 gennaio 2014

Lanièce e Marguerettaz: Governo #Letta? Fiducia vacillante

Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz

Propongo l'intervista realizzata ai parlamentari valdostani Albert Lanièce e Rudy Marguerettaz pubblicata sul Corriere di alcune settimane fa.

In questo momento come si struttura il vostro impegno romano?
Lanièce: L’impegno romano è caratterizzato da una presenza in Senato in funzione dell’attività delle commissioni permanenti, bicamerali e dell'Aula; di norma è richiesta la presenza dal martedì al giovedì ma spesso, in questa legislatura, i lavori iniziano già il lunedì e si protraggono al venerdì o a oltranza durante i periodi più impegnativi.
Marguerettaz: Devo dire che il lavoro parlamentare è più impegnativo di quanto pensassi, soprattutto per la responsabilità che comporta. Personalmente ho avvertito questo carico di responsabilità che i valdostani hanno voluto affidarmi fin dall’inizio della legislatura. I primi mesi li ho dedicati, forzatamente, allo studio dei meccanismi e delle procedure parlamentari, cercando di mettere a frutto la mia passata esperienza politica e amministrativa. Mi sono quindi dedicato allo studio degli atti, cercando, in modo particolare, di focalizzare la mia attenzione su iniziative e proposte che potessero avere ripercussioni dirette per la Valle e, specificatamente, per la nostra autonomia. Sono momenti, quelli dello studio degli atti, evidentemente molto importanti, ma che bisogna spesso esercitare ricavando il tempo al di fuori degli impegni d’aula e di commissione. Le riunioni dell’assemblea e delle commissioni, infatti, sono convocate tutte le settimane, mediamente per quattro giorni. E’ poi importante, direi molto importante, il tempo dedicato ai rapporti politici, a quegli incontri, cioè, con Ministri, Vice-ministri, Sottosegretari, Capi di gabinetto, per cercare di dare risposte alle aspettative della Regione, dei Comuni, dei cittadini.

Il provvedimento più importante di cui vi siete occupati riguardante la Valle d’Aosta
Lanièce: Su molti provvedimenti legislativi il nostro impegno è spesso riferito a tutelare ciò che la nostra Regione, e le Provincie Autonome, prevedono già nei vari argomenti che si stanno esaminando: si tratta di predisporre e inserire "norme di salvaguardia" che hanno lo scopo di tutelare le nostre normative "speciali" e lo Statuto Speciale. Un provvedimento, in particolare, che mi ha visto impegnato nel corso dell’ultimo mese è stato l emendamento che ha evitato alla nostra Regione di pagare Trenitalia per l’anno 2013, accollando questo onere, che ammonta a 23 milioni di euro ,allo Stato (rimangono tuttora degli aspetti  di criticità per noi da definire meglio con l’applicazione delle norme di attuazione sul trasporto ferroviario ).
Marguerettaz: Sia per i contenuti, sia per l’impegno che ha richiesto, è stata la recente legge di stabilità: quella che, una volta, si definiva “la finanziaria”. Sono stati quindici giorni molto intensi, con sedute-fiume della commissione, che si protraevano, sovente, fino a notte inoltrata. Abbiamo cercato, col Senatore Lanièce, di porre rimedio alle tante penalizzazioni nei confronti della Valle d’Aosta, con risultati, devo ammetterlo, inferiori alle aspettative. Se è vero che siamo riusciti, con i nostri emendamenti, ad evitare che fossero addebitati alla Regione ulteriori 23 mln di spesa per i servizi di Trenitalia e a definire che, entro il mese di giugno 2014, si giunga ad un trasferimento delle competenze sulla ferrovia, è altrettanto vero che, come abbiamo fortemente denunciato, i tagli al Bilancio regionale che derivano da questa legge di stabilità, rimangono esagerati e decisamente iniqui. Non è pensabile, ad esempio, che la Valle d’Aosta debba accollarsi circa il 10% del contributo a carico delle Regioni a Statuto speciale per il risanamento delle finanze dello Stato, così come grida vendetta l’obbligo, per la Valle, di partecipare alla riduzione del fondo del Sistema Sanitario Nazionale, dal momento che non ne usufruisce. L’impegno che siamo riusciti a fare assumere al Governo è di organizzare un tavolo istituzionale con la nostra Regione, per affrontare le varie problematiche finanziarie, a partire dalla ricerca di un accordo sul Patto di stabilità.

E quello di tipo nazionale?
Lanièce: A livello nazionale il nostro appoggio all'attuale governo Letta ha il senso, da una parte, di assunzione di responsabilità nel garantire una amministrazione (nonostante molte criticità) al nostro Paese in questo momento storico molto difficile (sopratutto nei confronti dell’Unione Europea), dall'altra nel cercare di mantenere buoni rapporti di collaborazione con le strutture dei vari ministeri con l’unico scopo di ottenere la massima collaborazione nei vari provvedimenti che interessano la nostra Valle, evitando un possibile isolamento che sarebbe veramente deleterio per noi.
Marguerettaz: Credo che il cosiddetto “Decreto Fare” sia l’atto più significativo assunto da questo Governo negli otto mesi di attività. Un decreto con cui, una volta tanto, si è cercato di affiancare ad un’esasperata  politica del rigore un’iniziativa tendente alla semplificazione burocratica e, seppur molto timidamente, alla ripresa economica. Tra l’altro è proprio grazie a questo decreto che si sono destinati circa 27 mln alla nostra Regione, che permetteranno l’acquisto di treni bimodali per il miglioramento del collegamento ferroviario col Piemonte. Sottolineo anche l’obbligo, per le Pubbliche amministrazioni, di dare risposte ai cittadini e alle imprese in tempi certi. Tempi che, qualora non fossero rispettati, comporterebbero un obbligo di indennizzo ai richiedenti da parte delle amministrazioni inadempienti.

Un contributo personale che avete offerto all’aula?
Marguerettaz: Oltre ai già accennati interventi sulla legge di stabilità, ho avuto modo di prendere la parola nei dibattiti sulle varie mozioni di fiducia al Governo, in difesa del bilinguismo, in varie dichiarazioni di voto su questo o quel provvedimento. Se ne devo sceglierne uno, ricorderei il contributo nel dibattito sulla legge contro l’omofobia. Ho cercato di illustrare all’aula, con toni pacati, la mia contrarietà a questa proposta, portando delle ragioni che sono state condivise da colleghi di diversi partiti. Ho definito questa legge inutile e subdola: inutile perché gli atti di violenza nei confronti delle persone omosessuali potevano già essere considerati nell’attuale codice penale, all’interno dei cosiddetti “motivi abbietti”, senza dover necessariamente ricorrere ad una normativa ad hoc; subdola perché il vero obiettivo che si voleva raggiungere con l’approvazione di questa legge era, da un lato, il riconoscimento da parte dello Stato di una categoria di persone sulla base del loro orientamento sessuale (?!), dall’altro, come dichiarato dagli stessi promotori dell’iniziativa, si voleva una legge “propedeutica” al raggiungimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso e, successivamente, alla possibilità di adozione di figli. E’ inoltre una legge pericolosa perché lascerà alla decisione del giudice di turno tracciare il limite tra la discriminazione e la libertà di pensiero. Credo non sia superfluo aggiungere che non sono queste le priorità che il Paese attende.

Il vostro giudizio sul Governo mi sembra si sia modificato in questi mesi. Che cosa pensate del governo Letta? E sulla legislatura?
Lanièce: Il governo Letta ha fatto ciò che ha potuto, in questi mesi, tenendo conto del fatto che non ci sono risorse finanziarie per poter portare avanti una reale politica di ripresa nei vari settori , soprattutto in quello del lavoro. Dal punto di vista delle riforme costituzionale, che erano state annunciate (e che ci hanno visti e ci vedranno molto vigili sulla tutela della nostra Autonomia) all’inizio della legislatura, si registra un grave ritardo dovuto alle grandi novità politiche degli ultimo mesi (spaccatura del Pdl , di Scelta civica, nuovo segretario Pd) che hanno influito in modo negativo sul crono-programma previsto dal Governo.
Per quanto riguarda l’azione del Governo verso la nostra Regione, rimangono ancora delle criticità importanti soprattutto nei rapporti con il ministero delle Finanze per ciò che riguarda il patto di stabilità, l 'argomento delle "accise" , la quota di compartecipazione della nostra Regione al risanamento dello Stato. Tutti argomenti che per noi, con l’attuale interpretazione della Ragioneria dello Stato, rappresentano un aspetto decisamente negativo per ciò che riguarda il trasferimento delle risorse da parte dell’Amministrazione centrale alla Valle. Stiamo poi aspettando la nomina – finalmente - della commissione Paritetica per poter portare a compimento l’iter delle norme di attuazione che da anni stanno aspettando il loro completamento (argomento che a più riprese abbiamo sollecitato ai Ministri competenti e al Presidente Letta), come il completamento dell’accordo sul federalismo fiscale, i trasporti ferroviari, catasto, sanità penitenziaria, ordinamento linguistico.
Marguerettaz: E’ vero: come ho avuto modo di dire intervenendo in aula, la nostra fiducia sta vacillando. Il Governo Letta, nato come “larghe intese” per le riforme istituzionali, per rifare la legge elettorale e per favorire una ripresa economica, non ha finora dato risultati soddisfacenti. Mi si dirà che otto mesi di attività non sono molti per poter realizzare gli obiettivi, tuttavia la nostra preoccupazione rimane, soprattutto se guardiamo al mancato seguito che hanno avuto le parole di Letta nel momento del suo insediamento, quando prometteva di “valorizzare le autonomie speciali”. Su questo punto, in particolare, noi auspichiamo un’inversione di tendenza rispetto al passato Governo, a partire da una maggiore equità nei sacrifici richiesti alla Valle d’Aosta e da un rilancio della sua specialità all’interno di quelle che saranno le future riforme costituzionali. L’anno appena iniziato sarà decisivo sotto vari aspetti, a partire dai rapporti con l’Unione europea. Nel 2014, infatti, si rinnoverà il Parlamento europeo e, nel secondo semestre, l’Italia avrà la Presidenza della Commissione: un’occasione importante per poter rinegoziare gli impegni assunti dal nostro Paese, che si stanno rivelando troppo rigidi e fortemente limitativi per favorire la tanto auspicata ripresa economica. In merito poi alla legislatura va detto che questa nasce tra mille difficoltà. Il risultato elettorale ha, di fatto, creato per un lungo periodo una situazione di stallo, protrattosi per i tentativi iniziali del Centro-sinistra di giungere ad un accordo col Movimento 5 stelle, portando poi alla soluzione del Governo delle larghe intese. Ricordo anche il momento di grave sbandamento istituzionale, quando si è dovuto procedere all’elezione del Presidente della Repubblica, che ha portato gli esponenti di numerosi Partiti (anche di quelli che oggi lo denigrano) a chiedere la disponibilità di ricandidarsi a Giorgio Napolitano. Una legislatura che non ha mai interrotto la campagna elettorale: col fatto che nuove elezioni sono sempre dietro l’angolo, i Partiti non hanno mai abbassato la guardia, mantenendo, appunto, un’impostazione da campagna elettorale. A parte l’atteggiamento del Movimento 5 stelle che, volendo distruggere il sistema, vuole raggiungere il 51% dei consensi e quindi, finchè non raggiungerà quest’obiettivo, manterrà perennemente i toni alti tipici delle elezioni, anche Forza Italia prima, e, dopo il recente Congresso, anche il PD, sembrano contribuire a creare un clima di scarsa serenità. Una legislatura che, dato lo stato delle cose, dovrebbe impegnare le forze politiche a darsi un serio sistema elettorale, che garantisca la governabilità, a fare le riforme più urgenti, come quelle costituzionali, per poi chiudersi rapidamente.

In materia di riforme quali hanno il vostro appoggio e quali no?
Lanièce: Preferirei aspettare ad esprimermi quando ci saranno delle proposte concrete sul tappeto.
Marguerettaz: Tutte le riforme tendenti a semplificare, a ridurre i costi, ad abbattere l’eccessiva burocrazia avranno il nostro appoggio. Nella fattispecie, sarà indispensabile giungere al superamento del bicameralismo perfetto che, se aveva un senso all’alba della repubblica, oggi appare come un meccanismo farraginoso e inutile. Questo significa, come proponiamo da anni, che si dovrebbe ripensare al ruolo del Senato, trasformandolo in un organismo rappresentativo delle Regioni, ed affidare alla sola Camera il potere legislativo e di fiducia al Governo. Questa riforma porterebbe, da un lato, ad una velocizzazione dei tempi di risposta della politica e, dall’altro, ad un superamento dei diversi organismi pensati oggi per garantire un collegamento tra lo Stato e le Regioni. Accanto a questa riforma ritengo importante che si giunga ad una significativa riduzione del numero di Parlamentari, oggi davvero troppo numeroso (e oneroso). Nella riforma del titolo V della Costituzione e, in particolare, dell’art. 116, dove si fa riferimento alle Regioni a Statuto speciale, dovremo, come Parlamentari valdostani, mantenere alta la guardia. L’obiettivo minimo, logicamente, sarà quello di conservare la nostra specialità (cosa non così scontata viste le riflessioni fatte da alcuni saggi nominati nella commissione per le proposte di riforma), ma, se riusciremo, cercheremo di far inserire nella nuova Carta il principio dell’intesa, in modo da dare, finalmente, una tutela costituzionale  al nostro Statuto speciale.

1 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

La dichiarazione sul principio dell'intesa da parte del maestro di scuola elementare Marguerettaz dimostra la sua posizione anticattolica visto che, per fanatismo ideologico, si oppone alle libere scelte linguistiche frutto della specificità culturale delle persone, uniche e irripetibili creature di Dio.
Tale balordo principio comporterebbe il blocco, da parte del consiglio regionale asservito a un anticattolico talebanismo integralista, di proposte governative volte a dare al cittadino il diritto di determinare lui il suo percorso linguistico, senza concedere tale facoltà a fanatici fuori del tempo e del mondo.

 

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