Voi portate avanti un lavoro antico?
Il
nostro è un savoir faire di lunga data. Effettivamente diventa
difficile risalire ad una data precisa in cui ha visto la luce questa
tradizione della tessitura della lana. Però grazie a tutta una serie
di testimonianze orali e scritte che sono riuscita a raccogliere fino
ad ora possiamo dire che quello del tisserand è sempre stato un
mestiere che ha contraddistinto i Valgrisen tant'è che è diventato
il simbolo di Valgrisenche che è diventato le pays des tisserands.
Come è strutturata la vostra azienda?
La
nostra cooperativa quando è nata nel 1969 era composta da un
aventina di tessitori e soci. Poi nel tempo, proprio perché è
diventato sempre più un lavoro a tempo indeterminato e che prendeva
tutto l'anno, ci siamo ritrovate in tre. Siamo tre socie lavoratrici,
e poi abbiamo la collaborazione di diverse realtà che possono essere
laboratori sartoriali, artigiani del cuoio e del legno che
collaborano con noi per realizzare tutti i manufatti che noi creiamo.
Come
li commercializzate?
Innanzitutto
presso il nostro atelier a Valgrisenche c'è il negozio dove è
possibile vedere, toccare con mano tutto il procedimento dei nostri
manufatti a telaio ed acquistarli. Poi ovviamente al giorno d'oggi
non si può fare a meno dell'uso dei social e di internet per cui ci
siamo anche agganciati ad un portale di e-commerce che è quello di
Tascapan sul quale si possono trovare alcuni nostri prodotti. Siamo
presenti nelle boutique Ivat in tutta la Regione Valle d'Aosta e poi
cerchiamo di scegliere anche con cura le piazze, le fiere e gli
eventi a cui partecipare per mostrare e raccontare, soprattutto, i
nostri manufatti. Quello che ci interessa soprattutto e non tanto la
quantità quanto la qualità. Ci piace anche poter raccontare come
nascono i nostri prodotti, quali valori portano con sé, in quanto ci
rendiamo conto che ovunque andiamo con il drap di Valgrisenche
raccontiamo della nostra Valle, della cultura, della memoria. Quindi,
alla fine, avere un nostro manufatto è un po' impossessarsi di un
patrimonio materiale e immateriale.
Quali
sono le difficoltà del fare impresa per una cooperativa come la
vostra?
Sono
tante. Nel nostro caso che siamo una piccolissima impresa la prima
difficoltà è trovarci in un luogo poco conosciuto, poco
frequentato, un po' fuori dalle folle, dalle masse. Diventa perciò
sempre più importante cercare di farsi notare, di far parlare di sé,
di arrivare al pubblico attraverso anche mezzi alternativi. Se la
gente non viene da noi siamo noi a dover andare da loro. E poi la
difficoltà sta anche nel che cosa vendiamo. Il nostro manufatto è
un qualcosa che una volta aveva a che fare con la necessità del
quotidiano. I tisserands di Valgrisenche tessevano metri e metri di
stoffa perché dovevano coprirsi, proteggersi dal freddo. Al giorno
d'oggi questo non è più necessario. Diventa quindi un surplus, un
vezzo e perciò diventa sempre più importante raggiungere quel tipo
di pubblico che è attento all'uso delle materie prime, alla filiera
di trasformazione, a un po' quello che sta dietro il valore stesso
del prodotto.
Come
avete imparato il mestiere?
Io
mi sono avvicinata alla Cooperativa vivendo qui a Valgrisenche un po'
per curiosità. Volevo addentrarmi
un po' più nel mestiere e così ho
iniziato con un corso di tessitura organizzato da les Tisserands e
poi sempre più mi avvicinavo a questo telaio più mi veniva voglia
di sperimentare, conoscere, approfondire il suo funzionamento. La
formazione comunque è continua e riusciamo così a migliorare. I
giovani che invece frequentano le scuole di Valgrisenche hanno la
fortuna di impararlo sin da piccoli. Alle scuole elementari fin dagli
anni '70 la Cooperativa va ad insegnare, due ore a settimana, la
tessitura del drap a telaio. E' un'ottima occasione per far sì che
questo savoir faire non scompaia.
Mestieri
come i vostri andrebbero protetti. Cosa viene fatto a livello di ente
pubblico?
Noi
siamo consapevoli di essere un po' custodi di questa memoria e grazie
alla legge 44 del 1991 che tutela e incentiva le lavorazioni tipiche
tradizionali riceviamo un sostegno da parte della Regione. In questi
mesi è oggetto di valutazione un nuovo disegno di legge che andrebbe
a modificare leggermente questa legge e, quindi, prossimamente
vedremo quali sviluppi ci saranno. Però questo non fa altro che
renderci più responsabili del nostro ruolo e dell'importanza di
continuare ad esistere, mettendoci entusiasmo, passione, sudore nel
cercare di far vivere questo mestiere che è bellissimo e molto
creativo e proprio per la sua valenza anche storico-culturale ci
passiona davvero tanto.
Voi
collaborate con Valgrisa. Ci sono altre partnership?
Noi
da sempre amiamo cercare di fare rete sul territorio valdostano. La
collaborazione con Valgrisa è ormai decennale per la fornitura di
alcuni tessuti in lana rosset. Noi abbiamo cercato di portare avanti
collaborazioni con altri atelier sartoriali o artigiani del cuoio con
i quali abbiamo creato dei manufatti unici o anche artigiani del
ligneo che ci aiutano ad impreziosire i nostri capi di abbigliamento.
Ed è qualcosa a cui crediamo molto. L'unione fa la forza. Puntare su
un prodotto che sia al 100% valdostano. Non solo un prodotto
esclusivo ma la valorizzazione di una filiera virtuosa e delle
imprese artigiane valdostane.
Ci
sono delle novità in vista per il 2016 da annunciare a ImpresaVda?
Ogni
anno innoviamo e creiamo nuovi manufatti. Se verrete nel nostro
laboratorio avrete la possibilità di vedere i nuovi colori di
quest'anno con i quali ci stiamo sbizzarrendo nel creare nuove
sciarpe e nuovi tessuti. Ma le novità riguarderanno soprattutto le
iniziative. In particolare vorremmo riprendere un discorso iniziato
anni fa sulla tintura naturale e, quindi, vi invitiamo a tenere
d'occhio il nostro sito e la nostra pagina facebook perché vorremmo
riorganizzare nel mese di Luglio dei corsi di tintura naturale con
degli esperti proprio per vedere la magia dei colori naturali e
quello che si può fare utilizzando semplici fiori, piante e radici
che si possono reperire sul territorio. E poi abbiamo in mente nuovi
progetti di collaborazione per creare delle nuove linee di accessori
e di abbigliamento.
Un
sogno imprenditoriale da realizzare?
Di
sogni ne abbiamo tanti ed è anche il motore che ci fa andare avanti
anche nei momenti difficili. Vorremmo diventare un punto di
riferimento per tutte quelle imprese che cercano un tessuto in pura
lana, che seguono quei principi di equità ed hanno un po' i nostri
stessi obiettivi. Vorremmo diventare fornitori di tutte e quelle
aziende, designer, sartorie, tappezzieri, che in qualche modo cercano
un manufatto artigianale e di qualità. E poi vorremmo che l'intera
Valgrisenche diventasse un luogo di riferimento, di incontro per
tutto ciò che riguarda il mondo della lana. Noi da anni valorizziamo
la lana rosset, questa lana autoctona, e vorremmo che la gente
potesse venire da noi con la consapevolezza di trovare sempre questa
materia, di incontrarsi con esperti del mondo della lana, e anche
noi vorremmo poter organizzare dei momenti di incontro-confronto e
formazione sul mondo della lana e della tessitura.
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