14 novembre 2019

Massimo Lattanzi: #BancaMediolanum da 30 anni al fianco dei valdostani


Questa settimana proponiamo l’intervista a Massimo Lattanzi,  con cui ricordiamo i 30 anni di Banca Mediolanum in Valle d’Aosta.

Un anniversario importante. Come è nato tutto?  
E’ nato come nascono molte imprese. Da una visione, un progetto industriale nuovo in un contesto di cambiamento, un’illuminazione di una grande imprenditore Ennio Doris che vide attraverso il suo lavoro di consulente la necessità di inventare un nuovo modello di banca e di lanciarlo sul mercato

Lei era già in Mediolanum agli inizi anche a livello nazionale. Cosa ricorda? 
sono cambiati i consumi nel vostro settore?
Ricordo che quando mi proposero di iniziare questa avventura, in particolare per la Valle d’Aosta, eravamo in un contesto totalmente diverso: gli istituti bancari erano quelli che da 500 anni governavano il mondo, la fiducia dei risparmiatori nei confronti delle banche era ai massimi livelli. Gli strumenti finanziari che mia mamma trovava in banca soddisfavano i bisogni delle famiglie e, quindi, immaginare un così grande cambiamento a distanza di 30 anni dopo e dire facciamo di quel cambiamento che sta arrivando qualcosa che possa aiutare i risparmiatori fu una proposta che mi affascinò molto. Da lì iniziò con entusiasmo e passione, insieme ad altri colleghi e collaboratori, l’avventura di portare Mediolanum in Valle d’Aosta con questa idea innovativa di essere non solo una banca di prodotti per il cliente, ma un punto di riferimento della consulenza.

Cosa significa fare oggi credito in Valle d’Aosta?
Significa fare una parte di quello che una Banca dovrebbe fare, cioè occuparsi di un settore che può essere di credito per il consumo o per le imprese. Noi dobbiamo ricordare che in questo momento stiamo vivendo una era epocale. I tassi di interesse sono i più bassi da sempre, cioè da quando esiste il tasso di interesse. Addirittura in certi casi sono negativi come sappiamo dai giornali. Quindi oggi dare credito significa dare dei servizi che permettono alle persone di realizzare i loro bisogni, i loro sogni, comprarsi la casa, magari finanziare l’impresa. Ma fatto in un contesto di tassi bassi va fatto con grande oculatezza. Non dobbiamo mai dimenticare che un istituto di credito presta i soldi degli altri clienti che hanno posto fiducia in quella Banca e hanno depositato presso l’Istituto le loro risorse. L’abbassamento dei tassi di interesse impone e in più la BCE con l’organo di sorveglianza impongono delle relazioni molto più attente, più puntuali su chi può restituire il credito che viene erogato. Ma il credito è soltanto uno degli asset che l’Istituto oggi dovrebbe utilizzare per soddisfare i bisogni di una famiglia e di una impresa che sono anche i più globali, più ampi, più variegati.

State facendo una importante campagna di sensibilizzazione Nazionale sulla Protezione del Capitale Umano, di cosa si tratta? 
Noi arriviamo da una storia che nasce da un consulente finanziario, Ennio Doris, che incontra un falegname il quale gli dice “signor Doris le do 10 milioni del mio patrimonio, lo faccia fruttare bene, ma si ricordi che io non mi posso permettere di ammalarmi perché non avrei i soldi per mantenere la mia famiglia”. Naturalmente si riferiva a gravi incidenti, a gravi infortuni. Dai calli delle mani di quel falegname si sviluppa l’intuizione del Presidente Doris di fare una banca costruita intorno al cliente e ai suoi bisogni. L’aspetto della produzione del reddito perché è di questo che parliamo quando ci occupiamo di una assicurazione. In questo senso il mercato è tutto da orientare in quanto il primo pensiero va alla polizza assicurativa che ci copre i piccoli infortuni, quando in realtà il vero tema che oggi va affrontato visto il contesto radicalmente cambiato, viste le liste di attesa, il costo delle badanti, della terza età, delle spese sanitarie o ancora quello che è il progetto di una famiglia, cioè creare un patrimonio per i propri figli, comprarsi una casa…Ecco tutto poi alla fine si concentra su quel reddito che mensilmente entra nella cassa della famiglia. Proteggere quel capitale umano per noi è stata dall’inizio una missione. Un approccio non all’assicurazione, ma ai bisogni di proteggere i patrimoni, le case, i redditi delle famiglie da imprevisti gravi, malattie o infortuni che possono travolgere anche i famosi 10 milioni di euro investiti che diventano nulla se succede qualcosa di importante ad una famiglia.

Come siete strutturati in Valle?
L’intuizione del Presidente Doris fu quella di non aprire decine o centinaia di filiali su tutto il territorio per poi ritrovarsi con costi impossibili da sostenere con un mercato che già con Mastricht prevedeva una riduzione dei tassi di interesse. Quindi abbiamo due family office, cioè agenzie dove è possibile ricevere la consulenza. M ai nostri clienti non hanno bisogno di andare in banca a fare le operazioni. In realtà più nessuno lo fa, ormai si fanno dal computer che sia per la famigli o per l’impresa. Noi ormai siamo il modello cui tutti un po’ tendono, cioè poche filiali con tanta consulenza dentro. Ecco perché anche in Valle d’Aosta abbiamo una struttura con una quindicina di consulenti e quindi non di impiegati che utilizzano i prodotti e i servizi che il sistema bancario e assicurativo mette a disposizione per soddisfare i bisogni delle persone. L’obiettivo è molto preciso ed è stato ribadito nell’ultima convention dal nostro Presidente: Banca Mediolanum in soli 21 anni è diventata la quarta banca di questo Paese con il più alto coefficiente di sicurezza d’Europa. Considerato il bisogno di consulenza, il cambiamento, la necessità delle famiglie e delle imprese di avere interlocutori preparati e noi lo siamo di diventare il punto di riferimento per le famiglie italiane

Lei per Mediolanum si occupa anche di formazione...
Assolutamente sì. Banca Mediolanum è l’unica Banca al mondo che ha una sua Università, la Mediolanum Corporate University, che serve come strumento di formazione di alto livello, visto che siamo in partnership con la Bocconi e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e che forma i nostri consulenti, i nostri family banker, i nostri manager, e lo fa in maniera costante, quotidiana. Tutte le settimane abbiamo le aule universitarie piene anche perché ogni settimana cambiano le regole, anche le novità mutano con grande velocità, pure i prodotti, i servizi. Quindi occorre quella competenza che è alla base di quel sapere che poi diventa poter essere d’aiuto alla famiglia o all’imprenditore.

Il vostro è studio vero e proprio…
Tutti i giorni. Io stesso negli ultimi 12 mesi ho dato 11 esami interni alla Banca perché pur essendo ai massimi livelli non si può affrontare il futuro con le armi culturali del passato. Diversamente si va incontro a grandi difficoltà.

Come intendete festeggiare l’anniversario?
Ci stiamo lavorando. Non vorrei togliere la sorpresa. Sicuramente entro la fine di quest’anno faremo un grande evento che, per ora, posso soltanto anticipare che sarà orientato ad aiutare chi è in difficoltà. Vogliamo festeggiare la fortuna che questa azienda ha avuto in questi 30 anni non dimenticando le persone che faticano ad arrivare a fine mese.

Un sogno da realizzare come Mediolanum Valle d’Aosta?
Ogni impresa si pone degli obiettivi. Noi abbiamo l’obiettivo molto grande di diventare il punto di riferimento per tutte le famiglie italiane e quindi anche in Valle d’Aosta. Oggi siamo la quarta banca del Paese ma con un piccolo numero di clienti di conseguenza c’è un enorme spazio per il tipo di offerta che noi oggi proponiamo cioè la partnership con il cliente, il sedersi al tavolo e ragionare sui cambiamenti di vita, sull’invecchiamento della popolazione, sul futuro dei nostri figli, sul mantenimento del tenore di vita. Sono tutti processi che si possono affrontare non con una banca tradizionale, ma con una che nella sua storia ha fatto della consulenza il cavallo di battaglia. Questo è il nostro approccio, questa è a nostra missione: essere utili alle famiglie valdostane per la pianificazione del loro futuro.



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