Questa settimana
proponiamo l’intervista a Massimo Lattanzi, con cui ricordiamo i 30 anni
di Banca Mediolanum in Valle d’Aosta.
Un anniversario importante. Come è nato tutto?
E’ nato come
nascono molte imprese. Da una visione, un progetto industriale nuovo in un
contesto di cambiamento, un’illuminazione di una grande imprenditore Ennio
Doris che vide attraverso il suo lavoro di consulente la necessità di inventare
un nuovo modello di banca e di lanciarlo sul mercato
Lei era già in Mediolanum agli inizi anche a livello nazionale.
Cosa ricorda?
sono cambiati i consumi nel vostro settore?
Ricordo che quando
mi proposero di iniziare questa avventura, in particolare per la Valle d’Aosta,
eravamo in un contesto totalmente diverso: gli istituti bancari erano quelli
che da 500 anni governavano il mondo, la fiducia dei risparmiatori nei
confronti delle banche era ai massimi livelli. Gli strumenti finanziari che mia
mamma trovava in banca soddisfavano i bisogni delle famiglie e, quindi,
immaginare un così grande cambiamento a distanza di 30 anni dopo e dire
facciamo di quel cambiamento che sta arrivando qualcosa che possa aiutare i
risparmiatori fu una proposta che mi affascinò molto. Da lì iniziò con
entusiasmo e passione, insieme ad altri colleghi e collaboratori, l’avventura
di portare Mediolanum in Valle d’Aosta con questa idea innovativa di essere non
solo una banca di prodotti per il cliente, ma un punto di riferimento della
consulenza.
Cosa significa fare oggi credito in Valle d’Aosta?
Significa fare una
parte di quello che una Banca dovrebbe fare, cioè occuparsi di un settore che
può essere di credito per il consumo o per le imprese. Noi dobbiamo ricordare
che in questo momento stiamo vivendo una era epocale. I tassi di interesse sono
i più bassi da sempre, cioè da quando esiste il tasso di interesse. Addirittura
in certi casi sono negativi come sappiamo dai giornali. Quindi oggi dare
credito significa dare dei servizi che permettono alle persone di realizzare i
loro bisogni, i loro sogni, comprarsi la casa, magari finanziare l’impresa. Ma
fatto in un contesto di tassi bassi va fatto con grande oculatezza. Non
dobbiamo mai dimenticare che un istituto di credito presta i soldi degli altri
clienti che hanno posto fiducia in quella Banca e hanno depositato presso l’Istituto
le loro risorse. L’abbassamento dei tassi di interesse impone e in più la BCE
con l’organo di sorveglianza impongono delle relazioni molto più attente, più
puntuali su chi può restituire il credito che viene erogato. Ma il credito è
soltanto uno degli asset che l’Istituto oggi dovrebbe utilizzare per soddisfare
i bisogni di una famiglia e di una impresa che sono anche i più globali, più
ampi, più variegati.
State facendo una importante campagna di sensibilizzazione
Nazionale sulla Protezione del Capitale Umano, di cosa si tratta?
Noi arriviamo da
una storia che nasce da un consulente finanziario, Ennio Doris, che incontra un
falegname il quale gli dice “signor Doris le do 10 milioni del mio patrimonio,
lo faccia fruttare bene, ma si ricordi che io non mi posso permettere di ammalarmi
perché non avrei i soldi per mantenere la mia famiglia”. Naturalmente si
riferiva a gravi incidenti, a gravi infortuni. Dai calli delle mani di quel
falegname si sviluppa l’intuizione del Presidente Doris di fare una banca
costruita intorno al cliente e ai suoi bisogni. L’aspetto della produzione del
reddito perché è di questo che parliamo quando ci occupiamo di una
assicurazione. In questo senso il mercato è tutto da orientare in quanto il
primo pensiero va alla polizza assicurativa che ci copre i piccoli infortuni,
quando in realtà il vero tema che oggi va affrontato visto il contesto
radicalmente cambiato, viste le liste di attesa, il costo delle badanti, della
terza età, delle spese sanitarie o ancora quello che è il progetto di una
famiglia, cioè creare un patrimonio per i propri figli, comprarsi una casa…Ecco
tutto poi alla fine si concentra su quel reddito che mensilmente entra nella
cassa della famiglia. Proteggere quel capitale umano per noi è stata dall’inizio
una missione. Un approccio non all’assicurazione, ma ai bisogni di proteggere i
patrimoni, le case, i redditi delle famiglie da imprevisti gravi, malattie o
infortuni che possono travolgere anche i famosi 10 milioni di euro investiti
che diventano nulla se succede qualcosa di importante ad una famiglia.
Come siete strutturati in Valle?
L’intuizione del
Presidente Doris fu quella di non aprire decine o centinaia di filiali su tutto
il territorio per poi ritrovarsi con costi impossibili da sostenere con un
mercato che già con Mastricht prevedeva una riduzione dei tassi di interesse.
Quindi abbiamo due family office, cioè agenzie dove è possibile ricevere la
consulenza. M ai nostri clienti non hanno bisogno di andare in banca a fare le
operazioni. In realtà più nessuno lo fa, ormai si fanno dal computer che sia
per la famigli o per l’impresa. Noi ormai siamo il modello cui tutti un po’
tendono, cioè poche filiali con tanta consulenza dentro. Ecco perché anche in
Valle d’Aosta abbiamo una struttura con una quindicina di consulenti e quindi
non di impiegati che utilizzano i prodotti e i servizi che il sistema bancario
e assicurativo mette a disposizione per soddisfare i bisogni delle persone. L’obiettivo
è molto preciso ed è stato ribadito nell’ultima convention dal nostro
Presidente: Banca Mediolanum in soli 21 anni è diventata la quarta banca di
questo Paese con il più alto coefficiente di sicurezza d’Europa. Considerato il
bisogno di consulenza, il cambiamento, la necessità delle famiglie e delle
imprese di avere interlocutori preparati e noi lo siamo di diventare il punto
di riferimento per le famiglie italiane
Assolutamente sì.
Banca Mediolanum è l’unica Banca al mondo che ha una sua Università, la
Mediolanum Corporate University, che serve come strumento di formazione di alto
livello, visto che siamo in partnership con la Bocconi e l’Università Cattolica
del Sacro Cuore, e che forma i nostri consulenti, i nostri family banker, i
nostri manager, e lo fa in maniera costante, quotidiana. Tutte le settimane
abbiamo le aule universitarie piene anche perché ogni settimana cambiano le
regole, anche le novità mutano con grande velocità, pure i prodotti, i servizi.
Quindi occorre quella competenza che è alla base di quel sapere che poi diventa
poter essere d’aiuto alla famiglia o all’imprenditore.
Il vostro è studio vero e proprio…
Tutti i giorni. Io
stesso negli ultimi 12 mesi ho dato 11 esami interni alla Banca perché pur
essendo ai massimi livelli non si può affrontare il futuro con le armi
culturali del passato. Diversamente si va incontro a grandi difficoltà.
Come intendete festeggiare l’anniversario?
Ci stiamo
lavorando. Non vorrei togliere la sorpresa. Sicuramente entro la fine di quest’anno
faremo un grande evento che, per ora, posso soltanto anticipare che sarà
orientato ad aiutare chi è in difficoltà. Vogliamo festeggiare la fortuna che
questa azienda ha avuto in questi 30 anni non dimenticando le persone che
faticano ad arrivare a fine mese.
Un sogno da realizzare come Mediolanum Valle d’Aosta?
Ogni impresa si
pone degli obiettivi. Noi abbiamo l’obiettivo molto grande di diventare il punto
di riferimento per tutte le famiglie italiane e quindi anche in Valle d’Aosta.
Oggi siamo la quarta banca del Paese ma con un piccolo numero di clienti di
conseguenza c’è un enorme spazio per il tipo di offerta che noi oggi proponiamo
cioè la partnership con il cliente, il sedersi al tavolo e ragionare sui
cambiamenti di vita, sull’invecchiamento della popolazione, sul futuro dei
nostri figli, sul mantenimento del tenore di vita. Sono tutti processi che si
possono affrontare non con una banca tradizionale, ma con una che nella sua
storia ha fatto della consulenza il cavallo di battaglia. Questo è il nostro
approccio, questa è a nostra missione: essere utili alle famiglie valdostane
per la pianificazione del loro futuro.
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