30 novembre 2008

Grimod: «Nel 2009 un Forum per pensare l'Aosta del futuro» (2)

Come già annunciato ieri eccovi la seconda parte dell'intervista al primo cittadino di Aosta. La prima la potete trovare qui. Buona lettura. Vi ricordo inoltre che dal'l11 dicembre inizia la nuova campagna abbonamenti del Corriere della Valle.

Aosta dovrà diventare davvero una città chiusa al traffico automobilistico non residenziale: diversamente l’utilizzo della metropolitana sarà decisamente minore…
Nel piano generale del traffico urbano che intendiamo realizzare senz’altro una suggestione andrà in questa direzione. Chiederemo ai professionisti cosa succede se si inserisce una metropolitana leggera in una città delle dimensioni di Aosta. Questo ovviamente comporterà quasi sicuramente una scelta molto drastica di chiusura del centro al traffico. Costringendo tutti quelli che arrivano dall’esterno a lasciare le auto nei parcheggi posizionati nelle aree periferiche della città. Anche se sono convinto che anche la crisi economica, la fine dei buoni benzina così come sono stati concepiti fino ad ora, porterà ad un maggior utilizzo del mezzo pubblico. Diventeranno centro anche via Festaz, via Torino, dove il traffico verrà vietato a tutti i non residenti. Questo vuol dire far respirare Aosta, renderla turisticamente attraente. In questo progetto dobbiamo crederci e se ci crediamo raggiungeremo l’obiettivo. Per fare tutto questo ci vuole molta compattezza a livello di forze politiche, al di là che si sia maggioranza o opposizione. La condivisione di questi temi vuol dire facilitare tutte le operazioni concernenti le autorizzazioni, i permessi, le concessioni. I finanziamenti sono una parte importante, ma prima di tutto serve questa sensibilità comune che ci permetta di superare gli steccati che a volte ci separano molto artificialmente in un consiglio comunale o in un consiglio regionale. L’ampliamento dell’Ospedale ad est oggi, ad esempio, è più facile da gestire in quanto c’è stata un’espressione popolare molto chiara in merito nel dire no all’ospedale nuovo. Questo ci permette di lavorare più serenamente.

Qual è la situazione delle piazze di Aosta? Penso a Piazza della Cattedrale: i cantieri archeologici continuano…
E’ chiaro che i grossi temi non devono distrarci dall’operare nel quotidiano. Sulle piazze di Aosta, ad esempio, noi abbiamo deciso di stralciarle dal finanziamento della legge di «Aosta Capoluogo» del 1992 perché ormai sono modificati anche i termini di intervento su queste piazze. Allora ci si proponeva di riqualificarle senza tenere conto di quello che c’era sotto. Grazie alla collaborazione dell’amministrazione regionale abbiamo oggi la possibilità di conoscere a fondo quale era la situazione archeologica di Piazza della Cattedrale, Roncas, San Francesco, Sant’Orso per cui anche le progettazioni vanno adeguate tenendo conto dei reperti trovati e delle ricchezze presenti sotto queste piazze. Questo fa sì che abbiamo chiesto di inserire le piazze nella nuova legge per Aosta che con la Regione stiamo discutendo per andarla ad approvare nel 2009. Con le sole nostre forze non avremo mai le risorse per intervenire se non facendo delle piccole
sistemazioni. Non saranno soltanto ripavimentazioni ma interventi di tipo più complessivo. Credo che nel prossimo quinquennio questo intervento sulle piazze sarà completato. Posso già anticipare che nell’ambito della ristrutturazione di Maison Lostan, oggetto di un’intesa tra Comune e Regione, l’Amministrazione regionale intende riqualificare e risistemare piazza Caveri che attualmente non si presenta in maniera dignitosa in quanto lì verranno portate
diverse iniziative di tipo museale.

Cambiamo argomento. Come è fare il sindaco in tempi di federalismo fiscale?
Purtroppo in un periodo come questo si sa da dove si parte, ma non dove si arriva. Il sistema Valle d’Aosta di autonomie locali è molto collaudato e può in qualche modo reggere grazie alla ripartizione finanziaria che la Regione attribuisce ai comuni. La finanza locale ci permette di vivere una situazione molto diversa rispetto ad altre realtà. Per un amministratore quello
che conta è la certezza delle entrate per progettare non soltanto per il domani, ma anche per il dopodomani, se manca questo diventa difficilissimo fare progetti e programmi. Per ora l’unica cosa chiara è che ci hanno tolto l’Ici e non ci sono state date nemmeno garanzie della copertura completa di questa mancata entrata. In una fase di predisposizione del bilancio non diventa facile far quadrare i conti e rischiamo – anche se noi faremo di tutto per evitarlo – di ridurre
i servizi. E in un momento in cui c’è una crisi economica forte se i comuni non riescono a
garantire la qualità dei servizi alle persone - anziani, bambini, giovani - si rischiano forti frizioni sociali. Noi abbiamo un sistema di welfare che ancora riesce a reggere, e deve reggere, soprattutto in questi momenti dove andremo forse a sacrificare altri tipi di interventi in settori diversi, ma senz’altro come amministrazione comunale non ridurremo tutto ciò che riguarda
i servizi alle persone: dai centri estivi agli asili nido, all’avviamento allo sport, all’assistenza anziani.

I parroci, ad esempio, ci segnalano che si sta sempre più diffondendo per molte famiglie il problema della quarta settimana…
La parrocchia per noi sta diventando un’importante antenna sul territorio. Bussano alle porte del parroco persone che prima non lo avevano mai fatto. Queste segnalazioni ci devono tenere in stato di allerta e insieme bisogna studiare strumenti di intervento adeguati. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 20 novembre 2008)

29 novembre 2008

Grimod: «Nel 2009 un Forum per pensare l'Aosta del futuro» (1)

Sul Corriere ho iniziato una serie di interviste alla giunta comunale di Aosta sulla falsariga di quanto già fatto per la Giunta. Come sempre le ripropongo ai visitatori del blog nella speranza che diventino anche lettori del Corriere. Cominciamo dal primo cittadino Guido Grimod con il quale ho affrontato vari nodi della vita cittadina. L'intervista è divisa in due parti. Domani potrete leggere la seconda.

Si parla tanto di piano strategico. Un lavoro imponente che andrà avanti sicuramente oltre la fine di questa legislatura. A che punto siamo?
Il Piano strategico come noi lo intendiamo deve essere uno strumento di programmazione a mediolungo termine. E’ uno sforzo attraverso il quale puntiamo a produrre materiali, documenti sufficienti per arrivare poi a convocare nei prossimi mesi – pensiamo all’inizio del 2009 – un Forum allargato a tutti i cittadini che vorranno essere della partita. A loro sarà presentato un documento finale che sarà il risultato degli approfondimenti dei gruppi di lavoro che, in questi mesi, coordinati da esperti, si stanno interrogando su quella che è e che vogliamo che sia l’identità della città di Aosta, sul suo sviluppo economico e sugli aspetti sociali che la interessano, dall’immigrazione fino alle trasformazioni più evidenti della nostra società. Il Forum sarà il primo passo per creare consenso su alcuni punti fondamentali di evoluzione della città di Aosta. Il lavoro di valutazione del materiale raccolto occuperà tutto il 2009 fino ai primi mesi del 2010, tra gennaio e febbraio, in modo da arrivare, prima dello scioglimento del Consiglio comunale, a presentare un documento in Consiglio e avere così, una volta approvato, un indirizzo generale, una cornice ben delineata, che permetta poi di sviluppare i programmi delle successive legislature. E’ chiaro che in questa fase dove elaboriamo proposte, facciamo analisi, sviluppiamo suggestioni per il futuro la quotidianità amministrativa continua e va gestita. Penso a quei progetti che stanno andando avanti e che modificheranno comunque il futuro volto di Aosta. Intendo la caserma Testafochi, dove sorgerà la cittadella universitaria, l’allargamento dell’Ospedale e, a sud della città, la famosa zona F8, cioè il parcheggio di attestamento. Sono scelte che influenzeranno anche il piano strategico.

A proposito dell’ospedale. Come sarà modificata la viabilità…
Andiamo per ordine. In questo momento stiamo sviluppando uno studio in merito a tutta l’area dove ora sorge la Caserma Testafochi che si chiamerà Piano urbano di dettaglio. Non sarà soltanto uno strumento urbanistico autorizzativo in modo da permettere di dare le concessioni edilizie, ma sarà l’occasione per valutare attentamente cosa succede in quell’area inserendo una università, cioè concretamente mille studenti, studentato, facoltà… Cosa comporta questo e cosa dobbiamo fare per riqualificare l’area circostante. Non basta intervenire solamente sulla Testafochi. Bisognerà in realtà arrivare fino al Quartiere Cogne collegando il tutto con
Piazza della Repubblica e le aree circostanti. E questo diventa uno dei temi che farà discutere e sarà oggetto di profonde trasformazioni di Aosta. Invece per quanto concerne l’ampliamento dell’Ospedale noi abbiamo avuto un finanziamento ad hoc da parte dell’amministrazione regionale di circa 300mila euro che permetterà al Comune di Aosta nei prossimi mesi, di individuare, attraverso un avviso pubblico, una società e un gruppo di professionisti esterni di altissimo livello per approfondire tutte le tematiche legate alla mobilità della città. Anche perché la risistemazione della Testafochi implica la chiusura di via Lexert e l’ampliamento dell’Ospedale significa la chiusura di viale Ginevra. Noi abbiamo sempre sostenuto la possibilità di chiudere viale Ginevra, ma bisogna trovare delle alternative. E secondo noi ci sono. Anzi sono convinto che troveremo delle soluzioni grazie alle quali sarà possibile finalmente togliere traffico da via Saint-Martin deve diventare una via residenziale a tutti gli effetti. Dove non passano più tutti per andare a lavorare…

Cioè?
Il traffico va portato più a sud dove saranno costruiti dei grandi parcheggi di assestamento con la possibilità di uscita direttamente in autostrada. Ovviamente l’autostrada dovrà trasformarsi in tangenziale. Questo è un obiettivo condiviso anche dalla Regione che lo ha inserito nel suo programma di legislatura. Poi c’è l’ultimo grande, importante intervento che va perseguito a tutti costi che consiste nell’abbassamento dell’asse ferroviario. I costi saranno elevatissimi, ma vuol dire fare realmente un’altra Aosta. Legare la parte sud della città a quella Nord è il futuro del capoluogo regionale. Senza dimenticare come nei prossimi mesi si discuterà anche molto del teleriscaldamento e della costruzione della metropolitana cittadina che attraverserebbe la città in due direzioni.

Ritenete che Aosta abbia davvero bisogno di una simile struttura? Mi riferisco alla metropolitana...
Il progetto di teleriscaldamento prepara in parte già la strada. La Regione visto che la Telcha, la società che è stata incaricata di realizzare le rete, deve costruirequesto tipo di gallerie si è detta “perché non studiamo la possibilità di una simile infrastruttura?” E’ una ipotesi che non ci dispiace. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 20 novembre 2008)

28 novembre 2008

Ecco il premio messo in palio da «ImpresaVda» per il miglior imprenditore valdostano!

Come avevo promesso a pochi giorni dalla fine del sondaggio «Vota il miglior imprenditore valdostano del 2008» rendo noto il premio che consegnerò personalmente al vincitore. Come avevo già anticipato si tratta di un oggetto dell'artigianato tipico regionale. Precisamente un «tatà», cioè la raffigurazione di un antico giocattolo in legno che rappresentava animali con le ruote. In questo caso si tratta di uno stambecco realizzato con passione e abilità dal bravo Giorgio Broglio di Donnas (che vedete anche nella foto). L'artista-artigiano che espone tutti gli anni alla fiera di Sant'Orso è un nome noto per i valdostani. Ai non valdostani - che sono sicuro rimarranno colpiti dalla bellezza di questo oggetto - consiglio il 30 e il 31 gennaio 2009 una bella visita alla Fiera. Broglio espone nei pressi delle Porte pretoriane. A buon intenditor...
Due parole infine sul soggetto scelto. Lo stambecco esprime da un lato il legame con il territorio valdostano, ma allo stesso tempo è l'emblema perfetto di alcune caratteristiche fondamentali del fare impresa, soprattutto in questa regione. Lo stambecco è infatti l'immagine della forza e della resistenza. Aggiungerei della convinzione nei propri mezzi, fondamentale per affrontare un territorio splendido ma dove non è sempre facile fare gli imprenditori. Esiste poi un'altra caratteristica che lo stambecco condivide con gli imprenditori valdostani - e questa non è sempre positiva - cioè l'essere un animale solitario. Su questo forse bisognerebbe un po' interrogarsi. La necessità di aggregarsi, di fare rete, di non dissertare troppo sull'erba eccessivamente verde del nostro vicino ci impone da tempo un cambio di marcia. Mi piacerebbe che il premio, pur nella sua artigianalità, diventasse un'occasione di discussione e incontro fra chi fa impresa. Insomma fino ad ora ho fatto un lungo viaggio ora credo che sarebbe più utile se ci fermassimo tutti a discutere. Un ultimo appello. Regaliamo al concorso un'ultima manciata di voti e magari facciamo un ultimo sforzo nel segnalare qualche azienda meritevole da inserire nelle nominations del prossimo anno. Io ho già qualche idea ma non sono ancora riuscito a coprire tutte le caselle. Postate pure nello spazio commenti. Le auto-candidature, purchè motivate, non mi scandalizzano. L'importante è che riusciate a convincermi della loro validità.

27 novembre 2008

Il Comitato territoriale di Unicredit vuole aiutare i neo-imprenditori

Si è riunito lunedì il Comitato Territoriale UniCredit Valle d’Aosta: un organismo consultivo formato da personalità dell’imprenditoria, dell’associazionismo, della cultura e della società civile, attraverso il quale il Gruppo UniCredit intende potenziare e ampliare il proprio radicamento territoriale, raccogliendo stimoli, suggerimenti e indirizzi.
«I Comitati Territoriali si muovono sul doppio binario dell’analisi e dell’individuazione delle linee strategiche in prima battuta, per poi avviare azioni specifiche per risolvere le necessità individuate», ha dichiarato Giuseppe Bordon, presidente di Confindustria Valle d’Aosta ed alla guida del Comitato dall’ottobre 2005.
«È un modo di muoversi che risponde alla mia e alla nostra mentalità di imprenditori della Valle. I progetti che abbiamo in cantiere ne sono la conferma, a cominciare dalla collaborazione con gli altri Comitati Territoriali dell’arco alpino per sviluppare iniziative comuni: partendo da un ragionamento sulla governance della risorsa idrica, abbiamo intenzione di sviluppare i temi sull’utilizzo dell’acqua, sull’energia, sulle fonti rinnovabili e sulle eccellenze energetiche presenti sul territorio alpino».
Per quanto riguarda i temi più specifici della regione, il Comitato ha affidato al Politecnico di Torino un progetto sulla «Caratterizzazione degli impianti di innevamento programmato in Valle d’Aosta» e istituito un gruppo di lavoro che, in collaborazione con Coldiretti e con i produttori di fontina, sta individuando le migliori modalità di sostegno all’allevamento montano. Sta inoltre lavorando per proporre quanto già intrapreso dal Comitato Torino-Canavese, che ha dato l’avvio con tutte le associazioni di categoria a un percorso di accompagnamento formativo e di tutoraggio per neo imprenditori, con l’obiettivo di formare una mentalità imprenditoriale che in più tenga presente le specificità della Valle.
Il progetto di sostegno all’innovazione e alla ricerca in Valle d’Aosta segue tre linee di lavoro. La prima si concretizza nella mappatura delle esigenze del territorio; la seconda prevede la predisposizione di un vademecum per la ricerca, che comprenda il censimento dei laboratori di ricerca pubblici e privati presenti in Valle, mentre la terza punta alla costituzione di dottorati di ricerca da svolgersi in azienda.
In collaborazione con la Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università di Torino, è stato infine avviato uno studio per un modello di turismo alpino sostenibile per la Valle d’Aosta che consenta di sfruttare pienamente tutte le potenzialità che la regione offre in questo campo. Lo studio porterà più avanti alla definizione di un modello di commercio montano sostenibile, finalizzato al ripopolamento delle aree montane in fase di desertificazione.

Ma che cosa sono i Comitati territoriali?
Attivi dal 2003, i Comitati Territoriali sono tavoli di lavoro, di riflessione e di pensiero. Da qui prendono vita proposte e progettualità che per la banca risultano essere un prezioso anello di congiunzione con il territorio. I Comitati rappresentano un «terminale intelligente» ed un volano importante per consentire al Gruppo di conoscere il territorio e contribuire ai processi di sviluppo. Scopo dei Comitati è anche ricercare nuove opportunità per approfondire e migliorare i rapporti tra banca e realtà imprenditoriali. I Comitati sono «laboratori di idee» che traggono forza dalle comunità e dal territorio nella sua interezza. Attraverso l'elaborazione di progetti concreti, infatti, cercano di coniugare coesione sociale e competitività per rilanciare i processi produttivi e la crescita.

Chi ne fa parte?
I componenti del Comitato sono:
Manlio Berno
Segretario Generale Assocredito Valdostana
Giuseppe Bordon
Presidente Confindustria Valle d’Aosta
Dario Ceccarelli
Ricercatore Dipartimento Politiche del Lavoro Regione Valle d’Aosta
Costantino Charrère
Socio Fondatore e Presidente Azienda Agricola Les Cretes - Aymavilles (AO)
Ferruccio Fournier
Presidente Associazione Valdostana Impianti a Fune - Saint Christophe (AO)
Massimo Léveque
Amministratore Delegato Siski Spa;
Gianfranco Marten Perolino
Vice Presidente Federation des Cooperatives Valdotaines
Marilena Péaquin
Amministratore Delegato Salumificio Maison Bertolin
Angelo Pichierri
Presidente IRES - Torino
Monica Pirovano
Amministratore Delegato CAS Cogne Acciai Speciali Spa
don Ivano Reboulaz
Presidente Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero
Piero Roullet
Socio Titolare Hotel Bellevue di Cogne
Luigino Vallet
Ex-Presidente Centro di Servizio per il Volontariato della Valle d’Aosta - Aosta
Marino Vicentini
Presidente Associazione Artigiani Valle d’Aosta
Luisa Vuillermoz
Direttore Fondation Grand-Paradis
Aldo Zappaterra
Componente Consiglio Direttivo Nazionale ANAP Confartigianato

26 novembre 2008

Satelliti made in Valle d'Aosta con 4cPolitospace

Percorso ad ostacoli per l’industria satellitare in Valle d’Aosta. A distanza di un anno sono stati fatti significativi passi avanti sul fronte della ricerca e sviluppo, ma l’insediamento vero e proprio dell’azienda sul territorio regionale a Verrès è slittato di un anno. Due le problematiche. La prima un cambiamento ai vertici aziendali dovuto alle turbolenze finanziarie mondiali. Il Politecnico di Torino nel novembre 2007 costituisce il primo spin-off in Società per Azioni dell’Ateneo, la BPSpace S.p.A. compartecipata al 25% da docenti del Politecnico di Torino (Riccardo Maggiora, Claudio Sansoè, Leonardo Reyneri e Claudio Passerone del dipartimento di ingegneria elettronica) e dall’Ateneo e al 75% dal partner australiano, BQT Satellites Ltd. La Società si occupa di security ed è controllata dalla BQT Solutions Ltd. al 60% e per il resto da un Private Equity Fund - Prime Asset Finance - che vede come suo principale investitore Abdulrahman Ahmad Falaknaz, del gruppo Falak holdings, con sede a Dubai. Ora il socio australiano ai primi di agosto è stato acquisito dalla statunitense 4controls, società quotata al Nasdaq (di qui il cambio di nome), un passaggio che ha inevitabilmente richiesto un periodo di rodaggio per metabolizzare il nuovo assetto aziendale. Dall’altro difficoltà di tipo burocratico legate ai procedimenti di autorizzazione per la ristrutturazione dell’edificio, senza contare i tempi morti indotti dai vari appuntamenti elettorali. «Ora però – osserva Claudio Sansoè – abbiamo la certezza che verrà siglato un addendum alla convenzione fatta con il Politecnico in merito alla sua presenza nel Polo Tecnologico di Verrès. La Giunta approverà l’integrazione nella sua seduta del 29 novembre e il 19 dicembre ci sarà la firma di Regione e Ateneo. A quel punto l’iter sarà finalmente avviato e il 2009 potrà diventare l’anno in cui dare concretezza al nostro progetto». «L'obiettivo finale della 4c Politospace – sottolinea Riccardo Maggiora - rimane quello di progettare e realizzare satelliti per l'osservazione della Terra in "tempo reale" basati su SAR (Radar ad Apertura Sintetica) utilizzando tecnologie e sistemi innovativi e su questo abbiamo continuato a lavorare presso l’Incubatore di imprese innovative del Politecnico. La sede di Verrès permetterà però di affrontare, come primo passo, la progettazione e la costruzione del radar». Gli attuali sistemi di elaborazione dell'immagine, spiegano i docenti, sono del tutto inadeguati alle prestazioni richieste da un satellite che abbia pretese di "tempo reale" in quanto il tempo impiegato per l'elaborazione si misura in termini di ore. «Abbiamo sviluppato – spiega Maggiora - un algoritmo ottimizzato per il primo livello di elaborazione. Abbiamo provato a realizzarlo su PC standard, ottenendo tempi dell'ordine dei 6-8 minuti, già decisamente inferiori allo standard». «Al momento – aggiunge ancora il docente - stiamo traducendo l'algoritmo per utilizzarlo su DSP, cioè macchine dedicate per l'elaborazione numerica dei segnali. La stima è che questa soluzione riduca i tempi ad un valore intorno ai 20-30 secondi». «Riassumendo, - conclude il professore - ci stiamo occupando dei due problemi chiave, hardware e software, dell'architettura del SAR, lasciando il resto - antenna, struttura meccanica, sistema di trasmissione a Terra dei dati ricevuti, gestione della potenza- a quando avremo la disponibilità di spazi e strutture adeguate».

25 novembre 2008

Un bando per le imprese che vogliono investire in innovazione

«Il bando a favore di imprese per la realizzazione di progetti di innovazione è il primo frutto concreto del tavolo permanente per l’innovazione tecnologica previsto dalla Convenzione per la creazione di un Polo di servizi formativi, ricerca e trasferimento tecnologico a Verrès, siglata tra la Regione, l’Università della Valle d’Aosta e il Politecnico di Torino».
La soddisfazione di Paolo Conta, amministratore delegato della Laser, è palpabile. In quanto rappresentante di Confindustria Valle d’Aosta per il terziario innovativo ha personalmente seguito la stesura del bando e ritiene che presenti alcuni elementi particolarmente inusuali per la piccola regione autonoma. «Prima di tutto – precisa Conta - è un bando a chiamata che fa proprie le indicazioni scaturite dallo studio Ambrosetti e che oggi costituiscono l’ossatura portante del “Piano strategico regionale di posizionamento e sviluppo del territorio"». «Si tratta – prosegue l’imprenditore - dei quattro ambiti di ricerca e sviluppo tecnologico, meglio definiti come “piattaforme tecnologiche” prioritarie di specializzazione. Chi ha delle idee può presentarle, ma deve farlo in partnership con una organizzazione di ricerca a patto che i progetti presentati prevedano il trasferimento, a beneficio delle imprese stesse, di conoscenze scientifiche e tecnologiche risultanti da attività di ricerca e sviluppo. e questa è la seconda importante novità». Per il bando (deliberazione della Giunta regionale N. 2979 del 17/10/2000), cofinanziato dall’Unione Europea per mezzo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) nel quadro del Programma operativo regionale (Por) «Competitività regionale 2007/2013» della Valle d’Aosta, la Regione ha stanziato l’importo di 1 milione e 400mila euro. «Il bando approvato – spiega l’Assessore regionale alle Attività produttive Ennio Pastoretfa perno sulla domanda di innovazione e ricerca derivante direttamente dalle imprese, con l’intento di favorire l’aggregazione di imprese, centri di ricerca e università per la presentazione di idee progettuali comuni, ad elevato contenuto innovativo e tecnologico, coerenti con la vocazione della Regione e in competizione per l’accesso a risorse e finanziamenti pubblici». «La collaborazione fra imprese e organismi di ricerca – aggiunge l’Assessore - rappresenta un passaggio fondamentale, che permetterà l’attivazione di sinergie utili alla realizzazione di idee progettuali finalizzate all’introduzione, nelle imprese stesse, di tecnologie per la realizzazione di prodotti, processi e servizi innovativi». Per attribuire le risorse economiche sono previsti quattro bandi, relativi alle quattro piattaforme tecnologiche. Per ciascuna piattaforma è destinato un importo pari a 350mila euro. Le imprese, che dovranno avere sede legale e/o unità operativa nel territorio valdostano, dovranno inoltre scegliere, al momento della presentazione della domanda, il regime di aiuto applicabile. Nel caso dell’applicazione del regime di aiuto per servizi di consulenza in materia di innovazione per le piccole e medie imprese, il contributo erogato per ciascun progetto coprirà fino ad un massimo del 75% del costo dei servizi di trasferimento di tecnologie forniti dall’organismo di ricerca. Il contributo in questo caso non potrà superare l’importo di 150mila euro per ciascun progetto. La copertura finanziaria di ulteriori spese sarà a carico delle imprese partecipanti. Nel caso in cui l’impresa scelga l’applicazione del regime “de minimis”, il contributo per ciascun progetto coprirà il costo dei servizi di trasferimento di tecnologie forniti dall’organismo di ricerca e non potrà eccedere il 75% dei costi complessivi del progetto. Il contributo non potrà superare l’importo di 150mila euro per ciascun progetto, ad eccezione dei progetti presentati da imprese attive nel settore dei trasporti su strada, per le quali l’importo non potrà superare i 100mila euro. Non saranno ammessi a finanziamento progetti che prevedano costi inferiori a 50mila euro. Sono finanziabili, da parte della Regione, esclusivamente i costi per i servizi di trasferimento di tecnologie forniti dagli organismi di ricerca a beneficio delle imprese al fine di realizzare innovazioni di processo, di prodotto e organizzative. Le prestazioni di personale per ricerca e sviluppo tecnologico e gli acquisti di eventuali beni strumentali, rimangono a carico delle imprese.

Note tecniche
La scadenze relative ai 4 bandi, che riguardano ciascuno una specifica area tematica, sono le seguenti:


- Per partecipare al bando che riguarda l’area tematica PT1: Tecnologie per il monitoraggio e la sicurezza del territorio, le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 30 dicembre 2008.


- Per partecipare al bando che riguarda l’area tematica PT2: Energie rinnovabili e risparmio energetico, le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 28 febbraio 2009.


- Per partecipare al bando che riguarda l’area tematica PT3: Tecnologie per la salvaguardia ambientale e il ripristino di ecosistemi, le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 30 aprile 2009.


- Per partecipare al bando che riguarda l’area tematica PT4: Elettronica – Microelettronica – Microrobotica – Meccatronica, le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del 30 giugno 2009.


La valutazione dei progetti sarà effettuata entro 90 giorni dalla data ultima per la presentazione delle domande di ciascun bando. Si ricorda che il bando è pubblicato sul sito internet della Regione Autonoma Valle d’Aosta.Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici dell’Assessorato attività produttive – Direzione assistenza alle imprese, qualità e formazione professionale - Piazza della Repubblica, 15 – Aosta (telefono 0165 274594 oppure 0165 274753).

24 novembre 2008

Messaggi in bottiglia - 24: Mancini sul Guardian

Ho aggiunto al mio blogroll il link alla rubrica di Roberto Mancini (leggi l'Ansa di oggi che lo riguarda) sulla versione on line del Guardian. Il tema non è economico, ma credo che si debba comunque guardare con interessata curiosità ad un valdostano che si va a cimentare in terra anglofona.

Cooperativa «Lo Pan Ner»: è tempo di Altromercato

C’è il mercato ma c’è pure l’altromercato,
cioè il commercio equo e solidale che in Valle d’Aosta vuol dire Coop lo Pan ner. Un impegno che dura ormai da quindici anni. La Cooperativa nasce infatti nel 1993 con lo scopo di promuovere e diffondere il Commercio Equo e Solidale,
l’agricoltura bio e biodinamica, il consumo consapevole e la finanza etica. Attualmente è la più importante realtà di distribuzione del biologico e del commercio equo in Valle d’Aosta grazia ai suoi due punti vendita nel capoluogo regionale: quello ormai storico al numero 13 di Corso Lancieri e quello inaugurato più di recente nella centralissima via De Tillier. Luca Barbieri è il nuovo presidente e grazie all’entusiasmo di Cinzia e Mirta, da pochi mesi dietro al bancone del punto vendita, situato nel cuore del capoluogo regionale, punta ad allargare il bacino dei clienti della Cooperativa. «Non tutti sanno ad esempio- ci spiega Barbieri – che agli sposi siamo in grado di proporre delle bomboniere equo-solidali provenienti dal Bangladesh, dal Kenia, dal Vietnam o dal Nepal soltanto per citare alcuni popoli. Credo che possa essere una scelta di solidarietà importante. Si tratta di un modo di aiutare queste popolazioni dando dignità al loro lavoro e permettendo loro di inserirsi all’interno del commercio mondiale».
Ma non tutti sanno neppure che presso gli esercizi della Cooperativa è anche possibile fare delle liste nozze come ci informa Cinzia mostrandoci un dépliant di Altromercato dal titolo «Giuste nozze. Proposte per un matrimonio solidale». «A chi sente il desiderio di festeggiare il proprio matrimonio in modo speciale, – evidenzia Cinzia – fuori dagli schemi della convenzione, la proposta dell’equo e solidale offre soluzioni di alta qualità e bellezza: oggetti unici, realizzati a mano, frutto del lavoro diretto con i piccoli artigiani del Sud del Mondo, che attraverso stili, materiali, tessuti e decori pregiati raccontano storie di popoli lontani ». Anche qui i portatovaglioli possono arrivare dalle Filippine, il servizio di piatti in ceramica smaltata dall’India o dall’Ecuador, le ciotoline porta salse dalla Thailandia. Sono offerti anche viaggi di nozze secondo i criteri del turismo responsabile. Ma «Lo Pan Ner» non esaurisce il suo ruolo soltanto sul fronte commerciale. La cooperativa è stata promotrice della Legge sull’agricoltura bio in Valle d’Aosta, della costituzione dell‘associazione di produttori bio «Tera Nouva», del Comitato «Il Cavolo» per la promozione dell’alimentazione bio nelle mense scolastiche e nelle strutture pubbliche. Tra i suoi soci, in prevalenza persone fisiche, sono presenti Istituti scolastici, partiti e movimenti, associazioni e anche persone giuridiche. La Cooperativa è anche alla ricerca di volontari. «Siamo interessati ad accettare volontari – conclude Barbieri – anche con disponibilità di tempo limitate. Può essere un modo per conoscere meglio l’attività del commercio equo solidale». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 30 ottobre 2008)

23 novembre 2008

Aosta: l'Oro Bianco Scende dal Cielo

Ad Aosta, proprio mentre sto postando, sta nevicando e direi in maniera convincente. Il famoso «oro bianco» quest'anno sembra arrivare con perfetto tempismo in soccorso degli operatori turistici. Ora si tratta di far sapere che da noi la neve c'è. Io - scusatemi l'istantanea ancora un po' artigianale - do il mio modesto contributo.

Immigrati: mercato del lavoro e imprenditorialità

«Lungo le strade del futuro». E’ questo lo slogan scelto dalla Caritas per presentare il dossier statistico 2008. Un titolo che dice, come ha spiegato il professore William Bonapace, con Monica Monteu Giolitto redattore della parte riguardante la Valle d’Aosta, che la realtà dell’immigrazione è matura e non è un fenomeno di passaggio, ma anzi addirittura in crescita. Sul Corriere della Valle abbiamo dedicato ampio spazio all'argomento. Sul blog mi limito a riportare soltanto una sintesi del paragrafo dedicato a mercato del lavoro e imprenditorialità.

Il contributo dei lavoratori di origine immigrata al valore aggiunto della regione derivante dalla loro attività è pari, nel 2005, al 7% (8,8% a livello nazionale). Al 31 dicembre 2007, gli occupati nati all’estero sono 5.925, pari all’11,8 % del totale degli occupati nella regione. Di questi, il 43,1 % sono donne (2.554 unità), un valore superiore di ben 8 punti percentuali rispetto a quello rilevato per l’intero Nord Ovest (35,1 %), ma in linea con il dato nazionale (42,7%). I nuovi assunti nati all’estero nel 2007 sono stati 1.195, di cui 575 donne (48,1%). La loro età è in netta maggioranza riconducibile alla fascia compresa tra i 18 e i 40 anni (3.907 unità, pari al 66%), in linea con la situazione generale del paese. Allo stesso tempo, però, bisogna sempre tenere a mente che il 33% dei lavoratori di origine straniera è di età superiore ai 40 anni, un dato che indica che ci troviamo di fronte ad un fenomeno d’invecchiamento della forza lavoro straniera, non sempre adeguatamente tutelata e garantita. I principali settori occupazionali dei cittadini
immigrati risultano essere in primo luogo ancora quello turistico-alberghiero, che dà lavoro a 1.954 persone (33% vs il 30,8% del 2006), e il settore delle costruzioni, con 1.326 occupati nati all’estero (22,4% vs il 21,5% del 2006). L’industria in senso stretto, nei suoi diversi rami, occupa il 18,1% della forza lavoro immigrata, l’agricoltura il 5,2% (8,6% nel 2006), mentre il commercio al dettaglio il 4,5%. I paesi d’origine dei lavoratori immigrati ricalcano le dinamiche migratorie di questi ultimi anni, che hanno visto una crescita esponenziale della presenza dei cittadini dei paesi neocomunitari e in particolare della Romania. È infatti quest’ultimo paese che raccoglie il maggior numero di lavoratori/lavoratrici: 1.255 occupati, pari al 21,2 % di tutti gli
occupati nati all’estero, che sale al 25,6% se si escludono i lavoratori UE a 15 e gli svizzeri. Seguono i marocchini, con 1.016 persone (il 17,1 % del totale dei lavoratori nati all’estero e quasi il 21% con l’esclusione degli UE a 15 e degli svizzeri). Cresce nel 2007 il numero delle imprese con titolari stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria (699, 10% in più rispetto
al 2006), con una concentrazione nel settore delle costruzioni (200) e nel commercio (142). I lavoratori extracomunitari iscritti all’ufficio del collocamento nel mese di gennaio 2008 erano 1.031 su 6.242 iscritti totali, pari al 16,5%. Un valore elevato rispetto all’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente, segnale di una maggiore difficoltà di inserimento lavorativo (regolare), almeno per alcune frange del mondo dell’immigrazione. Come emerso anche in recenti ricerche (M. Fiorucci, W. Bonapace, a cura di,Immigrazione: dinamiche di integrazione e percorsi di inserimento in Valle d’Aosta, IRRE VdA, Aosta, 2007), una delle principali criticità del mondo del lavoro straniero è la scarsa mobilità ascendente degli immigrati, collocati in buona parte nei settori meno qualificati del mondo produttivo.

22 novembre 2008

Diminuiscono le spese correnti, ma per la minoranza il bilancio non tiene conto a sufficienza della crisi economica

«Per l’esercizio 2009 si evidenzia che a fronte di un totale di spesa di euro 1.628,6 milioni, al netto delle contabilità speciali e delle quote capitale per rimborso prestiti, il 67,64% è destinato alla spesa corrente, mentre il 32,36% agli investimenti. L’incidenza delle spese correnti registra un miglioramento rispetto al 2008 quando il rapporto si attestava al 69,06%». Per l’assessore al Bilancio Claudio Lavoyer (Fédération Autonomiste), pur nella freddezza del documento contabile, è questo uno degli aspetti più qualificanti della futura legge finanziaria 2009-2011 unita all’aumento rispetto al 2008 degli interventi per lo sviluppo economico pari a 249 milioni (contro i 245 dell’anno precedente). Dagli stessi dati si desume anche che il bilancio regionale per l’anno 2009 è composto per il 22,35% da spese di funzionamento, per il 68,96% da spese di intervento (20,30% a carattere generale e 48,66% a carattere specifico) e per l’8,69% da oneri non ripartibili. Le spese di funzionamento registrano così un aumento rispetto alle previsioni per l’anno 2008 del 2,15% e le spese di intervento crescono del 16,73% mentre gli oneri non ripartibili diminuiscono del 15,45%.
Un altro aspetto che caratterizza questo bilancio di previsione, nella parte entrata, è l’iscrizione, per l’anno 2009, del presunto avanzo di amministrazione, derivante dal confronto della previsione dei residui attivi e passivi, per euro 160.000.000. La crescita prevista delle risorse disponibili deriva interamente dall’andamento delle entrate correnti, mentre si riducono, rispetto alle previsioni per il 2008, le entrate derivanti da alienazioni di beni, e, soprattutto, si riduce significativamente la previsione di ricorso all’indebitamento, conseguente alla mancata previsione di un mutuo a pareggio per il 2009. «Le entrate nel triennio – precisa Lavoyer - sono previste praticamente costanti in termini reali, tenendo conto del tasso di inflazione programmata; il tasso di crescita, in termini nominali, è di circa l’1% nel 2010 e di circa il 2% nel 2011». La previsione di spesa relativa agli Interventi a carattere specifico passa da 484,10 milioni a 496,55 ed è suddivisa per il 62,78% al settore della Sicurezza sociale, per il 20,02% al già citato Sviluppo economico, per il 10,91% alla Promozione sociale e per il 6,28% all’Assetto del territorio e tutela dell’ambiente. Il bilancio – si legge nella relazione che accompagna tradizionalmente la legge finanziaria - fa anche registrare una riduzione della previsione di indebitamento. «Il peso delle entrate derivanti da tributi propri – è scritto - e dal gettito dei tributi erariali supera comunque, in tale confronto, il 55% delle risorse totali. Si nota come l’incidenza delle entrate derivanti da mutui e prestiti sia ridotto a meno del 2% di incidenza sul totale, mentre circa il 7% è costituito dalla previsione di avanzo di amministrazione». Anche la crisi finanziaria trova spazio nella finanziaria con l’iscrizione di un fondo globale iniziale di tre milioni come prima misura di contrasto agli effetti sull’economia regionale derivanti dalla crisi finanziaria internazionale. Il documento fissa anche certezza di risorse alla Finanza degli enti locali cui destina 227 milioni per l’anno 2009 in aumento di circa 16 rispetto al 2008. Forte la priorità alla sanità e alle Politiche sociali con uno stanziamento di 257 milioni di risorse finanziarie di sola parte corrente, Sempre nell’ambito sociale è stato autorizzato l’aumento del Fondo per le politiche sociali di due milioni. Lo stanziamento nel triennio dello stesso fondo ammonta invece a 95,6 milioni. Soddisfatto anche il Presidente della Giunta regionale Augusto Rollandin per il quale la manovra, rientra in una logica di federalismo fiscale: «ci stiamo preparando - ha spiegato - ad avere una serie di analisi, nell'ambito del nostro modello di gestione, che ci permettano di giustificare il più possibile il rapporto tra investimenti, costi e benefici e di essere nelle condizioni di poter dare delle risposte puntuali sulle mostre capacità di spesa e di finanziamento». Da notare che con la nuova legge è stata anche autorizzata l’istituzione di un fondo per accogliere i risparmi derivanti dal patto di stabilità concordato con lo Stato, per destinare gli stessi a specifici interventi infrastrutturali e di attuazione del programma».
Sul fronte delle critiche al documento contabile da segnalare le dichiarazioni di Robert Louvin (VdaVive-Renouveau) rilasciate al terme della seduta della II Commissione consiliare "Affari generali", presieduta dal Consigliere Andrea Rosset (Uv), che ha approvato ieri, a maggioranza, con il voto contrario di Louvin, i disegni di legge relativi alla finanziaria regionale, al bilancio di previsione e all'abrogazione del PreFin.
«Il Bilancio proposto dalla Giunta - sottolinea Louvin - si limita a ripartire contabilmente le tante risorse ancora disponibili in modo da non scontentare nessuno e rinvia di fatto le decisioni più importanti. D'altra parte, la Giunta ha ritenuto di informare il mondo economico e le parti sociali delle sue scelte quando ormai tutto era definito, senza lasciare spazio ad un confronto e a un dialogo costruttivo. E' un documento che non riflette la benché minima visione strategica di cambiamento nemmeno a scala triennale. Osserviamo perciò con preoccupazione che mentre le altre Regioni e lo Stato affrontano già adesso scelte impegnative di riqualificazione della spesa pubblica, qui l'apparato non sembra essere minimamente toccato dalla crisi». «E' singolare - conclude Roberto Louvin - come ciò che sta mettendo in difficoltà quasi tutto il pianeta, e la recessione di fatto già in atto anche da noi con conseguenze drammatiche per l'occupazione e per le iniziative economiche, sembri non coinvolgere l'amministrazione di questa Valle, che non si prepara per tempo alle grandi trasformazioni che ci aspettano. La domanda che ci facciamo è fino a quando?».

21 novembre 2008

Internazionalizzazione delle imprese: normativa tributaria contraddittoria

Oggi, presso la Sala Conferenze della Direzione Regionale delle Entrate della Valle d’Aosta, in Piazza Manzetti Agenzia delle Entrate e Università della Valle d'Aosta hanno organizzato un convegno sul tema «La variabile fiscale nei processi di internazionalizzazione delle imprese». Grazie ad uno scambio di mail con il professor Franzè mi è possibile offrirvi una breve sintesi dell'incontro. Dopo i saluti introduttivi del dott. Carmelo Rau, Direttore Regionale delle Entrate, e del prof. Federico Visconti, preside della Facoltà di scienze dell'economia e della gestione aziendale della Valle d'Aosta, il prof. Alberto Maria Gaffuri ha tenuto una relazione sui profili tributari della internazionalizzaizone delle imprese. Egli ha evidenziato come, in genere, la normativa tributaria italiana in materia appaia contradditoria giacchè talvolta interviene con misure anti-elusive d'imposta (le norme sull'esterovestizione delle imprese italiane, la disciplina in tema di transfer picing e sulle CFC) che scoraggiano le imprese dall'operare all'estero e talaltra con misure volte ad incoraggiare la esternalizzazione di fase della catena del valore (ad esempio con la normativa in materia di consolidamento mondiale delle basi imponibili). Questo atteggiamento - ha precisato il prof. Gaffuri - crea talvolta delle ingiustificabili discriminazioni tra imprese che operano con l'estero e quelle che, viceversa, non esternalizzano fasi della produzione/commercializzazione.
Successivamente al prof. Gaffuri è intervenuto il dott. Emanuele Diena, della direzione accertamento dell'Agenzia delle Entrate, precisando gli strumenti ed i poteri dell'amministrazione finanziaria italiana nei rapporti con le amministrazioni di altri Stati. Ha concluso i lavori il dott. Roberto Franzè, ricercatore di diritto tributario dell'Università della Valle d'Aosta. Sono intervenuti anche il prof. Robert Louvin ed il prof. Massimo Leveque.

Mele valdostane: la «Cofruits» incorpora «Pain de Coucou» e migliora i suoi conti

All’inizio del secolo le mele valdostane arrivavano fino in Germania «in quanto i frutteti erano apprezzati per il loro sapore e per la serbevolezza (resistenza ndr) dimostrata nei lunghi viaggi». Oggi in tempi di chilometro zero la Cofruits di Saint-Pierre, cooperativa che raccoglie circa il 60% della produzione regionale, cerca di veicolare la mela valdostana nelle mense scolastiche regionali, in quella dell’ospedale e in quelle aziendali, ad esempio la Cogne Acciai Speciali. Fra gli istituti scolastici ha risposto, per ora, positivamente soltanto Pont-Saint-Martin. «Il cammino non è semplice. – spiega il Presidente della Cooperativa Attilio Fassinl’ostacolo più grosso è rappresentato dai gestori delle mense. Appurato che la volontà politica è da tempo manifesta occorrerebbe che si specificasse quando si predispone una gara di appalto il vincolo dell’utilizzo di prodotti locali, come, ad esempio, ha fatto l’Usl».
Oggi il settore coinvolge circa 300 produttori che, quest’anno, dai 400 ettari dedicati alla produzione della frutta hanno ricavato 25-30mila quintali di mele (Gala, Renetta, Golden, Jonagold e Fuji le varietà presenti) e 600-700 di pere. Quantitativi stabili a fronte di una qualità crescente. «Abbiamo una golden eccezionale - ha commentato Domenico Gyppaz, tecnico della Direzione servizi fitosanitari dell'assessorato regionale all'Agricoltura - la migliore da anni». Ad aver salvato la produzione 2008 è stato l'autunno anticipato. «La forte escursione termica registrata all'inizio di settembre - spiega Gyppaz - ha fatto bene ai frutti, portandoli al giusto livello di colorazione e sapore». Una buona conclusione per una stagione partita male, con tante piogge nel pieno della fioritura e una allegagione fortemente compromessa. L’ultima annata porta anche in dote buoni risultati di bilancio per la Cofruits che ha chiuso l’ultimo esercizio (da luglio a giugno) con 3 milioni di fatturato e 130mila euro di utile. Un’operazione nata dall’incorporazione del «Pain de Coucou», esercizio commerciale inizialmente costituito in società con la Cave cooperative des Onze Communes, oggi assorbito all’interno dell’attività della Cooperativa. «Questo – spiega il direttore Piero Ducci ha permesso alcune economie di scala, soprattutto a livello di personale, e ha fatto crescere il nostro fatturato che prima si aggirava intorno al milione di euro. Grazie ai risparmi che sono stati possibili abbiamo potuto remunerare meglio i produttori della frutticoltura». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 12 novembre)

20 novembre 2008

Le bollicine valdostane conquistano la Francia con l'Ancestrale Rougeffervescence

Grande soddisfazione ad Arvier in casa «4000 mètres vins d’altitude», la neo società consortile costituita da Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, Co-enfer, Crotta di Vegneron, e Società delle Guide del Cervino e di Courmayeur ha ottenuto al più prestigioso concorso di spumanti al mondo «Effervescents du Monde 2008» la medaglia d’argento sul vino spumante «Ancestrale Rougeffervescence».
La sesta competizione qualitativa tra i migliori spumanti al mondo si è svolta a Dijon (Bourgogne) dal 13 al 14 novembre 2008. Sono state assegnate 43 medaglie d’oro e 96 d’argento, 10 sono state le aziende premiate italiane.
«Al suo primo millesimo prodotto - spiega in una nota l'enologo Gialuca Telloli - l’ancestrale spumante rosso figlio del vitigno gamay coltivato nell’areale di Chambave, e spumantizzato a Morgex secondo il metodo ancestrale, ottiene un risultato sorprendente, che oltre a confermare la maestria spumantistica valdostana premia la concertazione tra cantine volta a creare prodotti d’eccellenza».

L'allargamento dell'aeroporto «Corrado Gex» non convince

«Una perdita strutturale – cioè una perdita garantita – comprese le spese per la sicurezza, di circa quattro milioni di euro all’anno (praticamente 100 euro per ogni famiglia valdostana) per una frequenza - massima! – ipotizzata di 120 viaggiatori al giorno è già un dato su cui bisogna soffermarsi con preoccupazione». Roberto Louvin, capogruppo di Vallée d’Aoste Vive, movimento autonomista nato da una costola dell’Uv, boccia la trasformazione dell’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe con la costruzione di una grande aerostazione per farne un aeroporto commerciale di maggiori dimensioni, con traffico di aerei da 80-90 posti su Aosta (qui trovate il post che illustra tutto il progetto). Louvin si fa forte del parere di alcuni esperti che il movimento autonomista ha riunito nei giorni scorsi per prendere in esame il progetto Gex. Il risultato è stata la sonora bocciatura dei piccoli aeroporti. Particolarmente significativa per le evidenti affinità geografiche, la realtà di Bolzano, illustrata dall’esperto gestionale Haymo Unterhauser. «L'aeroporto di Bolzano ha iniziato la sua attività nel 2001 e fino ad oggi ha accumulato quasi 18.000.000 di euro di perdite, 2.300.000 di euro in media all'anno. – ha sottolineato Unterhauser – Un piccolo aeroporto per andare in pareggio deve contare su un bacino di utenza di 500.000 persone. A Bolzano il traffico è di 85.000 passeggeri l'anno, il 70 % dei quali verso Roma e ritorno. L'aeroporto di Bolzano, come tutti i piccoli aeroporti, continuerà a sopravvivere solo se continuerà a esserci qualcuno che copre le spese (nel nostro caso la Provincia). I bilanci parlano chiaro: i piccoli aeroporti sono un giocattolo di lusso senza chance di andare in pareggio». Le stime fatte dalla «Aéroport Vallée d’Aoste», società esercita la propria attività di gestore dell’aeroporto «Corrado Gex» di Saint Christophe-Aosta, in virtù di affidamento trentennale concessole dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, che partecipa il capitale sociale di AVDA (49%) e risulta proprietaria del sedime aeroportuale e delle infrastrutture su di esso erette, Indicano un obiettivo di traffico passeggeri di 52 mila a cinque anni e 110 mila a venti. I charter dovrebbero passare da 28mila a 80mila. Nel masterplan predisposto dalla Regione la sostenibilità economica della struttura non sembra in discussione. Nel frattempo è nato un comitato di cittadini per un aeroporto sostenibile che fra i vari punti si prefigge di «analizzare i costi di impianto ed i preventivati costi di gestione della struttura commerciale, quantificando i benefici attesi». Ma che cosa dicono le associazioni di categoria maggiormente interessate dall’operazione? Silvana Perucca, presidente degli albergatori della Valle d’Aosta (Adava), è cauta. «Come Adava non esiste una posizione univoca – commenta – c’è chi ritiene i lavori di ampliamento e restyling fondamentali e chi invece non è così convinto che le ricadute compenseranno le spese sostenute». «Da parte mia – aggiunge la Presidente - credo sia molto importante farsi un’idea del mercato e verificare su quali bacini la presenza di un aeroporto può far crescere l’appeal della nostra offerta. C’è una potenzialità tutta da verificare. Capisco che per una regione come la nostra che investe molto sul mercato francese ci sia interesse a far crescere le quote di mercato transalpino meno di prossimità. Penso ad esempio alla zona di Parigi». Nel frattempo i lavori proseguono. L’Enac l'ente nazionale di aviazione civile, ha dato il via libero al progetto di radioassistenza, che permette ai velivoli diretti in Valle di volare anche dopo il tramonto e con condizioni meteo avverse. «Adesso siamo in contatto con l'Ente nazionale per l'assistenza di volo (Enav) per disciplinare le modalità di coordinamento del traffico aereo e disciplinare le relative procedure», ha annunciato Piergiorgio Brunod, amministratore delegato di Aeroporto Valle d'Aosta (Avda). Le modalità di avvicinamento strumentale, studiate attraverso un programma di modellazione 3D, si appoggiano a due apparati, che definiscono i segmenti del tragitto: il primo a Biella, il secondo alla Tete de Comagne, in prossimità del Comune di Emarese. L'ultimo tratto è invece percorribile a vista, attraverso quattro luci laterali installate su due cancelli. Gli interventi sono costati 3,5 milioni di euro (di cui 3 finanziati dallo Stato). (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord ovest del 12 novembre 2008)

19 novembre 2008

La Valle d'Aosta si doterà di un piano strategico di marketing turistico

L'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz e Stefano Landi della società SL&A hanno presentato alla stampa ed agli operatori del settore turistico il progetto del Piano strategico di marketing turistico per la regione Valle d'Aosta che sarà la base su cui costruire gli interventi promozionali e di comunicazione nel settore. All’elaborazione del Piano collaboreranno sei esperti della società SL&A di Roma, oltre a due risorse junior locali. La conferenza stampa, su cui ritornerò nei prossimi giorni, si è tenuta ieri pomeriggio presso la sala delle conferenze della Biblioteca regionale di Aosta. Tanta la gente presente per un evento che si presenta come una novità assoluta per la nostre regione. Nel passato si sono fatti molti piani di comunicazione, ma mai un piano strategico di marketing. Qui non si dà per scontato il prodotto, ma si esamina le potenzialità della regione e si prova ad ipotizzare i mercati più adatti con un occhio alla clientela di prossimità che - aggiungo io - forse nel futuro, dati gli elevati costi della mobilità, sarà più interessata a raggiungere la vicina Valle d'Aosta. Ci tengo a far notare che per chi è abituato a leggere il Corriere della Valle e questo blog non si tratta di concetti completamente nuovi. Segnalo in merito una bella intervista a Piero Roullet dal titolo «Serve un piano turistico» e la stessa intervista all'assessore Marguerettaz di qualche mese fa dal titolo limpido e cristallino: «Dico di sì al piano di sviluppo turistico». L'unica vera incognita è se il tessuto imprenditoriale saprà davvero fare sistema. Cosa che a noi valdostani, da quando c'è comunque una ricchezza diffusa, sembra riuscire non molto bene. Preoccupazione chiaramente manifestata durante il dibattito, ad esempio, da Gabriele Accornero (Finaosta e Forte di Bard). Qualche operatore turistico che mi sta leggendo ha voglia di raccontarmi le sue impressioni in merito all'incontro e soprattutto su quali possano essere i contenuti di questo piano?

18 novembre 2008

Energia: in Valle d'Aosta va a Cva il 40% del mercato delle Pmi

La Compagnia Valdostana delle acque (Cva) sul mercato regionale di fornitura elettrica alle aziende sembra davvero imbattibile. A dirlo non è una nota stampa dell’azienda, ma una fonte assolutamente bipartisan. Il Sole 24 Ore ha infatti elaborato i dati della direzione Mercati dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Il risultato è che nella piccola regione autonoma Cva regna davvero incontrastata. Tra il luglio 2007 e l’ottobre 2008 soltanto il 5,8 per cento dei clienti ha infatti deciso di cambiare gestore. La percentuale più bassa d’Italia. Per essere precisi la fornitura alle aziende regionali avviene attraverso Idroelettrica. Si tratta di un consorzio di autoproduzione di energia idroelettrica costituito in Valle d’Aosta alla fine del maggio 2001 tra la Compagnia Valdostana delle Acque SpA, proprietaria degli impianti idroelettrici, ed un centinaio di Pmi valdostane, potenziali destinatarie dell’energia elettrica autoprodotta. Idrelettrica ad oggi conta circa 200 soci (erano 160 nel 2006) tra cui anche società di impianti a fune, alberghi e imprese industriali come Thermoplay, Maison Bertolin, Musumeci, Sea e Via delle Indie, soltanto per citare alcune delle più note. Nell’ultimo biennio i volumi di produzione sono passati da 150 milioni di kWh a 200 e i punti riforniti da 1600 a 2600. Idroelettrica sul territorio regionale si confronta con l’offerta di tutti i principali operatori del mercato libero arrivando a coprire circa il 40% del mercato. Paolo Giachino, ad del Consorzio Idroelettrica, non si mostra stupito del dato statistico che pone la società in vetta alla classifica. «Siamo consapevoli – spiega – della forza della nostra offerta sul mercato regionale. Il Consorzio infatti riesce a garantire alti livelli di competitività sui prezzi dell’energia. Inoltre la qualità del servizio offerta dal Consorzio è elevata grazie alla nostra conoscenza del mercato e ai rapporti instaurati da tempo con il distributore. Inoltre le imprese apprezzano la garanzia di fornitura di energia da fonte rinnovabile che da tempo proponiamo con il marchio “Eaux de la Vallèe”». «In questa logica – conclude Giachino - abbiamo avviato una campagna di comunicazione mirata ad evidenziare l’impegno per l’ambiente delle aziende che utilizzano l’energia prodotta dalle nostre 30 centrali idroelettriche. Un’azione che ha permesso di ridurre l’immissione in atmosfera di circa due miliardi di chili di co2. Si tratta di un brand il cui appeal è crescente». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 12 novembre 2008)

Federalismo fiscale: per la Corte dei Conti si corre il rischio di un aumento della pressione tributaria

Torno ad occuparmi di federalismo fiscale. L'argomento ha tenuto banco nella giornata di ieri in una audizione del Presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, sul Ddl 1117 in materia, appunto, di federalismo fiscale, al Senato della Repubblica.Di Lazzaro ha ammonito che con il federalismo fiscale disegnato dal ddl di delega attualmente all'esame del Parlamento si corre il rischio di determinare un aumento della pressione fiscale, in particolare per quanto riguarda l'Irpef. Grazie al professor Roberto Franzé posso offrire ai miei visitatori uno stralcio (il capitolo 5) dell'intervento del Presidente. Ovviamente qui si parla principalmente delle regioni a statuto ordinario. Chi fosse interessato al testo completo può inviarmi una mail.
L'intervento si divide in sei parti: 1 Premessa - 2 Architettura istituzionale - 3 La sostenibilità macroeconomica - 4 La sostenibilità operativa - 5 Chiarezza e certezza nel nuovo assetto del sistema tributario e 6 Le attività di controllo.


5. Chiarezza e certezza nel nuovo assetto del sistema tributario
5.1. Il sistema di finanziamento degli Enti territoriali configurato dal disegno di legge delega comporterà una profonda trasformazione del sistema tributario, con lo spostamento di rilevanti quote di gettito IRPEF dal centro verso la periferia. Ciò naturalmente implica una serie di rischi che vanno opportunamente contrastati.
Un primo rischio è che il "reticolo" dei principi e delle prescrizioni che animano il disegno di legge delega porti, non già, come si vorrebbe, ad una riduzione, ma ad un aumento della pressione tributaria ed in particolare dell’imposizione personale sui redditi, insieme ad una forte dilatazione del ricorso alla perequazione, in ragione del ruolo centrale assegnato nel finanziamento del federalismo fiscale all’IRPEF, nonostante la sperequata distribuzione del suo gettito sul territorio nazionale.
Un altro rischio è che le ipoteche che interessano la base imponibile e la conseguente frantumazione del gettito, oltre all’effetto – scontato - di ridimensionare il gettito erariale, finiscano con l’intaccare le finalità redistributive tradizionalmente assegnate all’imposta personale sul reddito. L’aumento del ruolo delle addizionali, la previsione di un’aliquota riservata o di una riserva di aliquota e la possibilità di intervenire sulla struttura dell’imposta modificando i parametri impositivi (aliquote e base imponibile) si potrebbero risolvere nella sterilizzazione del principale strumento di politica fiscale oggi a disposizione del governo centrale.
Attenzione va anche prestata all’eventualità che lo spostamento a livello sub-nazionale dell’effetto di progressività dell’imposta:
- ingeneri distorsioni sul territorio nazionale e incentivi, in relazione ad aliquote differenziate sui redditi locali e ad un certo grado di mobilità dei contribuenti, spostamenti verso realtà a più contenuto prelievo;
- intacchi il funzionamento di istituti di controllo tributario (redditometro) e della spesa sociale (ISEE), basati in larga parte su indicatori di capacità contributiva riconducibili alla struttura IRPEF.

5.2. Rischi non minori sono altresì quelli connessi all’aumento della complessità, della scarsa trasparenza del sistema.
In verità, tra i criteri direttivi generali ai quali si devono informare i decreti legislativi che dovranno dare concretamente attuazione ai fini indicati dalla legge delega, l’articolo 2, comma 2, opportunamente indica la semplificazione del sistema tributario e la razionalità e la coerenza dei singoli tributi e del sistema tributario nel suo complesso. Anche la lettera c) dell’articolo 5 (nel prevedere che, per una parte rilevante dei tributi di loro competenza le Regioni possono, con propria legge, non solo modificare le aliquote nei limiti massimi d’incremento stabiliti dalla legislazione statale, ma anche disporre esenzioni, detrazioni, deduzioni e speciali agevolazioni) richiede che vengano fatti salvi gli elementi strutturali dei tributi stessi e la coerenza con il principio di semplificazione.
Paradossalmente, tuttavia, l’assetto del nuovo sistema tributario che viene delineato dal disegno di legge appare fortemente esposto al rischio di introdurre proprio nuove complicazioni ed incoerenze. In ogni caso il quadro che emerge dal disegno di legge si presenta quanto meno con evidenti caratteristiche di oscurità e di incertezza.
Il problema si pone ancora una volta soprattutto per l‘IRPEF sulla quale si interviene in vario modo prevedendo:
- riserve di aliquota ed addizionali per il finanziamento da parte delle Regioni dei livelli essenziali delle prestazioni (lettera m dell’articolo 117, comma 2, della Costituzione);
- concorso dell’addizionale regionale IRPEF al finanziamento delle spese non riconducibili al vincolo costituzionale;
- compartecipazioni ed addizionali per le funzioni fondamentali dei Comuni;
- compartecipazioni per le funzioni fondamentali delle Province.
Il sovraccarico sull’IRPEF è ulteriormente evidenziato dalla previsione dell’articolo 7, lettera a), secondo cui il fondo perequativo a favore delle Regioni con minore capacità fiscale per abitante viene alimentato, fra l’altro, anche da una quota dell’addizionale regionale all’IRPEF, la cui aliquota d’equilibrio deve essere stabilita "sul livello sufficiente ad assicurare al complesso delle Regioni un ammontare di risorse tale da pareggiare esattamente l’importo complessivo dei trasferimenti soppressi".
L’articolazione è, come si vede, ampia e puntuale. Ma altrettanto evidenti risultano i margini di incertezza e di indeterminazione che vi sono connessi. Così come essenziale appare l’esigenza di evitare che la principale imposta del nostro sistema tributario rischi, per la molteplicità delle chiamate in causa e in assenza di adeguati meccanismi di raccordo, di trovarsi sostanzialmente sottratta a qualsiasi effettiva possibilità di una gestione coerente.

17 novembre 2008

La variabile fiscale nei processi di internazionalizzazione

Segnalo una valida occasione di formazione offerta dall'Agenzia delle Entrate e dalla Facoltà di Scienze dell'economia e della gestione aziendale dell'Università della Valle d'Aosta. Per venerdì 21 novembre, alle 16,30, presso la Sala Conferenze della Direzione Regionale delle Entrate della Valle d’Aosta, in Piazza Manzetti. Agenzia e Università organizzano un convegno sul tema «La variabile fiscale nei processi di internazionalizzazione delle imprese». Introdurranno i lavori il Dott. Carmelo Rau, Direttore Regionale delle Entrate della Valle d’Aosta e il Prof. Federico Visconti, Preside della Facoltà di Scienze dell'Economia e della Gestione Aziendale. Seguirà la relazione del Prof. Alberto Gaffuri, Ricercatore di Diritto tributario dell'Università degli studi di Milano-Bicocca. A seguire gli interventi del Dott. Emanuele Diena, Capo dell’Ufficio Accertamento della Direzione Regionale delle Entrate della Valle d’Aosta, e del Dott. Roberto Franzè, Ricercatore di Diritto tributario dell'Università della Valle d'Aosta, che chi frequenta spesso «ImpresaVda» ha già potuto conoscere leggendo su questo stesso blog un suo validissimo intervento in materia di federalismo fiscale.

16 novembre 2008

Post numero 500: bambini, povertà a confronto

Come sempre ospito i miei fondi del Corriere sul blog anche se non sono di materia economica. Il contesto domenicale mi sembra però quello ideale per suggerire riflessioni come questa. Sono anche particolarmente contento del fatto che si tratta del mio cinquecentesimo post.

«Cinquant’anni fa la mortalità infantile mondiale era stimata a 20 milioni ogni anno. Grazie a Dio oggi i numeri sono considerevolmente più bassi. Infatti si parla di 9,7 milioni di infanti morti per anno. Benché siano stati fatti evidenti progressi, siamo ancora lontani dal traguardo, basti pensare che ogni anno 4 milioni di neonati muoiono entro i primi 26 giorni della loro vita». Sono parole del Card. Javier Lozano Barragan presentando la XXIII Conferenza internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per la pastorale della salute da lui presieduto, sul tema «La pastorale nella cura dei bambini malati», che si svolgerà dal 13 al 15 novembre in Vaticano (l'articolo è stato pubblicato giovedì ndr). Alla Conferenza parteciperanno 625 specialisti tra medici, studiosi, ricercatori, bioeticisti, teologi, sociologi, pastoralisti, provenienti da decine di Paesi, con 41 relatori internazionali. Barragan ha ricordato che «nell’ultimo decennio 2 milioni di bambini sono stati uccisi nel corso di conflitti armati, 6 milioni sono rimasti invalidi, decine di migliaia sono stati mutilati dalle mine anti-uomo, mentre di recente sono stati reclutati 300 mila bambini soldato».
Un dato quest’ultimo che dovrebbe far riflettere soprattutto i governi dei paesi più ricchi che da un lato sono molto titubanti in materia di aiuti internazionali, mentre allo stesso tempo favoriscono il commercio di armi con nazioni che antepongono il primato bellico al benessere del proprio popolo. I numeri sin qui citati sono impressionanti e dimostrano come la povertà resti comunque la causa principale delle malattie dell’infanzia. Un miliardo e 200 milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. Perfino nei paesi più ricchi un bambino su sei vive sotto il livello di povertà. Ma c’è povertà e povertà. Da un lato nei paesi poveri la fame e la sete: il 30% dei bambini con meno di 5 anni soffrono la fame o sono mal nutriti, mentre il 50% di tutta la popolazione dell’Africa sub-sahariana non ha accesso all’acqua potabile. Dall’altro, nei paesi cosiddetti più sviluppati, la povertà di relazioni, di affetti. «Molti bambini e adolescenti - ha detto il Card. Barragan - sono abbandonati a se stessi e ai loro istinti davanti a tv, internet dove navigano senza alcun tipo di guida morale. Commercio sessuale, pedofilia, violenza nelle scuole, crimini, bande organizzate sono fenomeni sempre più in espansione».
Insomma due mondi che si guardano allo specchio e scoprono le reciproche debolezze. Siamo chiamati a cercare di dare il nostro contributo: da un lato con una maggiore vicinanza ai nostri figli dall’altra insegnando loro che ci sono dei bambini, dei ragazzi come loro che hanno bisogno di aiuto. Forse nel creare relazioni (penso alle tante formule di adozione a distanza) esiste una salvezza dalla povertà (morale o materiale che sia) per entrambi. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 13 novembre 2008)

15 novembre 2008

Messaggi in bottiglia - 23: E se facessimo una metropolitana regionale?

Luciano Caveri nel suo blog rimpiange il progetto del cablò sostituito (lui in realtà scrive «buttato nella pattumiera») da una «misteriosa metropolitana cittadina». Personalmente il primo progetto funiviario non mi trovava particolarmente entusiasta e sul secondo sono un po' perplesso. Parlo ovviamente da non tecnico però il tragitto mi appare davvero molto breve ed implica delle scelte sulla viabilità draconiane, nel senso che si dovrà imporre una chiusura al traffico non residenziale piuttosto drastica, diversamente pochi utilizzeranno la metropolitana. Parlando sempre da persona poco addetta ai lavori, paradossalmente, vedrei meglio una metropolitana regionale che elimini completamente la ferrovia, che vada da Pont-Saint-Martin ad Arvier o comunque in una zona dell'alta valle dove sia possibile costruire una area di parcheggio di dimensioni accettabili. Del resto l'intera Valle d'Aosta non è sostanzialmente un quartiere di Torino? Mentre vi scrivo ho persino il dubbio che qualcosa del genere sia già stato ipotizzato. Un tempo non c'era in ballo un progetto di metropolitana leggera? Comunque ditemi la vostra. C'è anche la possibilità di votare il sondaggio per chi ama le risposte sintetiche.

Il Romantik Hotel Jolanda Sport ha vinto il Best Value of Money al Condé Nast Johansens Awards

La Guida Condé Nast Johansens rappresenta a livello internazionale una garanzia di eccellenza nella sua autorevole selezione internazionale di hotel. Dal 2003 ogni anno vengono premiati i migliori al mondo nel campo dell’ospitalità. Alla cerimonia per il 2009 Annual Awards for Excellence and Gala Dinner, tenutasi a Londra l’11 novembre, tra i finalisti c’è stato uno dei gioielli della Romantik Hotels & Restaurants d’Italia, che siè confrontato con alberghi di charme e lusso sparsi nelle più belle località del mondo. Il Romantik Hotel Jolanda Sport di Gressoney - La Trinitè (Ao), è entrato per il secondo anno consecutivo tra i quattro finalisti per il premio Best Value of Money, insieme ad altri tre resort europei. E mentre l’anno scorso il premio era stato ritirato da un hotel spagnolo, quest’anno il Romantik Hotel Jolanda Sport si è aggiudicato il premio. La proprietaria, Annamaria Corsico, ha ritirato il massimo riconoscimento insieme al figlio Alex (entrambi nella foto). Questa categoria del Condè Nast Johansens Awards individua alberghi con il miglior rapporto tra qualità e prezzo. «Una premiazione meritatissima - si legge in una nota diffusa dall'Aiat di Aosta - per una meravigliosa “casa” di charme della catena internazionale Romantik Hotels & Restaurants, che annovera tra le sue file più di 200 hotel in tutta Europa, che si distinguono per essere immobili storici di particolare pregio architettonico-naturalistico, appartenere alla famiglia che li gestisce, offrire una ristorazione di alto livello, servizi inappuntabili, una vasta scelta tra attività sportive, il tutto racchiuso in un’atmosfera accogliente e familiare, dove nulla è lasciato al caso».

14 novembre 2008

Messaggi in bottiglia - 22: troppi pregiudizi intorno all'inceneritore?

Su La Voce.info trovate un articolo, a mio avviso di grande interesse, sulla tematica dell'inceneritore (qui trovate gli altri articoli scritti sull'argomento). Significativo il titolo «Quel pregiudizio che brucia l'inceneritore» a firma di Antonio Massaruto. L'autore dello scritto basa in buona parte il suo articolo su una ricerca, tuttora in corso, effettuata dal Centro di ricerca Iefe in collaborazione con il Politecnico di Milano e le Università di Piacenza, Bologna e Trento. Ricerca dalla quale si evince che non è per forza detto che l'inceneritore sia a tutti gli effetti la scelta più inquinante o che comunque le differenze tra le varie ipotesi percorribili sono meno significative di quello che si è normalmente portati a pensare. Trattandosi di una fonte indubbiamente neutrale e visto il dibattito attualmente in corso nella nostra regione mi è sembrato interessante sottoporlo all'attenzione dei miei visitatori. E' chiaro che su questo argomento il dibattito è aperto e che questo blog non ha particolari interessi a parteggiare per l'una o per l'altra soluzione. L'importante è che si faccia realmente il bene della collettività.

TeamAlp e la sfida dell'aggregazione

«Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo». La frase di Henry Ford si trova in calce ad una presentazione del neonato Consorzio TeamAlp.
L’idea risale ad un anno fa, ma è dall’inizio del 2008 che i professionisti Tullio Ballarino, Bruno Castagnole e le società Saec, Soluzione e Syrma Soluzioni Informatiche (complessivamente un fatturato di circa tre milioni di euro), da diversi anni presenti sul mercato valdostano, hanno dato vita ad un Consorzio valdostano di imprese Ict. «Il nostro obiettivo – spiega Clara Ferrari – è quello di realizzare progetti e fornire prodotti e servizi completi, integrati e di più elevata complessità, proponendoci ai clienti come riferimento per tutte le problematiche legate all’Ict». TeamAlp comprende infatti circa quaranta collaboratori appartenenti a diverse tipologie di profilo professionale, organizzati sulla base di gruppi di lavoro interaziendali, formati dinamicamente a seconda del tipo di attività da svolgere. Cinque le aree di azione: organizzazione e sistemi informativi, sistemi informatici, tecnologie e comunicazioni, formazione e gestione aziendale. Le aziende singolarmente vantano un ricco portfolio di clienti che va dal settore delle pubbliche amministrazione ed enti pubblici, a quello delle scuole e università fino alle aziende. «Noi – spiega Sergio Enrico - siamo interessati sia al settore privato, dove proprio in questi giorni abbiamo dato il via ad una azione di presentazione del Consorzio presso alcune aziende valdostane, sia a quello pubblico». Ma sul settore pubblico dimostrare le proprie capacità non appare così semplice. «Da tempo – prosegue Enrico – le aziende valdostane sono invitate ad aggregarsi in modo da assumere dimensioni più significative ed essere in grado di stare meglio sul mercato potendo affrontare progetti di più ampio respiro, ma una volta che lo abbiamo fatto ci siamo resi conto che per simili soggetti nel settore dell’Ict non ci sono gare cui partecipare che ci permettano di far vedere se siamo bravi oppure no. Noi aspiriamo ad essere appaltatori, non subappaltatori».
Per Enrico sul settore pesano gli scambi di knowhow che avvengono a livello di partecipate pubbliche nel settore Ict, in pratica le cugine piemontesi e liguri di Inva. «E’ in parte comprensibile – osserva l’imprenditore - che certe realtà agli occhi di Inva possano apparire più adatte a dare risposte al mercato della pubblica amministrazione, ma vorremmo almeno su alcuni lavori essere messi alla prova». Enrico teme un indebolimento del settore informatico nella piccola regione autonoma. «Se certi lavori restano in Valle – precisa – è un vantaggio per tutti. Inoltre da tempo i numeri del settore sono stabili, mentre nelle altre regioni l’Ict continua a crescere. Come mai? Eppure la Regione fa forti investimenti nel settore. Il fatto che il Politecnico di Verrès non sia riuscito a fare un corso d’informatica qualcosa vorrà pure dire. Un motivo ci sarà?». TeamAlp comunque, in attesa che il mercato pubblico si sblocchi, punta per ora a ritagliarsi un ruolo di rilievo a partire dal mercato privato. «Siamo anche particolarmente interessati – conclude Ferrari – a diventare un polo di attrazione per altre imprese valdostane». Come già scritto, Henry Ford docet. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 23 ottobre 2008)

13 novembre 2008

Un anno di blog: e domani?

Festeggio soltanto oggi per un'incredibile distrazione un anno di blog. Questa avventura è infatti iniziata il 10 novembre, ma io non so per quale curioso fenomeno di preferenza kabalistica pensavo al 13. e così sono rimasto comunque fedele alla data. Accantonando le dissertazioni numerologiche e ripromettendomi una maggior attenzione nel festeggiare i miei compleanni virtuali, ci tengo a scrivere che da quella data ho avuto la possibilità di avvicinarmi ad un mondo che conoscevo poco e che trovo molto stimolante. Fino ad ora è stato un bel momento di autoformazione. Un modo costruttivo di impegnare il mio tempo libero, visto che il Corriere della Valle assorbe molto del mio tempo e solo chi sta in una redazione sa quanti siano i grattacapi che uno deve affrontare e quante le decisioni che uno si ritrova a dover prendere in pochi secondi. Tornando al blog confesso che è stato particolarmente affascinante allargare i propri orizzonti di confronto, entrare a far parte di comunità on line come Stumbleupon e Facebook, fare persino una capatina su Second life (piuttosto deludente), scrivere qualche voce su wikipedia, diventare una vetrina per la Valle d'Aosta attraverso social network come Oknotizie, Diggita o Faiinformazione, seguire l'evolversi dei dibattiti e, quando possibile pure parteciparvi, di altri blog valdostani come quelli di Vincenzo Calì ed Eddy Ottoz, farsi leggere da chi non sapeva neppure dell'esistenza del Corriere della Valle. E devo anche dire che on line il mio lavoro ha ricevuto positivi riconoscimenti permettendomi anche di far apprezzare quello che svolgo settimanalmente sul Corriere. E' stato anche un test per mettere alla prova la mia professionalità. Mi è tornato in mente la prima volta che con un amico sono andato su internet. Era il 1995. Ho ancora in testa il rumore o il suono - fate voi-, interminabile, del modem mentre si collega e la schermata che si apre. Allora cercavo contenuti, oggi, nel mio piccolo, li offro. E domani?

12 novembre 2008

La Cooperativa elettrica Gignod guarda con ottimismo al 2009

Ottanta anni di storia, 5591 utenti, 15 dipendenti e 4,7 milioni di ricavi nel corso del 2007 producendo, distribuendo e vendendo energia elettrica. Sono questi i numeri della Società Cooperativa Elettrica Gignod (Ceg) che nei giorni scorsi ha inaugurato la sua nuova sede a Saint-Christophe, in località Grand Chemin, 24. «Una scelta necessaria – spiega il Presidente Mario Frimaireda quando nel 2003 la cooperativa, in seguito alle possibilità offerte dalla legge Bersani in materia di mercato libero, ha acquisito da Deval 2000 utenze in più». I 48 soci fondatori risiedevano a Gignod, Allein, Arpuilles e Excenex. La denominazione ufficiale iniziale era «Società anonima cooperativa di produzione e consumo Forza e Luce», ma era chiamata comunemente «Dizgnolentze», per la prevalente presenza di soci di Gignod nel primo Cda.
L’iniziativa fu un successo e, già nel 1929, la compagnia si allargò ed entrarono nuovi soci, parte dei quali dei comuni di Doues e Valpelline, nonché di due frazioni di Aosta: Porossan e Saint-Christophe, che all’epoca non era ancora comune. «L’attività della società – prosegue Frimaire – proseguì fra alti e bassi fino al 1963, quando il Cda dovette decidere se farla confluire nell’Enel o continuare a gestirla autonomamente. Gli amministratori scelsero questa seconda ipotesi e la decisione presa dal Cda, su proposta dell’allora presidente Breuvé, è stata senza dubbio coraggiosa perché in quel momento gli impianti della società erano in cattive condizioni, la produzione di energia elettrica insufficiente e la situazione economica tutt’altro che florida». Il resto è storia recente (situazione economica compresa, visti i tempi recenti, verrebbe da scrivere). Oggi la compagine sociale è costituita da 3.361 soci che hanno sottoscritto 20.084 azioni. La Regione ne possiede 6.825, per un valore pari al 31,2% del capitale sociale. Gli impianti di proprietà della Ceg sono una centrale idroelettrica situata ad Allein, che sfrutta le acque dell’Artanavaz e del Menouve, producendo mediamente 22 milioni di kWh all’anno e le linee di media e bassa tensione unitamente alle cabine di trasformazione per la distribuzione
dell’energia elettrica nel territorio di competenza che comprende i comuni di Saint- Christophe, Gignod, Allein, Doues e Valpelline, nonché quelle in comune di Aosta situate nelle frazioni di Porossan, Arpuilles, Excenex e Entrebin. «Sulle componenti tariffarie relative all’energia – aggiunge Frimaire (che è coadiuvato dal vice Riccardo Farcoz) – la cooperativa pratica uno sconto del 35% per gli usi domestici e del 27% per gli altri usi. Tale sconto è significativamente più elevato rispetto a quello praticato dagli altri operatori del settore, che al massimo arrivano al 10-12%». Nel corso del 2008 l’attività della Ceg si è concentrata nella razionalizzazione delle linee a Saint-Christophe e Porossan, nell’avvio della campagna di sostituzione dei contatori con quelli elettronici in modo da poter effettuare la tele lettura e la tele gestione dell’utenza, che proseguirà nel 2009, dalla richiesta del rinnovo della concessione per l’utilizzo delle acque dell’Artanavaz e del Menouve. «Attualmente – precisa Frimaire – è in corso l’iter autorizzativo. Fra gli interventi invece previsti nel corso del 2009 la manutenzione straordinaria della centrale, per assicurarne la continuità di funzionamento e migliorare il suo rendimento e la progettazione di un nuovo impianto idroelettrico. Positive anche le previsioni in merito ai ricavi. «Il nostro è un settore – conclude Frimaire – dove da tempo continuiamo a registrare un aumento dei consumi. Inoltre serviamo un territorio dove si registra un significativo incremento edilizio. Tutto questo ci fa pensare che, anche se in percentuale minore rispetto al passato l’energia distribuita e di conseguenza i nostri fatturati dovrebbero aumentare». (Pubblicato sul Corriere della Valle del 16 ottobre 2008)
 

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