«Gli alberghi che propongono qualità ad un target alto di clientela sono in crescita, penso ad esempio al Mont Blanc di La Salle o il Breithorn di Ayas. Sono in un buon momento gli agriturismi e i bed & breakfast. Perdono invece terreno gli esercizi intermedi. I tre stelle, che
si contendono la fascia centrale della clientela, sono in difficoltà».
si contendono la fascia centrale della clientela, sono in difficoltà».
Piero Roullet, già Presidente dell’associazione albergatori e primo presidente della Camera di commercio valdostana, fra i titolari dell’albergo di famiglia Bellevue di Cogne (38 camere, 64 dipendenti tra l’albergo, i due ristoranti e il negozio «Marché aux puces »), così sintetizza le sue impressioni su quale sia lo stato di salute del turismo in Valle d’Aosta. «Nella nostra regione poi – sottolinea Roullet - manca la specializzazione, cioè strutture per famiglie, per chi ha bambini, per la terza età, per i giovani che vediamo presenti in altri paesi. Ma è evidente che la specializzazione non può essere frutto di una scelta imprenditoriale, ma di una scelta politica. A monte la politica deve decidere qual è il turismo della Valle d’Aosta ed è fondamentale un piano di sviluppo turistico. In realtà la politica cerca il consenso più che la soluzione dei problemi. Ecco perché abbiamo fatto impianti di risalita sotto ogni campanile, oggi facciamo impianti di golf sotto ogni campanile e in futuro faremo anche piscine sotto ogni campanile. E così via. Avremo perciò un’offerta tutta uguale che non ci porterà i risultati attesi. Se tutti hanno il campo da golf avremo tutti dei mediocri campi da golf, senza punti di eccellenza molto elevati ».
Per Roullet il momento è particolarmente delicato. «L’offerta ha superato per la prima volta la domanda e in un simile contesto qualcuno per forza è destinato a lasciarci le penne. E i primi a pagare sono i soggetti deboli e piccoli». Roullet evidenzia anche il grosso mutamento apportato dai voli low cost. «Se prima il 60% dei turisti si muoveva con agenzia e il 40% da solo ora con l’avvento di questi voli avviene esattamene l’inverso. Questo significa che diventa ancora più importante la comunicazione, cioè far sapere al mondo che esistiamo. Se prima dovevamo farlo sapere alle agenzie, ora dobbiamo farlo sapere direttamente al turista ». «Inoltre non va dimenticato, - osserva ancora Roullet - perché l’abbiamo spesso imparato a nostre spese, che la distanza nel turismo non si misura in chilometri, ma in tempi di percorrenza. E, se questo è vero, è chiaro che noi da Parigi, da Londra in questo momento siamo molto più distanti rispetto a Sharm el Sheik, a volte addirittura dalle Maldive. E così la nostra forbice di clientela si riduce quasi soltanto al cliente che si muove in automobile. Ma l’auto può essere anche affittata da chi usa i voli low cost, il problema è riuscire ad organizzare l’offerta fatta al turista nel modo più facile e dire all’aeroporto di Ginevra o di Milano Malpensa che a meno di due ore di strada esiste una piccola Valle incastrata fra le più alte vette delle Alpi occidentali in cui la qualità della vita è eccellente e in cui vacanza significa o può significare emozioni irreperibili altrove. Inoltre non dimentichiamoci mai che il Monte Bianco dopo il giapponese Fujiyama è la vetta più visitata del mondo. Di conseguenza la motivazione turistica nei confronti della nostra regione può essere molto forte».
Roullet sottolinea come anche il turista di montagna sia cambiato molto. «E’ diventato più pigro. Ha sempre meno voglia di fare ascensioni, di fare fatica, anche perché dedica sempre meno tempo ad un lungo periodo di soggiorno e di conseguenza non c’è il tempo per allenarsi a camminare in montagna. Si fa vita di montagna respirando aria buona, ma senza muoversi ». Roullet (è sabato mattina e siamo nella terrazza dell’albergo) indica le strade del paese piene di turisti e commenta: «Trent’anni fa’ in una giornata bella come questa non ci sarebbe stato nessuno in giro per il paese oggi abbiamo una Cogne piena di turisti. La montagna è diventata il luogo per eccellenza dove ritemprarsi e rimettersi in forma come in nessun altro luogo». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 12 luglio)
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