20 novembre 2008

L'allargamento dell'aeroporto «Corrado Gex» non convince

«Una perdita strutturale – cioè una perdita garantita – comprese le spese per la sicurezza, di circa quattro milioni di euro all’anno (praticamente 100 euro per ogni famiglia valdostana) per una frequenza - massima! – ipotizzata di 120 viaggiatori al giorno è già un dato su cui bisogna soffermarsi con preoccupazione». Roberto Louvin, capogruppo di Vallée d’Aoste Vive, movimento autonomista nato da una costola dell’Uv, boccia la trasformazione dell’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe con la costruzione di una grande aerostazione per farne un aeroporto commerciale di maggiori dimensioni, con traffico di aerei da 80-90 posti su Aosta (qui trovate il post che illustra tutto il progetto). Louvin si fa forte del parere di alcuni esperti che il movimento autonomista ha riunito nei giorni scorsi per prendere in esame il progetto Gex. Il risultato è stata la sonora bocciatura dei piccoli aeroporti. Particolarmente significativa per le evidenti affinità geografiche, la realtà di Bolzano, illustrata dall’esperto gestionale Haymo Unterhauser. «L'aeroporto di Bolzano ha iniziato la sua attività nel 2001 e fino ad oggi ha accumulato quasi 18.000.000 di euro di perdite, 2.300.000 di euro in media all'anno. – ha sottolineato Unterhauser – Un piccolo aeroporto per andare in pareggio deve contare su un bacino di utenza di 500.000 persone. A Bolzano il traffico è di 85.000 passeggeri l'anno, il 70 % dei quali verso Roma e ritorno. L'aeroporto di Bolzano, come tutti i piccoli aeroporti, continuerà a sopravvivere solo se continuerà a esserci qualcuno che copre le spese (nel nostro caso la Provincia). I bilanci parlano chiaro: i piccoli aeroporti sono un giocattolo di lusso senza chance di andare in pareggio». Le stime fatte dalla «Aéroport Vallée d’Aoste», società esercita la propria attività di gestore dell’aeroporto «Corrado Gex» di Saint Christophe-Aosta, in virtù di affidamento trentennale concessole dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, che partecipa il capitale sociale di AVDA (49%) e risulta proprietaria del sedime aeroportuale e delle infrastrutture su di esso erette, Indicano un obiettivo di traffico passeggeri di 52 mila a cinque anni e 110 mila a venti. I charter dovrebbero passare da 28mila a 80mila. Nel masterplan predisposto dalla Regione la sostenibilità economica della struttura non sembra in discussione. Nel frattempo è nato un comitato di cittadini per un aeroporto sostenibile che fra i vari punti si prefigge di «analizzare i costi di impianto ed i preventivati costi di gestione della struttura commerciale, quantificando i benefici attesi». Ma che cosa dicono le associazioni di categoria maggiormente interessate dall’operazione? Silvana Perucca, presidente degli albergatori della Valle d’Aosta (Adava), è cauta. «Come Adava non esiste una posizione univoca – commenta – c’è chi ritiene i lavori di ampliamento e restyling fondamentali e chi invece non è così convinto che le ricadute compenseranno le spese sostenute». «Da parte mia – aggiunge la Presidente - credo sia molto importante farsi un’idea del mercato e verificare su quali bacini la presenza di un aeroporto può far crescere l’appeal della nostra offerta. C’è una potenzialità tutta da verificare. Capisco che per una regione come la nostra che investe molto sul mercato francese ci sia interesse a far crescere le quote di mercato transalpino meno di prossimità. Penso ad esempio alla zona di Parigi». Nel frattempo i lavori proseguono. L’Enac l'ente nazionale di aviazione civile, ha dato il via libero al progetto di radioassistenza, che permette ai velivoli diretti in Valle di volare anche dopo il tramonto e con condizioni meteo avverse. «Adesso siamo in contatto con l'Ente nazionale per l'assistenza di volo (Enav) per disciplinare le modalità di coordinamento del traffico aereo e disciplinare le relative procedure», ha annunciato Piergiorgio Brunod, amministratore delegato di Aeroporto Valle d'Aosta (Avda). Le modalità di avvicinamento strumentale, studiate attraverso un programma di modellazione 3D, si appoggiano a due apparati, che definiscono i segmenti del tragitto: il primo a Biella, il secondo alla Tete de Comagne, in prossimità del Comune di Emarese. L'ultimo tratto è invece percorribile a vista, attraverso quattro luci laterali installate su due cancelli. Gli interventi sono costati 3,5 milioni di euro (di cui 3 finanziati dallo Stato). (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord ovest del 12 novembre 2008)

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