23 novembre 2008

Immigrati: mercato del lavoro e imprenditorialità

«Lungo le strade del futuro». E’ questo lo slogan scelto dalla Caritas per presentare il dossier statistico 2008. Un titolo che dice, come ha spiegato il professore William Bonapace, con Monica Monteu Giolitto redattore della parte riguardante la Valle d’Aosta, che la realtà dell’immigrazione è matura e non è un fenomeno di passaggio, ma anzi addirittura in crescita. Sul Corriere della Valle abbiamo dedicato ampio spazio all'argomento. Sul blog mi limito a riportare soltanto una sintesi del paragrafo dedicato a mercato del lavoro e imprenditorialità.

Il contributo dei lavoratori di origine immigrata al valore aggiunto della regione derivante dalla loro attività è pari, nel 2005, al 7% (8,8% a livello nazionale). Al 31 dicembre 2007, gli occupati nati all’estero sono 5.925, pari all’11,8 % del totale degli occupati nella regione. Di questi, il 43,1 % sono donne (2.554 unità), un valore superiore di ben 8 punti percentuali rispetto a quello rilevato per l’intero Nord Ovest (35,1 %), ma in linea con il dato nazionale (42,7%). I nuovi assunti nati all’estero nel 2007 sono stati 1.195, di cui 575 donne (48,1%). La loro età è in netta maggioranza riconducibile alla fascia compresa tra i 18 e i 40 anni (3.907 unità, pari al 66%), in linea con la situazione generale del paese. Allo stesso tempo, però, bisogna sempre tenere a mente che il 33% dei lavoratori di origine straniera è di età superiore ai 40 anni, un dato che indica che ci troviamo di fronte ad un fenomeno d’invecchiamento della forza lavoro straniera, non sempre adeguatamente tutelata e garantita. I principali settori occupazionali dei cittadini
immigrati risultano essere in primo luogo ancora quello turistico-alberghiero, che dà lavoro a 1.954 persone (33% vs il 30,8% del 2006), e il settore delle costruzioni, con 1.326 occupati nati all’estero (22,4% vs il 21,5% del 2006). L’industria in senso stretto, nei suoi diversi rami, occupa il 18,1% della forza lavoro immigrata, l’agricoltura il 5,2% (8,6% nel 2006), mentre il commercio al dettaglio il 4,5%. I paesi d’origine dei lavoratori immigrati ricalcano le dinamiche migratorie di questi ultimi anni, che hanno visto una crescita esponenziale della presenza dei cittadini dei paesi neocomunitari e in particolare della Romania. È infatti quest’ultimo paese che raccoglie il maggior numero di lavoratori/lavoratrici: 1.255 occupati, pari al 21,2 % di tutti gli
occupati nati all’estero, che sale al 25,6% se si escludono i lavoratori UE a 15 e gli svizzeri. Seguono i marocchini, con 1.016 persone (il 17,1 % del totale dei lavoratori nati all’estero e quasi il 21% con l’esclusione degli UE a 15 e degli svizzeri). Cresce nel 2007 il numero delle imprese con titolari stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria (699, 10% in più rispetto
al 2006), con una concentrazione nel settore delle costruzioni (200) e nel commercio (142). I lavoratori extracomunitari iscritti all’ufficio del collocamento nel mese di gennaio 2008 erano 1.031 su 6.242 iscritti totali, pari al 16,5%. Un valore elevato rispetto all’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente, segnale di una maggiore difficoltà di inserimento lavorativo (regolare), almeno per alcune frange del mondo dell’immigrazione. Come emerso anche in recenti ricerche (M. Fiorucci, W. Bonapace, a cura di,Immigrazione: dinamiche di integrazione e percorsi di inserimento in Valle d’Aosta, IRRE VdA, Aosta, 2007), una delle principali criticità del mondo del lavoro straniero è la scarsa mobilità ascendente degli immigrati, collocati in buona parte nei settori meno qualificati del mondo produttivo.

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