Come già annunciato ieri eccovi la seconda parte dell'intervista al primo cittadino di Aosta. La prima la potete trovare qui. Buona lettura. Vi ricordo inoltre che dal'l11 dicembre inizia la nuova campagna abbonamenti del Corriere della Valle.
Aosta dovrà diventare davvero una città chiusa al traffico automobilistico non residenziale: diversamente l’utilizzo della metropolitana sarà decisamente minore…
Nel piano generale del traffico urbano che intendiamo realizzare senz’altro una suggestione andrà in questa direzione. Chiederemo ai professionisti cosa succede se si inserisce una metropolitana leggera in una città delle dimensioni di Aosta. Questo ovviamente comporterà quasi sicuramente una scelta molto drastica di chiusura del centro al traffico. Costringendo tutti quelli che arrivano dall’esterno a lasciare le auto nei parcheggi posizionati nelle aree periferiche della città. Anche se sono convinto che anche la crisi economica, la fine dei buoni benzina così come sono stati concepiti fino ad ora, porterà ad un maggior utilizzo del mezzo pubblico. Diventeranno centro anche via Festaz, via Torino, dove il traffico verrà vietato a tutti i non residenti. Questo vuol dire far respirare Aosta, renderla turisticamente attraente. In questo progetto dobbiamo crederci e se ci crediamo raggiungeremo l’obiettivo. Per fare tutto questo ci vuole molta compattezza a livello di forze politiche, al di là che si sia maggioranza o opposizione. La condivisione di questi temi vuol dire facilitare tutte le operazioni concernenti le autorizzazioni, i permessi, le concessioni. I finanziamenti sono una parte importante, ma prima di tutto serve questa sensibilità comune che ci permetta di superare gli steccati che a volte ci separano molto artificialmente in un consiglio comunale o in un consiglio regionale. L’ampliamento dell’Ospedale ad est oggi, ad esempio, è più facile da gestire in quanto c’è stata un’espressione popolare molto chiara in merito nel dire no all’ospedale nuovo. Questo ci permette di lavorare più serenamente.
Qual è la situazione delle piazze di Aosta? Penso a Piazza della Cattedrale: i cantieri archeologici continuano…
E’ chiaro che i grossi temi non devono distrarci dall’operare nel quotidiano. Sulle piazze di Aosta, ad esempio, noi abbiamo deciso di stralciarle dal finanziamento della legge di «Aosta Capoluogo» del 1992 perché ormai sono modificati anche i termini di intervento su queste piazze. Allora ci si proponeva di riqualificarle senza tenere conto di quello che c’era sotto. Grazie alla collaborazione dell’amministrazione regionale abbiamo oggi la possibilità di conoscere a fondo quale era la situazione archeologica di Piazza della Cattedrale, Roncas, San Francesco, Sant’Orso per cui anche le progettazioni vanno adeguate tenendo conto dei reperti trovati e delle ricchezze presenti sotto queste piazze. Questo fa sì che abbiamo chiesto di inserire le piazze nella nuova legge per Aosta che con la Regione stiamo discutendo per andarla ad approvare nel 2009. Con le sole nostre forze non avremo mai le risorse per intervenire se non facendo delle piccole
sistemazioni. Non saranno soltanto ripavimentazioni ma interventi di tipo più complessivo. Credo che nel prossimo quinquennio questo intervento sulle piazze sarà completato. Posso già anticipare che nell’ambito della ristrutturazione di Maison Lostan, oggetto di un’intesa tra Comune e Regione, l’Amministrazione regionale intende riqualificare e risistemare piazza Caveri che attualmente non si presenta in maniera dignitosa in quanto lì verranno portate
diverse iniziative di tipo museale.
Cambiamo argomento. Come è fare il sindaco in tempi di federalismo fiscale?
Purtroppo in un periodo come questo si sa da dove si parte, ma non dove si arriva. Il sistema Valle d’Aosta di autonomie locali è molto collaudato e può in qualche modo reggere grazie alla ripartizione finanziaria che la Regione attribuisce ai comuni. La finanza locale ci permette di vivere una situazione molto diversa rispetto ad altre realtà. Per un amministratore quello
che conta è la certezza delle entrate per progettare non soltanto per il domani, ma anche per il dopodomani, se manca questo diventa difficilissimo fare progetti e programmi. Per ora l’unica cosa chiara è che ci hanno tolto l’Ici e non ci sono state date nemmeno garanzie della copertura completa di questa mancata entrata. In una fase di predisposizione del bilancio non diventa facile far quadrare i conti e rischiamo – anche se noi faremo di tutto per evitarlo – di ridurre
i servizi. E in un momento in cui c’è una crisi economica forte se i comuni non riescono a
garantire la qualità dei servizi alle persone - anziani, bambini, giovani - si rischiano forti frizioni sociali. Noi abbiamo un sistema di welfare che ancora riesce a reggere, e deve reggere, soprattutto in questi momenti dove andremo forse a sacrificare altri tipi di interventi in settori diversi, ma senz’altro come amministrazione comunale non ridurremo tutto ciò che riguarda
i servizi alle persone: dai centri estivi agli asili nido, all’avviamento allo sport, all’assistenza anziani.
I parroci, ad esempio, ci segnalano che si sta sempre più diffondendo per molte famiglie il problema della quarta settimana…
La parrocchia per noi sta diventando un’importante antenna sul territorio. Bussano alle porte del parroco persone che prima non lo avevano mai fatto. Queste segnalazioni ci devono tenere in stato di allerta e insieme bisogna studiare strumenti di intervento adeguati. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 20 novembre 2008)
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
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