15 marzo 2018

Vivien Charrey: la mia start up dal mercato mondiale


L’ospite di questa settimana è Vivien Charrey, che gestisce una società di consulenza imprenditoriale.

Questa settimana di cosa ti sei occupato?
Io mi occupo di consulenza manageriale, imprenditoriale. Seguo delle aziende, degli imprenditori nello sviluppo della loro impresa, della loro organizzazione. Questa settimana in particolare mi sono occupato di avviare la filiale americana di un cliente che si occupa di produrre packaging per l’industria cosmetica. Abbiamo aperto con degli uffici a Los Angeles. Molto interessante. Mercato particolare. Molto diverso da quello europeo, italiano però con delle prospettive interessanti per le aziende made in Italy. 

So che fai parte di una nuova esperienza imprenditoriale. Di cosa si tratta?
Circa un anno e mezzo fa ho raggiunto un gruppo di ragazzi che hanno avviato una start up con sede a Londra però i componenti sono dislocati in giro per l’Europa. E questa start up sta creando un applicativo, un software per gestire le performance aziendali nella grandi aziende, nelle multinazionali.

Entriamo più nel dettaglio: concretamente come un’azienda può usare questa app?
Questo software viene installato all’interno dei sistemi e coinvolge tutti i processi aziendali a 360 gradi. L’idea è nata dal fatto che ci siamo resi conto che nelle grandi aziende ci sono una moltitudine di informazioni che vengono gestite in maniera disorganica. Questo software consente di convogliare in un unico strumento le informazioni rilevanti per poter gestire al meglio l’organizzazione aziendale. Penso agli indicatori, ai kpi di processo, alla valutazione degli skill delle varie persone.

In pratica compatta quelle informazioni che normalmente tu raccogli quando devi occuparti di un’azienda…
Esattamente. L’idea era di creare una sorta di consulente virtuale che non lavorasse su strumenti quali excel e powerpoint ma avesse uno strumento per poter governare tutti questi aspetti che confluiscono nel metodo della gestione delle performance aziendali.

Esistono altri applicativi di questo tipo?
No. Esistono dei software specifici settoriali, ma nessuno mette insieme tutto, sempre con un ottica e una filosofia legata al lean six sigma di cui quotidianamente mi occupo, cioè miglioramento dei processi, miglioramento continuo, riduzione degli sprechi, cioè metodologie di origine americana e giapponese.
Potenzialmente un mercato mondiale…
Assolutamente. Per adesso stiamo spingendo nel promuoverlo all’estero con contatti con imprese a Dubai, in Germania, negli Stati Uniti, in Brasile. Siamo ancora in una fase di lancio del prodotto, ma stiamo incontrando veramente un notevole interessamento da parte di clienti internazionali.

Ha un nome?
Sì. Si chiama Presto. Il fondatore dell’azienda è un americano con origini italiane e perciò è un acronimo che però richiama una parola italiana.

Un tuo sguardo sulle imprese valdostane: c’è la ripresa?
Devo dire che per la mia esperienza - ho conosciuto e seguo in Valle delel aziende molto interessanti – forse l’aspetto più critico del contesto imprenditoriale valdostano è la dimensione delle imprese. Perché oggi per essere competitivi, andare all’estero, fare economie di scala ed assorbire la quota di costi fissi e riuscire ad avere marginalità interessanti deve avere una massa critica sufficiente. Questo in Valle si fatica a riscontrare nelle imprese.

 Un consiglio (gratuito) da dare a un imprenditore in ascolto?
Ho conosciuto imprenditori con delle idee veramente interessanti, ma la vera differenza oggi si gioca sull’implementazione, cioè su come trasformi un’idea in realtà e quindi quello che cerco di spiegare è che l’idea va concretizzata. La concorrenza la batti su quanto sei bravo e veloce ad implementare i progetti. Questo richiede competenze manageriali, di project management che non tutti hanno necesariamente.

Recentemente sei anche entrato nel CDA di Finaosta?
E’ un’esperienza interessante. Ormai è quasi un anno che ne faccio parte. E’ un’esperienza molto intensa e formativa perché è un’impresa a capitale pubblico con dei vincoli che le altre imprese non hanno, quindi la complessità è maggiore dal punto di vista della gestione. E’ un piccolo gioiellino in quanto è una macchina che lavora in maniera efficace ed efficiente sul territorio ed ha questa mission aziendale molto interessante come lo stimolare il contesto economico valdostano.

Anche un forte senso di responsabilità…
Se posso fare una battuta la prima cosa che ho fatto una volta nominato nel Cda è stata l’assicurazione per eventuali danni erariali. Sono imprese sottoposte al controllo della Corte dei Conti e quindi bisogna ponderare bene ogni decisione.

Per il 2018 hai in mente un nuovo progetto. Di cosa si tratta?
Devo dire che sono già ababstanza saturo, ma certamente ci sono sempre nuovi progetti interessanti. Quello degli Stati Uniti mi sta particolarmente a cuore perché oggi ho avviato insieme al mio cliente la filiale e adesso si tratta di trasformare il sogno in realtà. Sarà la sfida del 2018 oltre naturalmente allo sviluppare il mio mercato di consulente non soltanto in giro per l’Italia e per il mondo, ma anche in Valle d’Aosta.

Il settore dei cosmetici ha ancora dei margini di sviluppo o comunque bisogna sapersi muovere?
Bisogna certamente sapersi muovere, ma la componente made in Italy ha un impatto interessantissimo in termini di appeal all’estero e le prospettive e le opportunità sono interessanti con tassi di crescita che raramente ho visto in altri settori.

Altri settori interessanti?
Adesso io sto seguendo una media azienda con circa 100 dipendenti che opera nel settore dello stampaggio, sia materiale plastico che metallico, e devo dire che nonostante sembri un settore vecchio, arcimaturo, in realtà ci sono ancora delle opportunità per poter crescere. Si tratta di lavorare in maniera efficiente, stringere ottimi rapporti con clienti importanti e poi le prospettive ci possono essere

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
La mia entrata in una start up è molto divertente. Ammetto che a volte mi sembra un po’ un’americanata perché il fondatore è un americano di origini italiane, sviluppiamo con un team di Bangalore in India e il nostro direttore finanziario si trova Londra ma è un tedesco e così quando le call di allenamento o qualche meeting sembriamo un po’ degli imprenditori da Silicon Valley. Diciamo che l’ambizione è un po’ quella di trasformare questo sogno imprenditoriale in una azienda vera e propria. 

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web