31 gennaio 2014

Lorenzo #Baravalle (#Dudag): un nuovo approccio al mondo dell'editoria libraria

Lorenzo Baravalle
Intervista, già pubblicata sul Corriere della Valle, a Lorenzo Baravalle, 23 anni, fondatore e amministratore di Dudag società di editoria on line da poco insediata nell'incubatore di impresa di Pont-Saint-Martin.

Lei da pochi mesi è insediato in Valle. Come nasce questa sua avventura imprenditoriale?
La mia avventura imprenditoriale nasce all'Università. Io ho 23 anni e un paio di anni fa - era un giovedì pomeriggio. Ero a lezione - stavo pensando alle opportunità digitali che erano già state accolte dal mondo della musica o da quello del videomaking. Ad esempio Itunes o youtube. Questo mondo digitale non è ancora stato abbracciato dall'universo del libro. Per questo motivo ho cominciato a disegnare qualcosa che potesse scoprirlo e dare una spinta all'universo web anche per il libro. E così è venuta fuori Dudag. Uno spazio digitale dove trovare dei libri di qualità a bassissimo prezzo. L'unica nostra grossa imposizione è che i nostri libri costano sempre un euro, cioè il prezzo di una canzone di Itunes. Io con Dudag ho cercato di unire un po' questi due mondi: quello itunes cioè compro a poco e a spot, un euro, e quello youtube, cioè il mondo del broadcasting.Io carico qualcosa di mio on line e cerco di trovare apprezzamento nell'universo, in questo caso dei lettori. E sono sempre questi a decretare il successo di un'opera.

Cosa significa Dudag? Viene quasi da canticchiarlo...
E' proprio quello che cercavo. Quando mi è venuta in mente di Dudag - io mi sono laureato in comunicazione e per me la comunicazione è molto importante - io stavo cercando qualcosa di molto breve e che si potesse pronunciare in molte lingue più o meno nello stesso modo. Per questo ho cominciato a tirare giù un po' di nomi e poi mi è venuto in mente che da bambino sapevo parlare molto bene, ma c'era una parola che non sapevo a dire: tartaruga che chiamava dudage.Ho fatto un'ellisse.

E da qui il logo...
Esatto.

 Lei è un under 25. L’Italia è un paese per giovani imprenditori?
Non è un paese per vecchi direbbe Cormac Mc Churty per citare il libro...Non è una domanda facile. La ribalterei dicendo i giovani possono anche essere imprenditori. E la mia risposta è assolutamente sì. Un giovane imprenditore può colmare il gap di esperienza con la passione, con la forza, anche l'inconsapevolezza della gioventù e questo secondo me è molto importante. poi c'è anche da evidenziare come la mia generazione per quanto riguarda il mondo del lavoro è nata con il coltello in mezzo ai denti. Noi siamo nati con "fate questo lavoro ma non sappiamo se potremmo pagarvi...E' un progetto ma vi diamo visibilità". E' un po' come la campagna che sta girando in questi giorni su you tube dell'idraulico, dell'antennista e del giardiniere. Noi siamo nati con "il lavoro ve lo dovete inventare". Se vogliamo vederla in positivo in Italia stiamo allevando una grande generazione di startupper e di imprenditori del futuro

Concretamente proviamo a spiegare in cosa consiste la sua attività?
Va fatto un distinguo tra autore e lettore. Un autore può venire su Dudag, registrarsi come autore, inviarci la sua opera e noi la prendiamo in considerazione passandola al nostro comitato di lettura dove ci sono dei ragazzi e delle persone esperte nel mondo dell'editoria. da studenti fino a lettori e scrittori molto importanti nel panorama nazionale. Quando un libro viene giudicato positivamente secondo minimi canoni di lettura in quanto noi non pretendiamo il premio Nobel per la letteratura, ma la leggibilità in quanto noi vogliamo caricare libri di qualità. Per questa ragione il libro viene formattato secondo i nostri canoni editoriali e caricato gratuitamente sulla piattaforma e poi messo in vendita a un euro di cui il 50% rimane all'autore. Per un lettore è molto semplice. Arriva su Dudag, si registra e da lì può iniziare il suo processo di acquista un libro, ma soprattutto per noi è molto importante il processo di giudico un libro. Dopo l'acquisto noi chiediamo sempre di poter lasciare un piccolo commento e di votarlo con un mi piace o non mi piace. Questo è molto importante in quanto sono i lettori i veri artefici del successo di un'opera. Per noi i diritti d'autore rimangono nelle mani dell'autore. Quindi un autore è libero in qualunque momento di pubblicare con un editore tradizionale. Noi chiediamo soltanto di venire citati sull'opera che sarà stampata.

Quanti libri ospitate sulla vostra piattaforma? Quanti iscritti?
I lettori sono sopra il migliaio e abbiamo già una trentina di pubblicazioni, molto di più di alcuni editori tradizionali da tempo sulla piazza. Non facciamo editing in quanto per noi è importante responsabilizzare l'autore nelle sue scelte di scrittura. Ma soprattutto in quanto vogliamo essere un canale del mondo dell'editoria e presupponiamo che ci sia un editor in arrivo. Del resto due libri pubblicati su Dudag sono già stati pubblicati su carta e questo è una bella soddisfazione.

Nel settore dell’editoria on line c’è molta concorrenza. Che cosa si fa credere di poter vincere la sfida?
Il fatto di non essere nè un editore nè un selfpublisher, cioè un sito dove io vado e pubblico il mio libro. Noi comunque sia abbiamo un minimo di filtro di qualità. Il nostro obbiettivo è quello di stare esattamente nel mezzo. Siamo un pericolo per il mondo editoriale

Internet è un mercato globale. Dudag potrebbe in un futuro aprirsi ad una  dimensione internazionale?
Entro il 2015 contiamo di aprire in inglese, francese, spagnolo e rabao. Quest'ultimo è un mercato molto interessante, che noi non conosciamo e che anche su internet ha dato segnali di essere pronto. Sarebbe bello creare un ponte fra le due sponde del mediterraneo, aspetto che ci è stato indicato da una personalità libanese importante nel mondo dell'industria, delle startuppers della cultura libanese.

Una novità da annunciare?
Questa settimana ce ne sono state parecchie e molto importanti per noi. Abbiamo pubblicato un libro di un giornalista della gazzetta dello Sport, Emanuele Giulianelli, e si intitola «Dall'uno all'undici» dove si possono leggere delle storie di calcio molto particolari, storie di periferia talmente potenti da stare quasi al centro. Si racconta del Licata che lui definisce la nazionale dei siciliani. Di Gleen Pete Stromberg famosissimo calciatore svedese fino a quando non è arrivato Hibraimovic e di Stroberg nessuno si è più ricordato. E poi stiamo per lanciare il nostro primo libro per bambini. E' molto piacevole e qualche adulto che lo ha visto in anteprima è stato molto colpito. Noi non abbiamo una linea editoriale in quanto la nostra linea editoriale è la bella scrittura. Più cose nuove ci sono su Dudag e più siamo contenti.

Per farsi un'idea del libro c'è poi il Dudy. Una specie di presentazione che permette di farsi un'idea di ciò che si sta per acquistare. Concludiamo con il sogno imprenditoriale da realizzare...
Diventare una realtà importante nell'universo del libro. E' molto difficile, è un sogno ma noi ci crediamo molto. Tutti i collaboratori del nostro team ci credono molto e la nostra è quella di diventare il veicolo per i nuovi autori che arriveranno nei prossimi anni  e che difficilmente accederanno da subito ad una pubblicazione cartacea.

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