21 gennaio 2009

46,3 milioni per la ricerca valdostana: le prime dieci aziende finanziate con la legge numero 84 del 1993

Privilegiare i progetti di ricerca e sviluppo delle aziende valdostane. E’ questa la scommessa della piccola regione autonoma che soprattutto nell’ultimo triennio ha intensificato il numero di aiuti e l’ammontare dei finanziamenti a favore delle imprese regionali. Tra il 2000 e il 2008 i contributi concessi attraverso la legge regionale 7 dicembre 1993, n. 84 (e le sue successive modificazioni) in favore degli investimenti in R&S, hanno toccato quota 46,39 milioni (qui trovate l'elenco anno per anno), di cui ben 11,2 nel solo 2008. Un aumento reso possibile dall’innalzamento dei massimali, proposta dall’allora assessore alle Attività Produttive Leonardo La Torre. Una modifica che ha posto come tetto contributivo il milione di euro per le grandi imprese, i 500mila per le medie e i 250mila per le piccole oggi raccolta con favore da parte del collega Ennio Pastoret, nuovo referente del dicastero con la Giunta guidata da Augusto Rollandin. Complessivamente nell’ultimo decennio sono state sedici le aziende beneficiarie, anche se da un’analisi della top ten gli interventi si concentrano soprattutto nelle prime tre posizioni che sommate raggiungono quasi i due terzi dell’intera torta. In testa la Dora spa, del gruppo STMicroelectronics con 18,5 milioni. L’azienda, che ha la sua sede nell’Espace Aoste, costituisce un centro di eccellenza dedicato alla ricerca, alla progettazione e allo sviluppo di circuiti integrati per il settore di mercato industriale e conversione di potenza. Estremamente positivo il giudizio sulla normativa regionale. «Abbiamo portato a termine da alcuni mesi il nostro primo progetto triennale – osserva l’ad Roberto Gariboldi - denominato “powermanagement”, grazie al quale saremo in grado di assicurare soluzioni innovative e più efficienti per le gestione dell’alimentazione dei computer portatili». «Il nostro gruppo – ci tiene a sottolineare Gariboldi - si confronta spesso con normative legate alla R&S sia di altre regioni che comunitario e possiamo assicurare che la 84 è tra quelle più adegute alle nostre esigenze». Piazza d’onore per la Cogne Acciai Speciali con 7,1, fra le prime con Olivetti I jet, non a caso al terzo posto, con 4,3 ad usufruire del sostegno messo in campo dall’amministrazione regionale. Quarto posto per Gps Standard con 2,09 e quinta piazza per Ribes Ricerche con 2,02. Quest’ultima azienda, appartenente al Gruppo Ribes di Ivrea, con ben tre progetti presentati tra il 2006 e il 2008, sta consolidando sul territorio regionale la sua mission di affiancamento di enti locali e società private per lo sviluppo di servizi e tecnologie avanzate in grado di supportarli nel processo di innovazione. «Grazie a questa normativa - spiega l’a.d. Umberto Bena - la nostra presenza in Valle è cresciuta sia in termini di occupati, da 10 a 18, che di presenza, passando da 300 a 600 metri quadri. E ha già dato vita ad una realtà di indotto con la creazione di Memside, una start up all’interno dell’incubatore di impresa di Pont-Saint-Martin grazie alla quale puntiamo a mantenere in Valle d’Aosta tutto il know-how che stiamo sviluppando nel settore della sensoristica». Uno dei progetti, finanziati dalla legge 84, ormai in fase di ingegnerizzazione, è proprio un sensore ottico, a base di silicio poroso, per il monitoraggio della CO2. Ma non tutte le storie di investimenti e aiuti sono caratterizzate dal lieto fine come dimostra il sesto posto della Tecdis di Châtillon con 1,99 milioni o ancora il 10° di Tectel con 1,22, chiusure di cui il tessuto sociale della media Valle d’Aosta porta ancora le ferite. Pragmatico in proposito Piero Enrietti, presidente di Thermoplay, azienda specializzata nei sistemi di iniezione a canale caldo per stampi di materie plastiche, al settimo posto della top ten con i suoi 1,75 milioni. «Questi aiuti sono poco utili se dati ad aziende già in difficoltà. Gli investimenti nella ricerca - commenta l’imprenditore che da tempo guarda con interesse anche ai mercati cinese e indiano - vanno fatti per anticipare il mercato, non inseguirlo. Noi già ora stiamo lavorando ai prodotti che commercializzeremo fra tre anni. Se si deve innovare per salvare un’azienda, a mio avviso, ormai c’è ben poco da fare». L’assessore Pastoret evidenzia tuttavia come ci sia da parte degli uffici regionali un attento controllo di risultato e che in determinati casi «i finanziamenti concessi possono non essere erogati».
La normativa nel suo complesso incassa anche l’ok di Confindustria. «Presto avremo un incontro con l’assessore Ennio Pastoret - spiegano i vertici dell’associazione - per valutare insieme il funzionamento della legge 6 del 2003 che ha accorpato in un unico testo tutti gli aiuti al settore industriale. In quell’occasione ci occuperemo anche della 84 che, pur in una cornice positiva, potrebbe necessitare di alcune migliorie: dall’inserimento degli aiuti per la ricerca fondamentale, per gli studi di fattibilità tecnica, per le imprese innovatrici, per la messa a disposizione di personale altamente qualificato e per i poli di innovazione». Proprio su quest’ultimo fronte l’assessore Pastoret richiama l’attenzione sulla scelta dell’assessorato di «sviluppare uno “strumento operativo” innovativo, basato sul meccanismo della chiamata di idee alle imprese, ossia sulla selezione di proposte imprenditoriali provenienti dalle imprese e concernenti progetti industriali caratterizzati da elevata innovazione tecnologica», In una prima fase il nuovos trumento sarà finalizzato al lancio di un bando competitivo per le imprese da avviare nella prima metà del 2009, rivolto a promuovere progetti innovativi in ambiti produttivi di interesse prioritario per la Regione.

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