27 gennaio 2009

Gamma interferone: la Giunta accoglie le richieste degli allevatori

La Giunta Regionale ha varato il 23 gennaio la terza versione del programma di bonifica sanitaria del bestiame 2008/2009. In questa ultima versione l’esecutivo regionale ha sostanzialmente accolto le istanze degli allevatori in merito all’utilizzazione del test del gamma interferone per l’accertamento delle positività alla Tubercolosi bovina.
Dopo l’accesa assemblea del 10 dicembre scorso l’associazione degli allevatori infatti aveva invitato la Giunta a riesaminare l’interpretazione dei risultati dei test. In particolare si richiedeva fosse svolta un’attenta valutazione della situazione epidemiologica generale alla luce degli esiti degli esami microbiologici sui capi risultanti positivi al gamma interferone macellati e che nel frattempo fosse sospeso lo svolgimento del test del gamma interferone.
La macellazione di circa 100 capi positivi al test del gamma interferone risultati negativi agli accertamenti post mortem hanno fatto decidere la Giunta a dare retta alle richieste degli allevatori.
Dello stesso parere sono stati il Ministero del Lavoro salute e politiche sociali nonché il Centro Nazionale di Referenza per la tubercolosi bovina , il Centro di Referenza per la epidemiologia di Teramo e i Tecnici dell’Istituto Zooprofilattico di Torino. Si è considerato il carattere di complementarietà del test del gamma interferon che la normativa italiana non ritiene valido quale prova ufficiale, si è accertato che nella nostra realtà zootecnica, la sua utilizzazione, ha portato ad eliminare numerosi animali non risultati poi affetti da tubercolosi e, inoltre, si è valutato che le conseguenti limitazioni, ingiustificate, della commercializzazione dei prodotti e degli animali, hanno avuto effetti economici negativi pesanti per le aziende. Ora il test in argomento sarà utilizzato solamente come test ancillare a quello ufficiale per l’approfondimento di focolai nei quali sia stata preventivamente accertata la presenza del M. Bovis. La positività al solo gamma interferon, eventualmente effettuato, avrà come conseguenza la messa in atto degli approfondimenti diagnostici ed epidemiologici al fine di decidere i provvedimenti da adottare.
Per opportuna garanzia nei confronti dei consumatori e degli allevatori stessi gli animali positivi al test dovranno comunque essere isolati, il loro latte non potrà essere ammesso al consumo umano e non potranno essere oggetto di movimentazioni fino al chiarimento del quadro diagnostico.
«Il provvedimento - si legge nella nota diffusa dall'Arev - era atteso dagli allevatori e si rivela quanto mai opportuno».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve mi chiamo Ronc Daniele e sono vicepresidente dell'Arev .Vorrei gentilmente esporre la mia opinione:
Nei mesi scorsi sono stati effettuati dei controlli dei Nas (su' cui esiste il massimo riserbo) che han provocato l'abbattimento di circa un centinaio di capi risultati positivi alla famigerata prova del gammainterferone poi confermati sani da ulteriori analisi di laboratorio piu' approfondite( isolamento del microbatterio bovis). Diversi giornali per far notizia e prima di aspettare gli esiti han pubblicato titoloni allarmanti tipo "carne infetta da tbc" trattando la categoria che rappresento allo stesso livello di pericolosi criminali conpromettendo una situazione economica gia' assai critica. Ora che da tutta questa' vicenda né siamo usciti puliti vorrei informare l'opinione pubblica che la carne valdostana é sana e controllatissima.
Affermo questo non a sproposito ma per due motivi ben validi:
1. nella nostra regione viene controllato il 100% dei capi.
2. usiamo un metodo d'identificazione all'avanguardia in Europa con il metodo del bolo ruminale ( un microcip inserito nel rumine)che permette un'immediata rintracciabilita' del prodotto, cosa che ci rende unici in confronto ad altre regioni d'Italia dove non esiste neppure un'anagrafe bovina.

Merçi Pami de vatse pami de valdoten. Daniele Ronc
P.s: ricordo a tutti quanti che difendo gli allevatori perché ci credo e non faccio parte di alcun partito politico.

ImpresaVda on 16 novembre 2009 alle ore 22:00 ha detto...

A distanza di diversi mesi purtroppo i titoloni sul mondo dell'allevamento sono arrivati lo stesso. L'elenco dei capi di imputazione descritto dall'Ansa è davvero impressionante. Il danno di immagine per il settore è enorme.

Queste le accuse del gip di Aosta, Maurizio D'Abrusco, elencate nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 13 arrestati nell'ambito dell'operazione condotta dai Nas di Torino e dal Corpo Forestale Valdostano:

- fecondazione di animali con semi non autoctoni illecitamente
importati dalla Svizzera;

- approvvigionamento di bovini sul territorio elvetico e
successiva importazione clandestina degli stessi;

- alimentazione di bovine utilizzate per la produzione di latte destinato alla produzione di Fontina Dop con fieno non autoctono, in contrasto con i dettami previsti dal disciplinare di produzione della Fontina Dop;

- produzione e immissione in commercio di Fontine Dop non
corrispondenti alle norme del disciplinare di produzione;

- produzione e immissione in commercio di Fontina Dop e altri
derivati con latte proveniente da bovini malati, nonché da allevamenti con qualifica di ufficialmente indenni revocata e/o sospesa per tubercolosi o brucellosi, o da allevamenti non autorizzati alla commercializzazione del latte;

- produzione e immissione in commercio di prodotti alimentari,
nella fattispecie Fontina Dop, formaggio valdostano e zangolato, pericolosi per la salute pubblica;

- vendita di foraggio utilizzato per alimentazione di bovine da
latte destinato alla produzione di Fontina Dop in assenza delle previste documentazioni commerciali e al di fuori di qualunque controllo;

- importazione clandestina di specialità medicinali a base di
ormoni a uso veterinario illecitamente somministrati ai capi bovini;

- alterazione del risultato della prova tubercolinica;

- illecita inoculazione del vaccino Buck 19 (antitubercolare) il cui utilizzo in Valle d'Aosta è stato vietato da diversi anni, che determina alle analisi di laboratorio titoli positivi alla brucellosi;

- produzione di latte non di qualità con illecita percezione di
contributi riconosciuti invece per la produzione del latte di qualità;

- ricorso a un canale parallelo di esami ematici al fine di
accertare preventivamente ossia prima dei controlli e delle operazioni di risanamento ufficiale la positività alla Tbc e alla brucellosi di bovine valdostane per il tramite del laboratorio La.Eco.Vet. di Carmagnola che fa capo a Rosella Badino e adottare così una delle strategie seguenti: mantenere il bovino in allevamento con il rischio di perdere la qualifica di 'indenne' e il contributo che ne consegue; avviare il bovino alla macellazione; venderlo sottacendo la patologia; alterare il risultato della prova tubercolinica.

 

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