6 gennaio 2009

Ivat: ultimi preparativi per il Museo dell'artigianato tipico di Fénis

Negozio di Bard a pieno regime e Museo dell’artigianato di Fénis pronto per la Fiera di Sant’Orso edizione 2009. Sono questi i due obbiettivi, scaramanticamente appena appena sussurrati, del nuovo staff dirigenziale dell’«Institut Valdôtain de l’Artisanat typique» (Ivat). Sia il Presidente Rudi Marguerettaz che il direttore Roberto Vallet hanno infatti dovuto già confrontarsi con un 2008 difficile in cui alla fine i volumi dei sei esercizi commerciali gestiti direttamente dall’Ivat (Aosta, Ayas, Cogne, Courmayeur, Gressoney e prima Issogne oggi Bard) non si discosteranno di molto da quelli del 2007, quando l’ente registrò un risultato commerciale pari a 564.760,49. Anche se le attese per il 2008 apparivano più brillanti Marguerettaz non si dice deluso. «Molte delle persone che vivono di artigianato tipico – commenta Marguerettaz – ci hanno confessato di aver constatato una forte riduzione della vendita all’interno dell’atelier, mentre i nostri negozi tutto sommato hanno tenuto. Di conseguenza per alcuni artigiani siamo diventati quasi l’unico canale di vendita». L’impegno dell’Ivat resta comunque fortemente concentrato sulla realizzazione del Museo dell’artigianato. Una mission irrinunciabile. «L’area espositiva – sottolinea Marguerettaz – sarà pronta per i primi mesi del 2009. Sogno di farcela per Sant’Orso. Difficile fare previsioni. Il Museo è ormai pronto al 90%, ma simili interventi nascondono sempre grandi insidie». Innovativo l’allestimento che punta a diventare un volàno sia per l’artigianato tipico che per l’offerta turistica. Il Museo, nelle intenzioni dei curatori, con i suoi oltre 700 pezzi, ospiterà un percorso fatto di materie prime, linee estetiche, tecniche e idee che salvaguardi un’arte e un’identità indissolubilmente legate tra loro e che le renda fruibili al grande pubblico. «E proprio per questo – conclude il Presidente - che questa struttura non è stata concepita come un mero luogo di conservazione e salvaguardia di manufatti artigianali, ma come un progetto di comunicazione nel quale gli oggetti d’uso “spariti “ dalla vita quotidiana e vere e proprie sculture vengono esposti e fatti condividere dalla comunità che li ha creati. Un percorso fatto di oggetti, immagini, musiche e materie che accompagni le persone dentro il gusto del “fare”. Un ponte tra la storia dell’artigianato che è stato e il lavoro dei numerosi artigiani ancora in attività». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 17 dicembre 2008)

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