17 gennaio 2008

Vacanze sotto le Alpi: a Cogne si sogna il collegamento con Pila

Per Cogne la stagione invernale è considerata «di sopravvivenza». La copertura dei posti letti, conferma Piero Roullet, titolare dell’albergo quattro stelle «Bellevue» e per diversi anni presidente degli albergatori valdostani, «non supera il 25%». In effetti l’atout naturalistico, dato dalla presenza del Parco nazionale del Gran Paradiso, che nel resto dell’anno, soprattutto d’estate, si rivela un formidabile volàno, d’inverno si dimostra invece un vincolo invalicabile, anche se nell’ultimo triennio il trend delle presenze è stato positivo. E così il comprensorio di Cogne per lo sci da discesa non raggiunge gli otto chilometri e non è possibile praticarvi il fuori-pista. Rimane ovviamente la grande tradizione nello sci da fondo che però ha sempre meno appassionati e così la località amplia il suo ventaglio di offerte proponendo scalate alle cascate di ghiaccio, il recentissimo transalpino ruisseling (percorrere i ruscelli ghiacciati con i ramponi), le passeggiate con racchette da neve, attività che esaltano il binomio sport-natura, ma sono ancora di nicchia. «Il parco storicamente è stato un grosso freno per la nostra località per quanto riguarda la stagione invernale – commenta Cesare Charruaz, presidente dell’Aiat Gran Paradis – in quanto metà della vallata è inclusa nei suoi confini. Di conseguenza quando negli anni ’60 c’è stato lo sviluppo dello sci alpino anche nelle stazioni minori le aree dove era possibile costruire impianti a fune erano limitate e soprattutto non era assolutamente possibile prevederne l’espansione».
Cogne tra novembre e gennaio si caratterizza così per un turismo di famiglie con bambini piccoli, residenti prevalentemente nel triangolo industriale, che privilegiano soprattutto i weekend. Quasi inesistenti le settimane bianche e pochi i soggiorni lunghi. Una situazione di certo non ideale. «Il decollo della stagione invernale – precisa Roullet – può passare soltanto attraverso la creazione di un collegamento con Pila. Il trenino di cui si parla ormai da trent’anni doveva avere questo obiettivo». E l’attesa non sembra terminata visto che alla fine di novembre il sindaco di Cogne Bruno Zanivan ha annunciato l’apertura della tratta (per la quale sono già stati spesi 50 milioni) non prima del 2009 a causa di gravi problemi tecnici e finanziari. «E' necessario identificare al più presto tutte le carenze, - ha dichiarato piuttosto allarmato il primo cittadino - fare un elenco, e affrontarle una per una, dal fondo ai distacchi della volta a causa dei rivestimenti non adeguati. E poi ci sono anche questioni legati ai mezzi di locomozione». Sul collegamento con Pila le scuole di pensiero sono comunque varie. Per Charruaz il trenino con la sua portata di 130-150 persone orarie non è più la soluzione ideale. «La soluzione migliore – sottolinea il presidente - sarebbe il collegamento funiviario e già nel 1994 come operatori avevamo presentato in Regione un primo progetto. Ma perché questa soluzione sia presa in considerazione bisognerà purtroppo attendere la realizzazione del trenino. L’unica sua utilità potrebbe essere legata allo sviluppo del Museo minerario». Roullet in particolare ricorda che il progetto presentato all’amministrazione regionale circa dieci anni fa’ costava soltanto 20 miliardi di vecchie lire. «Allora fummo snobbati dalla Regione, ma, con il senno di poi, possiamo dire che la nostra era la soluzione migliore» conclude l’albergatore.
Patrizia Margara, dal novembre 2005 amministratore delegato e presidente della società Funivie Gran Paradiso, si mostra invece dubbiosa sulla necessità del collegamento con Pila. «Posso capire l’interesse degli operatori turistici, ma sui benefici ci metterei un bel punto di domanda. – dice la presidente – L’attrazione del comprensorio di Pila potrebbe rivelarsi più forte di quella di quello di Cogne. Chi ha casa qui potrebbe decidere di andare a sciare a Pila».

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