30 gennaio 2020

#Artioserv: «Dare vita ai sogni nel cassetto di tutti»


Proponiamo l'intervista all’architetto Silvia Fiore, di Artio Serv.

Prima di tutto va spiegato il nome…
ARTIO è un acronimo. Significa architettura, restauro, tecnologia, ingegneria e officina che sono gli ambiti di cui ci occupiamo ed è anche la dea celtica della natura che si faceva spesso accompagnare da un orso che è diventato il nostro simbolo. Serv ovviamente sta per servizio.

Quindi vi occupate di design?
Noi nasciamo come architetti. Si tratta della nostra attività principale. Siamo attivi nel campo della diagnostica e dei consolidamenti. Dopodichè i clienti hanno iniziato a chiederci dei render, delle modellazioni virtuali dei progetti e noi abbiamo iniziato a creare dei modellini. Per fare questo abbiamo comprato la prima macchina a taglio laser per il legno. Ci siamo accorti che i clienti si divertivano a giocare con questi modellini con le porte che si aprivano, il bagno ricostruito perfettamente e piano piano hanno iniziato a chiederci sempre più modelli. Così ci siamo ricordati che dentro ad ogni persona si nasconde un bambino che ha voglia di giocare, di sperimentare, di creare e così abbiamo deciso di aprire questo nuovo ramo di attività.

Da quando esiste l’azienda e come è strutturata?
Il ramo del design da circa due anni. Siamo un gruppo di architetti con un po' di persone che ci assistono per i montaggi e le stampe e in più ci avvaliamo di contributi esterni di professionisti e artigiani del luogo, almeno per la parte tradizionali. I nostri spazi laboratoriali si trovanoa Montjovet nella nostra sede, mentre ad Aosta abbiamo uno spazio espositivo dove proponiamo anche un'attività di corsi di design in particolare per i materiali principe di cui ci occupiamo e cioè legno e ceramica. Si tratta di nostre passioni pregresse che abbiamo cercato di trasformare in un mestiere. Le strumentazioni ci offrono anche la possibilità di lavorare con una variegata gamma di materiali aggiuntivi tra cui il cuoio, i materiali lapidei, i tessuti, il plexigas. Inoltre l'anno scorso abbiamo aggiunto le macchine a modellazione tridimensionale e ora possiamo lavorare anche con le materie plastiche.

Avete un parco macchine importante. Un bell'investimento...
Questo ci è particolarmente utile, Ci siamo infatti resi conto che difficilmente le persone avevano una voce. Ognuno di noi ha nel cassetto una idea da realizzare e spesso non trovare come realizzarle. Per questo noi abbiamo iniziato a lavorare molto con le personalizzazioni. Per noi è molto divertente.

Operate soltanto a livello regionale?
Abbiamo anche una vendita online e quindi possiamo arrivare davvero in tutte le parti del globo. Ci è capitato di avere dei clienti di Sidney o di spedire dei nostri pezzi a Dubay e di avere dei clienti scozzesi che ci chiedevano delle personalizzazioni di oggetti. Insomma non abbiamo confini...

Sul vostro sito avete anche dei partner. Di cosa si tratta?
Riguarda principalmente il settore architettonico. Speriamo che anche le nuove attività diventino autosufficienti come quella architettonica.

Novità per il 2020?
Per la prima volta abbiamo proposto un presepe che può essere personalizzato attraverso l'inserimento di elementi architettonici valdostani: dal Castello di Verrès all'Arco di Augusto. Ci sono clienti che ci chiedono proprio di inserire i loro monumenti più cari. Sul fronte aziendale stiamo cercando di farci conoscere il più possibile non soltanto dal cliente ma anche da altre aziende con l'obiettivo di proporre un prodotto realizzato in partnership. Vogliamo pure ampliare il settore dei corsi e della divulgazione.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Noi vorremmo che ogni persona avesse a casa sua un oggetto realizzato da noi, anche piccolissimo come un portachiavi. Ci piacerebbe aiutare gli altri a realizzare i loro sogni. 

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