26 luglio 2008

Professionisti valdostani - 13: Tutto quello che c'è da sapere per diventare guida alpina


Identikit

Totale iscritti all'Albo: 198 in attività (e 69 emeriti)

Iscritti dell'ultimo triennio: 23

Suddivisione maschi e femmine: 195 m , 3 F

Composizione direttivo: Guido Azzalea (Presidente), Carlo Cugnetto (Vicepresidente). I restanti consiglieri sono 23 in rappresentanza di tutte le undici scuole. Ogni scuola può esprimere un proprio consigliere ogni 15 iscritti.

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti: 30



Le domande

Quali sono le Principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Non dimentichiamoci che il nostro è un lavoro che dipende dal clima. Questo inverno anche se è nevicato non si è lavorato moltissimo. Inoltre la clientela è cambiata. Le vacanze si sono accorciate e così le uscite inevitabilmente diminuiscono. Il cliente che arrivava a Courmayeur e ci stava un mese non esiste più. E così le società Guide organizzano corsi in modo da garantire un minimo di attività comunque. D’estate ad esempio si portano in giro i bambini. Un altro problema è la mancanza di nuove guide provenienti dalle vallate laterali. Quest’anno per la prima volta abbiamo tre ragazzi di Courmayeur. Negli ultimi era tutto accentrato intorno ad Aosta.

Esistono possibilità di lavoro in Vallee d'Aosta oppure il settore è saturo?
Già diventare aspirante guida alpina è più difficile rispetto a vent’anni fa’. Questo fa sì che possibilità di lavoro ci siano. Oggi occorrono ben 120 giorni di corso con moduli pratici e approfondimenti teorici, esame di francese compreso. Se si tiene conto anche dell’attrezzatura i costi sono particolarmente onerosi. Un paio di sci per lo scialpinismo oggi non costano meno di 500 euro. Siamo però fortunati che la Regione copre una buona parte delle spese del corso e, attualmente, l’allievo, paga soltanto il 35% dell’importo complessivo del costo dell’aspirantato. Del resto si tratta di trasformare in lavoro un grande passione e chi è disposto a superare le difficoltà di un simile corso è perché vuole trasformarlo nella sua attività principale. Per poter lavorare tutto l’anno è però consigliabile diventare anche maestro di sci. Lo si può fare prima oppure contemporaneamente. Ciò non toglie che mediamente abbiamo una trentina di iscritti all’anno al corso e che di questi superino ne siano promossi un po’ meno della metà. Si tratta di un trend da tempo consolidato. Oltre all’alpinismo e alle escursioni e al trekking la guida alpina può dedicarsi all’arrampicata sportiva, al torrentismo, allo sci fuori pista, alle cascate di ghiaccio e all’eli-skiing.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Io da tempo mi chiedo perché la guida alpina non possa entrare nelle scuole e fare l’ora di montagna? Molti dei nostri ragazzi arrivano a vent’anni che non hanno mai dormito in un rifugio. Sul diffondere la passione per la montagna credo che facciamo abbastanza poco. Eppure l’interesse potrebbe esserci. Con il Fondo sociale europeo abbiamo organizzato un corso di avvicinamento alla montagna per giovani alpinisti valdostani e abbiamo ricevuto 160 domande a fronte di venti posti disponibili. Il vero problema è che molti giovani si dedicano quasi subito all’attività agonistica e arrivano ad una certa età che sono stufi della competizione. Lo constatato personalmente e credo che bisognerebbe rifletterci con attenzione su questo disagio.

Quali sono le iniziative di formazione realizzate nel 2007 e in programma nel 2008?
Chi supera l’aspirantato raggiunge già un livello tecnico particolarmente elevato.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Il consiglio migliore è, come ho già detto, fare la guida alpina e il maestro di sci.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
La nostra ovviamente è un’attività legata al settore turistico.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah , ci sarebbero tanti commenti da fare . Procedo a caso . Le tariffe : non entro nel discutibilissimo merito della giustezza o meno del denaro richiesto per salire una certa via di una qualche montagna valdostana , rilevo che o le guide valdostane sono esose o altri professionisti della montagna fanno beneficenza . Salire all'Emilius con guida e tariffa valdostana dalla via normale costa più della via più semplice alla Cima grande di Lavaredo . Nel primo caso è un sentiero che solo in alto fa usare raramente le mani , primo grado , nel secondo siamo al secondo e talora terzo grado , esposto e con discesa a corda doppia . Entrambe le cime si salgono in giornata . E' un esempio che spiega ( non è una rara avis , casi analoghi sarebbero riferibili a bizzeffe e trizzeffe ) non il fatto che le guide locali operano effettivamente sulle cime di Lavaredo , uno dei capolavori delle alpi , mentre le guide valdostane sul turistico e ben più modesto Emilius sono presenti come le mosche bianche , bensì chiarisce come il mondo valdostano delle guide sia richiuso su se stesso come organizzazione , a prescindere dalle caratteristiche dei singoli . Qui si inneggia alla regione che fornirebbe contributi per i corsi , anche se i denari sono quelli dello Stato , ma non si comprende che manca in Valle l'humus culturale per far avvicinare le persone alle alte quote . Basti dire che io , friulano e autodichiarato cittadino del mondo che detesta ogni localismo , sono stato necessario per pulire da oltre cento variegatissimi quanto colossali errori la guida dei rifugi della Valle d'Aosta edita dall'assessorato al turismo di questa regione unionista , correzione gratuita andando sia all'assessorato sia nella tipografia all'uopo delegata . Non parlo poi degli errori montano-alpinistici che appaiono sul Peuple Valdotain ... è chiaro che in tale contesto a 20 anni e anche poi la stragrande maggioranza dei residenti non abbia mai dormito in un rifugio . C'è un problema di base indicato dalle statistiche : per ogni persona che fa le vacanze in montagna , ben sei vanno al mare . Inoltre la Valle ha due handicaps : gran parte del territorio ha vette di serie B e C ( tutte certosinamente ipertariffate : forse dalla creazione del mondo nessuna guida valdostana è salita con un cliente sulle pietre del Faroma per una cifra con cui dalla val Senales ... ci siamo capiti ! ) e le salite superlative sono sul confine , ma la regione paga il pedaggio della minore notorietà rispetto a Grindelwald o Chamonix o Zermatt o Saint Moritz . Lo sci può professionalmente supplire , cioè aiutare la guida nel suo vivere di mintagna , ma è altra cosa . Oggi la guida è un lusso per le grandi salite che , di fatto , poche affrontano anche perchè pochi sono i clienti specifici ( est e sud Bianco , nord e creste Jorasses , Noire ) e lo straniero che va " in zona Bianco " sceglie giustamente Chamonix : basta vedere com'è strutturata e quante sono le persone che frequentano la casa delle guide al di qua e al di là del traforo . Anche perchè Dru , Verte , aiguilles de Chamonix sono top francesi . Identico discorso per Cervinia/ Zermatt . Giustamente il Club alpino organizza salite settimanali che creano rapporti umani fra i partecipanti e affinano le conoscenze tecniche senza pagare nulla : se il maltempo fa terminare una salita il salasso della guida ai portafogli c'è comunque . Personalmente frequento la montagna e a 20 anni i miei figli hanno già raggiunto cento rifugi , in prevalenza svizzeri ; dai dieci anni di età sono saliti ai 4000 , ma non mi sono mai servito di guide perchè non mi piace il concetto , a prescindere dalle tariffe . Trovo che agli albori dell'alpinismo avessero un senso che ora si è affievolito : lodo chi vive di montagna perchè la ama , ma io non me ne servo . Buona l'idea dell'ora di alpinismo nelle scuole , ma l'UV predilige non le montagne ma la finzione del francese , quindi , purtroppo , nisba .

 

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