13 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Gli #Architetti

IDENTIKIT DEGLI ARCHITETTI
Iscritti totali anno 2018: 348
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Sergio Togni
Vice Presidente: Claudio Borgis
Segretario: Marzia Bertello
Tesoriere: Mario Bernasconi
Consiglieri: Simona Agostino - Luciano Bonetti - Maurizio Fea - Adriana Sorrentino - Donatello
Vitulli
Trend: Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: un calo degli iscritti che è iniziato dal 2010

E-Mail:
info@ordinearchitettivda.org
Sito internet:
www.ordinearchitettivda.org


INTERVISTA AL PRESIDENTE SERGIO TOGNI

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Calo del lavoro, numero iscritti elevato, compensi inadeguati in assenza di meccanismi di  salvaguardia da un mercato selvaggio, mancato riconoscimento dell’intellettualità della professione e sola considerazione in termini di fornitura economica, mancanza di tariffe certe per cliente e  professionista, affidamenti con bandi e non con concorsi, assenza di politiche serie di riuso (inadeguatezza norme urbanistiche), mancanza di regole contemporanee (inadeguatezza leggi  edilizie),  errori nei bandi, fallimento della laurea triennale con pochissimi iscritti, tassazione della casa, ma soprattutto una burocrazia in continuo aumento con la complicazione di cose che fino a ieri erano semplici, dalla fattura elettronica alle nuove normative (a causa degli esperti normatori ad unica visione in un mondo sempre più iperspecializzato).

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Il settore è completamente saturo, numerosi colleghi hanno cambiato lavoro, altri per il sostentamento
hanno altre attività oltre la professione. L’invenzione di nuovi regolamenti e norme non creano lavoro
ma solo burocrazia che è più dannosa per il collega che deve fare nuove prestazioni allo stesso prezzo
che per il cittadino che tanto è disposto a pagare sempre la stessa cifra per il progetto in rapporto al costo dei lavori edili.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Sì, settori molto specialistici ma che si allontanano un po’ dalla tradizionale figura dell’Architetto o
PPC, figura di cui la società e il sistema economico ha ancora bisogno. In ogni caso le competenze che ha un architetto sono tali da permettere una gestione di problemi complessi, non è un caso che da quando la gestione politica è diventato un sistema complesso abbiamo visto l’aumento del numero di architetti tra amministratori. L’architetto ha le competenze giuste per adattarsi rapidamente in un mondo in mutamento ma con lacrime e dolore.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019? 
Innumerevoli, dai veri e propri aggiornamenti professionali sulle tematiche tipiche della disciplina: restauro, urbanistica, sicurezza, lavori pubblici, sismica, edilizia, energetica, ambiente, arredo, design,
ecc.. Ai tanti convegni, con studiosi, amministratori, cittadini, che aprono un dibattito culturale e che interessano il rapporto tra il lavoro degli architetti e le ricadute sulla vita delle persone, che ricordo, abitano sempre spazi progettati da architetti: dal mobile, alla stanza, alla casa, la chiesa, gli uffici, le scuole, alla città (urbanisti e pianificatori), all’ambiente (i paesaggisti). Questi ultimi, gli architetti paesaggisti, molto spesso dimenticati perché vivere in una bella regione significa anche saperla gestire nella macro-scala del paesaggio: mi riferisco all’attenzione che di solito si ha per il piccolo,
esempio mi concentro sulla la finestra dimenticando il capannone, il ponte, la rete viaria, che disegnano il paesaggio che viviamo.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Carriera che si deve intraprendere solo se si è veramente ma veramente appassionati, in un mercato
molto saturo solo chi è molto appassionato troverà quella grinta in più che gli permetterà di
emergere. Alternativa: si prenderà una laurea e non farà l’architetto ma il burocrate o l’impiegato.
Fare esperienza all’estero è un elemento fondamentale e se vuole fare architettura dovrà lavorare  all’estero, in Italia si fanno soprattutto pratiche. Ma come Ordini e architetti italiani stiamo lavorando perché ciò cambi, in Italia e in Valle abbiamo bisogno di progetti non di pratiche.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Non particolari, abbiamo una cassa sana, sostenibile, in attivo, è ovvio che non eroghi pensioni d’oro,
ma adeguate se si sono versati i contributi regolari. Il rischio e che la nostra cassa, che condividiamo
con gli ingegneri, proprio per la sua floridità, venga carpita da quel pozzo senza fondo che si chiama INPS. C’è sempre uno spettro di un’INPS che, con il varo di una nuova legge in vista un suo  risanamento, vorrebbe rapinare i professionisti dai loro risparmi di una vita.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Da tanto tempo che si disegna, si lavora in maniera informatica e in rete. Gli sviluppi più recenti sono il BIM, e la realtà virtuale che permettono una gestione dei modelli edilizi digitali in 3D già in fase di
progettazione, prima della realizzazione. Non in tutti i lavori vi è una convenienza economica per i
maggiori costi del BIM e la digitalizzazione per legge e gli obblighi di modernizzazione fanno molti danni, soprattutto alle tasche dei cittadini (in fondo è sempre “Pantalone” che paga). Molto spesso si vuole introdurre la digitalizzazione per legge, ma siamo sicuri che l’Italia possa permetterselo? Non è meglio lasciare al mercato la capacità di evolversi gradualmente? Vi è poi la digitalizzazione burocratica e lì vedo solo vantaggi per le grandi imprese, le banche, gli enti statali: è una cosa che i cittadini conoscono bene, la digitalizzazione è la scusa per far fare all’utente quello che prima  facevano loro, e sta succedendo anche per la nostra professione. Il tutto sempre a detrimento del reddito del professionista e con maggiori costi per il cittadino. Il futuro sarà tutto digitale, non ho dubbi, sull’automazione della casa (la cosiddetta domotica) siamo solo all’inizio, ma il digitale ha bisogno dei sui tempi per evolversi, diamoglieli.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Credo che in questo momento la società colta abbia molta considerazione nella funzione e nell’utilità
della “visione progettuale” che ha l’architetto. Per la parte seria e colta della società non vi è dubbio
della competenza e dell’utilità della professione dell’architetto. Non è un caso, come dicevo prima, che nel processo democratico delle elezioni molti architetti sono stati premiati, cioè eletti. Vi è però poi una parte che, con una miopia tipica di chi non ha una visione strategica, pensa di poter fare a  meno o di risparmiare sulla progettualità e sulla bellezza che sono in grado di dare gli architetti  taliani e valdostani in particolar modo. Questi ultimi non si rendono conto del danno che stanno facendo rispetto al miglioramento della qualità della vita e degli ambienti in cui viviamo, ma per fortuna sono pochi.

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web