21 febbraio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: Le #GuideAlpinediAltaMontagna


IDENTIKIT DELL'UNIONE GUIDE DI ALTA MONTAGNA

Iscritti totali anno 2018: 240

Presidente:Pietro Giglio
Vice Presidente: Mario Oliengo
 Segretaria: Michela Deffeyes
Giunta esecutiva: Alex Chabod, Guido Azzalea, Oscar Cametti

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede: in leggera crescita

E-Mail:  info@guidealtamontagna.com
Sito internet: www.guidealtamontagna.com


INTERVISTA AL PRESIDENTE PIETRO GIGLIO 

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Pietro Giglio
A livello nazionale la problematica principe è quella della modifica della legge 6 1989 «Ordinamento della professione di Guida alpina», una legge che è ormai obsoleta, nel frattempo la professione è profondamente cambiata e di conseguenza la legge deve essere cambiata. Oltretutto questa legge regola oltre che la professione di guida alpina altre figure professionali cioè l’accompagnatore di media montagna, che in Valle d’Aosta non è presente anche se speriamo di inserirla, e quella della guida vulcanologica. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta la problematica è un po’ la stessa, cioè la modifica della legge regionale, la numero 7 del 1997. La professione è profondamente cambiata e ci sono delle esigenze stringenti che devono trovare spazio nella legge ovviamente in accordo con la politica.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
L’offerta di lavoro è in costante crescita da qualche anno e quindi c’è l’esigenza di avere nuove guide in Valle d’Aosta, fra l’altro si registra un ingresso di guide provenienti da altre regioni perché le guide al contrario di altri ordini professionali possono appartenere a più collegi oltre a quello principale e quindi c’è una domanda di entrare in Valle d’Aosta e l’esigenza di avere nuove guide in Valle d’Aosta.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Le competenze delle guide alpine sono individuate dalla legge nazionale e di conseguenza poi da quella regionale, quanto ad altre attività che si potrebbero aggiungere qualcosa forse, però la domanda è soprattutto legata all’alpinismo di alta montagna. D’altra parte le guide sono vocate a questo tipo di attività. Ed è in forte aumento, basta pensare alle problematiche legate al Monte Bianco e alla limitazione della salita alla vetta. Se ne è parlato anche per il Cervino. E’ un dato che ci sono sempre più persone che vogliono salire sulle cime.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
E’ in corso di svolgimento una selezione per accedere al corso di formazione per aspiranti guide alpine. Ricordo che l’ordine professionale prevede due gradi di professione: aspirante guida alpina prima e poi guida alpina. Il periodo più impegnativo è il primo. Si tratta di 100 giorno distribuiti nell’arco di due anni nei quali gli allievi devono sottostare a delle prove molto selettive per acquisire il titolo di aspirante guida alpina dopodiché dopo due anni di praticantato possono accedere al corso finale per diventare guida alpina, più leggero pur avendo carattere di selezione.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Andare in montagna perché l’accesso alla professione è regolato da una selezione e per accedervi bisogna presentare un curriculum importante di salite. Di conseguenza per diventare aspiranti guida bisogna essere alpinisti formati, l’autonomia della movimentazione in alta montagna devono averla già acquisita. Ed è sempre più difficile per i giovani acquisire questo curriculum perché richiede soprattutto investimento di tempo e di denaro.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Bisogna dire che l’Unione regionale Guide di Alta Montagna – Collegio regionale delle Guide alpine forma dei liberi professionisti che sono regolati dal punto di vista della previdenza in vario modo. C’è chi lo fa a tempo pieno per cui accede alla categoria dei commercianti mentre ci sono altre guide che svolgendo altre professioni hanno altre casse previdenziali. Non fa parte delle prerogative del nostro ordine di occuparsi della previdenza.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Prepotentemente. Basta pensare al problema dell’orientamento che un tempo veniva affrontato con carta, bussola, altimetro mentre oggi ci sono i Gps e i telefonini con le app adeguate pur con i limiti rappresentati dall’autonomia di questi strumenti. Le guide sono tutte digitali ormai.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Uno dei valori cardini della montagna è sempre stata la solidarietà. Le guide su questo portano avanti un principio che è di generazioni ormai. Fra l’altro l’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna ha istituito anche un fondo di solidarietà che è il fondo Solidalmonte che fa capo alla Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, un fondo destinato ai figli minori delle guide alpine cadute in servizio.

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