SpeedyBrick: a che punto siamo con quella che, semplificando molto, possiamo chiamare la versione adulta dei lego?
Alla luce dell'esperienza fatta in questi anni ho imparato che il percorso di un brevetto, di una soluzione innovativa, è una avventura che allena alla pazienza, a partire proprio dalla pratica burocratica della brevettazione che è dal punto di vista della documentazione, dello scambio epistolare, estenuante sia come tempi che come costi. In effetti una considerazione che andrebbe fatta è che è così complicato e costoso che mettendomi nei panni di un giovane, che non ha una struttura finanziaria alle spalle, ma che ha un'idea brillante, risulta veramente difficile riuscire a proteggere la propria idea e a darle gambe imprenditoriali. Su questo qualche riflessione, a livello di governo
italiano ma anche internazionale andrebbe fatta perché veramente è molto complessa e costosa.
Non tutti se la possono permettere se non hanno un lavoro, una attività o qualche rendita.
Adesso è tutto a posto?
Per i paesi più grossi, cioè Stati Uniti, Cina, Canada, Australia, Europa, Russia, il percorso è completato, mi manca ancora la certificazione per Brasile e Giappone ma è questione di pochi mesi.
Resta il fatto che per un giovane che parte con pochi mezzi è un bel problema... Sì. Si rischia di vedere precluse le opportunità di chi ha una idea innovativa ma non ha le risorse finanziarie.
Sul fronte della produzione a che punto siamo?
Ho in corso un paio di contatti interessanti con dei produttori per stringere un accordo di partnership. Nel frattempo ho anche trovato nel torinese un'azienda che potrebbe produrmi i moduli in outsourcing a dei prezzi accettabili. Sono una via di mezzo tra l'artigiano che mi faceva i prototipi e la grande industria con cui spero di riuscire a chiudere qualche accordo.
E su quello della commercializzazione?
C'è ancora un passaggio da fare, cioè la certificazione del prodotto. Per la versione destinata all'utilizzo come materiale edile strutturale, cioè per costruire i muri portanti delle case occorre ottenere una certificazione europea per cui poi il prodotto può essere commercializzato con la sua scheda tecnica in modo che progettisti, ingegneri, architetti e impresari lo utilizzino sapendo qual è il carico, la resistenza strutturale che quel sistema garantisce. Anche questo è un percorso complicato
e costoso: circa un anno di lavoro e 70-80mila di costo. In questo momento sto decidendo a quale ente certificatore affidare la realizzazione.
Sembrava che il noto imprenditore Elon Musk di Tesla si stesse interessando al settore. Qualche contatto?
Siccome il sistema, all'inizio, sembrava avere qualche analogia con il mio, ho indagato un po' e ho capito che lui prevedeva di costruire questi mattoni utilizzando come materia prima i detriti di roccia dei tunnel che sta scavando nel suolo di Los Angeles per quel suo progetto di metropolitana superveloce. E sono anche arrivato a capire che è stata un po' una scelta obbligata per lui in quanto l'amministrazione di Los Angeles gli concedeva il permesso di scavare i tunnel soltanto se lui dichiarava che cosa ne avrebbe fatto dei materiali di risulta. Quindi si è dovuto inventare un prodotto
che giustificasse l'impiego di questo materiale.
Ma così è molto diverso?
Sì. Inoltre non aveva dettagliato molto le caratteristiche tecnico-strutturali del sistema. Si parlava soltanto di mattoni tipo lego...
Ha nobilitato il settore in qualche maniera...
Effettivamente. Ho anche cercato un contatto con lui per proporgli il mio brevetto. La società di Torino che segue la mia pratica di brevetto ha scritto alla società americana che segue i brevetti di Elon Musk per chiedere genericamente un interessamento. Per ora non c'è stata risposta. Non è che ci contassi molto, però un tentativo andava fatto.
Dove si può già vedere qualche mattone montato?
Al di là delle varie fiere cui ho partecipato, l'ultima è stata la Maker Faire di Roma dove c'è stato un afflusso e un grande interessamento. I prototipi sono nel mio studio. Adesso però sto lavorando alla costruzione di una unità abitativa dimostrativa completa di tutto, camera, bagno, cucina, anche come demo di come potrebbero essere realizzate con questo sistema le unità abitative nei casi di emergenza legata a catastrofi come terremoti e alluvioni. Ho anche un accordo con un impresario valdostano che dedicherà un'area destinata proprio alla costruzione di case in legno dimostrative. Si tratta di un impresario che costruisce case in legno di varie tipologie e mi ha proposto di ospitarne anche una mia.
Novità per il 2019?
Il brevetto di questo sistema di costruzione sino ad ora l'ho utilizzato per costruire i muri verticali, ora sto realizzando con lo stesso brevetto, la stessa soluzione anche la versione per fare orizzontamenti,
cioè solai e tetti con un rapporto dimensionale un po' diverso ma la soluzione è la stessa. Il sistema
porterà a essere in grado di costruire l'intera struttura di un edificio, non soltanto i muri ma pure i
solai e i tetti. Il sogno nel cassetto è proprio quello di arrivare a costruire questo chalet di cui ho fatto
cenno tutto con il sistema, pareti, solai e tetto e quindi testarlo e mostrare l'effettiva funzionalità. Il sistema manterrà comunque la sua semplicità e potrà essere utilizzato anche da chi non ha né forza fisica né competenza tecnica: questa rimane la caratteristica distintiva di questa soluzione.
Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Continuo a coltivare il sogno di riuscire a mettere insieme attorno a questa idea un po' le migliori energie valdostane. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgere chi già opera in Valle e produce nel settore della costruzione di case in legno e creare una realtà tutta made in Aosta Valley sia come concezione che come produzione. So che è difficile. Ma sono in buoni rapporti con tutti gli operatori regionali del settore e cercherò di tirarli ancora un po' per la giacca per vedere se si trova la strada. Chissà che alla prossima Fiera di Sant'Orso...
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