23 febbraio 2018

Giovanna Casagrande (#LouDzeut): «Albergatori valdostani scoprite i nostri prodotti!»

L’intervista di questa settimana è a Giovanna Casagrande, Presidente della Cooperativa Lou Dzeut di Champorcher

Ma che cosa è Lou Dzeut?
E’ una parola in patois che ha un doppio significato: germoglio e sciame di api. Quando si divide l’alveare uno sciame se ne va per formare una nuova famiglia di api. E’ un nome significativo di questa attività che fino alla fine dell’’800 era un’attività lavorativa per la gente di Champorcher, quasi in ogni famiglia c’era un telaio, poi si stava perdendo ed un gruppo di donne del posto ha voluto riprendere questa attività. Di qui Lou Dzeut in quanto è una nuova ripresa di un’attività che stava morendo.

Cosa producete con la canapa?
Generalmente riproduciamo i corredi per la casa e personali. Ossia noi tessiamo u dei vecchi telai manuali in legno tessuto di canapa e di lino. Realizziamo inoltre manufatti sempre legati al corredo della casa, ma anche alla persona. Non soltanto tovaglie, asciugamani e tende, ma anche eventualmente su richiesta camicie e gilet oppure forniamo il nostro tessuto per realizzare delle giacche, pantaloni a degli appassionati.

Non deve essere semplice portare avanti una simile lavorazione?
Per fare questo lavoro prima di tutto occorre un grande passione. E comunque anche questa non basta in quanto il lavoro è molto, è faticoso e poi il ricavato non è moltissimo considerando che i costi e la tassazione sono talmente elevati per queste attività che in effetti non è facile portarla avanti, soprattutto in questo periodo in cui non abbiamo grandi commesse.

C’è un savoir faire che rischia anche di perdersi come vi siete assicurati che possa continuare…
La nostra competenza è proprio quella di portare avanti e di trasmettere queste capacità sia nella tessitura che nel ricamo. Noi facciamo dei corsi di formazione presso le scuole per far appassionare e far apprendere almeno i primi rudimenti. Durante l’estate in particolare ormai da qualche anno assumiamo una ragazza per aiutarci nella cooperativa. Il problema è che in effetti, per il momento, questo non è un posto di lavoro così attrattivo perché le signore dipendenti sono part-time in quanto non abbiamo sufficiente lavoro. Chiaramente se non c’è una prospettiva di guadagno è difficile che una giovane ragazza possa appassionarci e decidere di scegliere questa strada.

In passato era diverso?
Abbiamo avuto delle socie a tempo pieno in passato. C’era più lavoro e più smercio. Le possibilità di vendita erano nettamente superiori. In questo momento di crisi considerati i costi di produzione dei nostri materiali è chiaro che sono manufatti per una nicchia di appassionati che può non soltanto apprezzare il tipo di lavorazione manuale, ma può anche permettersi di pagare questo tipo di lavoro.

Quanto è importante per voi una Fiera come quella di Sant’Orso? 
Per noi la fiera è l’evento più importante di tutto l’anno. Ogni anno proponiamo dei nuovi manufatti. Per la maggior parte legati alla tradizione ossia asciugamani e tovaglie ma non solo. Abbiamo anche una bella quantità di tessuto per cui gli appassionati, in particolare chi ricama, anche da fuori valle, colgono l’occasione di Sant’Orso per far rifornimento di tessuti da lavorare in proprio.

C’è interesse anche fuori Valle?
Noi partecipiamo ad alcune fiere al di fuori dei confini regionali, in particolare in primavera e poi in ottobre però alla Fiera di Sant’Orso arrivano sia dalla Svizzera sia dal resto d’Italia per cui abbiamo molti clienti che passano presso lo stand anche soltanto per un saluto.

Come commercializzate i vostri prodotti?
Il nostro atelier è a Champorcher. E’ lì che abbiamo il nostro negozio. Purtroppo Champorcher è un po’ fuori dai grandi flussi turistici della Valle d’Aosta però spesso è capitato che degli appassionati siano venuti a Champorcher proprio per visitare la nostra cooperativa e per acquistare un prodotto che in effetti sul panorama nazionale non ho difficoltà a dire che siamo in pochissimi a realizzare.

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Nel nostro stand abbiamo presentato la nostra ultima produzione cioè delle tovagliette runner che abbiamo fornito al Ristorante Gourmet del Castello di Parella vicino ad Ivrea. Siamo molto felici di aver fatto questa bella fornitura e le tovagliette sono un esempio di manufatto più attuale, più moderno che potrebbe incontrare il gusto anche delle coppie giovani o comunque di ristoratori meno legati alla preparazione classica della tavola.

Un sogno da imprenditore da realizzare?
Il nostro sogno sarebbe quello di fornire con una certa continuità, che siano asciugamani, tovagliette runner o che, gli albergatori e ristorato della Valle d’Aosta così loro avrebbero un tocco in più di artigianalità, di prodotto locale realizzato interamente a mano e noi potremmo garantirci un’entrata costante e quindi potere incrementare la nostra attività, assumere anche delle ragazze giovani e mantenere e incrementare questo nostro lavoro.

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