L’intervista di questa settimana è a Giovanna Casagrande,
Presidente della Cooperativa Lou Dzeut di Champorcher
Ma che cosa è Lou
Dzeut?
E’ una parola in patois che ha un doppio significato:
germoglio e sciame di api. Quando si divide l’alveare uno sciame se ne va per
formare una nuova famiglia di api. E’ un nome significativo di questa attività
che fino alla fine dell’’800 era un’attività lavorativa per la gente di
Champorcher, quasi in ogni famiglia c’era un telaio, poi si stava perdendo ed
un gruppo di donne del posto ha voluto riprendere questa attività. Di qui Lou
Dzeut in quanto è una nuova ripresa di un’attività che stava morendo.
Cosa producete con la
canapa?
Generalmente riproduciamo i corredi per la casa e personali.
Ossia noi tessiamo u dei vecchi telai manuali in legno tessuto di canapa e di
lino. Realizziamo inoltre manufatti sempre legati al corredo della casa, ma
anche alla persona. Non soltanto tovaglie, asciugamani e tende, ma anche eventualmente
su richiesta camicie e gilet oppure forniamo il nostro tessuto per realizzare
delle giacche, pantaloni a degli appassionati.
Non deve essere
semplice portare avanti una simile lavorazione?
Per fare questo lavoro prima di tutto occorre un grande
passione. E comunque anche questa non basta in quanto il lavoro è molto, è
faticoso e poi il ricavato non è moltissimo considerando che i costi e la
tassazione sono talmente elevati per queste attività che in effetti non è
facile portarla avanti, soprattutto in questo periodo in cui non abbiamo grandi
commesse.
C’è un savoir faire
che rischia anche di perdersi come vi siete assicurati che possa continuare…
La nostra competenza è proprio quella di portare avanti e di
trasmettere queste capacità sia nella tessitura che nel ricamo. Noi facciamo
dei corsi di formazione presso le scuole per far appassionare e far apprendere
almeno i primi rudimenti. Durante l’estate in particolare ormai da qualche anno
assumiamo una ragazza per aiutarci nella cooperativa. Il problema è che in
effetti, per il momento, questo non è un posto di lavoro così attrattivo perché
le signore dipendenti sono part-time in quanto non abbiamo sufficiente lavoro. Chiaramente
se non c’è una prospettiva di guadagno è difficile che una giovane ragazza possa
appassionarci e decidere di scegliere questa strada.
In passato era
diverso?
Abbiamo avuto delle socie a tempo pieno in passato. C’era
più lavoro e più smercio. Le possibilità di vendita erano nettamente superiori.
In questo momento di crisi considerati i costi di produzione dei nostri
materiali è chiaro che sono manufatti per una nicchia di appassionati che può
non soltanto apprezzare il tipo di lavorazione manuale, ma può anche permettersi
di pagare questo tipo di lavoro.
Quanto è importante per voi una Fiera come quella di
Sant’Orso?
Per noi la fiera è l’evento più importante di tutto l’anno.
Ogni anno proponiamo dei nuovi manufatti. Per la maggior parte legati alla
tradizione ossia asciugamani e tovaglie ma non solo. Abbiamo anche una bella
quantità di tessuto per cui gli appassionati, in particolare chi ricama, anche
da fuori valle, colgono l’occasione di Sant’Orso per far rifornimento di tessuti
da lavorare in proprio.
C’è interesse anche
fuori Valle?
Noi partecipiamo ad alcune fiere al di fuori dei confini
regionali, in particolare in primavera e poi in ottobre però alla Fiera di Sant’Orso
arrivano sia dalla Svizzera sia dal resto d’Italia per cui abbiamo molti
clienti che passano presso lo stand anche soltanto per un saluto.
Come commercializzate
i vostri prodotti?
Il nostro atelier è a Champorcher. E’ lì che abbiamo il
nostro negozio. Purtroppo Champorcher è un po’ fuori dai grandi flussi
turistici della Valle d’Aosta però spesso è capitato che degli appassionati
siano venuti a Champorcher proprio per visitare la nostra cooperativa e per
acquistare un prodotto che in effetti sul panorama nazionale non ho difficoltà
a dire che siamo in pochissimi a realizzare.
Cosa possiamo
segnalare per il 2018?
Nel nostro stand abbiamo presentato la nostra ultima
produzione cioè delle tovagliette runner che abbiamo fornito al Ristorante Gourmet
del Castello di Parella vicino ad Ivrea. Siamo molto felici di aver fatto
questa bella fornitura e le tovagliette sono un esempio di manufatto più
attuale, più moderno che potrebbe incontrare il gusto anche delle coppie
giovani o comunque di ristoratori meno legati alla preparazione classica della
tavola.
Un sogno da
imprenditore da realizzare?
Il nostro sogno sarebbe quello di fornire con una certa
continuità, che siano asciugamani, tovagliette runner o che, gli albergatori e
ristorato della Valle d’Aosta così loro avrebbero un tocco in più di
artigianalità, di prodotto locale realizzato interamente a mano e noi potremmo
garantirci un’entrata costante e quindi potere incrementare la nostra attività,
assumere anche delle ragazze giovani e mantenere e incrementare questo nostro
lavoro.
0 commenti:
Posta un commento