1 agosto 2008

Aurelio Marguerettaz: «Dico di sì al piano di sviluppo turistico» (2)

Completo il testo dell'intervista all'Assessore Aurelio Marguerettaz. La prima parte è stata pubblicata ieri.

Alcuni comuni stanno proponendo il vincolo di destinazione alberghiera. Può essere un’iniziativa interessante, ma non è sufficiente se non si suscitano imprenditori alberghieri. I muri non bastano a fare un albergo ci vuole l’albergatore…
Senza voler cannibalizzare o invadere sfere di competenza che non mi appartengono posso dire che gli albergatori hanno la necessità di poter esercitare correttamente il loro lavoro proponendo delle strutture ricettive adeguate. Per arrivare a questo dobbiamo avere attenzione agli strumenti urbanistici, alle capacità edificatorie, ai vincoli urbanistici che ci sono. Allora molto probabilmente ci sono delle strutture collocate in centro storico piuttosto che all’interno di reti urbane che non sono più adeguate agli attuali standard. Avere alberghi di questo tipo è una pessima pubblicità per tutti e, quindi, bisogna fare un’analisi con l’associazione albergatori e, singolarmente, comune per comune, per valutare se esistono delle possibilità per riadattare simili strutture. Se la possibilità c’è bisogna trovare la coerenza con i piani regolatori per farlo. Se non c’è molto probabilmente va assunta la decisione, molto difficile, di riconvertire gli alberghi.

Concretamente?
Sono due le soluzioni. Da un lato quella dell’adeguamento, portando all’estremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per arrivare addirittura ad un accordo quadro che lo consenta, con una logica anche di deroga pesante al piano regolatore. Questa opzione è chiaro che però comporterà dei vincoli severi. Vogliamo avere infatti la certezza di trovarci di fronte ad una operazione di lungo respiro. Quindi bisogna studiare il vincolo e l’aspetto finanziario. Dall’altro se non si fa l’adeguamento ma la riconversione si dovrà fare un ragionamento in materia di vincoli…
Piero Roullet aveva lanciato l’idea della rottamazione alberghiera. Il concetto mi sembra simile…
Il termine mi piace poco, ma dal punto di vista del ragionamento è simile. E’ necessario guardare il problema con una certa lucidità, dopodiché dobbiamo adottare tutti gli strumenti per evitare delle speculazioni. Ma delle strutture che non funzionano non vanno bene né per l’imprenditore né per la comunità. Ma non basta.

In che senso?
Occorre iniziare a ragionare su un settore di eccellenza. Se noi abbiamo la possibilità di avere imprenditori che vogliono affrontare delle sfide di massimo livello e dovessimo andare costruire un cinque stelle io, un albergo di questo tipo, lo paragono ad una grande opera che merita di avere un trattamento non dico privilegiato, ma speciale. In un simile scenario io devo potere anche qui valutare con particolare attenzione i vincoli urbanistici del piano regolatore…

Un esempio?
Si tratta di fare un’opera che dal punto di vista volumetrico è importante. Non si può fare un cinque stelle senza pensare di avere 100 camere…

Una bella spa…
Esatto feetness, spazi, confort. E’ una questione di economie di scala. Rendiamoci conto che un simile progetto imprenditoriale merita una valutazione ad hoc. E quindi si deve creare un percorso e una attenzione che meritano le grandi opere in modo tale da semplificare il quadro autorizzativo, le coerenze con i piani regolatori e creare a degli investitori del genere tutte le condizioni per fare degli investimenti così impegnativi. Oggi ci sono già delle deroghe ma si deve fare di più.

Sul programma si parla di un campo da golf internazionale…
E’ un dossier importante. Stiamo soltanto attenti a creare delle strutture capaci di qualificare nel migliore dei modi la nostra offerta turistica. Non si tratta di guardare alle volontà dei giocatori del settore, ma anche la componente turistica…

Insomma stiamo attenti a non avere un campo da golf in ogni comune…
Ecco. Conoscendo la Valle d’Aosta avrei la necessità di riunire. Deve poter servire più realtà anche perché dopo la costruzione c’è la gestione. Nell’ambito delle infrastrutture sportive, ad esempio, va definita con chiarezza una strategia di quelli che sono gli impianti di interesse regionale. Non dimentichiamoci che una volta che si taglia il nastro, dal giorno dopo, partono i costi. Anche questi impianti devono assicurare, in qualche maniera, una produzione. Oppure bisogna anche chiedere alla comunità se è disponibile a mantenere certi costi.

Dal turismo ai trasporti. Sull’aeroporto cosa c'è da dire?
Le ultime novità sono note a tutti. Abbiamo salutato con molto favore il fatto che vi sia un imprenditore che ha dimostrato interesse per l’Airvallèe ed automaticamente è diventato partner nella società di costruzione dell’aeroporto, cioè l’Avda. I contatti sono stati soltanto di conoscenza e prossimamente ci incontreremo per capire le valutazioni di tipo industriale del nuovo socio.

E sull’andamento dei lavori…
Come molti sanno ci sono stati alcuni ricorsi al Tar in merito all’appalto e ora stiamo aspettando di comprendere come si risolvono.

Nota dolente: la ferrovia. Vi proponente di interloquire con efficacia con Trenitalia. Una bella impresa.
Trenitalia ha un approccio molto commerciale. Oggi propone dei carnet, dei servizi a pagamento. E’ chiaro che una tratta come la nostra per loro non ha una grande appetibilità, fermo restando che il problema delle ferrovie non può essere scaricato dallo Stato soltanto sulle regioni.

In questa logica l’acquisizione dell’Aosta-Pré-saint-Didier di cui parlate nel programma con cui siete stati eletti non è un rischio?
E’ un’opportunità da valutare. Anche perché se immaginiamo di non acquisirne la proprietà e di affidarci alla gestione di Trenitalia che però per farlo chiede i soldi a noi qual è la differenza.

Per gli impianti a fune nel programma da un lato si ipotizza la nascita di una holding e dall’altra un accorpamento di alcune società a maggioranza pubblica. Le due ipotesi non sono in contraddizione?
Sono dei ragionamenti fatti anche in virtù del dibattito che si è sviluppato nella precedente legislatura. In merito c’è un impegno del Consiglio regionale dove sono presi in considerazione entrambi gli scenari. Al di là della soluzione che sceglieremo serve una razionalizzazione che permetta dei trattamenti retributivi definiti con dei criteri comuni, acquisti fatti insieme, logiche manutentive e promozionali comuni.

A che punto sono le competenze per la motorizzazione civile?
Dobbiamo dare corpo alla norma di attuazione. Nelle macrostrutture che andremo a definire introdurremo la casella dove radicheremo tutta l’organizzazione.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Parole , parole , parole del tutto ininfluenti verso la finalità dell'incremento dei turisti in Valle . Mi limito a dichiarare il mio dissenso dal concetto secondo cui un 5 stelle in regione dovrebbe avere almeno 100 camere . Invito Marguerettaz a recarsi a Kandersteg , località ai piedi del più bel lago delle alpi e dall'architettura rarefatta quanto accattivante come tipico dell'Oberland . Lì vi è un gioiello a 5 stelle , il Royal Park , con pochissime camere ma ogni attrezzatura ipotizzabile e ... sempre al completo . E' un esempio tra i tanti , la Valle può superare i suoi handicaps dotandosi , tra l'altro , di strutture , tante e quindi di dimensioni gestibili , che attirino , dall'estero come dall'Italia , un turismo di elite oggi inesistente . Ma i 5 stelle di dimensioni normali in altre regioni qui sarebbero destinati alla chiusura .

 

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