27 novembre 2019

Matteo Fratini (#ProjetFormation): «Quasi un migliaio di corsisti nel corso del 2019»



Proponiamo l’intervista a Matteo Fratini, Presidente del Projet Formation.

Quanti sono i corsisti seguiti nel 2019?
Quasi un migliaio

Come siete strutturati?
C’è un Consiglio di amministrazione che ho l’onore di presiedere con due collaboratori preziosi che sono Jeannette Bondaz e Ruggero Meneghetti. All’interno abbiamo delle aree di lavoro con diverse possibilità e opportunità progettuali e ogni referente d’area mi riferisce rispetto a quelle che sono le iniziative e le problematiche. Quindi siamo flat ma con la possibilità di costanti feedback.

 Cosa è Projet Formation?
E’ una Società Consortile partecipata in via indiretta dalla Regione attraverso FINAOSTA S.p.A. con al suo interno un raggruppamento di imprese molto importanti: tutte le organizzazioni sindacali sia dei datori di lavoro che quelle aziendali - ad esempio Adava, Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil - oltre agli enti bilaterali. All’interno della compagine societaria, anche se una parte di maggioranza la fa Finaosta, c’è la possibilità di un confronto sul territorio e quindi un presidio del territorio per quanto è il fabbisogno della formazione. Importante è per me sottolineare che la definizione di “braccio armato” della formazione della Regione è una definizione importante in quanto senza formazione in un periodo di crisi non si cresce e non si vede la luce alla fine del tunnel.

Qual è il vostro rapporto con il mondo delle professioni valdostane?
E’ un rapporto diretto e quotidiano. Ci proponiamo di essere il punto di riferimento della formazione professionale nel contesto locale e miriamo ad ampliare le nostre relazioni nell’ambito territoriale in particolare con tutti gli enti pubblici, le scuole, le aziende. Per noi è molto importante avere la possibilità di elaborare ed adeguare i nostri modelli formativi alle esigenze del cliente come priorità assoluta.

Quali tipologie di corsi proponete?
Di tutti i tipi. Projet Formation opera a 360 gradi nell’ambito della formazione. Le attività di progettazione, erogazione e rendicontazione degli interventi formativi riguardano principalmente le seguenti aree: obbligo scolastico ed assolvimento diritto-dovere di istruzione e formazione, i classici Percorsi IEFP (Istruzione e Formazione Professionale), la formazione iniziale, per favorire l’inserimento lavorativo, la formazione superiore e professionalizzante, la formazione continua e permanente (percorsi di aggiornamento, specializzazione e riqualificazione), la formazione per gli apprendisti, gli interventi rivolti alle fasce deboli, molto importanti, - e sul nostro territorio è fondamentale esserci da questo punto di vista – le attività di orientamento e quelle di accompagnamento alla creazione d’impresa.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale per una realtà come la vostra?
Nonostante il territorio piccolo in termini di utenza abbiamo una dislocazione morfologica che non è di aiuto. Abbiamo difficoltà di fare rete seppure operiamo in una realtà caratterizzata da numeri molto ridotti dovuta principalmente ad una forte parcellizzazione del tessuto produttivo. La ricerca continua poi di canali di finanziamento a livello regionale, nazionale e comunitario per rispondere adeguatamente alle necessità e ai bisogni formativi dei nostri clienti/committenti pubblici e privati non sempre è agevole. In più c’è un problema, che deriva da un retaggio culturale, per cui la formazione anche quando è gratuita non viene considerata spesso come un elemento per uscire dalla crisi.

Con i vostri corsi si trova lavoro?
La risposta è sì. Ma non soltanto con i nostri corsi, anche con quelli dei nostri partner. La risposta è particolarmente positiva soprattutto sui percorsi di professionalizzazione/qualificazione e certificazione. Capita addirittura che i partecipanti ai corsi rinuncino prematuramente, prima della conclusione del progetto, in quanto trovano occupazione durante la frequenza ai corsi grazie alla conoscenza diretta del mondo del lavoro che avviene durante l’erogazione per esempio delle attività esperienziali: visite guidate, stage, tirocini. Un dato per me particolarmente rilevante è che tutte le nostre parrucchiere negli ultimi 10 anni al 99% hanno una occupazione in questo momento.

Come sono cambiati i corsi in quest’ultimo decennio?
C’è stata una accelerazione nel cambiamento contestualizzata dalla crisi dell’ultimo quinquennio in cui ho avuto l’onore di presiedere questo ente. I corsi hanno avuto un’evoluzione dovuta all’incremento delle metodologie innovative e tecnologiche: informatizzazione delle sedi, utilizzo di strumenti multimediali, metodologie didattiche attive, la consapevolezza di avere persone laureate in questo campo specifico della formazione oltre alle interazioni con il territorio che si sono totalmente modificate negli ultimi cinque anni. Una rete reale è molto importante. Ultimo aspetto per me fondamentale, al di là del valore economico del singolo segmento formativo, ò la possibilità di essere ascoltati. Oggi, rispetto alla debolezza politica di 7 assessori in cinque anni, possiamo contare su un Assessore come Luigi Bertschy che non soltanto ascolta ma ha una mentalità molto privata, quindi cerca davvero di portare immediatamente in risultato quelli che sono le istanze del territorio. E per noi questo è fondamentale per uscire dalla crisi.

Consigli per un giovane che vuole avvicinarsi ad una professione?
Approfitto anche del mio ruolo di consulente del lavoro. Dal mio osservatorio privilegiato attraverso il quale vedo i giovani avvicinarsi al mondo del lavoro. Sicuramente deve essere fatto un investimento non soltanto nella formazione specialistica e permanente, ma sull’innovazione continua. Oggi a differenza dei nostri genitori o dei loro nonni se ragioniamo sui giovani non c’è più l’idea del posto fisso. Ma questo non deve essere visto con angoscia, ma con l’opportunità di poter leggere un libro diverso ogni volta e quindi alzare l’asticella continuamente, superare i propri limiti è il sistema migliore per poter trovare lavoro e avere soddisfazione dal lavoro. Io non conosco un imprenditore che mandi via la sua migliore unità lavorativa. Se si dà il meglio di sé stessi probabilmente si raccolgono frutti inaspettati.

Il mondo digitale è entrato nei vostri corsi in maniera significativa
Si, assolutamente: sia dal punto di vista educativo, per esempio con l’orientamento all’uso consapevole del web e dei social - molto attuale come tema, del resto ne conosciamo al pericolosità avendo dei minorenni fra i nostri allievi - sia dal punto di vista tecnico-professionale: l’uso e la conoscenza delle ITC è imprescindibile oggi. L’alfabetizzazione dell’informatica deve essere alla base di qualunque rapporto di lavoro.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Si tratta di un termine desueto, l’etica del lavoro. Essa sarà sempre un investimento che posso portare sia nel mondo della società civile sia nella mia famiglia, quindi quando si rispetta questo principio assoluto dell’Etica del Lavoro probabilmente si ha un valore professionale recuperato.

Da sapere: E-Mail: p.f.progettoformazione.org



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