Quanti sono i corsisti seguiti nel 2019?
Quasi
un migliaio
Come
siete strutturati?
C’è un Consiglio di amministrazione che ho
l’onore di presiedere con due collaboratori preziosi che sono
Jeannette Bondaz e Ruggero Meneghetti. All’interno abbiamo delle
aree di lavoro con diverse possibilità e opportunità progettuali e
ogni referente d’area mi riferisce rispetto a quelle che sono le
iniziative e le problematiche. Quindi siamo flat ma con la
possibilità di costanti feedback.
Cosa è Projet Formation?
E’
una Società Consortile partecipata in via indiretta dalla Regione
attraverso FINAOSTA S.p.A. con al suo interno un raggruppamento di
imprese molto importanti: tutte le organizzazioni sindacali sia dei
datori di lavoro che quelle aziendali - ad esempio Adava,
Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil - oltre agli enti bilaterali.
All’interno della compagine societaria, anche se una parte di
maggioranza la fa Finaosta, c’è la possibilità di un confronto
sul territorio e quindi un presidio del territorio per quanto è il
fabbisogno della formazione. Importante è per me sottolineare che la
definizione di “braccio armato” della formazione della Regione è
una definizione importante in quanto senza formazione in un periodo
di crisi non si cresce e non si vede la luce alla fine del tunnel.
Qual è il vostro rapporto con il mondo delle professioni valdostane?
E’
un rapporto diretto e quotidiano. Ci proponiamo di essere il punto di
riferimento della formazione professionale nel contesto locale e
miriamo ad ampliare le nostre relazioni nell’ambito territoriale in
particolare con tutti gli enti pubblici, le scuole, le aziende. Per
noi è molto importante avere la possibilità di elaborare ed
adeguare i nostri modelli formativi alle esigenze del cliente come
priorità assoluta.
Quali tipologie di corsi proponete?
Di tutti i tipi. Projet Formation opera
a 360 gradi nell’ambito della formazione. Le
attività di progettazione, erogazione e rendicontazione degli
interventi formativi riguardano principalmente le seguenti aree:
obbligo scolastico ed assolvimento diritto-dovere di istruzione e
formazione, i
classici
Percorsi IEFP (Istruzione e Formazione Professionale), la
formazione
iniziale, per favorire l’inserimento lavorativo, la
formazione
superiore e professionalizzante, la
formazione
continua e permanente (percorsi di aggiornamento, specializzazione e
riqualificazione), la
formazione
per gli
apprendisti,
gli
interventi
rivolti alle
fasce deboli, molto
importanti, - e sul nostro territorio è fondamentale esserci da
questo punto di vista – le attività
di orientamento e
quelle di
accompagnamento alla creazione d’impresa.
Quali sono le principali problematiche a livello regionale per una realtà come la vostra?
Nonostante
il territorio piccolo in termini di utenza abbiamo una dislocazione
morfologica che non è di aiuto. Abbiamo difficoltà di fare rete
seppure operiamo in una realtà caratterizzata da numeri molto
ridotti dovuta principalmente ad una forte parcellizzazione del
tessuto produttivo. La ricerca
continua poi
di
canali di finanziamento a livello regionale, nazionale e comunitario
per rispondere adeguatamente alle necessità e ai bisogni formativi
dei nostri clienti/committenti pubblici e privati non
sempre è agevole. In più c’è un problema, che deriva da un
retaggio culturale, per cui la formazione anche quando è gratuita
non viene considerata spesso come un elemento per uscire dalla crisi.
Con
i vostri corsi si trova lavoro?
La
risposta è sì. Ma non soltanto con i nostri corsi, anche con quelli
dei nostri partner. La risposta è particolarmente positiva
soprattutto sui percorsi di professionalizzazione/qualificazione e
certificazione. Capita addirittura che i partecipanti ai corsi
rinuncino prematuramente, prima della conclusione del progetto, in
quanto trovano occupazione durante la frequenza ai corsi grazie alla
conoscenza diretta del mondo del lavoro che avviene durante
l’erogazione per esempio delle attività esperienziali: visite
guidate, stage, tirocini. Un dato per me particolarmente rilevante è
che tutte le nostre parrucchiere negli ultimi 10 anni al 99% hanno
una occupazione in questo momento.
Come
sono cambiati i corsi in quest’ultimo decennio?
C’è
stata una accelerazione nel cambiamento contestualizzata dalla crisi
dell’ultimo quinquennio in cui ho avuto l’onore di presiedere
questo ente. I corsi hanno avuto un’evoluzione dovuta
all’incremento delle metodologie innovative e tecnologiche:
informatizzazione delle sedi, utilizzo di strumenti multimediali,
metodologie didattiche attive, la consapevolezza di avere persone
laureate in questo campo specifico della formazione oltre alle
interazioni con il territorio che si sono totalmente modificate negli
ultimi cinque anni. Una rete reale è molto importante. Ultimo
aspetto per me fondamentale, al di là del valore economico del
singolo segmento formativo, ò la possibilità di essere ascoltati.
Oggi, rispetto alla debolezza politica di 7 assessori in cinque anni,
possiamo contare su un Assessore come Luigi Bertschy che non soltanto
ascolta ma ha una mentalità molto privata, quindi cerca davvero di
portare immediatamente in risultato quelli che sono le istanze del
territorio. E per noi questo è fondamentale per uscire dalla crisi.
Consigli
per un giovane che vuole avvicinarsi ad una professione?
Approfitto
anche del mio ruolo di consulente del lavoro. Dal mio osservatorio
privilegiato attraverso il quale vedo i giovani avvicinarsi al mondo
del lavoro. Sicuramente deve essere fatto un investimento non
soltanto nella formazione specialistica e permanente, ma
sull’innovazione continua. Oggi a differenza dei nostri genitori o
dei loro nonni se ragioniamo sui giovani non c’è più l’idea del
posto fisso. Ma questo non deve essere visto con angoscia, ma con
l’opportunità di poter leggere un libro diverso ogni volta e
quindi alzare l’asticella continuamente, superare i propri limiti è
il sistema migliore per poter trovare lavoro e avere soddisfazione
dal lavoro. Io non conosco un imprenditore che mandi via la sua
migliore unità lavorativa. Se si dà il meglio di sé stessi
probabilmente si raccolgono frutti inaspettati.
Il
mondo digitale è entrato nei vostri corsi in maniera significativa
Si,
assolutamente: sia dal punto di vista educativo, per esempio con
l’orientamento all’uso consapevole del web e dei social - molto
attuale come tema, del resto ne conosciamo al pericolosità avendo
dei minorenni fra i nostri allievi - sia dal punto di vista
tecnico-professionale: l’uso e la conoscenza delle ITC è
imprescindibile oggi. L’alfabetizzazione dell’informatica deve
essere alla base di qualunque rapporto di lavoro.
Un
valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Si
tratta di un termine desueto, l’etica del lavoro. Essa sarà sempre
un investimento che posso portare sia nel mondo della società civile
sia nella mia famiglia, quindi quando si rispetta questo principio
assoluto dell’Etica del Lavoro probabilmente si ha un valore
professionale recuperato.
Da sapere:
E-Mail: p.f.progettoformazione.org
Sito
internet: www.progettoformazione.org
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