28 novembre 2019

Paola Muraro (#Federmanager): «Siamo un'opportunità non un costo»


Proponiamo questa settimana l’intervista a  Paola Muraro, Presidente di Federmanager.

Prima di tutto spieghiamo cosa è Federmanager...
E’ il sindacato dei dirigenti d’azienda. L’associazione è organizzata in 50 sedi territoriali. Chiaramente la scelta di avere le sedi dislocate in tutta Italia risiede nella volontà dell’associazione di garantire in modo efficace i primari servizi di cui gode un associato. L’associazione in generale segue il dirigente, il quadro o il lavoratore autonomo in tutta la vita lavorativa. Al momento dell’assunzione, attraverso la redazione di lettere e contratti preliminari di assunzione, durante il rapporto di lavoro come supporto per questioni fiscali o per la formazione di accordi collettivi aziendali e poi anche in vista della risoluzione del rapporto di lavoro con l’aiuto ai conteggi per la liquidazione di Tfr, per la verifica delle competenze retributive di fine rapporto, per gli incentivi all’esodo e nel momento della risoluzione con la gestione delle vertenze, la gestione delle trattative dei licenziamenti collettivi, la gestione delle transazioni e, infine, nel periodo di inoccupazione, l’associazione dà assistenza nell’agevolare la fruizione di diverse opportunità di formazione al fine di favorire il reinserimento del lavoratore. Chiaramente in ultimo c’è anche assistenza per i pensionati in materia di calcolo e la verifica dei diritti delle pensione e delle domande. In realtà poi Federmanager cura anche tutta una serie di relazione sul territorio ad esempio ha sottoscritto con la Regione un protocollo d’intesa con il quale mette a disposizione del sistema produttivo valdostano le competenze e le conoscenze dei manager per aiutare a rafforzare il tessuto produttivo regionale e stimolare le politiche produttive del lavoro. La prima occasione di applicazione di questo protocollo è stata nel 2017 con il Premio regionale a sostegno della creazione e dello sviluppo delle imprese innovative. E’ una collaborazione che sta continuando e a breve l’assessorato alle Finanze pubblicherà il bando del Premio “Crea la tua start up” in modo da favorire la nascita delle imprese innovative attribuendo alle cinque migliori start up un contributo complessivo di 150mila euro per l’avvio dell’attività. L’apporto di Federmanager Valle d’Aosta, con l’aiuto di Federmanager nazionale, è quello di dare un percorso formativo di 15 giornate su tematiche e strategie fondamentali per la gestione di impresa con il sostegno anche di mentors, cioè ex-dirigenti di imprese. Nel complesso Federmanager investirà una somma di 128mila euro portati da Formanager, associazione senza fini di lucro nata da un accordo tra Confindustria e Federmanager. E una terza collaborazione, ancora in una fase più embrionale, riguarderà lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato tipico di tradizione.

Come si diventa manager oggi?
Il manager deve possedere le competenze più complesse perché non si deve soltanto occupare di gestire le persone, ma deve essere sempre più gestore delle innovazioni e dei processi. All’interno dell’associazione è stata fatta una indagine intitolata “Bravi manager bravi” che ha coinvolto 1600 manager e da cui è emerso che il nuovo manager deve avere certe caratteristiche. Prima di tutto il fatto di condividere in maniera molto allargata le informazioni, coinvolgere i collaboratori ed essere orientato al problem solving. Tecnicamente invece il bravo manager è colui che possiede uno spirito di imprenditorialità ed è operativamente efficace. Se vogliamo parlare di manager 4.0 è colui che è in grado di introdurre il cambiamento culturale per operare insieme all’imprenditore e sviluppare la nuova cultura di impresa che è basata sulla managerialità.

Che tipo di formazione occorre?
La formazione deve essere continua. La formazione tecnica-economica-finanziaria è alla base del manager. Sicuramente quello che deve fare il manager una volta laureato e proseguire nel cammino formativo. Rispetto al passato sta diventando importante la formazione esperienziale, cioè la parte delle soft kills di cui parlavo prima è diventata irrinunciabile. La rivoluzione digitale che sta coinvolgendo tutti, imprese e dirigenti, sta imponendo ai manager senior di aggiornarsi in tale ambito in modo da avvicinarsi alle nuove tecnologie, mentre i manager di nuova costituzione devono farsi promotori dell’innovazione stessa digitale. Federmanager al suo interno ha Federmanager Academy che promuove percorsi di formazione impartiti dai manager stessi che danno appunto ad altri manager la possibilità di riqualificarsi. Tra il 2018 e il 2019 questa società ha certificato 300 dirigenti sui temi dell’innovazione, delle reti di impresa, del temporary manager, dell’internazionalizzazione e ora è stata inserita la nuova certificazione sulla sostenibilità.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Nella nostra regione il tessuto industriale è composto principalmente da piccole e medie aziende in cui chiaramente la presenza del manager non è molto diffusa. Questo può essere un problema per lo sviluppo soprattutto in questa fase di grande innovazione. Nella nostra regione, ma pure a livello nazionale la situazione non è molto diversa, c’è sempre la necessità di una visione strategica e sistemica. Da una parte gli imprenditori vivono la sfida di una grande innovazione tecnologica che mette in discussione modelli produttivi ma pure l’organizzazione stessa. Dall’altra i manager devono fronteggiare questa inarrestabile rivoluzione digitale. Sicuramente in questo contesto occorre favorire la collaborazione e ridurre i conflitti.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Spesso si sente dire che non si fanno più dirigenti, ma io preferisco pensare che questa è una tendenza che si può cambiare se le imprese intuiscono che in questo particolare momento di spinta innovativa il manager per un’azienda non rappresenta un costo ma una opportunità. Il consiglio è che, dando per scontata la preparazione tecnica, a fare la differenza è la capacità di essere leader piuttosto che capo. Questo atteggiamento aiuta ad aumentare la produttività. Il leader è colui che con l’esempio e l’autorevolezza guida il team. Altri elementi fondamentali sono poi il coinvolgimento, la motivazione, la delega. Si deve investire parecchio sulle relazioni e sulla comunicazione. 

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