Propongo l'intervista
Pierluigi
Genta,
Presidente del
Confidi Commercio Turismo e Servizi di Aosta.
Genta
avete fatto un accordo per far nascere un Confidi del Nord Ovest di
cosa si tratta?
Tutti
sanno che ci sono gli obblighi di Banca d'Italia in merito alle nuove
istruzioni sul mondo del credito date dall'Unione europea. Occorrono
grossi volumi, capacità di stare in piedi da soli tenendo anche
conto che c'è un concorrente come il Medio credito centrale. Quindi
la mission dei Confidi risulterà stravolta. Non soltanto più
garanzie, attività che sarà sussidiaria, ma dovremo ragionare in
termini più di consulenza e avvicinamento al credito. Perché allora
Confidi Nord Ovest? I numeri parlano chiaro 12mila aziende in Valle
d'Aosta, 6000 sono già socie dei vari Confidi il resto è in campo
alle Banche e sono i clienti migliori con rating superiori. A questo
punto manca un bacino che ci permetta di poter ampliare il conto
economico. L'unica soluzione era andare a pescare al di fuori della
Valle. Si tratta perciò di un accordo interregionale che al momento
ha visto
la firma di un protocollo d'intesa tra il Presidente di
Ascom Confcommercio Valle d'Aosta, Pierantonio Genestrone, e Ascom,
Confcommercio Torino, Maria Luisa Coppa, m
amolto probabilmente presto ci sarà anche la Liguria attraverso il
Confidi di Savona. Questo progetto nasce anche dalla volontà della
Confcommercio a livello nazionale che ha insistito nel vedere nel
futuro dei Confidi aggregazioni sempre più importanti come sta già
avvenendo a Nord Est. Essere piccoli è bello ma il mondo sta
cambiando
Quali sono i vantaggi che ritenete possano venirne agli associati?
Sicuramente
un grande Confidi, anche se ci sono dei costi elevati per mantenerlo,
in un'economia di scala mostra dei vantaggi. Intanto l'accesso al
credito sarà più facile inq uanto essendo un vigilato di queste
dimensioni con le banche avremo un altro approccio e poi penso
proprio che il price verrà a costare molto meno andando avanti nel
tempo.
Come
mai avete scartato l'ipotesi di una aggregazione con le due realtà
presenti attualmente sul territorio regionale: Valfidi e Confidi
Valle d'Aosta?
Non
vorrei fare del vittimismo. Però il nostro Confidi ha già subito il
taglio del contributo in conto interessi della Regione. Un'azione
penso mirata per spronarci verso l'unificazione a livello regionale.
In realtà ha scatenato l'effetto contrario. Ma al di là di questo
noi abbiamo avuto molti contatti ma non abbiamo trovato quel terreno
fertile per poterlo fare. Non si tratta di poltrone.
La
Regione vista la vostra scelta extraterritoriale intende chiedervi
indietro dei contributi da lei elargiti. Spieghiamo di quali
contributi si tratta?
Difficile
spiegare la giacenza di questi fondi che derivano dalla notte dei
tempi. Provo a semplificare. Tanti anni fa la Regione assegnava un
budget da utilizzare per dare dei contributi in conto interesse
secondo le regole europee. Noi abbiamo fatto a bilancio delle
retrocessioni, giuste a nostro avviso a differenza di altri. Poi
abbiamo avanzato questa giacenza e nel 2010 ci è stato assegnato un
contributo per un fondo di garanzia regolato dalla Legge 1 la quale
dice che questi fondi possono essere ritirati soltanto in caso di
liquidazione. Non è il nostro caso. Noi siamo stati alle norme fino
ad oggi. E anche nel futuro quei fondi non saranno utilizzati per
imprese al di fuori del territorio regionale.
Vi
aspettavate una simile decisione? Quale sarà la vostra reazione?
Comprendiamo
le ragioni politiche della richiesta di restituzione dei fondi
pervenuta dall'Amministrazione regionale, tuttavia restiamo sorpresi,
considerato che le risorse di cui alla l.r. 01/2009 sono e
continueranno ad essere utilizzate nel rispetto delle normative.
Appare opportuno rimarcare come dal 2009, anno di destinazione delle
risorse che erano già in dotazione alla cooperativa, grazie ad una
sana e prudente gestione ha saputo, oltre a sostenere le imprese
valdostane in difficoltà grazie all'erogazione di circa 2 milioni di
euro, accrescere la dotazione del fondo dagli iniziali 5 milioni agli
oltre 5,7 milioni. La lettera pervenuta appare dunque più altro
un processo alle intenzioni e di ciò siamo sinceramente
dispiaciuti. Vogliamo comunque rassicurare gli associati e le imprese
che Confidi CTS Valle d'Aosta è comunque dotata di adeguate risorse
proprie per continuare a perseguire i propri impegni statuari.
Occorre osservare inoltre che la richiesta di restituzione dei fondi
appare quantomeno poco ponderata se consideriamo, come detto, che
buona parte delle risorse sono state impegnate per il rilascio delle
garanzie per sostenere l'accesso al credito delle aziende. Inoltre,
sempre nell'ottica di ottimizzare al meglio le risorse in dotazione,
quasi tutte le somme sono investite ed una restituzione integrale,
come richiestoci dall'Amministrazione, rischierebbe di creare
importanti minusvalenze. Ancora una volta ci troviamo nella
condizione di dover aprire un contenzioso con l'Amministrazione
regionale per tutelare le imprese e certamente sarà una difesa, la
nostra, accurata ed a 360° che coinvolgerà tutte le Istituzioni
che dovranno essere chiamate in causa. Ricostruiremo l'iter che
ha portato la Regione a dotare Confidi valdostani di tali risorse
anche con sforzi importanti per le finanze pubbliche. Faremo
valere le ragioni di questa cooperativa che da sempre è impegnata
nel sostegno al tessuto imprenditoriale locale e che non trova nel
governo regionale il partner coerente nella condivisione della
nostra mission. La scelta di Confidi CTS Valle d'Aosta di
vagliare soluzioni che guardano oltre i confini regionali, è frutto
di valutazioni accurate che hanno considerato l'evoluzione delle
normative in materia di Confidi e ritenendo il bacino d'utenza
valdostano non sufficiente per affrontare le sfide del futuro. In
gioco quindi non c'è solo la restituzione dei fondi regionali, ma la
difesa della libertà d'impresa.
Noi
siamo pronti a restituire a condizione che vengano soddisfatte tutti
i legittimi aspetti tecnico-economici per la restituzione delle
somme. Noi non vogliamo tenere dei soldi se non sono di nostra
competenza.
La
sede sociale viene spostata ad Aosta. Cosa significa?
Stranamente
mi sarei aspettato dei complimenti. Perché quando un soggetto va al
di là dei suoi confini regionali e riesce nel concambio, nel
progetto globale ad ottenere che la sede sociale sia in Valle d'Aosta
penso che è un atout in più. Significa che noi vogliamo essere il
centro, il perno del Confidi Nord Ovest. Questa sede poi non è
fittizia in quanto ci sono regole stringenti per cui non la si potrà
mai più togliere dalla Valle. Mia spettavo di conseguenza non uno
scontro ma dei complimenti.
Possiamo
fare un bilancio, sia pure parziale, della vostra attività nel 2015?
Siamo
in linea con l'anno scorso. Leggero aumento. Abbiamo fatto molte
attività sul territorio. Ad esempio il tour del credito e abbiamo
creato dei prodotti mirati a dare liquidità ai nostri associati nati
proprio dal confronto sul territorio. Il riscontro è stato davvero
buono. Chiudiamo in attivo con le nostre forze pur essendo
svantaggiati.
Per
il 2016 che cosa cambia sul fronte dell'attività dopo la
fusione?
Noi
abbiamo attentamente guardato alle attività svolte da questo
Confidi. Ne dico una: il crowfounding. E' l'unico Confidi autorizzato
in Italia dalla Consob per la raccolta di fondi per start up
innovative. Mi pare un inizio buono. Tra le altre cose noi avremo un
presidio in quanto in questi giorni noi realizziamo una società di
servizi che farà da consulenza ai nostri soci che si presenteranno
alle banche nel migliore dei modi. Poi ci sono altre idee. Questo
Confidi non darà soltanto garanzie, ma potrà fare interventi anche
di altro tipo per sostenere le imprese.
Quale
sarà il suo ruolo nel nuovo soggetto?
Nel
concambio abbiamo avuto la sede e durante questo turno io farò il
vicepresidente con delega autonoma per quanto riguarda la Valle
d'Aosta. Prossimamente spero, se non sarò io sarà qualcun altro,
che un valdostano diventerà Presidente del nuovo soggetto. Ci tengo
a sottolineare che all'interno della governance avremo delle novità.
Saranno presenti dei professionisti valdostani.
Un
sogno da Presidente di Confidi da realizzare?
Tutte
le novità che sono arrivate in questi anni hanno aperto di più le
nostre conoscenze facendoci diventare più trasparenti, più
all'altezza della situazione, facendoci comportare come se fossimo un
vigilato e il 27 ottobre di dieci anni fa è stato l'inizio oggi è
la continuazione del diventare il perno di un grande Confidi. Penso
di avere fatto una scelta che guarda di più verso il futuro.
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