5 gennaio 2017

Mathieu Champretavy (#Tascapan): «Un gruppo di imprenditori sempre più unito»

Mathieu Champretavy
Questa settimana proponiamo l'intervista a Mathieu Champretavy, ideatore di Tascapan, una piattaforma di  e-commerce specializzata in prodotti valdostani.

Ho citato Tascapan ma ormai Tascapan non è più soltanto virtuale ma molto, molto concreto…
Due anni fa eravamo soltanto agli inizi. Poi piano piano tutto è cambiato nel senso che dalle idee dei produttori agli eventi sul territorio a varie degustazione siamo entrati in contatto con la realtà valdostana e poi con la gestione di Maison Bruil dall'anno scorso abbiamo fatto un passo avanti.

La gestione di Maison Bruil come si inserisce nel tuo business?
Maison Bruil è un museo della tradizione alimentare valdostana situato ad Introd e essenzialmente è uno spazio di un migliaio di metri quadri coperti, una casa del 1600 dove sono stati riportati in auge gli spazi del passato attraverso i quali capire come si viveva e come si conservavano gli alimenti.

La tua è un'azione potente di animazione territoriale ma anche imprenditoriale…
Molti mi definiscono un animatore di rete, un animatore territoriale. Non so neanche bene io essenzialmente cosa voglia nel concreto. Ma adesso cosa stiamo facendo? Noi abbiamo attivato questo carillon, abbiamo acceso la molla e adesso sta un po' partendo la musica nel senso che abbiamo messo insieme 20 produttori della Valle per dargli un servizio di vendita online, poi è arrivato il Museo, le degustazioni si sono ampliate e i produttori hanno capito che questa era una potente molla di promozione per tutti, di promozione condivisa. Poi i produttori hanno cominciato a lavorare tra di loro. Questo è un po' l'aspetto imprenditoriale. Quello territoriale è arrivato con Maison Bruil perché giustamente è un museo che ha i suoi problemi – è a Introd e non ad Aosta – anche se i alcuni li stiamo risolvendo. E' un museo e la parola museo a molti fa paura e allora l'animazione territoriale è stata proprio quella di riattivare il museo. E l'aspetto più bello è stata la reazione del paese. Introd è molto ricettivo sotto questo aspetto in quanto c'è già un settore molto pronto a collaborare per fare promozione del Paese.

Anche fuori Valle…
La grande sorpresa è stata probabilmente quest'anno che siamo riusciti ad andare insieme al Salone del Gusto. Una cosa che un piccolo produttore difficilmente riusciva a fare e difficilmente pure io da solo, in quanto impegnativo e costoso, invece unendo le forze siamo riusciti ad andare in questa Fiera che aveva valenza sia espositiva sia di vendita. E' stato davvero un successo. I produttori contenti e anch'io. Non siamo andati in positivo, ma di poco. E' stato un investimento promozionale.

Un bilancio dell'attività del 2016?
Quest'anno è andata molto bene. E' due anni che portiamo avanti l'attività per cui si fanno già un po' di numeri e il prossimo anno tireremo le somme. Questa è stata una prova. Sembra funzioni. Il 2016 ha già dato qualche frutto adeguato.

Spieghiamo meglio. Il tuo è stato un ritorno in Valle. Lavoravi a Milano ma hai deciso di provare a crearti un'occasione di lavoro nella tua regione…
Come sanno tutti gli imprenditori lo sforzo iniziale è enorme. Soprattutto oggi in cui la burocrazia ti invade di carta anche soltanto tenendo conto delle attività da fare per i dipendenti. C'è una mole di cose da sapere non inerenti al mestiere. Devi rallentare il tuo lavoro per cose che riguardano altro.

Nel 2017 cosa bolle in pentola?
Continueremo sicuramente a tenere aperto Maiosn Bruil ancora più in collaborazione con il Parc Animalier, come già facciamo, cercando di portare sempre più persone nel paese e ai primi di aprile apriremo con il Parc Animalier sicuramente fino al 30 ottobre e molto probabilmente fino a fine novembre. E poi cercheremo di sviluppare ancora di più maison Bruil.

Prevedi ulteriori espansioni del tuo business? Qualche investimento…
L'idea di allargare il business c'è sempre. E poi io essendo un recettore delle idee dei produttori che sono venti ne raccolgo davvero tantissime. C'è un po' l'imbarazzo della scelta. La prima cosa che mi viene in mente è capire o no se tradurre il sito e aprire le vendite all'estero. I risultati sul mercato italiano sono buoni, ma ora si tratta di valutare se fare questo ulteriore passo,. Si tratta ovviamente di una espansione molto ampia. Il turista che compra compra un pezzo di Valle d'Aosta. L'idea è di cercare di portarlo nel luogo di origine dei prodotti che ha acquistato.

Il tuo può anche essere un osservatorio economico o del fare impresa made in vda. Qual è la tua impressione?
Sicuramente la crisi c'è stata. Quando ero a Milano era una crisi pesante che è arrivata in maniera considerevole. Adesso c'è ma la situazione sta ripartendo. Vedo un interesse generalizzato per l'agricoltura che, a mio avviso, è positivo sia per il territorio valdostano, sia per il turismo, le due realtà sono collegate anche se fino ad ora gli assessorati sono rimasti separati mentyre credo che siano le due realtà più legate che ci siano in Valle d'Aosta. Questo ritorno all'agricoltura di cui si parla tanto in Valle d'Aosta credo ci sia ed è una cosa buona. Ovvio poi che c'è qualche impresa che fa più difficoltà, qualcuna meno, però i produttori di Tascapan, essendo già loro delle eccellenze nel senso di storie familiari antiche, legate alla tradizione, credo siano delle realtà in crescita continua.

Hanno gli anticorpi giusti per affrontare il momento…
Assolutamente.

Interesse per l'agricoltura, soprattutto da parte dei giovani…
Riporto un dato: il 40% dei fondi europei sono destinati all'agricoltura. Questa è la giusta via. Io sono un commerciante e sono il primo a dire che non bisogna dare soldi ai commercianti perché bisogna sviluppare il settore produttivo. Il commercio si sviluppa di conseguenza. Il ritorno dei giovani all'agricoltura c'è però di giovani formati. Sento tantissimi laureati che vogliono fare agricoltura. E poi si espandono pensando alla trasformazione, piccole produzioni…

La materia prima è sempre materia prima. Un vino di Introd non si può fare in Cina…
La Valle d'Aosta, secondo me, avendo visto altre zone come Milano, ha prodotti che non sono assolutamente paragonabili come qualità agli altri. Anche il più grande produttore della Valle è comunque un artigiano. Siamo a livelli di artigianalità eccezionali. Persone che controllano le piante singolarmente di qualsiasi produzione. Gente che tiene a quello che fa. Ci sono ancora le mani nei prodotti. Non c'è la testa di un manager.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
L'idea è che il gruppo di produttori si unisca realmente e porti avanti insieme una nuova proposta di presentazione commerciale e turistica.

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