12 aprile 2018

Luca Ronco (#Eyvia): «Voglio insegnare il mestiere dell'orafo ai giovani»

Questa settimana intervistiamo Luca Ronco, orafo artigiano.

Come nasce questa passione?
Nasce tanti anni fa con la scuola, con la preparazione. Dalla mia passione per il disegno e il disegno nel gioiello è fondamentale poi ho scoperto nel tempo la costruzione e la realizzazione dei gioielli, cioè tutta una filiera un po’ particolare e sono diventato un artigiano orafo.

Da quanto tempo ti dedichi a questa attività?
Ho una mia azienda dal 1992. Però ho imparato già dall’età di 15 anni. E ancora adesso quando si sente parlare di scuola-lavoro mi ricordo che già all’epoca, tra il 1985 e il 1986, al mattino si andava a scuola e al pomeriggio si faceva dell’apprendistato nelle botteghe in maniera gratuita e libera per imparare un po’ il mestiere. Questa è stata la fortuna mia e di alcuni miei coetanei che hanno lavorato nei picc9oli laboratori, nelle piccole fabbriche, e lì si è imparato effettivamente il mestiere, associato ovviamente a quello che si imparava a scuola.

L’azienda si chiama Eyvia. Come mai?
In patois è l’acqua, intesa come elemento che ispira le forme, dai torrenti all’acqua limpida.

Immagino che si tratti di un’attività che ti porta al di fuori dei confini regionali?
A volte. Non è predominante però si lavora con l’Italia, anche all’estero. Poi il lavoro sta cambiando, non soltanto nel mio campo, con il commercio online, e quindi con la conoscenza di nuovi clienti che possono venire dalla Francia, dagli Stati Uniti o dall’Australia, che ti richiedono i pezzi che vedono sul sito o su facebook. Sono gioielli che girano il mondo.

Recentemente sei stato coinvolto in un contest di livello internazionale. Di cosa si è trattato e come ci sei arrivato?
E’ stata una sorpresa anche per me. Sono stato cercato da una società che si occupa della diffusione del gioiello contemporaneo e che pubblica un annuario delle proposte di disegnatori e creativi nel mondo. Quest’anno sono stati 170 i selezionati in tutto il mondo. E io sono stato uno di questi. Hanno scelto due miei pezzi con delle perle. E’ una mia particolarità in quanto adoro lavorare con le perle. Ho così partecipato a questo contest. E’ stato pubblicato un libro, uscito da poco, e c’è stata una serata di presentazione al pubblico a Milano durante la serata della moda. Presenti a questo evento personaggi importanti come Yoko Ono. Per me è stato un momento di confronto. Ho potuto conoscere nuove realtà di mercato, nuovi disegnatori, provenienti anche da località più lontane, ad esempio molti dal Sudamerica. Persone capaci di creare e fare nuovo artigianato. Una significativa fonte di nuove ispirazioni.

Raccontaci le opere che hai proposto?
Sono pezzi che dovevano rispettare dei canoni di gioielleria contemporanea. Ho utilizzato le perle che sono una mia grande passione, ma ho utilizzato due perle particolari: una perla blu della Nuova Zelanda. Sono rarissime, particolari, sono delle perle mabe, cioè a metà e hanno dei colori blu-verde, blu-viola. Sono dei colori naturali. Sono prodotte da una piccola azienda che non riesce ad esportare tantissimo, quindi davvero di nicchia. Hanno dei colori veramente affascinati. Con questo ho realizzato un gioiello molto lineare conq questi colori che ricordano il mare e le foreste della Nuova Zelanda. Per l’altro gioiello ho abbinato la perla bianca giapponese Akoya con una forma molto stilizzata utilizzando metallo bianco e seta di colore turchese, come particolare nota di colore. Un filo girato a letto che faceva da cuscino a queste perle, una articolarità che è piaciuta alla giuria.

Come nasce un gioiello?
Per ogni orafo è un processo differente. Posso dire per me come nasce un gioiello. Io ho sempre nella mia giacca un foglio di carta e una matita. Il gioiello nasce dalla punta della matita. Poi successivamente ci si mette al banco e si lavora la materia che può essere la cera, l’argento oppure l’alpacca o l’ottone per vedere le forme e capire come renda nello spazio l’oggetto realizzato. Poi c’è la parte esecutiva che segue i canoni di costruzione e di tecnica tipiche dell’artigianato.

Adesso a che progetti stai lavorando?
I progetti sono sempre tanti. A volte direi quasi troppi. E il tempo per poi metterli in essere è ridotto in quanto il lavoro quotidiano prende il 90% del tempo. Però i progetti ci sono oltre allo studio che consiste nello cercare nuove materie per realizzare dei nuovi gioielli ma mi sto dedicando anche ad una oggettistica utile realizzata attraverso le tecniche dell’oreficeria. Un tempo si facevano oggetti sacri che avevano un loro perché nella vita della comunità. Oggi invece magari si può realizzare un tagliacarte, un accessorio da ufficio o altri oggetti che possono avere un plus utilizzando dei nuovi materiali e in particolare dei materiali nobili come il metallo o le pietre preziose.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Per me sogni e progetti sono quasi la stessa cosa. Mi piacerebbe insegnare il mio mestiere. E questo manca. Un tempo io ho avuto questa fortuna e adesso sarebbe bello portare nelle scuole la proposta di un mestiere come l’orafo in quanto di ce ne sono sempre di meno.

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