15 dicembre 2008

Aumentano le aziende valdostane che si aggiudicano appalti pubblici

«L’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sta portando ad una crescita, costante nell’ultimo triennio, dell’aggiudicazione di gare di appalto bandite dalla pubblica amministrazione da parte di imprese edili valdostane». Roberto Montrosset, presidente di Cna costruzioni, spiega così uno dei dati più significativi della ricerca commissionata dalla stessa Cna a «Esservice», azienda che offre servizi alle imprese, specializzata nell’elaborazione e nella gestione di informazioni inerenti le Gare d’Appalto online bandite nella Regione Valle d’Aosta e nel Piemonte. Da una rapida scorsa dei numeri, messici a disposizione per la prima volta da Montrosset, si nota come nel triennio 2005-2007 le imprese valdostane si sono aggiudicate appalti per un ammontare complessivo pari a 76,8 milioni nel 2007 contro i 68 del 2005, mentre le aziende provenienti da fuori Valle, nel 2007, si sono fermate a 83,9 dopo aver toccato nel 2006 addirittura quota 110, anno in cui si era registrata un’impennata dei volumi dei lavori messi a gara con un importo complessivo di 187,2 milioni contro i 163,7 del 2005 e i 164 del 2007. «Non trattandosi di una gara basata esclusivamente su un modello matematico – commenta Montrosset – ma tenendo conto di una pluralità di valori le imprese non valdostane sono in parte scoraggiate dal partecipare trattandosi di una gara lunga da preparare. Vorrei però sottolineare che questo non significa che sia aumentata concretamente la nostra attività. Il nuovo metodo fa sì che le aziende abbiano una propria commessa e non debbano più agire, come accadeva spesso in precedenza in sub-appalto». Il miglioramento dello scenario, sul fronte delle aggiudicazioni - «confermato – precisa Montrosset – anche nel 2008» -, complicato dalla difficile congiuntura economica, non deve far dimenticare la presenza per il settore delle costruzioni ancora di alcune criticità. «Prima di tutto – aggiunge Montrosset – la necessità di un’unica stazione appaltante o comunque di un soggetto in grado di coordinare e dare direttive riconosciute da tutti. Si tratti di Regione, Comuni, Comunità montane, Consorzi di miglioramento fondiario. Perfino all’interno della stessa amministrazione regionale ci dobbiamo confrontare con una assenza di omogeneità delle procedure adottate dalle diverse stazioni. Ad esempio l’Assessorato alle Opere Pubbliche e quello all’Agricoltura seguono iter differenti e questo appesantisce e complica l’attività delle imprese». Rimane critica anche il non ricorso alle gare informatizzate unitamente all’annoso problema della pianificazione. «Esiste – commenta l’imprenditore – ma è rivolta esclusivamente agli aspetti di bilancio delle pubbliche amministrazioni e non all’esecuzione dell’opera e alla regolamentazione del mercato, generalmente tardiva e che spesso non trova nessun riscontro al momento dell’esecuzione». Spostando l’attenzione all’andamento del comparto (298 milioni pari all’11,1% del Pil della piccola regione autonoma) in base al sondaggio svolto dalla Banca d’Italia, contenuto nella nota semestrale, su un campione di imprese edili regionali, «il quadro congiunturale nel settore delle costruzioni mostra segnali di rallentamento dell’attività, con effetti negativi sul valore della produzione e sull’occupazione». In particolare Il processo di creazione di imprese nel settore ha rallentato: tra gennaio e giugno, il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel Registro è stato pari allo 0,6 per cento delle unità attive a inizio periodo (2,9 per cento nel 2007). Non nasconde il suo disagio Federico Jacquin, presidente della sezione edile di Confindustria Valle d’Aosta. «L’andamento del settore – sottolinea Jacquin, che è anche alla guida del Confidi industriali, e quindi ha un ulteriore osservatorio da cui esaminare le difficoltà del comparto - non può essere disgiunto dal quadro generale. Sono convinto che in questo paese le Pmi siano state poco considerate. Eppure è il settore, ovviamente parlo anche delle costruzioni, in cui ci possono essere le maggiori possibilità di crescita. Va però favorita maggiormente la voglia di fare impresa che troppo spesso in questo paese è penalizzata. Diversamente in questo momento il nostro settore non può non sentire il peso di questa congiuntura così avversa». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 26 novembre)

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