Duemilacinquecento metri quadri di calzature, accessori e pelletterie (Pittarello), altri 1400 di alimentari (Conad) e circa altri 4000 metri suddivisi fra 30-40 punti vendita. Una vera e propria palazzina dello shopping, su due piani, proprio alle porte di Aosta.
Fa registrare un improvviso scatto in avanti la Grande distribuzione organizzata in Valle d’Aosta. Dopo un biennio 2008-2009 sostanzialmente stabile – con una crescita quasi impercettibile delle superfici da 92.689 a 92.938 metri quadri suddivisi fra 57 strutture (2 ipermercati, 14 supermercati alimentari, 13 grandi magazzini, 19 minimercati e 9 specializzati) e un più significativo incremento degli addetti da 1.147 a 1.179 – il mese di novembre sposta inesorabilmente l’asticella verso quota 100mila metri quadri. L’11 novembre è una data destinata a far dormire sonni poco tranquilli agli esercizi commerciali della città (e a qualche specializzato non molto distante) e contemporaneamente darà un po’ di fiato all’occupazione. In questa data hanno aperto a Saint-Christophe, Conad, con un punto vendita da 1400 metri quadri che darà lavoro a 40 dipendenti fra full e part time e Pittarello, brand padovano presente su tutto il territorio nazionale (e anche in Austria) dedito alla vendita di calzature, di accessori e di pelletterie. Il punto vendita si estenderà per circa 2500 metri quadri e occuperà 25 persone.
L’apertura della nuova struttura è stata oggetto di dibattito anche in Consiglio regionale. L’assessore al Commercio Aurelio Marguerettaz ha però precisato come «non essendo pervenute alla Direzione dell'Assessorato istanze da parte di alcun Comune per quanto riguarda la convocazione di una conferenza di servizi per la valutazione di nuove grandi strutture di vendita, si presume che l'apertura del supermercato sia riferita ad una media struttura di vendita alla cui autorizzazione deve provvedere direttamente l'Amministrazione comunale territorialmente competente». In effetti la normativa regionale definisce «medie» strutture di vendita, quelle ricomprese tra i 251 e i 2.500 metri quadrati nel Comune di Aosta e tra i 151 e i 1500 metri quadrati negli altri Comuni. Quelle che superano tali superfici sono considerate invece strutture per la grande distribuzione. «Formalmente – spiega Paola Gottardi, direttore di Confesercenti – il provvedimento del comune è inattaccabile però c’è da chiedersi se è stato rispettato lo spirito della legge. In un momento di grande difficoltà per il piccolo commercio, dopo che nel corso del 2009 abbiamo registrato 197 cessazioni contro 131 su uno stock di 2.335 esercizi, queste nuove aperture su che tessuto commerciale si inseriscono? A quale tipo di domanda rispondono?». «D’altra parte – prosegue Gottardi – è anche giusto riconoscere che la normativa regionale ha evitato comunque un proliferare selvaggio presente in altre realtà. In realtà nei momenti di crisi occorrerebbe da parte della categoria un maggior spirito di gruppo e, invece, si corre il rischio di regredire a comportamenti auto-conservativi». Giuseppe Sagaria, vicepresidente di Ascom-Confcommercio non nasconde la sua amarezza. «I negozi di vicinato andrebbero più tutelati». Anche sul fronte dei consumi la torta si restringe. Nel 2009 i ricavi sono stati pari a 705 milioni contro i 716 del 2008 e i 746 del 2007. In crescita la Gdo (da 331 a 335) che però non recupera il calo della piccola e media (da 383 a 371). «La concorrenza non ci spaventa – dicono al Gros Cidac – non nascondiamo però che il bacino di utenza non ci appare illimitato. Certe catene puntano probabilmente sul turismo, ma l’area di Saint-Christophe, forse con l’unica eccezione di chi scende da Pila, non beneficia moltissimo di questi flussi».
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