La firma sull’atto costitutivo della società del Presidente della Giunta Augusto Rollandin davanti al notaio Antonio Marzi è già stata fatta. E per i primi di maggio, assicura sempre il presidente, tutti saranno al lavoro grazie alla neonata Società dei Servizi. Fedele Borre, 65 anni il prossimo 12 giugno, un cursus honorum politico di tutto rispetto prima sui banchi del Consiglio comunale di Aosta e poi su quelli del Consiglio regionale fino alla recente esperienza alla guida della Fondation Grand Paradis, sarà il nuovo presidente della Società di Servizi.
La nomina è giunta con la delibera 648 del 21 marzo 2011 che approva atto costitutivo e relativo statuto della società per azioni, a totale partecipazione pubblica, per l’erogazione di servizi strumentali all’esercizio dei compiti istituzionali della Regione. Provvedimento che con una dotazione di 950mila euro dà gambe alla legge regionale 20 dicembre 2010, n. 44 che disciplina la costituzione della società secondo gli ormai noti meccanismi, di derivazione comunitaria, dell’in house providing.
Quale la ratio del provvedimento? Fare in modo che il rispetto del patto di stabilità con i suoi vincoli in materia di personale pubblico non calasse come una scure su tutta una serie di professionalità precarie. Come ribadito dal presidente Rollandin l’unica soluzione concreta in grado di «garantire una prospettiva per i lavoratori che vi hanno sempre lavorato a tempo determinato». Sul banco degli imputati la manovra di stabilizzazione finanziaria estiva che ha previsto una forte riduzione delle diverse modalità contrattuali a tempo determinato.
Una scelta che improvvisamente ha posto in bilico oltre un migliaio di posti di lavoro. La nuova società punta così a farsi carico dei servizi e dei lavoratori che sino ad ora li svolgevano con l'obiettivo, da una parte, di non abbassare il livello quantitativo e qualitativo dei servizi offerti e, dall'altra, di continuare a garantire, tramite i servizi affidati alla società, i livelli di occupazione. «E' vero che i servizi e le funzioni – ha spiegato in aula Andrea Rosset, relatore del disegno di legge, - attualmente resi all'interno della pubblica amministrazione con la costituzione della nuova società saranno esternalizzati, ma nel reclutamento si terrà comunque in considerazione l'esperienza finora maturata all'interno dell'amministrazione».
A sancirlo l’accordo siglato con i sindacati nei giorni scorsi in base al quale hanno un peso preponderante l’anzianità di servizio nei cantieri forestali oltre a quella personale. Perfetta la teoria anche se la settimana scorsa sulla pratica si è aperto un fronte duramente conflittuale con i sindacati (con una manifestazione di piazza dai toni accesi davanti al Palazzo regionale) che su alcuni temi permane.
Del resto i numeri in gioco non sono piccoli. Sono infatti ben cinque le attività e i servizi, un tempo competenti all’amministrazione regionale e che ora saranno gestiti dalla Società guidata da Borre: «l’assistenza e il sostegno, anche educativo, alle persone affette da patologie fisiche o psichiche, ai disabili e agli anziani; l’assistenza a favore di individui, comunità e famiglie allo scopo di prevenire e risolvere situazioni di bisogno e di favorire la piena autonomia, attivando relazioni di aiuto personale e sociale oltre che organizzando e promuovendo prestazioni e servizi; lo svolgimento di attività di formazione ed aggiornamento nel campo dei servizi alla persona; l’organizzazione e l’assistenza nelle attività di valorizzazione e custodia dei beni culturali, nonché nella gestione di attività culturali o fieristiche e il supporto nella gestione dei cantieri di lavoro per l’esecuzione in amministrazione diretta degli interventi di cui alle leggi regionali 27 luglio 1989, n. 44 (Norme concernenti i cantieri forestali, lo stato giuridico ed il trattamento economico dei relativi addetti), e 4 agosto 2009, n. 26 (Interventi a favore degli enti locali per l’adeguamento e la realizzazione di opere minori di pubblica utilità)».
Se, insomma, si tiene conto che gli operai forestali sono 730, quelli edili 80 e gli operatori delle mostre altrettanti – anche in assenza di numeri ufficiali - si fa in fretta ad ipotizzare che siano più di un migliaio i lavoratori che vivono nell’incertezza. Per ora l’unico dato sicuro sono le domande di assunzione giunte alla salva precari, anche se fra queste ve ne sono alcune presentate per la prima volta: 1243 per i cantieri forestali e 168 per gli operai dei lavori pubblici.
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