30 ottobre 2014

Giancarlo Giachino (Piccola Industria #Aosta): «va abbattuto il muro insidioso della #burocrazia»

Giancarlo Giachino 
Intervista a Giancarlo Giachino, presidente della Piccola Industria di Confindustria Valle d'Aosta e titolare della Cesarina Viérin.

Lei è presidente dal 3 febbraio 2014. Fra i suoi primi impegni ha annunciato l’intenzione di «creare un ponte tra scuola e imprese». Che cosa state facendo in questa direzione?
Continuiamo come Piccola a partecipare all’iniziativa nazionale PMI DAY di Confindustria, arrivata quest’anno alla sua quinta edizione, che si terrà il 14 novembre prossimo. Nel corso della giornata le aziende che hanno aderito apriranno i loro stabilimenti alle classi delle scuole superiori per far conoscere la loro realtà e consentire alle giovani generazioni di toccare con mano cosa vuol dire realizzare un bene attraverso tutte le sue fasi di realizzazione. Le scuole superiori stanno aderendo e spero che anche quest’anno diano una risposta massiccia. Per venire incontro alle scuole, sapendo che hanno dei magri bilanci, abbiamo anche messo a disposizione dei fondi per coprire i costi di trasporto. La Piccola industria ha deciso inoltre fare squadra con il Gruppo Giovani di Confindustria facendo delle iniziative insieme che hanno come obiettivo quello di far conoscere il mondo del lavoro, in senso ampio, alle scuole. A partire da quest’anno abbiamo aderito al progetto EUREKA di Federmeccanica che è rivolto alle scuole elementari e che consiste nel far costruire ai bambini, partendo da un kit di materiale fornito loro, un giocattolo che deve avere quale unica caratteristica vincolante l’essere mobile.

Confindustria ha recentemente presentato la sua indagine previsionale. Il sentiment non è positivo. Lei opera nei servizi cosa ci può dire dal suo osservatorio?
Non solo il manifatturiero, ma anche le imprese del settore servizi, nel senso più ampio, stanno soffrendo, soprattutto quelle valdostane che hanno per lo più come mercato di riferimento la Valle d’Aosta. La recessione ha inciso notevolmente sulle dinamiche aziendali. Le imprese investono di meno nei servizi che, a torto o a ragione, non considerano essenziali, penso agli investimenti informatici o alle consulenze specialistiche. Le imprese dei servizi, come la mia, devono affrontare quotidianamente la richiesta di sconti o dilazioni di pagamento o calo delle commesse. Quelle che operano poi nel settore dell’edilizia, vedi impiantisti, sono praticamente ferme e si trovano ad affrontare una crisi quasi epocale. Le imprese che lavorano nel settore degli appalti devono affrontare una concorrenza sempre più agguerrita che gioca solo sul ribasso del prezzo e tante lavorano sottocosto.

Il jobs act può realmente rilanciare l’occupazione?
“La "jobs act", letteralmente significa "legge per il lavoro. E’ il primo passo nella direzione giusta, abbiamo bisogno di regole chiare e definitive. Il mercato del lavoro in Italia è ingessato e non aiuta la ripresa. Abbiamo bisogno di regole nuove per un mondo che è cambiato radicalmente in questi 10 anni. Troppi vincoli e regole rigide allontano i giovani dal mercato del lavoro. Dobbiamo ripensare al contratto a tempo indeterminato, inserire più flessibilità nei contratti e rivedere gli ammortizzatori in modo da dare una copertura minima a chi perde il lavoro. Dobbiamo anche favorire di più la contrattazione aziendale in modo da legare i salari ai risultati aziendali.

Il 3 e il 4 ottobre lei ha partecipato a Napoli al XIV Forum della Piccola Industria di Confindustria, dal titolo "Innovare è l'impresa". Di cosa avete parlato?
Abbiamo parlato di innovazione come medicina per superare la crisi. Secondo il sondaggio fatto da Confindustria sulle PMI, il 54,2% investe in innovazione più del 5% del fatturato. Il Presidente della Piccola Alberto Baban ha detto che vorrebbe essere testimone di tanti nuovi battesimi di nuove imprese e per questo ha lanciato le due proposte della Piccola Industria per le PMI innovative: 1) ridurre gli 8 anni per ammortizzare un macchinario innovativo e poter applicare un’aliquota di ammortamento annuo flessibile; 2) identificare con esattezza, come in Francia, quali sono le imprese innovative e garantire loro un accesso prioritario ai finanziamenti.

Il Presidente Giorgio Squinzi nel suo intervento ha detto: «L’innovazione è uno dei pochi antivirus che abbia funzionato contro la crisi»…
L’innovazione non subisce la crisi economica anzi, come ha detto Squinzi, la combatte. Certo innovare costa fatica, tempo, disponibilità, apertura, errori, insuccessi e denaro, ma conviene. Produce nuovi prodotti, processi, modelli di business. Innovare è prima di tutto un modo di pensare, è mettersi in discussione, stringere relazioni con altre imprese, ascoltare gli altri, imparare da chi fa meglio. Innovare è comprendere che il modo di fare impresa è cambiato, che occorre ridisegnare l’azienda, saper soddisfare i requisiti richiesti dal mercato, realizzare un prodotto o un servizio a misura del consumatore. Si è detto che dobbiamo esportare all’estero il nostro prodotto manifatturiero. Ebbene l’estero non è più l’Europa ma il Giappone, L’Australia, la Cina o l’India.

Quante sono le aziende che fanno parte del Comitato Piccola Industria e quali attività avete in programma dalla fine del 2014 al 2015?
Della Piccola fanno parte le imprese che hanno fino a 50 dipendenti che, escluso quelle che fanno parte di gruppi, sono 117 e rappresentano l’87%. Il 44% ha meno di 10 dipendenti. Dopo aver ospitato i Presidenti della Piccola del Piemonte il 10 settembre scorso che ci ha consentito di far loro conoscere il settore idroelettrico valdostano con la visita alla Centrale di Champagne di CVA, il 14 novembre organizzeremo il PMI DAY e seguiremo insieme ai Giovani il progetto Eureka e avvieremo altre iniziative per avvicinare sempre di più il mondo della scuola e del lavoro.

Ci parli un po’ della sua azienda ?
Non sono qui per parlare della mia azienda ma delle aziende. Mi limito perciò ad alcune informazioni essenziali. La nostra azienda che è la Viérin Cesarina srl nasce più di 35anni fa e si occupa di servizi, più precisamente operiamo nel settore delle pulizie. Abbiamo anche un negozio dove si vendono articoli sempre del settore.

Una novità da annunciare per ImpresaVda?
Mi piacerebbe annunciare che per le imprese è finito il periodo di crisi, ma purtroppo non è così. Una nota positiva c’è, il mondo delle Associazioni datoriali e dei professionisti sta provando a lavorare insieme su alcune problematiche che sono comuni alle imprese di tutti i settori ed ha fatto sette proposte alla politica. Il fatto che la Regione abbia ritenuto strategico il coinvolgimento delle Associazioni con l’apertura tre tavoli su occupazione, credito e semplificazione, mi pare un segnale importante, c’è la volontà di lavorare insieme per risolvere i problemi.

Un sogno imprenditoriale da realizzare…
“Una repubblica corrotta e burocratica ha bisogno di moltissime leggi” scriveva Tacito negli Annali. Era il 112 dopo Cristo. Sono cadute le barriere ideologiche, si sono aperti i mercati, la rivoluzione digitale velocizza e mette tutto in trasparenza, faremo le fatture elettroniche, abbiamo due Papi, un governo con destra, sinistra e centro al governo, il Presidente del Consiglio non eletto dal popolo italiano, e via discorrendo. Eppure il muro invisibile di cui scriveva Tacito è ancora lì. Qualsiasi disegno di policy anche illuminato e moderno non sopravvive alla giungla normativa e alla debolezza sul piano dell’attuazione della macchina pubblica italiana e di conseguenza regionale. Il muro è insidioso, è fatto di complicazione e opacità, di tempi infiniti e di autorizzazioni che sono diventati nel tempo un favore e non un diritto. Dobbiamo fare di tutto per abbatterlo questo muro prevaricatore. Ecco, Un sogno che spero si realizzi per il bene di tutta la collettività.  

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