6 dicembre 2017

Made in Italy, falsi 6 su 10 : anche la #Fontina tra i più “taroccati” guarda le foto (#mossoni08)

Ci sono più fontine (taroccate) nel mondo che fontine vere in tutta la Valle d'Aosta!











Dagli Spagheroni prodotti in Olanda alla Salsa Pomarola venduta in Argentina, dal Pompeian Oil realizzato negli Stati Uniti alla Zottarella prodotta in Germania fino al Caccio Cavalo scovato in Brasile, sono particolarmente fantasiose le imitazioni dei prodotti italiani che si trovano all’estero.

L’Italia si accinge a raggiungere nel 2017 il record storico delle esportazioni agroalimentari con un valore superiore ai 40 miliardi di euro che potrebbe migliorare considerevolmente poiché sei prodotti alimentari di tipo italiano su dieci in vendita sul mercato internazionale sono il risultato dell’agropirateria internazionale che sul falso Made in Italy fattura 60 miliardi di euro nel mondo. 
Ma non basta, il fenomeno costa al Paese, da una stima Coldiretti, circa trecentomila posti di lavoro.  In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche la Mozzarella, il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago e la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal San Daniele alla Mortadella, ma anche gli extravergine di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo. Una tendenza che è degenerata in alcuni Paesi dove sono stati messi addirittura sul mercato “magic box” per la produzione casalinga dei formaggi, vini e salumi italiani più tipici in pochi giorni. Il fenomeno dell’italian sounding è assolutamente trasversale e talmente radicato che non ci si preoccupa ormai neppure di mantenere la fedeltà al nome originale della specialità Made in Italy copiata. Così gli spaghetti, se in Belgio aggiungono il termine “napoletana” per qualificare maggiormente il prodotto, nei Paesi Bassi diventano Spagheroni e in Corea addirittura Chapagetti.  La mozzarella è sicuramente uno dei prodotti più imitati, i cui falsi sono reperibili in ogni angolo del pianeta ma anche sui salumi la scelta è ampia. Si va dal San Daniele Prosciutto, prodotto in Canada, alla Mortadela siciliana realizzata in Spagna, dalla Finocchiona in vendita negli Stati Uniti ai Napoli Mastro tradizionali del Canada, sino al Dobro Salama Napoli ottenuto in Croazia.
Altrettanto diffuso è il fenomeno delle contraffazioni del vino. Negli Stati Uniti si trovano falsi Chianti e Tuscan moon, mentre il Barbera (bianco) è imitato anche in Romania e il nostro Prosecco, scovato anche in Russia, è divenuto a tal punto star dei mercati internazionali da trovare una folta schiera di imitatori che ne mettono a rischio l’ascesa. Ma un vero e proprio schiaffo all’immagine del nostro Paese viene anche dai prodotti che richiamano il fenomeno della mafia come il Fernet mafiosi o le Spezie Palermo mafia shooting vendute in Germania, un autentico oltraggio a tutti quegli italiani che tanti anni fa emigrarono in terra tedesca, dando un contributo sicuramente non secondario alla crescita di quella nazione.
Per quanto riguarda la nostra Fontina invito il lettore curioso a passare qualche minuto su internet. E’ sufficiente digitare “Fontina cheese” e “Fontina queso” su Google e poi andare a vedere il link “immagini”  nella ricerca;  c’è veramente da stupirsi che la legge permetta,  malgrado l’attività attenta del Consorzio -  che ha le mani legate quando si esce dall’Italia, figuriamoci nei paesi extra UE -   l’elusione di quelle che sarebbero normali norme di trasparenza a favore dei produttori e dei consumatori. Chi mangia palesi imitazioni di bassa qualità ed è convinto che quello sia il prodotto originale quale opinione si può fare?

Ezio Mossoni

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