Questa
settimana proponiamo l'intervista a Dino Planaz, da pochi mesi alla
guida dell’Arev, l’associazione degli allevatori valdostani.
Un passaggio di testimone arrivato un po’
all’improvviso...
Diciamo che se mi avessero detto un ano e mezzo
fa che oggi sarei stato il Presidente degli allevatori non ci avrei
creduto. Sono entrato come componente del direttivo poi per una serie
di coincidenze fortuite mi sono ritrovato vice e, infine, presidente.
Detto questo era chiaro che molti obiettivi fossero già condivisi,
ad esempio la valorizzazione dei prodotti e di tutto ciò che oggi
può garantire il mantenimento delle aziende agricole in Valle
d'Aosta, da tempo messo a dura prova. Inoltre ci proponevamo un
occhio di riguardo ai giovani.
Lei era già vice quindi la continuità non
si discute, quale può essere però il suo particolare contributo da
Presidente?
Ritengo che già portare avanti i progetti
iniziati con il mio predecessore Chadel insieme a tutto il direttivo
sia un grossoimpegno. Attualmente stiamo lavorando sulla
valorizzazione del latte, prosegue l'impegno sulla differenziazione
dei prodotti e avevamo ipotizzato una certificazione di IGP di latte
valdostano che tuttora sta andando avanti. Riscontriamo qualche
problematica sulla logistica, sui trasporti, su come far arrivare il
nostro prodotto alla giusta clientela, un prodotto che magari può
essere più richiesto al di fuori dei confini regionali. Siamo anche
alla ricerca di qualche azienda che ci aiuti a portare a termine
questo progetto. Anche la valorizzazione della carne. C'è in corso
un progetto interreg e anche qui lavoreremo sulla promozione in modo
da far conoscere di più il nostro prodotto. In Valle d'Aosta
l'ostacolo maggiore non è avere un prodotto di qualità, che già
c'è, ma spiegare alla gente come realizziamo questo prodotto, quanto
è genuino, dove lo facciamo. Aspetti che spesso diamo per scontati
ma al produttore interessano.
Il settore vive un momento critico. A cosa
stavate lavorando come direttivo?
Il nostro punto di forza per anni è stata la
Dop che tutela il marchio fontina. Oggi purtroppo questa non riesce a
garantire la liquidità necessaria affinché le aziende possano
affrontare le spese per produrre un ottimo prodotto di qualità. Cosa
che avviene per le altre Dop. Altrove, e parlo di Francia, ma pure
Italia il litro di latte può arrivare anche a costare 90 centesimi.
Noi essendo pure una zona di montagna con aziende piccole,
frammentate e costi di produzione più elevati se già raggiungessimo
questi traguardi saremmo a buon punto, anche se forse non basterebbe
ancora per garantire la funzionalità vera e propria dell'azienda.
Si parla spesso del problema del prezzo del
latte, ma anche quello dei bovini in passato è stato oggetto di
dibattito…
Secondo me valorizzando al massimo il prezzo
del latte di conseguenza crescerebbe anche quello della carne o
comunque dell'animale di allevamento. Oggi questa richiesta non c'è
in quanto non c'è un guadagno che incentivi a fare più prodotto.
Il problema dei pagamenti Agea sembra il
Duomo di Milano...
Non possiamo dire che la situazione sia molto
migliorata. Ci sono ancora aziende che devono percepire premi dal
2015 e non hanno addirittura incassato nessun premio ad oggi. Questo
chiaramente crea molta difficoltà nelle aziende. In tutti questi
anni che abbiamo notato un forte calo di aziende risulta molto
accentuato nei periodi di riorganizzazione del PSR o dei premi Pac.
Quando non si è tempestivi nei pagamenti le aziende più in
difficoltà gettano la spugna.
Il binomio agricoltura-turismo quanto è
slogan e quanto può dare un futuro al settore?
Più che slogan è tutto per la nostra regione.
Un'azienda agricola che fa bene il suo lavoro, produce un prodotto di
qualità e conserva bene il proprio territorio è una bella cartolina
per il turista per la regione dove questa azienda opera. Per questo
puntiamo anche ad incentivare il consumo del nostro prodotto in loco.
Iniziative
da segnalare per il 2019?
Abbiamo
già tanto da portare avanti, basta soltanto pensare alle rassegne.
Noi siamo una associazione che spiega quanto è importante la nostra
razza, i nostri prodotti, il nostro territorio. Saremo anche molto
attenti alla programmazione del nuovo Psr, della nuova Pac affinché
non ci ritroviamo di nuovo a non riuscire a fare i pagamenti agli
agricoltori, cioè che anche chi sta dietro ad una pratica di domanda
di un fascicolo aziendale non incontri le stesse difficoltà di
adesso di erogazione dei fondi.
Un sogno imprenditorial-associativo per il
settore zootecnico da realizzare?
Il sogno è portare gli allevatori ad un
guadagno dignitoso per avere la possibilità di svolgere il proprio
lavoro bene e in tranquillità.
0 commenti:
Posta un commento