Proponiamo questa
settimana l’intervista
a Virginio e Stefano
Saulle della pizzeria Anema
e Core di Quart.
Come nasce la vostra
azienda?
Virginio: Siamo un azienda
familiare sin dai tempi
del mio trisavolo. Nel 1822
a Gaeta nasce il primo
Anema e Core.
Perfino ad Aosta ci sono
tantissime pizzerie, la domanda
sarà anche alta ma
come ci si differenzia?
Virginio: Noi alla mattina
quando iniziamo la nostra
attività ci riuniamo e se abbiamo
fatto bene ci chiediamo
tutti se possiamo fare
meglio sia per quanto riguarda
la cucina che per il
servizio in sala, ma anche
rispetto ai prodotti.
Sul vostro sito non andate
per il sottile: sostenete che
il vostro locale ha cambiato
il volto della ristorazione
in Valle d’Aosta. Come
sostenete questa tesi?
Virginio: molti ci fanno
questa domanda. Con
onestà e con tanta umiltà
diciamo che sono i numeri
a parlare. Il primo anno
che abbiamo aperto in Valle
non soltanto con Anema
e Core ma pure con il
gruppo Festival Pizza abbiamo
fatto 185mila pizze
in quanto abbiamo girato
tantissimo in Valle e fuori.
Questa frase è stata scritta
da due giornalisti piemontesi
che sono venuti a trovarci
nel locale e hanno visto
i numeri che abbiamo
fatto e l’affluenza al locale.
Nel 2017 avete anche aperto
uno street lab in Aosta.
Di cosa si tratta?
Stefano: Ci troviamo in via
Torre del Lebbroso 29 e lo
Street Lab parte come laboratorio
ma anche come
pizzeria popolare per tutte
le tasche. Per noi poi, essendo
pizzaioli da tre generazioni,
far mangiare
per noi campani è un mestiere
antico. Lo street
food oggi conquista le strade
di tutto il mondo: è
glam, è gourmet, è trendy,
lo si sbandiera, se ne parla.
E ad Anema e Core si trova
tutto questo. E’ un locale
che vuole avere un taglio
più giovane. E’ anche rosticceria,
friggitoria tutto
tipico campano.
Una curiosità più gastronomica
che imprenditoriale:
da cosa si capisce
che una pizza è rispettosa
della vera tradizione
napoletana?
Virginio: Da come esce la
pizza dal forno a legna.
Noi rispettiamo i criteri
dell’Associazione Vera Pizza
Napoletana il che significa
che la pizza deve essere
un babà. Totò scrisse
che “la pizza è come una
bella femmina sa da accarezzà
ma nun sa da maltrattà”.
La vera pizza napoletana
non è la piadina,
non è schiacciata. Ha dei
colori. L’impasto è fondamentale.
Noi abbiamo dei
campioni pizzaioli per
quanto riguarda l’impasto
che è un nostro segreto di
famiglia. Non si può dire.
E’ come chiedere la ricetta
della Nutella. In sintesi
bordo alto, condimenti e
sapori particolari.
Uno dei vostri temi forti
aziendali sono le materie
prime. Come avete selezionato
i fornitori?
Virginio: Li abbiamo selezionati
tenendo conto della
loro cura dettagliata ma
anche con cuore delle materie
prime. Inoltre noi siamo
produttori di mozzarella
di bufala. Abbiamo
un caseificio in Campania
e alleviamo 1000 bufale a
Cassino dove prendiamo
latte di bufala al 100%. Il
prodotto è tracciato. Noi
usiamo soltanto prodotti
esclusivi. La nostra mozzarella
è stata portata anche
davanti al Papa quando è
stata fatta la festa dei 200
anni della gendarmeria.
Sulla mozzarella copriamo
tutta la filiera. Poi non
dimentichiamoci del pomodoro.
Noi utilizziamo
quello sarnese di Sorrento
e poi l’olio di Sorrento, il
basilico di Genova, per il
suo profumo, le farine selezionate
a pietra. La gente
oggi capisce la qualità.
In un settore come il vostro
dove la tradizione è
importantissima, quanto
si può innovare?
Virginio: Con umiltà. Fare
innovazione significa cambiare,
rivedere, rimodernizzare,
aggiornarsi e noi
come impresa ci interroghiamo
sempre su questo.
I nostri locali in Valle
avranno tutti per il 2019
una nuova location, più
moderna, più pratica, più
vicina alle persone. Ne siamo
entusiasti anche se
per ora non possiamo dire
di più. Modernizzare
poi significa anche essere
attenti alle esigenze della
clientela. Molte persone
soffrono di intolleranze e
noi proponiamo la pizza
senza glutine e anche la
pasta, fatta in casa sulla base
di un’antica ricetta napoletana.
Voi in effetti offrite una ristorazione
a 360°…
Altre
iniziative aziendali?
Virginio: Abbiamo anche
degli “Api” che utilizziamo
per le manifestazioni in
piazza, ad esempio abbiamo
organizzato un evento
per la Casa di riposo
G.B.Festaz. Ma nel 2019
andremo anche in Svizzera
in varie località e in altre
località in Italia con il nostro
brand Festival Pizza.
Prevedete ulteriori sedi?
Virginio: Da un anno
stiamo lavorando ad un
nostro ristorante in Svizzera.
È la gente che ce lo
chiede e noi siamo molto
contenti.
Un sogno imprenditoriale
da realizzare?
Virginio: Noi non siamo
un franchising, ma una famiglia
allargata. E anche
dire loro di venirci a trovare
che troverete sempre
delle novità. Il nostro sogno
è quello di far sempre
più conoscere il made in
Italy non soltanto napoletano
ma italiano. E il prossimo
locale che apriremo
in località Amérique, risponderà
proprio a questa
logica. Non diciamo di più
perché deve essere una
sorpresa a cavallo di fine
anno
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