Seicento occupati, venti milioni di fatturato, quindici cooperative: undici di tipo A, cioè dedicate ai servizi alla persona (socio-sanitari ed educativi), e quattro di tipo B, dove il prodotto principale è l’inserimento lavorativo dei cittadini che vivono condizioni di svantaggio e di emarginazione. Sono questi i numeri del Consorzio Trait d’Union, presieduto da
Roberto Presciani, che proprio quest’anno compie i suoi primi quindici anni di vita. Più nello specifico le cooperative di tipo A svolgono attività nel settore del turismo sociale (gestione di ostelli e casa per ferie, promozione di proposte turistiche per persone con bisogni speciali), dell’assistenza ai minori e agli adolescenti (asili nido, centri di aggregazione, centri di informazione, comunità residenziali, educativa territoriale, ludoteche, garderie, trasporto alunni, refezioni, centri e soggiorni estivi), agli anziani (assistenza domiciliare e residenziale, soggiorni marini) e ad altre categorie di soggetti (assistenza domiciliare e residenziali per pazienti psichiatrici, comunità per malati di AIDS, centri di accoglienza per immigrati extracomunitari, centri di accoglienza notturni). Le cooperative di tipo B svolgono attività nel settore del verde e del florovivaismo, della viticoltura, della legatoria, dell’editing, dell’elaborazione dati e delle pulizie. «
Generalmente, - osserva Presciani -
i servizi socio-sanitari ed educativi realizzati dalle cooperative di tipo A sono gestiti in convenzione con enti pubblici che, in tal caso, risultano titolari primi dei servizi. In altri casi, le cooperative si attivano direttamente proponendo progetti a contenuto sociale, elaborati in base all’analisi dei bisogni rilevati nel territorio, e reperendo fonti diversificate di finanziamento (fondi nazionali speciali, leggi regionali di settore, finanziamenti dell’Unione Europea, co-partecipazione a volte da parte dell’utenza, ecc.)». La vicinanza al territorio è per Presciani un elemento importantissimo. «
E’ soprattutto per questo – commenta il Presidente –
che siamo rimasti particolarmente colpiti dal fatto che ci siano Cooperative sociali interessate ad operare al di fuori del proprio territorio regionale. Il fatto che alcuni appalti, nostri e non solo, siano stati assegnati ad una cooperativa sociale proveniente da Parma ci ha destato molta perplessità. Noi non vogliamo il protezionismo, ma siamo convinti che simili strategie abbiano poco a che vedere con il mondo della cooperazione sociale. Inoltre in realtà di 1500-2000 dipendenti dove sta il livello decisionale? Non si corre il rischio di trovarsi di fronte ad un’impresa profit mascherata dal sociale?». I nuovi soggetti che si sono affacciati per la prima volta sul mercato valdostano puntano ad attingere ad un welfare più generoso rispetto al resto del territorio nazionale e, per Presciani, lo possono fare con un atout in più che può piacere molto all’ente pubblico. «
Queste imprese sociali – aggiunge Presciani –
hanno una significativa capacità d’investimento e possono aderire facilmente ad iniziative di project financing particolarmente apprezzate dalle pubblica amministrazione. Su questo punto in particolare dobbiamo sicuramente irrobustirci». Le cooperative di tipo B, invece, sono aziende che, proprio al fine di perseguire nel modo più efficace finalità di inserimento lavorativo, si confrontano con una realtà di mercato più articolata, composto da concorrenti del settore profit e da clienti sia pubblici che privati. «
All’interno di questo quadro, - conclude Presciani -
il Consorzio si pone la finalità istituzionale e costitutiva di favorire lo sviluppo e la produttività sociale delle cooperative socie, mediante la creazione di sinergie che ottimizzino le risorse, valorizzino le piccole dimensioni, favoriscano la possibilità di aprire o implementare le attività anche attraverso il preciso utilizzo delle normative che consentono agli Enti Locali dell’Amministrazione Pubblica di affidare commesse tramite o convenzioni dirette alle cooperative di tipo b, o gare riservate alle cooperative sociali». (
Pubblicato sul Corriere della Valle del 17 aprile 2008)
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